Giochi di Ruolo > Pathfinder GDR
Segui la storia  |       
Autore: Barbara Baumgarten    12/06/2015    1 recensioni
[Pathfinder]
[Pathfinder]Xardax è un giovane elfo che ignora del tutto la sua vera natura. Forze potenti si stanno per scatenare contro di lui e una missione pericolosa lo attende per segnare definitivamente il suo destino. Accompagnato da altri valorosi eroi, Xardax dovrà affrontare Arania, mitico mostro del regno di Anthurium, famiglio del potente mago Zordlon che aveva portato morte e distruzione nella grande battaglia per il potere.
Questa storia è il resoconto romanzato di una campagna inventata puramente da me prendendo spunto dall'universo GDR di Pathfinder, nella quale i miei giocatori hanno interpretato ottimamente i loro personaggi. n grazie particolare va quindi a loro: Xardax, Serval, Alton e Burduck.
Genere: Avventura, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
~~Corri! Corri e non ti voltare! Il terreno sdrucciolevole passava veloce sotto i suoi piedi piccoli e il respiro, sempre più affannoso, lo faceva somigliare più ad un ogre che ad un halfling.
Maledizione! La strada terminava sul ciglio di un burrone. Alton cercò velocemente con gli occhi una via di fuga. Niente. Mentre valutava la possibilità di ritornare sui suoi passi per cambiare direzione venne raggiunto. Un uomo barbuto e paonazzo gli era davanti sbarrandogli il cammino.
"Ti ho preso, ladro!" ringhiò con quel poco di fiato che aveva in corpo. Alton lo guardò meglio. Era stanco dalla corsa e la sua corporatura non era certo da scattista. Se riesco a fargli una finta gli passerò a fianco correndo e prima che lui se ne renda conto sarò già lontano. Mentre pensava velocemente alla fuga altri due uomini apparvero da sentiero. La faccenda si complica.
"Ridammi i miei denari!" gli urlò il barbuto ad un palmo dalla sua faccia. La fuga era ormai da accantonare. Non gli restava che il dialogo.
"I suoi denari, signore? Penso che ci sia un errore, io non ho i suoi denari." Disse col tono più innocente che poteva.
"Bugiardo! Ti ho visto mentre glieli sfilavi dalla cintura!"disse uno dei due uomini venuti al seguito. Il terzo, invece, meno incline al dialogo gli puntò una spada corta dritto alla gola.
"Ehi ehi, calmiamoci" disse Alton "non è il caso, signori, di tanto furore. Effettivamente credo di aver inavvertitamente preso questa borsa..." e si mise la mano nella casacca per tirar fuori le monete."Che sbadato" rincarò "non so come scusarmi. Ma" e cominciò a camminare di lato per allontanarsi dalla spada "giacché il maltolto è stato ritrovato e si trattava di un piccolo equivoco..."con uno scatto repentino passò sotto le gambe dell'uomo barbuto e riprese a correre. "Vogliate scusarmi di nuovo! Vado di fretta!" disse ridendo mentre correva. I tre rimasero lì inebetiti cercando di capire come avessero fatto a lasciarsi sfuggire quel piccolo halfling. Si guardavano tra loro per trovare un colpevole. "Dannazione!!" urlò uno dei tre. "Ha preso anche il mio pugnale!"
La vita di Alton era così: una continua fuga dopo aver agguantato la refurtiva. Era in gamba, forse troppo. Più volte era finito in prigione, qualche evasione qua e là gli avevano fatto tenere la testa attaccata al collo. In diverse città non poteva più mettere piede:la sua faccia era fin troppo conosciuta per passare inosservato. Ma ad Alton piaceva rischiare, soprattutto se in palio c'era cibo. Ecco il punto debole: lui amava sopra ogni altra cosa mangiare. Se passava nelle vicinanze di Sammhar, cittadina di contadini nota per lo stufato di verdure, non importava che le guardie lo conoscessero: un piccolo travestimento e via, alla taverna. Inutile dire che il conto di Alton era sempre aperto, quando non riusciva a farselo offrire allora lo pagava, ma sempre con i soldi di qualcun altro.
Un giorno come tanti, Alton stava camminando spensierato fra i campi coltivati di Draghetto, un paesello vicino alla capitale, quando si accorse di essere seguito.  Due uomini, probabilmente soldati, che cercavano di raggiungerlo mantenendo un passo deciso. Alton girò a destra e loro fecero lo stesso, poi svoltò a sinistra e anche loro lo imitarono.
"Prima che decida di correre, signore, la informo che non siamo qui per ledere alla sua salute" disse con tono di voce sostenuto uno dei due. Alton si fermò e si girò. "Chi siete e cosa volete?" chiese rimanendo a distanza.
"Facciamo parte della Legione, ci manda Tessara, somma sacerdotessa di Anthara"rispose l'uomo.
"La Legione?" chiese Alton, sperando vivamente che non fosse la Legione dei Piani con la quale aveva già avuto a che fare in passato e non era stato piacevole,
"La Legione dei Piani, signore" disse l'uomo mandando in frantumi la speranza di Alton.
"Se si tratta ancora di quella statuetta d'oro, ho già pagato per il mio furto" disse arretrando lentamente.
Anni prima, quando ancora doveva affinare le sue tecniche, gli venne la brillante idea di rubare una statuetta dal tempio di Desna, in Anthara. In un attimo si trovò gli uomini della Legione addosso e sulla schiena portava ancora i segni delle fustigate che seguirono il furto.
«Non sappiamo di cosa stia parlando, signore. Ad ogni modo se ci facesse la cortesia di fermarsi potremmo consegnarle la lettera che la sacerdotessa ci ha inviato a recapitare» il tono del soldato cominciava ad essere quasi supplichevole. Alton ci pensò un po' su, poi decise di fermarsi.
«Per la grazia di Desna! Grazie signor Alton» disse uno dei due evidentemente stanco. Si avvicinarono all'halfling e gli porsero una pergamena recante il sigillo della Legione. «La somma sacerdotessa vi attende al Tempio. Ecco, questa è la lettera di convocazione.» Alton la prese ancora un po' titubante, ma in fondo quei due non sembravano volerlo attaccare. Si mise a leggere:
Caro Alton Coglibosco, della Landa del Lago del Silenzio, Anthurium ha bisogno del tuo aiuto. Ti prego di volermi raggiungere al Tempio di Desna, nella capitale, per darti maggiori informazioni. Il tempo, amico mio, non è dalla nostra parte. Che la luce di Desna illumini il tuo cammino.
Tessara.
Sebbene il suo primo istinto fosse stato quello di scappare, Alton decise di recarsi dalla sacerdotessa. L'ultima volta che era entrato fra le mura di Anthara non era andata bene. Con la mano si accarezzò la schiena, toccando le cicatrici che le fustigate avevano lasciato. In un certo senso, lesse quell'invito come un segno: da troppo tempo viveva nell'illegalità e cominciava a sentirne il peso. Il viaggio non fu lungo. Anthara si trovava a poche ore di cammino da Draghetto e tagliando fra i campi, giunse alle mura della città alle prime ore del pomeriggio.
La capitale era imponente. Un dedalo di viuzze si snodava dalla strada principale e ovunque si posasse lo sguardo c'erano edifici elegantemente decorati e botteghe di ogni genere. La piazza principale era grande e ospitava il Mercato: artigiani, tavernieri e armaioli vendevano la loro mercanzia attirando i clienti con slogan. Alton si trovò a guardare la città per la prima volta: sebbene fosse già stato lì doveva riconoscere che alla luce del giorno quella vivacità era davvero bellissima.
Il tempio si trovava nella parte alta della città e per giungervi dovette salire lungo una grande scalinata in granito che troneggiava sopra la piazza del mercato. Più saliva più la frenesia lasciava il posto alla tranquillità. Le guardie che gli passavano di fianco lo guardavano con interesse ma passavano velocemente oltre. In effetti Alton si rese conto che non c'erano altri della sua razza. Gli halfling, il popolo minuto errante, raramente si insediavano in conurbazioni così imponenti e poche persone potevano dire di conoscerne un membro se non si erano inoltrate nelle terre centrali. Spesso lo confondevano con uno gnomo, il che era abbastanza irritante ma Alton ci fece l'abitudine.
Giunto davanti alle porte del tempio ebbe un'esitazione. Poi fece un profondo respiro ed entrò. La prima persona che gli venne incontro fu una guardia della Legione: la conosceva bene, soprattutto ne conosceva la precisione con la frusta.
«Bene, bene, cosa abbiamo qui?» disse la guardia con tono minaccioso. Avanzava con passo deciso verso Alton e quando gli fu accanto si dovette chinare per buttargli il suo alito fetido proprio sulla faccia.
«Vedo che dall'ultima volta sei cresciuto, marmocchio. Ti ha fatto bene la visita al tempio» e rise sonoramente. Alton era terrorizzato e la guardia se ne era resa conto. Stava per rispondere quando una seconda guardia parlò. «Alisteir, il visitatore è atteso dalla sacerdotessa». Quelle parole furono un sollievo. L'uomo guardò Alton con ancora più disprezzo, ma l'ordine gli era stato impartito da un superiore e dovette lasciar passare l'halfling.
Alton passandogli di fianco gli fece un sorrisino beffardo strizzando l occhio.
Scortato dalla guardia numero due, che sembrava avere molto più potere di quella che lo aveva braccato all'ingresso, Alton giunse al cospetto della sacerdotessa. La guardia s'inchinò e lui fece lo stesso.
"Salute, Alton. Spero che il viaggio non sia stato faticoso" disse in tono morbido e tranquillo.
"In effetti non mi trovavo molto distante da qui. È un onore incontrala...di nuovo" Alton non riuscì a mascherare un certo astio.
Lei capì ed ignorò. "Tempi bui sono questi per la pace che con tanta difficoltà pensavamo di aver raggiunto. Un valoroso mago ha bisogno di tutto l'aiuto possibile per portare a termine una missione di vitale importanza. So che l'ultima volta che ci siamo incontrati è stato poco piacevole, ma..."
"Poco piacevole? Mi avete fustigato e imprigionato e solo per una misera statuetta d'oro. Ero solo un ragazzino all'epoca e direi proprio che l'aggettivo poco piacevole non sia il primo della mia lista!" disse Alton interrompendo la sacerdotessa. La guardia stava per colpirlo ma lei lo fermò con un gesto della mano.
"Poche sono le persone che al mio cospetto hanno osato rivolgersi in tale modo e sono rimaste impunite. Ho fermato il mio Generale solo perché comprendo la tua rabbia, ma non lo farò la prossima volta" il tono della sacerdotessa era tale che non consentiva repliche.
Alton chinò il capo in segno di scuse.
"Le tue capacità si sono affinate negli ultimi anni e so che sotto l'aspetto da farabutto si nasconde un animo nobile. Mi sbaglio forse?"
Alton si sentì a disagio. "No, non sbagliate, sacerdotessa. Quando ho ricevuto la vostra convocazione l'ho letta come un segno: forse posso cambiare il mio destino" disse con un tono estremamente penitente. La sacerdotessa si avvicinò e gli porse una mano sulla testa. "Alton Coglibosco, sii orgoglioso della tua natura. Molti errano per anni prima di comprendere la loro missione. Tu hai doti straordinarie ed è per questo che ho pensato a te per la missione". L'halfling guardava la donna con rispetto. Le sue parole stavano andando a segno: sembrava lo conoscesse da molto tempo.
"Il giovane mago si chiama Xardax. Egli ha il compito di portare a termine la missione, ma da solo fallirebbe. Ha bisogno del tuo aiuto, del tuo istinto e delle tue capacità. Accetti di aiutarlo?" chiese Tessara, già intuendo la natura retorica della sua domanda. Alton si prese qualche istante per pensare. La sua vita fino a quel momento era stata una fuga continua. Forse era l'occasione per dimostrare a se stesso che c'era un piano più alto per lui. Finalmente gli dei gli mostravano la strada della redenzione: aiutare un mago nella sua impresa e dedicare la sua vita agli altri. Non sarebbe più stato un ladro. No. Sarebbe diventato una persona migliore.
"Cosa devo fare?" chiese infine convinto. La sacerdotessa sorrise dolcemente. Sapeva che Alton avrebbe accettato, lo sapeva dal loro primo incontro.
"Devi recarti al Tempio di Lamashtu, a est del Deserto del Pianto. Là incontrerai Xardax e gli altri due valorosi che vi affiancheranno. Il mago dovrà affrontare Arania, la Vedova Nera, e ucciderla. Tu e gli altri lo aiuterete nell'impresa". Alton si sentì pervadere dall'eccitazione. Una missione seria pensò fra sé.
"D'accordo. Andrò" disse con fiera convinzione. "Quando devo partire?" chiese.
"Domani mattina. Ci vorranno due giorni di viaggio. Riposati e fai provviste. La via è oscura quanto il cuore della creatura che incontrerete. Stai attento, Alton, molte cose sono rimaste corrotte lungo i confini di Anthurium. Che Desna ti illumini e ti dia la forza necessaria" e così dicendo impose le sue mani sul capo del piccolo uomo benedicendolo.
   
 
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Giochi di Ruolo > Pathfinder GDR / Vai alla pagina dell'autore: Barbara Baumgarten