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Autore: peeksy    12/06/2015    1 recensioni
[Fratelli In Affari (Property Brothers)]
"La vita da celebrità televisiva passa in secondo piano quando lo stress e il nervosismo attaccano anche la tua vera vita. Quella senza telecamere, per intenderci."
Conosciamo i "Fratelli in Affari" come due allegri gemelli abili nel progettare, creare e vendere case, ma come sono questi due ben noti individui nella realtà? Mettiamoci nei loro panni!
Genere: Demenziale, Introspettivo, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Crack Pairing
Note: AU, Movieverse, OOC | Avvertimenti: nessuno
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Era finita, dopo un sacco di ore, Drew tornò a casa.

 

“Che giornata stancante!” disse. La vita da agente immobiliare non era certo uno sballo, anzi, era piuttosto ripetitiva. E proponi di qua, progetta di là, attento al prezzo, attento alle esigenze dei clienti...già, era affatto scocciante.

 

La vita da celebrità televisiva passa in secondo piano quando lo stress e il nervosismo attaccano anche la tua vera vita. Quella senza telecamere, per intenderci.

 

Entrò nella sua casa e il caldo e classico odore del pavimento in legno appena pulito investì il suo olfatto. I suoi quasi 2 metri di altezza entrarono nell'ambiente in cui lui stesso si sentiva più a suo agio.

 

Casa dolce casa.

 

Percorse la lunga entrata dai colori scuri e entrò in salotto. La prima cosa che notò era l'insolito disordine in cui era messo.

 

“Aah!” gridò di rabbia. “Mi sono fottutamente dimenticato di quanto ho lavorato ieri! Mi sono fottutamente dimenticato di quanto ho lavorato in quest'ultima settimana! E' incredibile!” e detto questo, prese dei fogli che si trovavano sulla sua comoda poltrona nera e li accartocciò, buttandoli verso il cestino.

 

Non avrebbe voluto lavorare ancora. Non a casa, almeno. Aveva già dovuto farlo il giorno prima per aiutare l'ennesima coppia a superare l'ennesimo imprevisto immobiliare.

 

Il suo lavoro sembra molto più semplice visto da delle telecamere. Eh già.

 

Drew chiuse gli occhi, non li avrebbe voluti aprire per un altro po'. Nel nero delle sue palpebre calate giù intravedette le Hawaii, la vacanza che si era promesso non appena questo caos lavorativo sarebbe finito. Vide con chiarezza l'acqua trasparente, la sabbia biancastra, le palme e gli alberi di papaia, gli albatros vivacchiare in sottofondo. Tutto era un sogno, un bellissimo sogno, e avrebbe voluto rimanervi per tutta la vita.

 

Il latrato di un cane ruppe il silenzio.

 

Drew aprì gli occhi e capì che l'unica cosa da poter fare in quel momento era mettere apposto quel disordine. Notò riviste, manuali, elenchi telefonici, il suo pc portatile, sacchetti di patatine, popcorn, fazzoletti e fogliettini ovunque. Solo un must per un agente immobiliare.

Si mise dunque a lavorare, raccolse le cartacce da terra e le ripose in un sacchetto rosso. Nel frattempo dentro di lui partì un monologo interiore, dai toni leggermente accesi:

 

“Jonathan, mio caro fratello gemello che adesso se ne sta alle Hawaii, se solo tu fossi qui con me magari mi aiuteresti con questo schifo! Sono stato fin troppo gentile a concederti questo break!” 

Leggendo gli appunti presi su un'agendina, trovò una foto messa come segnalibro.

 

Una foto datata 6 anni, ritraente lui e il fratello gemello mentre se la spassavano a Las Vegas.

Nel vederla, Drew rimase quasi impassibile. Pensò piuttosto al motivo per il quale quella foto potesse trovarsi lì anziché alla foto in sé. Quella foto che per lui valeva tanto, in quel momento valeva molto meno del sudore e della fatica.

 

“...ma siamo onesti. La vacanza te l'ho concessa, fratello, solo perchè da celebrità quale sono, ti invidio un pochettino. Non perché sei più popolare tra le donne e neanche perché invidio le tue doti da ingegnere-architetto, ma per come sei, ti ho sempre ammirato, il modo in cui ti esprimi...come parli, si nota facilmente...è l'unica cosa che ti distingue da me. Tu sei quello più colto...non chiedo altro da nessuno, però mi dispiace non essere come te sotto quell'aspetto...” pensò Drew.

 

Non trovava, proprio come lamentava, le giuste parole per esprimere questo complesso sentimento che aveva maturato nei confronti del fratello in questi ultimi giorni in cui stava lavorando duramente mentre l'altro era a sorseggiare cocktail a Honolulu.

 

“Bah! Forse sono un po' strano, me lo hai sempre detto, fratello!” sorrise, aldilà della rivalità e delle competizione, era sempre suo fratello gemello, che considerava un po' come migliore amico.

Drew decisamente più pensieroso di Jonathan, questo si capiva.

 

D'un tratto, il suo cellulare squillò.

 

“Bah, saranno i miei clienti?” disse Drew, pronto per essere quello che conosciamo tutti, quello davanti alle telecamere.

Rispose al telefono e si ritrovò sorpreso da una voce che conosceva bene.

 

“Hey fratello, come va? Tutto bene con il lavoro, o hai bisogno di qualche aiutino a distanza?” rise Jonathan.


“Hey fratello, tutto bene, te? Qui si fa fatica, si suda parecchio ma gli affari ci sono!” rispose Drew.

 

“Buono a sapersi” puntualizzò Jon. “Qui si sta da dio. C'è un bellissimo sole, la gente è accogliente e il mare è perfetto! Grazie per avermi concesso un break, fratello mio! Te ne sarò ben grato!”

 

“Mi fa piacere” rispose timidamente. Parlare della vacanza del fratello sarebbe stata l'ultima cosa che avrebbe voluto fare. “Comunque perché mi hai telefonato? Non mi sarei aspettato una telefonata da te così presto!” chiese curioso Drew.

 

“Beh” rispose frettolosamente il fratello gemello. “Mi stupisci, fratello! Tu che sei così bravo ed organizzato mi cadi su questo giorno! Oggi è il 28 aprile!”

 

“E quindi?” chiese Drew stranito.

 

“Dai non scherzare, fratello, lo sai benissimo che giorno è oggi!” disse Jon alzando la voce.

 

“No, non lo so, avanti fratello vieni al dunque!” disse Drew facendosi meno serio. Gli sembrava l'ennesimo scherzo fattogli dal fratello, e non ne aveva affatto voglia vista la sua stanchezza lavorativa.

 

“...te ne sei dimenticato...davvero...fratello?” il tono di voce di Jonathan si fece più seria, quasi arrabbiata.

 

“Sì, dai, smettila di giocare, devo tornare a lavorare! Vuoi farmi uno scherzo, avanti, sputa il rospo e finiscila!” disse Drew, forse esagerando un po' con i toni.

 

“...è il nostro compleanno, Drew...”

 

Drew gelò al solo sentire quella frase. Non si ricordava, davvero, del loro compleanno. Non aveva la più pallida idea di cosa avrebbe dovuto fare, ma ora sapeva che avrebbe dovuto gestire un altro impegno.

 

“...e se non bastasse, ci eravamo promessi di ristrutturare la casa di nostro cugino, ricordi o fai finta di niente?” aggiunse Jon, ormai sconcertato dal comportamento del fratello.

 

“Senti fratello, parliamone poi, non ho voglia di stressarmi ancora, ho del lavoro da fare.”

Drew si mise in una situazione ancora peggiore, dall'insensibilità già eccessiva ne aggiunse dell'altra, diventando un blocco di ghiaccio alle orecchie del fratello, che rimase allibito.

 

“Comunque buon compleanno.” ironicamente detta la fatidica frase, Drew attaccò la cornetta.

 

Jonathan, dall'altra parte, rimase deluso. Deluso da tutto quanto. Si trovava alle Hawaii grazie ad un fratello il quale si trovava in una condizione ben diversa. I conti non tornavano.

“E' assurdo” disse, posando il cellulare al suo fianco. “Mi toccherà ad arrangiarmela da solo, ma davvero non me l'aspettavo, fratello!” aggiunse quasi come se egli fosse di fronte a lui.

 

A migliaia di chilometri di distanza, il fratello Drew rimase immobile. In mezzo a tutto quel casino quale era il suo salotto. Diede un brevissimo sguardo a quella foto che lo ritraeva insieme al fratello, poi voltò gli occhi da un'altra parte.

Era difficile confrontarsi con la dura realtà. Il lavoro da una parte, la vita personale da un'altra. Gli affari immobiliari e gli affari familiari. Drew si trovava alla metà di una situazione nella quale non sarebbe dovuto finire. Ma ormai era troppo tardi per tornare indietro.

 

Si sedette e iniziò a prendere appunti sul suo portatile.

“Vedrò come trattare questi 940.000 dollari.” disse, tornando a pensare al lavoro.

 

La vita da celebrità televisiva passa in secondo piano quando lo stress e il nervosismo attaccano anche la tua vera vita. Quella senza telecamere, per intenderci.

 

 

   
 
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