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Autore: Classicboy    12/06/2015    3 recensioni
AU! Modern, AU! Mistery, AU! Fantasy
Nel villaggio tra le montagne di Cover Village tutto sembra scorrere nella più assoluta tranquillità.
Ma allora perché Hazel ha la sensazione che ci sia qualcosa che non va? Perché suo fratello si comporta in maniera così paranoica? Perché lui ed il padre non le hanno mai parlato del fatto che, prima di farla vivere con loro, vivevano lì? E soprattutto chi è la misteriosa figura di cui tutti parlano ma di cui nessuno fa cenno quando lei è presente?
Verità e fantasia a volte si confondono, rischiando di diventare un incubo senza vie d'uscita.
C'è un motivo se un tempo le persone avevano paura del buio...
ATTENZIONE: STORIA MOMENTANEAMENTE SOSPESA, CI SCUSIAMO PROFONDAMENTE PER IL DISAGIO!
Genere: Avventura, Fantasy, Mistero | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Hazel Levesque, Quasi tutti
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
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CAP.10: VERITA'

 

 

La mattina dopo Hazel si diresse a scuola agitata. Dopo l'attacco Annabeth l'aveva mandata a casa promettendole che il giorno seguente le avrebbe spiegato tutto e facendole giurare di non dire nulla di quello che era successo ad anima viva, specialmente al padre e al fratello.

“Ma perché?” aveva protestato la ragazza, prima di essere fermata da un'occhiata di fuoco della maggiore.

“Se tu fossi nei miei panni” aveva detto enigmatica “Ti comporteresti esattamente come me”

Il fratellastro la riporto nel mondo reale: “Hazel, tutto bene?”

La ragazza sussultò e si sforzò di sorridere: “Sì, tutto ok”

Lui la guardò interrogativo per qualche attimo, poi scrollò le spalle e tornò a concentrarsi sulla musica che gli risuonava nelle orecchie.

Una volta a scuola furono raggiunti da una sorridente Annabeth: “Ehi Hazel, ciao Nico”

Il ragazzino grugnì mentre la sorella cercava di mantenere il proprio autocontrollo. La bionda la prese sotto braccio: “Scusa se te la rubo, di Angelo, ma ho bisogno di parlare con lei di cose da ragazze” e se ne andò senza ascoltare la risposta dell'italiano.

Una volta che si furono allontante abbastanza e che la bionda si era accertata che nessuno li ascoltasse, incominciò il discorso: “Parlarne a scuola è troppo pericoloso. Se vuoi avere delle risposte devi venire a casa mia oggi pomeriggio” ogni traccia di sorriso e di affabilità aveva lasciato il suo volto “Inventati una scusa, una qualunque, ma fa in modo di esserci” e se ne andò.

La bruna tornò dal fratello.

“Che voleva quella?” chiese lui rimarcando con disprezzo l'ultima parola.

Hazel aveva il cervello a mille: “Ehm, ecco... Vedi, mi è sembrato di non capire bene una cosa di matematica durante l'ultima lezione. Visto che tu non sei un asso ho chiesto consiglio in giro, e ieri Rachel mi ha suggerito di andare da Annabeth. Glielo ho chiesto e ci vediamo oggi pomeriggio”

La bugia doveva essere buona perché Nico non protestò e tornò nel suo tetro mondo.

Tirò un sospiro di sollievo. Poi vide una cosa che la atterrì. Frank corse per i corridoi sfiorandola per precipitarsi in bagno.

Aveva qualcosa di diverso, Hazel lo capiva, ma non riusciva ad inquadrare cosa fosse.

 

 

Quella mattina Frank si era svegliato peggio del solito.

Succedeva sempre così le mattine dopo le “mute” ovvero le trasformazioni in lupo, ma quel giorno gli sembrava che qualcuno gli avesse messo la testa in una centrifuga. Si guardò la spalla e allora capì: una cicatrica bianca gliela percorreva fermandosi circa all'altezza del pettorale. Ma come se l'era procurata? Detestava l'effetto collaterale delle trasformazioni di non ricordarsi nulla di quanto fatto la sera prima. Alcune volte era un bene (non aveva certo voglia di rivedere i cadaveri squartati dei vari animali che uccideva per sfamare il suo lato animale) ma altre era una vera seccatura.

Si preparò, e uscì di casa senza fare colazione. Una volta aveva provato a farla dopo la muta. Si era dovuto fiondare in bagno per vomitare.

Arrivò a scuola con la fronte imperlata di sudore.

Stava male. E non solo per la ferita. Di recente i mal di testa si erano fatti sempre più lancinanti e il dolore era entrato nei limiti del sopportabile. Senza contare il suo umore! Da quando aveva litigato con Hazel era peggiorato sempre di più, facendolo passare dal ragazzo più coccoloso del liceo (parole di Piper) a quello che bastava dire una parola e sembrava volesse sbranarti (parole di Leo).

A fatica arrivò all'armadietto e tirò fuori le sue cose.

“Ehilà, Frankie!” gli urlò una voce nell'orecchio.

Lui si trattenne dal balzare alla gola di quello che lo aveva salutato.

Guardò e vide che si trattava di Connor Stoll, seguito dal fratello Travis.

Lui non aveva nulla contro gli Stoll: erano bravi ragazzi, amici di Leo, forse un po esuberanti e spesso lo prendevano in giro, ma lui sopportava tutto perché sapeva che scherzavano. Ma di quei tempi il minimo lo faceva scattare.

“Ragazzi” disse con un sussurrò chiudendo l'armadietto e facendo per andarsene “Scusate ma ora devo proprio andare in classe”

“Ma quanta fretta!” disse Travis affiancandolo “Facciamo quattro chiacchiere! A proposito, ti sei messo a fare pesi?”

“No” rispose Frank accorgendosi troppo tardi della trappola.

“Beh, dovresti, hai messo su un po di pancetta sai! Inoltre devi davvero fare qualcosa per la cuffia: sta davvero passando di moda, lo vista sul libro di storia in testa a Luigi XIV”

Frank sentiva che da un momento all'altro sarebbe scoppiato.

“Inoltre...” continuò Travis.

Accadde in fretta.

Frank lasciò andare di scatto i libri, mise una mano sul collo del castano e lo sbattè con forza contro gli armadietti.

Lo Stoll lo fissò allibito, mentre cercava di liberarsi da quella presa che gli stava togliendo completamente l'aria.

Negli occhi di Frank c'era qualcosa di folle, di primitivo, di... animale.

Il cino-canadese parlò con un sussurrò simile ad un ringhio: “Stammi bene a sentire stronzetto. Lasciami in pace o giuro che la prossima volta ti prendo la testa e incomincio a sbatterla talmente forte da spaccarla e dopo ne bevo le cervella. Sono stato chiaro?”

Tutt'ad un tratto sembrò tornare in sé. Assunse un'aria sbigottita e lo lasciò andare.

Travis caddè tenendosi la gola e producendosi in vari conati.

Il fratello lo affiancò: “Frank, ma che ti è preso?” chiese fissandolo spaventato.

“Non lo so. Io... io...” provò a giustificarsi il ragazzo, per poi interrompersi di colpo.

Si voltò e fuggì diretto al bagno.

Una volta entrato si diresse verso uno scomparto libero, chiuse la porta a chaive, si chinò ed incominciò a vomitare tutto quanto aveva sbranato ieri sotto forma animale: pellicce, interiora e carne cruda.

Dopo cinque minuti buoni smise.

Esausto e tremante si buttò contro la porta e si premette le mani sulle orecchie. La campanella era suonata, ma a lui non interessava. Stava piangendo mentre cercava di impedire a quella creatura di uscire.

Era triste, era solo, era spaventato ed era senza controllo.

 

 

Hazel fissò preoccupata la porta di casa di Annabeth.

<< Andrà tutto bene. Andrà tutto bene! >> pensò prima di suonare il campanello.

L'attimo dopo la bionda le aprì.

“Credevo che non saresti più venuta” esordì facendola entrare.

“La tua famiglia?” chiese la bruna ricordandosi che la ragazza viveva col padre, la matrigna e i due fratellastri.

“Sono fuori tutto il giorno, ma adesso andiamo in camera mia. È l'unico posto in cui potremo parlare senza problemi” e salì le scale che portavano al piano superiore. L'altra la seguì svogliatamente.

Non appena entrarono Annabeth chiuse la porta, fece un profondo repiro e si sedette sulla sedia della sua scrivania, facendole segno di sedersi sul letto.

“Allora” incominciò sempre la ragazza dagli occhi grigi “Quali sono le tue domande?”

Hazel era scioccata: “Le mie domande?”
“Si, pensavo che dopo gli avvenimenti di ieri ne avessi qualcuna”

“Ovvio che ne ho, ma sono così tante che non so da dove cominciare!” si calmò “Senti, incomincia tu. Raccontami dall'inizio che cosa è successo ieri sera, chi erano quei tipi, cosa era quella creatura e cosa sei tu”

Annabeth stette qualche secondo in silenzio intenta a raccogliere le idee: “Allora, a te piacciono i fantasy? E con questo non intendo quelli ambientati nel mondo moderno come Twilight o simili. Intendo quelli che si svolgono in altre epoche e in luoghi remoti come Il signore degli anelli”

“Beh, sì” rispose perplessa Hazel.

“Allora mettiamola così: e se ti dicessi che nei libri di storia dovrebbero esserci scritte quelle cose?”

La ragazza spalancò la bocca: “Come?!” urlò.

L'altra annuì: “Sì, la terra è più antica di quanto immaginiamo. Andiamo, ti sembra possibile che sui miliardi di anni del nostro pianeta, l'unica fonte di vita intelligente che ha lasciato delle notizie documentate della sua storia siamo noi che ci viviamo da una cosa come “soli” tremila anni? No, non è possibile. Prima di noi e con noi c'è stato il tempo dei miti, della magia e dei grandi re. Erano epoche in cui delle persone erano in grado di controllare il tempo atmosferico, epoche in cui creature magnifiche oggi ritenute leggendarie solcavano i cieli, epoche in cui civiltà controllavano misteriose forme di energia e plasmavano la realtà stessa dotandosi di poteri incrdibili!

Monarchie, imperi, civiltà, repubbliche, villagi, vere e proprie megalopoli e mondi utopistici. Il nostro pianeta ha visto questo e molto altro. E tutto questo avveniva perché erno presenti loro: elfi, maghi, fate, vampiri, elementali, streghe ed entità che oggi chiameremmo col nome di dei. Erano periodi magnifici” il suo sguardo si perdette in quelle visioni fantastiche.

Hazel tossicchiò riportandola coi piedi per terra: “Tutto ciò è molto interessante, però c'è qualcosa che non va nel tuo racconto: perché non si è conservato memoria di tutto ciò? O perché, se si è conservata, è visto tutto come un mito o comunque qualcosa di assolutamente non veritiero?”
Annabeth sorrise: “Sul primo punto ti devo contraddire: noi ne abbiamo conservato memoria. L'esempio più lampante? Ti ho parlato di grandi civiltà e antiche città, è una di esse è quella degli atlantidei e della loro mitica isola. Oppure, prima ti ho parlato del Signore degli anelli, che è un altro esempio della civiltà che ci ha preceduto”

“Ma perché noi le consideriamo un mito?”
“Magia. Devi sapere che ad un certo punto le antiche civiltà notarono lo sviluppo impressionante degli esseri umani, e la cosa le preoccupò non poco. Pertanto presero una decisione: sarebbero scomparsi verso altri modi appartenenti a piani della realtà diversi dal nostro, o si sarebbero confusi con noi vivendo in segreto fino a che l'età degli uomini non si sarebbe conclusa, e, per impedire che gli esseri umani li seguissero e vanificassero così i loro scopi, fecero un antico rito magico che va sotto il nome di Rito dell'oblio.

Però, come tutti gli incantesimi, anche questa antica e potente procedura magica aveva i suoi punti deboli. Col passare del tempo alcuni particolari individui recuperarono e recuperano tuttoggi parzialmente la memoria del loro passato o scorgono, attraverso i veli della realtà, le altre dimensioni. Si tratta di scrittori, rimatori, fumettisti, praticamente tutti coloro che inventano mondi fantasy e universi in cui sono presenti personaggi magici.

Passando alla tua seconda domanda: cos'erano le cose che hai visto ieri.

Devi sapere che ci sono delle linee di energia che percorrono la terra, incrociandosi danno vita a veri e propri Nodi di magia che diventano luoghi di ritrovo per i Rifugiati. Con questo nome si intendono coloro che altro non sono se non le creature che si sono rifiutate di abbandonare la terra e che aspettano la fine del uomo. Si tratta di tutte gli spiriti appartenenti al folklore popolare: fate, elfi, gnomi, ninfe, centauri e compagnia”

La ragazza parlò con un sussurro: “Quindi la Creatura di Cover Village è...”

Annabeth la fissò seria: “Le varie culture lo conoscono con nomi diversi. Lykanthropos per i greci, Okami per i giapponesi... Il suo vero nome e Fenrir, un essere umano che ha in sé del sangue magico animale e che è in grado di conseguenza di trasformarsi. Quello di ieri era ancora piccolo, un cucciolo”

“Un cucciolo? Era grande quanto un cavallo!”

“Vero, ma quelli adulti sono molto peggio”
Hazel si costrinse a rilassarsi: “Va bene, ok. E gli uomini di ieri?”

Annabeth si fece scura in viso: “Il Cerchio d'oro. Una sorta di setta, formata da esseri umani in grado di vedere oltre e distinguere le creature fantastiche. Questa categoria passa sotto al nome di Vedenti. Lo scopo della loro setta è sterminare i Rifugiati e le altre creature magiche dalla prima all'ultima per impadronirsi dei loro poteri. Erano considerati estinti in seguito al terzo conflitto del Metaregno, ma a quanto pare sono ancora vivi. Dovrò fare rapporto”

“Rapporto a chi? Tu chi sei in realtà?”

La bionda sorrise e sguainò velocemente la spada del giorno prima. Era lunga poco meno di mezzo metro ed era composta da una strana lega che brillava di una luce chiara: “Io sono una Guardiana. Siamo anche noi dei Vedenti, ma non ti preoccupare siamo completamente diversi da quei brutti ceffi del Cerchio d'oro. Il nostro scopo è quello di far sì che né umani né esseri dotati di poteri magici infrangano il voto di non belligeranza. Siamo una sorta di vigili. Riceviamo un particolare addestramento e veniamo mandati nei vari Nodi a sorvegliare. Io sono stata assegnata a Cover Village. Ognuno di noi è dotato di un'arma retrattile come la mia spada, composta di una lega che può diventare del materiale adatto a seconda della creatura che affronto. Ieri è diventata d'argento”

“E come si fa a entrare tra i Guardiani” chiese Hazel repita. Quella cosa la affascinava, e sentiva che era portata. Del resto, era in grado di vedere oltre, no?

Annabeth la fissò seria: “Si deve venire scelti. Io ero una semplice ragazza di San Francisco prima che entrassero in contatto con me e mi arruolassero”

“Quindi, tecnicamente, tu puoi far sì che io entri a far parte dei Guardiani?”

“Beh, tecnicamente... sì”

“Fallo allora, ti prego!” si alzò in piedi di scatto “Finalmente sento che si tratta di una cosa per cui sono portata. Daltronde ho tutti i requisiti, no?”

Il volto di Annabeth era imperscrutabile: “Mi spiace, ma tu non puoi entrare a far parte del gruppo”

“E perché no?” protestò la ragazza.

“Possono entarare a far parte solo gli esseri umani”

“E allora?”

La bionda sospirò esasperata: “Andiamo Hazel: perché credi che ieri il Cerchio d'oro ti abbia attacato? Perché credi di riuscire a Vedere? In te scorre sangue magico. Hazel Lavesque: tu sei una strega”

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Angolo autore:

Dahn dahn daaaahn.

Ed eccoci ad un ennesima scoperta che sconvolge la vita della nostra povera Hazel!

Ho dovuto aggiornare oggi perché domani parto per la Croazia e starò via fino a sabato pertanto per tutta la settimana sarò leggermente irreperibile, sorry guys!

E qui si introduce la seconda parte che, ora ve lo posso svelare, sarà la parte AU!Fantasy!

Non so cos'altro dire quindi vi lascio con le solite domande: Hazel è una strega, ma da chi ha ereditato i suoi poteri? Frank riuscirà a controllarsi o finirà per fare del male a qualcuno a lui caro come Hazel? E qual'è il vero obbiettivo del Cerchio d'oro?

Troverete queste ed altre domande nel prossimo capitolo in cui si rivelerà anche la vera identità di una misteriosa figura: l'Inquisitrice!

Bye!!!!!!!!!!!!!!

P.S: Perdonate eventuali errori di grammatica, ma andiamo: la scuola è finita ed io non ho voglia di fare nullaaaaa!!!!!

   
 
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