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Autore: Barbara Baumgarten    12/06/2015    1 recensioni
[Pathfinder]
[Pathfinder]Xardax è un giovane elfo che ignora del tutto la sua vera natura. Forze potenti si stanno per scatenare contro di lui e una missione pericolosa lo attende per segnare definitivamente il suo destino. Accompagnato da altri valorosi eroi, Xardax dovrà affrontare Arania, mitico mostro del regno di Anthurium, famiglio del potente mago Zordlon che aveva portato morte e distruzione nella grande battaglia per il potere.
Questa storia è il resoconto romanzato di una campagna inventata puramente da me prendendo spunto dall'universo GDR di Pathfinder, nella quale i miei giocatori hanno interpretato ottimamente i loro personaggi. n grazie particolare va quindi a loro: Xardax, Serval, Alton e Burduck.
Genere: Avventura, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Le nuvole si ammassavano dietro la Foresta Solitaria quando Xardax giunse a varcarne l'ingresso. Il viaggio era stato piuttosto tranquillo fatta eccezione per il Deserto del Pianto. Tutti conoscevano il nome della landa sabbiosa ma pochi ne comprendevano il reale significato e il giovane mago sperimentò sulla sua pelle la vera natura di quel luogo. Lungo i confini che delineavano il deserto, infatti, vi erano delle piante molto particolari: il loro colore era viola ed emettevano una strana melodia. Sebbene Xardax avvertisse di dover mantenere le distanze, la sua goffaggine lo spinse direttamente a contatto con la vegetazione insolita. Immediatamente sentì un formicolio salire dal punto in cui era stato toccato fino alla testa e gli occhi cominciarono a bruciare. Le lacrime scendevano copiosamente lungo le guance del giovane impedendogli di vedere. A tentoni cercò di attraversare il deserto e ciò lo rallentò notevolmente. Solo quando giunse vicino ai primi arbusti che delineavano l'inizio della foreste riacquistò la vista. La vegetazione divenne sempre più fitta e farsi strada diventava difficile. Il sole filtrava a fatica tra le fronde degli alberi i cui tronchi erano grandi come torri. Il sottobosco ricopriva gli spazi fra un albero e l'altro e ovunque si posasse lo sguardo vi era vita. Xardax si chiese se stesse nevicando: dolcemente trasportati dalla brezza si muovevano piccoli batuffoli di polline. Dovette ricorrere ad un trucchetto per aprirsi la via fino al cuore della foresta dove il tempio e la nuova compagnia lo attendevano. Mentre si avvicinava alla piccola radura, illuminata più di qualsiasi altra zona attorno, cominciò a sentire delle voci. Sembravano tre persone che discutevano animatamente. "Non te lo ripeterò un'altra volta, orecchie a punta! Stammi bene alla larga se non vuoi che la mia ascia accidentalmente caschi sul tuo collo!" disse ringhiando uno. "Beh, per essere piccino ne hai di fegato a parlarmi in questo modo" rise beffardamente l'altro. "Ascoltatemi entrambi, brutti ceffi che non siete altro!" tuonò una terza voce. "Non so cosa tu abbia contro le orecchie a punta né cosa infastidisca te dei piccini! Io ho entrambe le cose e non sono venuto fino a qui per essere schernito da due barbari come voi!" Mentre Xardax si avvicinava riusciva a vedere sempre meglio a chi appartenessero le tre voci. C'erano due personaggi molto piccoli, un nano e uno gnomo pensò, e un tizio alto e ben armato. Stava cercando di nascondersi fra le fronde quando il tizio alto zittì con gesto della mano gli altri due. "Chi è là?" chiese, mentre Alton e Burduck tiravano fuori le armi. Xardax ci pensò un po' e poi decise di uscire allo scoperto sollevando leggermente le mani per far vedere di essere disarmato. "Mi chiamo Xardax, sono un apprendista mago. Immagino che voi siate le persone che mi dovranno aiutare" disse cercando di dissimulare il terrore che lo pervadeva. Gli altri rinfoderarono le armi e si scambiarono un'occhiata d'intesa. "Xardax, io sono Serval di Grey Hawke e sono qui su richiesta della somma sacerdotessa Tessara. La mia spada è al tuo servizio" disse il ranger facendo un lieve inchino. Il mago rispose alla cortesia sorpreso. "Permettimi di presentarti gli altri membri della compagnia. Questo è Alton Coglibosco" disse indicando l'halfling alla sua destra "mentre lui è... Burduck" disse in tono di sufficienza. Il nano fece un passo avanti borbottando qualcosa sotto la barba. "Bene, ora che le presentazioni sono fatte, entriamo?" chiese Burduck senza nascondere il desiderio di battaglia che già lo pervadeva. "Potresti essere meno presuntuoso e lasciare che prima di tutto facciamo il punto della situazione, nano?" disse Alton infastidito. "Ah, scusate signori, non avevo capito che eravamo qui per ammirare le bellezze del posto. E io che pensavo avessimo una missione con i minuti contati..." rispose sprezzante Burduck. "Ma d'altro canto, cosa potevo aspettarmi da tre orecchie a punta?" continuò mentre si sedeva su una roccia. "Ecco cosa si ottiene a far fare il lavoro a gente che non ne ha le capacità: prima guardiamo, prima facciamo il piano...argh, robaccia da donnicciole! Io dico entriamo e poi pensiamo!" concluse il nano mentre gli altri lo guardavano. "Hai finito le tue rimostranze o devi ancora parlare?" disse in tono di critica Serval che, guardando il masso su cui il nano si era seduto concluse "Non sarà che l'altezza della roccia su cui sei seduto ti faccia arrivare meno aria al cervello ed è per questo motivo che straparli?" Alton, che fino a quel momento aveva guardato la situazione in silenzio non nascose più il suo disappunto sulle insinuazioni dei due sulle orecchie a punta e sulla bassa statura. "Ora basta! Mi avete già bello che stufato voi due! Che razza di uomini siete che non riuscite a non prendervi in giro?" ringhiò tirando fuori un furore che nessuno dei presenti si aspettava. Intanto che i tre discutevano, Xardax pensava alla brutta situazione in cui si era cacciato. Non solo avrebbe dovuto incontrare uno degli abomini di Zordlon ma lo avrebbe fatto a seguito di tre trogloditi che s'insultavano continuamente. "Ehm...posso interrompere la vostra discussione?" si azzardò a chiedere il mago cercando di essere il più autorevole possibile. Gli altri lo guardarono in cagnesco, ma si zittirono. "Molto bene. Ora: dobbiamo entrare nel tempio e uccidere Arania. Qualcuno ha una vaga idea di ciò che troveremo lì dentro oppure abbiamo deciso di morire tutti insieme improvvisando?". I tre si guardarono tra loro con aria colpevole. Il mago aveva ragione: avevano bisogno di ragionare sulla missione e cercare di mettere assieme le varie informazioni che avevano. Il primo a prendere parola fu Alton. "Da quel che ne so" disse tranquillizzandosi "Arania ha al suo seguito diversi ragni giganti, almeno stando alle voci che ho sentito nei villaggi qui vicino. Pare che negli ultimi mesi molte persone siano state attaccate e i loro corpi trasportati in questa direzione" "La sacerdotessa mi ha parlato delle ninfe elementari. Qualcuno di voi sa qualcosa?" chiese Serval, colpito da come il mago avesse sedato la discussione portandoli a collaborare. "Si" disse Xardax, contento di poter mettere in mostra i mesi di studio trascorsi nella biblioteca della torre. "All'alba dei tempi, durante la creazione del Mondo, le ninfe elementali svolsero un ruolo fondamentale: esse posero l'equilibrio degli elementi. Acqua, aria, terra e fuoco collaborarono affinché la vita potesse nascere e crescere. Una volta terminato il loro lavoro, esse rinchiusero il loro potere all'interno di quattro anelli e li nascosero, in modo che nessuno vi avesse accesso. Si dice che quegli anelli abbiano un potere immenso e che nessun mortale possa indossarli senza pagarne un caro prezzo" Xardax notò che alla parola anelli gli occhi di Burduck e di Alton si erano accesi di fredda cupidigia. "Arania ha trovato un antico incantesimo che dovrebbe consentirle di rimanere con sembianze umane per sempre" continuò Xardax "e per portarlo a termine ha bisogno del sangue delle ninfe elementali. Non so come abbia fatto a trovarle e a catturarle, ma Tessara e la Legione sono convinti che esse si trovino imprigionate da qualche parte nel tempio." Il silenzio era sceso mentre Xardax parlava, ma non solo tra i tre della compagnia. Anche la foresta sembrava muta. "Non vi sembra che ci sia un po' troppo silenzio?" disse Burduck con voce bassa. I quattro misero mano alle armi e tesero le orecchie. Nessun rumore. Xardax si concentrò per cercare di capire se c'era la presenza di altre creature oltre a loro. Tutto intorno era pervaso di magia oscura ed emanava un'aurea rossa pericolosa. "C'è del magico intorno a noi" disse a fil di voce "non so cosa sia, ma non mi piace". Alton si mise il cappuccio sulla testa e si acquattò tenendo in mano il pugnale. Serval si rese conto che quel piccolo halfling riusciva a rendersi quasi invisibile: se non avesse saputo dove guardare non l'avrebbe notato. Il ranger si avvicinò al mago facendo meno rumore possibile. "Riesci a fare qualcosa, che so, un incantesimo per stanare la cosa che ci bracca?" Xardax dovette ammettere la dura verità "Non so fare incantesimi" disse vergognandosi. Il ranger lo guardò intensamente e il mago riuscì vedere della rabbia muoversi dietro le iridi. "Tu cosa? Sei o non sei un mago?" Xardax stava per rispondere quando dal lato sinistro della boscaglia si ruppe un ramo secco attirando l'attenzione dei quattro. I nervi del mago erano a tesi cosi come quelli dei suoi compagni. Si guardavano intorno cercando di capire cosa avesse rotto il ramo. Un sibilo squarciò il silenzio e una ragnatela sbucò da dietro i cespugli intrappolando Burduck. "Burduck!" gridò Serval "usa l'ascia!". Il nano cercò di tagliare i filamenti ma la stretta collosa era troppo forte. In quel momento un enorme ragno si calò in mezzo al gruppo. Xardax non aveva mai visto una creatura più orribile e la paura lo immobilizzò. Serval si lanciò all'attacco e con un colpo ferì una delle otto zampe dell'essere. Mentre rotolava sulla schiena per schivare il contrattacco, Alton con un salto montò sul corpo peloso dell'animale e vi affondò il suo pugnale. Un lamento echeggiò per tutta la foresta. Xardax, che fino a quel momento era rimasto immobile, riuscì a riprendere il controllo della sua mente e velocizzò la crescita delle piante rampicanti che in pochi istanti avvolsero la bestia costringendola a terra. Serval caricò il colpo mortale: fece roteare la lama sopra la sua testa e con un fendente deciso aprì in due metà la testa del ragno. Mentre un liquido scuro imbrattava il terreno intorno, il corpo dell'animale continuò a muoversi per qualche istante fino a contorcersi ed assumere una posizione innaturale. "Che razza di bestia era mai quella?" ansimò Xardax cercando di riprendere fiato appoggiandosi alle ginocchia. "Era un ragno tessitore gigante" disse Serval, pulendo la sua lama sulle foglie. "Ne avevo sentito parlare, ma non avevo mai avuto l'occasione di ucciderne uno. Beh"disse guardandosi attorno "direi che abbiamo fatto un buon lavoro". Alton e il mago si guardarono soddisfatti. Fu allora che si ricordarono di Burduck. Corsero per raggiungere il compagno e lo trovarono ancora intento a liberarsi dalla ragnatela. "I nani non sono fatti per distruggere ragnatele! Siamo da combattimento corpo a corpo!" ringhiava il nano mentre con ultimo colpo d'ascia si liberava definitivamente della gabbia mucosa. Una volta libero, con un salto e una capriola, Burduck si trovò al centro del campo di battaglia e brandendo con furia l'arma gridò "Dov'è? Dov'è l'abominevole bestia?" guardandosi attorno con i piccoli occhi ridotti a fessura per la rabbia. I tre si guardarono e scoppiarono a ridere. "L'abbiamo uccisa, nano. Certo è stato molto più difficile senza il tuo prezioso contributo, ma fortunatamente ce l'abbiamo fatta!" disse ridendo Serval mentre si avvicinava a Burduck per togliere un pezzo di ragnatela che ancora avvolgeva il suo elmo. Il nano li guardò e poi il suo sguardo si posò sulla carcassa dell'animale. Per quanto tentasse, non riuscì a mascherare l'orrore che una vista del genere può suscitare. "Bene, bene" bofonchiò "è stata una fortuna per lui che non fossi in battaglia, altrimenti non si sarebbe ritrovato nell'aldilà con tutte le zampe intere!" Xardax sorrise. Conosceva quei tre da poco ma già sentiva che sarebbe nata una bella amicizia. Erano diversi tra loro ma ognuno poteva dare alla compagnia qualcosa in più. Forse Tessara aveva ragione, forse ce la possiamo fare pensò tra sé. Alton, dal canto suo, cominciò ad esaminare l'animale cercando di estrarre il veleno dalle enormi tenaglie. "Cosa stai facendo?" chiese Xardax incuriosito. "Sto cercando le ghiandole. Se riesco a prendere un po' di veleno potremmo bagnare le punte delle armi guadagnando danni ulteriori" rispose affaccendato. "Sai maneggiare veleni?" chiese ancora il mago. "Certo, non ci vuole molto, basta solo stare attenti a non avere un contatto con la pelle". Alton aveva avuto molta esperienza con i veleni. Nel suo villaggio c'era un vecchio che gli aveva insegnato tutto quel che sapeva e lui ne aveva fatto tesoro intuendo che prima o poi quelle conoscenze gli avrebbero fatto comodo. Quando cominciò ad essere un ladro con una certa reputazione, aveva dovuto apprendere tecniche nuove per salvaguardare la sua persona e non solo dalle guardie. Infatti, l'ambiente che frequentava non era certo uno dei migliori e tra ladri non esisteva un vero e proprio codice d'onore. Guardarsi le spalle era sempre stata la via più sicura per svegliarsi ogni mattina. Mentre Alton prelevava il veleno seguito dallo sguardo attento del mago, Serval e Burduck si avvicinarono a quello che doveva essere l'ingresso del tempio. Una grande statua troneggiava su una radura illuminata dal sole morente che filtrava dai rami e tra le due gambe dell'essere raffigurato si scorgeva una porta. "Chi è questo brutto muso?" chiese Burduck sforzandosi di guardare la figura per intero. "Non ne ho idea" rispose Serval. In quel momento i due vennero raggiunti da Alton e Xardax. "Lamashtu" disse il mago. "E cosa te lo fa dire?" chiese il nano infastidito dal tono saccente. "Se siamo stati inviati al tempio di Lamashtu, questa sarà la statua di Lamashtu" disse Xardax, senza togliere gli occhi dalla statua. Il nano dovette ammettere che il mago aveva ragione. "Va bene, va bene, signor so tutto io" disse facendo il verso. I quattro si avvicinarono alla porta. Era imponente, probabilmente fatta in granito, e la vegetazione che la ricopriva era stata spezzata in prossimità dei cardini. "Qualcuno l'ha aperta di recente" disse Alton che si era avvicinato per esaminare la serratura. "Ma non c'è traccia di serratura. Forse è un meccanismo a pressione" disse voltandosi verso gli altri. Xardax si avvicinò a sua volta e, tendendo le mani, cercò di individuare della magia. "Non sento nulla. Probabilmente non è incantata, però Alton ha ragione: c'è un meccanismo a pressione. Guardate" e spostando le rampicanti dalla superficie della porta mostrò una serie di simboli arcani che sembravano grossi bottoni. "Ci sarà una sequenza" disse Burduck "a volte anche noi nani ricorriamo a congegni simili. Il problema è che se non componi la giusta serie si attivano trappole". "Proviamo a guardare bene intorno. Magari troviamo un indizio su come entrare" disse infine Serval. I quattro provarono a cercare. Dopo qualche istante Xardax indicò agli altri l'elsa della spada della statua. Vi erano incisi quattro simboli e quelli stessi erano presenti sui bottoni della porta. "Sono loro"disse Xardax. "Frena frena" disse il ranger bloccando la mano di Alton "Sarà il caso che prima facciamo il piano". "Cosa proponi?" chiese il ladro. "Tu apri, io ti starò alle spalle affiancato da Burduck. Xardax chiude il gruppo" disse dando l'impressione di imporre un ordine. I quattro si disposero come Serval aveva consigliato senza mettere in discussione la scelta. Solo il nano sembrò avere qualcosa da dire ma lo disse talmente sotto i baffi che nessuno comprese. Alton inspirò profondamente e si sciolse le dita. "Pronti?" chiese. Avuta la risposta positiva premette il primo simbolo e fece un piccolo passo indietro. "Va bene" disse quasi bisbigliando "Non è successo nulla. Continuo." e uno dopo l'altro, spinse i bottoni nella sequenza trovata sull'elsa. Premuto l'ultimo, il contorno della porta fece uno sbuffo e cominciò ad indietreggiare ponendo i quattro di fronte ad un corridoio. Non era ben illuminato e mentre Alton cercava di mettere a fuoco la situazione un tanfo di morte pervase l'aria attorno a loro. Si coprirono il naso e la bocca con una mano. "Per tutti gli dei! Che puzza!" disse Xardax. "Sembra l'odore della Taverna di Dognar" disse Burduck con l'aria di uno che ricordava bei tempi. Il mago lo guardò arricciando il naso. "Ci sono due cose per cui i nani sono imbattibili: la guerra e la sbornia. E nessuna delle due prevede le pulizie del giorno dopo" disse il nano come giustificazione. Alton fece cenno ai tre che lo seguivano che era ora di entrare. Il corridoio non era molto largo ed era lungo circa una decina di metri. In fondo si poteva intravvedere una stanza grazie a due torce appese al muro. Le pareti erano ricoperte da muffe e le radici della vegetazione esterna si facevano strada tra le crepe dei muri. L'unico rumore era lo strepitio delle torce e l'acqua che gocciolava lungo le pareti. "Stiamo all'erta" bisbigliò Alton "non mi piace questo silenzio". I tre cominciarono a procedere in modo silenzioso fatta eccezione per il respiro pesante del nano. Dopo qualche metro Alton disse agli altri di fermarsi ed aspettare, mentre da solo avanzava verso la stanza alla fine del corridoio. Indossava il suo mantello e quando mise anche il cappuccio, muovendosi nell'ombra, sembrò scomparire. Poco dopo ritornò dal gruppo. "C'è una grande sala con una statua al centro. Sembra deserta ma sulle pareti, in alto, si vedono bene dei bozzoli di ragnatele" disse mettendo al corrente gli altri di ciò che aveva visto. "Non mi piace per niente" disse Serval stringendo nervosamente l'elsa della spada. "Potrebbero esserci altri ragni giganti..." esordì in tono tragico Burduck. "E da dove ti arriva questa epifania?" chiese in tono sarcastico il ranger. Il nano lo guardò in cagnesco. "Mettersi a discutere come ragazzini non i sembra l'idea migliore" interruppe Xardax "Alton" disse poi rivolgendosi all'halfling "quanto riesci ad addentrarti senza essere visto?" "Non lo so, forse potrei riuscire a raggiungere la statua ma non garantisco. E' possibile che ci siano dei fili di ragnatela sul pavimento e se li toccassi mi scoprirebbero subito" disse in tono pensieroso. "Forse ho un'idea"disse Xardax "se riuscisse a riprodurre il suono di un topo potrei far uscire allo scoperto i ragni. A quel punto sapremmo quanti sono" "E addio festa a sorpresa" disse polemico il nano. "Non è detto, Burduck. Mentre loro sono impegnati a dare la caccia ad un topo inesistente, noi potremmo coglierli alle spalle" rispose convinto Xardax. "Il mago ha ragione. Facciamolo" disse Serval. Xardax si concentrò e le sue mani cominciarono a formicolare. Aveva già provato una volta a creare un suono fantasma e c'era Cora con lui. Era stata lei a dirgli dell'esistenza di quel trucchetto . Mentre cercava di mantenere la concentrazione, un live e quasi impercettibile rumore di zampette cominciò a prendere vita in mezzo a loro. Xardax indirizzò il rumore nella stanza. Tutti attesero con i nervi tesi. Dopo qualche istante, alcuni sibili echeggiarono e le ombre di quattro ragni apparvero. La compagnia si mosse lentamente mentre il mago rimase fermo per mantenere la magia attiva. Serval si avvicinò il più possibile ad una delle creature e menò un fendente con tutta la forza che aveva. Il colpo andò a segno tagliando di netto due delle otto zampe, ma il sibilo del ragno attirò l'attenzione degli altri tre che subito si misero all'attacco. Burduck fece un urlo di guerra e si fiondò su un ragno scivolandogli sotto il ventre gonfio e squarciando la sua corazza con un unico e preciso colpo. "Muori bestia!"urlò mentre cercava di togliersi da sotto l'animale. Rialzatosi in piedi fece per esultare ma una ragnatela lo avvolse improvvisamente. "Per tutti gli dei! Di nuovo!"disse cercando con l'ascia di liberarsi dalla morsa. Alton, che fino a quel momento aveva assistito alla scena, decise che era il momento di intervenire. Tirò fuori il suo arco e scoccò le frecce. Gli ci vollero tre colpi ben assestati per abbattere un ragno. "Ne manca solo uno!"gridò incitando gli altri e fu allora che si rese conto che l'ultima creatura stava andando dritta contro il mago. "Xardax!" urlò, ma il mago aveva già preparato la sua contromossa. Una corda animata si attorcigliò attorno alle zampe della bestia impedendole di continuare l'attacco. Serval piantò la spada in mezzo agli occhi del ragno che dopo un breve tremore si accasciò definitivamente al suolo. Il mago si avvicinò alla creatura cui il ranger aveva mozzato due zampe e la guardò mentre cercava inutilmente di rialzarsi. Mentre la guardava ebbe l'impressione di sentirne la sofferenza, come se la bestia gli comunicasse le sensazioni. Xardax cercò di capire ciò che il ragno voleva dirgli, quando Burduck, che finalmente si era liberato dalla ragnatela, gli aprì il ventre lasciandolo morire rapidamente. "Che ti era preso, mago! Volevi guardarlo mentre ti afferrava con le sue tenaglie?"tuonò il nano. Xardax ci mise qualche istante per capire ciò che era successo. "Non...non...so cosa sia accaduto"disse "mi sembrava che stesse...beh...ecco...che stesse cercando di parlare"nemmeno lui poteva credere a ciò che aveva appena detto. "Parlare?!" ruggì Burduck "Il ragno stava cercando di parlare? Ah bene, e che cosa avrebbe cercato di dirti? No ti prego, non uccidermi?" disse fingendo un tono disperato. "Piantala, Burduck!"ammonì Alton e poi, rivolgendosi al mago "Cosa intendi dire" disse "tu riesci a parlare con le bestie?" Xardax sbatté gli occhi perplesso. "No, almeno non che io sappia. Non ho mai parlato con gli animali"disse. "Ahh, smettiamola di dire fesserie!" interruppe il nano "Lo sanno tutti che le bestie non parlano. Secondo me il mago si è bloccato per la paura. Allora, piccolo mago"disse avvicinandosi a Xardax "ti ha fatto paura il brutto ragno peloso?"e si mise a ridere. Xardax lo guardò con rabbia "Almeno io non mi faccio ingarbugliare dalle ragnatele in continuazione e non ho bisogno di farmi crescere la barba per non sembrare un bambino!" rispose acre. "Adesso capsico" disse il nano cercando di avvicinarsi il più possibile alla faccia dell'elfo "il tuo problema è che essendo così alto il sangue fa fatica ad arrivare al cervello. Per questo sei lento a ragionare!" "Ora basta!" disse Xardax "Mi hai stufato con il tuo modo di fare!"e fece levitare il nano fino ad un metro e mezzo di altezza. "Rimettimi giù, brutto muso elfo!"gridò il nano. "Solo se prometti che farai il bravo bambino" rispose il mago. "Si,si va bene. Ora mettimi giù!"e il mago lo fece tornare con i piedi a terra. "Bene" disse con tono di sufficienza Alton "se avete finito, possiamo parlare di cose serie. Allora, Xardax, il ragno cercava di comunicare con te?" "Si, è quello che è successo" disse il mago cercando di riacquistare la tranquillità. "E' insolito, ma non impossibile" disse Serval con il tono di uno che sta per fare una rivelazione importante. I tre lo guardarono incuriositi. "Tutti voi sapete che i maghi possono avere un famiglio, giusto?" chiese il ranger. "Si, alla torre mi hanno spiegato che ciò accade quando si passa da apprendista a mago e che in genere è il mago stesso che sceglie l'animale. inoltre, a seconda del famiglio scelto è possibile capire anche la natura del mago e della sua magia" disse Xardax, cercando di ricordare ciò che gli era stato detto da Vanariel. "Esattamente" disse Serval "ma, come voi sapete, esistono anche alcune razze che hanno la capacità di capire i pensieri degli animali, come ad esempio gli elfi". A quelle parole, Burduck cominciò a sbuffare. "Quindi, dove vuoi arrivare Serval?" chiese Alton, "Xardax come mago e come elfo può parlare agli animali? E' così?" "Si, è così. C'è solo una cosa che mi lascia perplesso..." disse il ranger pensieroso. Xardax cominciava a sentirsi a disagio, aveva la sensazione che ciò che Serval stava per dire gli sarebbe cascato addosso come un macigno. "Vedete, i ragni giganti non sono propriamente delle bestie comuni, ma delle evoluzioni oscure di qualcosa che normalmente esiste. Inoltre non hanno un vero e proprio linguaggio, come ad esempio i cani o gli uccelli, ma comunicano solo per sensazioni e spesso no sono buone... "Arriva al punto o qui si fa notte!" incalzò il nano che era ormai arrivato al limite della sopportazione. "Per farla breve, solo maghi oscuri parlano con i ragni. Maghi oscuri come Zordlon". Lentamente gli occhi del gruppo si posarono su Xardax, che rimase impietrito dalla rivelazione. "Come fai a sapere queste cose Serval?" chiese Alton capendo il forte disagio del mago. "Ho studiato molto la natura e conosco bene gli animali e le creature. So quello che dico. Mi sembra solo strano che il mago non sapesse nulla" disse il ranger.
   
 
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