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Autore: Word_shaker    12/06/2015    2 recensioni
Era proprio di lui che si discuteva senza sosta al Paiolo Magico. Mentre ad Ernie Urto e Muriel Prewett premeva terminare le scorte di Whiskey Incendiario della casa, seduta ad un tavolo al centro del locale, quasi nascosta dalla folla, un’affaccendata Rita Skeeter stava succhiando la sua penna prendiappunti per carpire quante più informazioni possibili in mezzo al chiacchiericcio generale. Chissà quanti galeoni avrebbe guadagnato se avesse scritto un articolo dettagliato sul leggendario figlio dei Potter, il primo ad aver vinto l’anatema che uccide e lo stesso Voldemort! [...] Quell’articolo sarebbe stato la svolta giusta per lei… Sennonché un marpione da strapazzo si sedette vicino a lei e cominciò a parlare, fuorviando, così, la mente di Rita dal discorso di Doge e, quindi, la penna dai suoi appunti.
Genere: Drammatico, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Crack Pairing | Personaggi: Gilderoy Allock, Rita Skeeter
Note: What if? | Avvertimenti: Incompiuta | Contesto: Nessun contesto
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Il 31 ottobre 1981 tutto il mondo magico era in festa. Il Signore Oscuro era stato ufficialmente sconfitto e i guai sembravano essere ormai lontani anni luce.
Eppure, prima di pensare alle cose importanti – come imprigionare i sospetti, registrare il numero complessivo di morti ed avvertire il Primo Ministro Babbano che il pericolo era definitivamente cessato – tutti, a partire dal Ministro della Magia, si concessero una notte di festeggiamenti. Gli unici che non presero parte ai festeggiamenti furono Rubeus Hagrid, Sirius Black, Minerva McGranitt ed Albus Silente, troppo impegnati a piangere gli amici e mettere in salvo il bambino sopravvissuto, Harry Potter.
Era proprio di lui che si discuteva senza sosta al Paiolo Magico. Mentre ad Ernie Urto e Muriel Prewett premeva terminare le scorte di Whiskey Incendiario della casa, seduta ad un tavolo al centro del locale, quasi nascosta dalla folla, un’affaccendata Rita Skeeter stava succhiando la sua penna prendiappunti per carpire quante più informazioni possibili in mezzo al chiacchiericcio generale.
Chissà quanti galeoni avrebbe guadagnato se avesse scritto un articolo dettagliato sul leggendario figlio dei Potter, il primo ad aver vinto l’anatema che uccide e lo stesso Voldemort! Il suo entusiasmo era ben palpabile, oltre che degno di comprensione; tutti gli altri giornalisti del Profeta avrebbero fatto lo stesso, se non fossero stati troppo impegnati a trastullarsi.
In particolare, Rita era stata colpita da Elphias Doge, un intimo amico di Silente che era pronto a tessere le sue lodi poiché lui, la persona più affidabile, lungimirante e concreta del mondo, stava portando il bimbo in un posto dove sarebbe stato all’oscuro di tutto finché non fosse stato sufficientemente grande da capire quale enorme preso gravasse su di lui…
Rita credeva che queste fossero tutte balle, ma i suoi lettori – che si sarebbero ampliati soltanto se avesse descritto la realtà così com’era e avesse scavato, se possibile, anche più a fondo – impazzivano per queste cose. Lei era la prima che infangava dei poveri maghi per poi elogiarli a seguito di un favore ricevuto o di un grande successo, per cui qualche parola zuccherosa su Silente non le avrebbe di certo fatto male.
La verità era che lei era famosa, ma la sua opinione non veniva presa del tutto sul serio. Scrivendo per la voce "Gossip", era la giornalista più letta, ma anche quella che veniva dimenticata più facilmente. Quell’articolo sarebbe stato  la svolta giusta per lei… Sennonché un marpione da strapazzo le si sedette accanto e cominciò a parlare, fuorviando, così, la mente di Rita dal discorso di Doge e, quindi, la penna dai suoi appunti.
«Che cosa ci fa una bella signora tutta sola in que-» ma non fece in tempo a finire la frase che fu interrotto da una brusca manata sulla sua boccuccia perfetta.
«Scusami, ho da fare» lo liquidò Rita senza voler perdere altro tempo, lo sguardo accigliato che cercava di puntare al viso rugoso di Doge per tornare a concentrarsi.
«Si sa già tutto sull’argomento, che bisogno hai di prendere appunti? Rilassati!» le consigliò con un sorriso gioviale. Lei non lo aveva ancora guardato, ma dai suoi occhiali rosa shocking intravide una veste color glicine e dei lunghi capelli biondi. A quelle parole, però, i ricci di Rita si ritrassero, come se anch’essi volessero estorcere insieme con la loro proprietaria i segreti di Harry Potter. Ma poteva un bambino di un anno e mezzo avere dei segreti?
«Non sarai tu a dirmi di rilassarmi, brutto idiota!». Dire che fosse inviperita era un eufemismo.
«E dire che nel tuo articolo “Gilderoy Allock: Un mago o una leggenda?” non mi hai definito né brutto né idiota»; mentre pronunciava quelle parole, Allock assunse un’espressione da intenditore ed incrociò le braccia.
Rita si voltò verso di lui e lo osservò per un lungo attimo con le labbra arricciate. Il suo sorriso smagliante, i suoi brillanti occhi cerulei, i suoi abiti sempre impeccabili ed i suoi capelli mai fuori posto in foto non rendevano abbastanza, pensò lei. Dal vivo era ancora più affascinante, ma lui avrebbe dovuto versarle del Veritaserum nella Burrobirra per farglielo ammettere.
«Questo perché mi stai disturbando mentre scrivo un articolo più importante soltanto adesso, mentre prima non potevo sapere quanto fossi snervante. Ora, se non ti dispiace, vorrei ascoltare Elphias Doge». Anche se le costò fatica, lo fulminò con lo sguardo.
«Un articolo più importante? La gente presto dimenticherà Harry Potter e tornerà a pensare ai miei racconti sui troll» si augurò Allock ad alta voce per poi aggiungere: «Credi davvero che una scrittrice di Gossip possa occupare un ruolo importante in un periodo di uscita dal terrore? Coloro che devono riportare la notizia sul Profeta sono già stati contattati dal Ministro della Magia con tutte le informazioni da sviluppare. Non lo sapevi?».
Quell’affermazione la spiazzò.
«Tu li vedi mentre si scambiano informazioni? Io qui vedo soltanto un gruppo di beoni illusi senza obiettivi che incensa Silente ed un bambino di un anno per qualcosa che ha fatto inconsapevolmente. Tu che cosa vedi?» a quella domanda (più che una domanda era una sfida), la sua penna prendiappunti guizzò accanto al faccino perfetto di Gilderoy Allock.
«Io vedo delle persone che non hanno più paura di uscire di casa e che festeggiano per questo motivo. Sei troppo impegnata a pensare al successo immediato per renderti conto che, grazie a questa notizia, potrai campare per anni e anni! Potresti intervistare me su che cosa ne penso, ad esempio!» le propose lui con nonchalance.
«Perché, tu pensi?» domandò Rita alzando gli occhi al cielo. Allock era un caso disperato.
«Sicuramente più di quanto faccia tu. Ascolta, ognuno vorrà dire la sua adesso: da Elphias Doge, a Silente, a me! Se mi concedi un’intervista coi controfiocchi possiamo guadagnarci entrambi! Ti ricordo che sono uno dei venti personaggi più influenti del mondo magico!» esclamò sorridendo.
Seppure all’inizio Rita avesse voluto scaricarlo con un “Ti piacerebbe!”, non trovò affatto male l’idea che due ego che volevano salire su un piedistallo collaborassero. Lei avrebbe raggiunto il successo con un’intervista esclusiva e lui avrebbe compiaciuto la sua vanità.
La giovane donna si alzò in piedi, mise in borsa la penna e la pergamena, lo squadrò un’ultima volta e disse con voce piatta: «Domani alle 9.30 nel mio ufficio. Mi piacciono gli scarafaggi a grappolo di Zonko», dopodiché se ne andò, facendo riecheggiare il suono dei suoi tacchi verde acido per tutta la sala.
   
 
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