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Autore: MargaretMadison    12/06/2015    1 recensioni
"Penso che il mio racconto possa sembrare la trama di un film di Alfred Hitchcock. Peccato che le sue creazioni siano finzioni inventate per intrattenere un pubblico appassionato degli horror, mentre la mia è tratta da una storia vera, la storia della mia vita"
[...]
«Molte persona, vittime di stalking, si rifiutano di ammettere di essere in pericolo e questo spesso porta a eventi tragici come quello di stanotte. Il fatto che tu sia anche una testimone del assassinio ti rende ancora più vulnerabile. Sei sicura che lui ti abbia vista?»
[...]
«Bene, Behati. Ho parlato con alcuni colleghi e pensiamo che sia meglio che tu entri nel PPT» spiega.
«C-cosa significa?» balbetta Behati osservando l’uomo in modo interlocutorio.
«Significa che sei entrata nel programma di protezione testimoni. Verrai trasferita al più presto a Sidney, in una nuova famiglia e con una nuova identità. Questo finché non troveremo il tuo stalker»
Behati stringe la coperta tra le dita e reprime al voglia di urlare che non è una vittima di stalking che tutto quello è solo un incubo ma lo sguardo severo dell'uomo le fa abbassare gli occhi e sospirare.
Genere: Drammatico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ashton Irwin, Calum Hood, Luke Hemmings, Michael Clifford, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Capitolo 6
 
 
 
 

Adelaide, Una pizzeria del centro.
20 Dicembre 2013, ore 8.30 p.m.

 
 
 
 
Rimangono stretti assieme per attimi che sembrano interminabili, Joe la stinge cercando di infonderle il proprio coraggio e quando Behati scioglie il contatto, raccoglie da terra il cellulare, osservando i graffi sulla schermata.
«Quando torniamo a casa ti medicherò la mano, mettila sotto il getto dell’acqua fredda anche se non penso cambi qualcosa» suggerisce Joe.
Behati annuisce e fa ciò che il fratello le ha detto. Con la mano sana, tocca quella rotta sfiorano appena le nocche e contrae il viso in una smorfia.
Ci mancava anche il dolore fisico, si dice.
«Va avanti da tanto?» chiede Joe accarezzandola i capelli.
Behati fa cenno di sì con la testa.
«Ti ha mai fatto del male?» continua il fratello, ha un tono di voce calmo e la bionda non si spiega come faccia a mantenere il controllo.
«In maniera indiretta. Non mi ha mai toccato ma… ho paura, Joe. Ho davvero tanta paura. Hai visto quello che ha fatto a Chris, potrebbe farlo anche a te e io non me lo perdonerei, tu… tu sei la mia famiglia, Joe» singhiozza.
Joe avvolge un braccio attorno alle sue spalle e fa scontrare la sua chioma bionda contro il proprio petto «Starò bene, B. l’importante è che non tocchi te»
Behati apre la bocca per parlare ma il cellulare riprende a vibrare sul lavello e Joe lo afferra prontamente.
«N-No, Joe. Non farlo» Behati urla quasi cercando di sfilare l’oggetto dalla mani del fratello, ma lui è più veloce e soprattutto più forte di lei.
«Dove ti trovi?» parla Joe con voce ferma.
«Devi stare lontano da mia sorella, lo capisci?» fa una pausa «Lei non ti amerà mai, amico. Sei solo un depravato che si fa seghe su mia sorella. Lei appartiene a me
Behati si avvicina all’apparecchio, nella speranza di sentire cosa risponde il riccio dalla parte opposta del telefono.
«Sono nel vicolo dietro il ristorante, vieni a farmi visita»
Behati sbianca nel sentire quelle parole e gesticolando, cerca di convincere Joe a non andare.
«Sarò lì da te» risponde attaccando la chiamata, poi afferra la sorella per le spalle «Resta qui con Chris, lui sa tutto. Non mi succederà niente»
Behati piange silenziosamente mentre abbraccia suo fratello e teme che sia per l’ultima volta.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

Adelaide, Vicolo dietro al ristorante
Ore 8.43 p.m.

 
 
 
Le cose vanno male, molto male.
L’ossessione per Behati cresce ogni giorno sempre di più, le chiamate sono sempre più numerose e ogni sera – se non è a scassinare bancomat – si vede con Leah per sfogarsi e a volte non la paga nemmeno o la dà la metà dei soldi.
La usa e una volta finito la getta via, a volte la bionda dove anche cambiarsi sul pianerottolo perché «Sei stata fin troppo tempo in questa casa» dice Ashton prima di chiuderle la porta in faccia. Non gli piace il modo in cui Leah osserva la foto di Behati e nemmeno il suo commento «Tu sei malato, amico» che le era costato il labbro spaccato e un gran dolore in mezzo alle gambe da quanto era stato duro nel penetrarla.
E deve ammettere di essere anche un po’ arrabbiato con Behati dal momento che continua a vedersi con quel Chris Jenks.
Che ha quello lì che Ashton non ha? Crede davvero che Chris la sappia amare più di lui?
E mentre aspetta che suo fratello Joe lo raggiunga nel vicolo buio e isolato, si fuma una sigaretta, chiedendosi se Behati fumasse. L’idea di vederla fumare, avvolta tra le lenzuola dopo aver fatto l’amore con lui lo fa sorridere e si tocca il cavallo dei pantaloni. Dopo aver concluso lì sarebbe corso da Leah. Non ci avrebbe messo molto con Joe, visto che sa esattamente cosa fare.
Appena sente dei passi pesanti farsi sempre più vicini, getta la sigaretta e si volta osservando attentamente la figura di Joe Dallas scrutarlo con uno sguardo minaccioso.
«Ci avrei scommesso che eri tu lo stalker di mia sorella» dice il biondo avvicinandosi ancora di più.
Ashton sghignazza «Preferisco il termine “ammiratore” piuttosto che “stalker”, è una parola che non piace nemmeno a Behati, ma tu lo dovresti sapere»
E Joe si ricorda immediatamente di tutte le litigate con la sorella che affermava di non essere affatto una vittima di stalking, che quel ragazzo era solo un pazzo ammiratore che presto si sarebbe arreso.
Il biondo spintona Ashton facendolo indietreggiare. Ash è più basso e gracile di Joe, ma questo non sembra affatto intimidirlo, anzi.
«Devi sparire dalla sua vita, ok? Non sarà mai tua»
E Ashton scoppia in una risata liberatoria perché davvero non si immagina la sua vita senza Behati «Oh, Joe. Credimi che la farò mia molto presto, e tu non potrai fermarmi. Spero proprio che Behati sia vergine, voglio che mantenga la sua purezza per me» dice mettendo una mano nella sua giacca verde militare sentendo il metallo freddo della sua pistola e si accerta di aver attaccato il silenziatore alla canna in modo che, se avesse sparato, nessuno avrebbe sentito il rumore dello sparo. (*)
Nel sentire quelle parole, Joe scatta andando contro al ragazzo che lo afferra per il colletto della giacca e lo appende al muro, non facendogli toccare terra coi piedi.
«Tu non riuscirai a toccarla, chiaro? Fosse l’ultima cosa che faccio in vita mia e giuro su Dio che proteggerò Behati dagli animali come te» dice puntando i suoi occhi verdi in quelli altrettanto chiari di Ashton che sorride dissoluto, passando la lingua sulle sue labbra screpolate.
Approfittando della distrazione di Joe, estrae dalla tasca della giacca la sua rivoltella e la punta contro il fianco del ragazzo «Credo che questo non sia possibile, Joe» sussurra.
Il biondo passa lo sguardo dalla pistola agli occhi di Ashton che continua a sorridergli «Addio, Joe. Da ora in poi sarò io a prendermi cura di Behati».
Uno, due spari. La presa di Joe si fa sempre più debole e gli occhi si spengono mentre il corpo senza vita del giovane cade a terra, liberando così Ashton. Poi, per essere più sicuro, spara un ultimo colpo per assicurarsi che il ragazzo sia morto.
Alza gli occhi da terra e in quel momento la vede.
Davanti all’uscio della porta che dal ristorante conduce a quel vicolo buio con un odore pungente e disgustoso. Behati ha gli occhi lucidi mentre osserva il corpo senza vita del fratello cadere a terra e Ashton la guarda tremare racchiusa in quel leggero vestito a fiori nero che le calza alla perfezione.
Fa un passo verso di lei, la vuole toccare, vuole stringerla con forza e portarla via con sé, ma le sirene della polizia lo riportano alla realtà e dopo averle lasciato un’ultima occhiata si volta e scappa lontano da quel luogo incriminato.
Per strada si comporta normalmente, come se le sue mani non fossero state sporcate dal sangue di un altro uomo. Cammina a testa alta, le mani in tasca e prima di prendere l’autobus si ferma a comprare un pacchetto di Marlboro ma dentro di sé ribolle dalla rabbia. Behati l’ha visto, l’ha visto uccidere suo fratello e questo rende le cose molto più complicate perché è una testimone e ora ha delle prove concrete per denunciarlo.
Arriva sotto casa sua venti minuti dopo, trova Leah sotto il solito lampione e vestita da uno dei suoi indumenti che le coprono poco sotto i glutei. È bella, non lo può negare, ma le manca l’eleganza e la purezza che Behati possiede, per questo una volta arrivati a casa sua non le chiede nemmeno come sta il suo labbro ma la spoglia e la poggia malamente sul letto.
«O-Oh… A-Ash» geme mentre il riccio la penetra con due dita senza avvisarla o prepararla.
Leah lo accarezza, gli tocca i ricci, il viso e le spalle non esageratamente larghe, cosa che fa infastidire Ashton perché non vuole essere toccato così, o per lo meno non da lei. La bionda gli sfila la giacca lanciandola via malamente e poi anche la maglia e i jeans neri.
«Ash, sto… p-per venire e…» Leah trema sotto il corpo caldo e muscoloso di Ashton che la riempi di morsi sul petto e la pancia scendendo fino .
Ashton accarezza la sua apertura con la lingua, gioca con la sua intimità provocandole gemiti e sospiri mentre le mani magre e affusolate di Leah gli graffiano la schiena. Una volta raggiunto l’apice, dopo che Leah ha urlato più volte il nome del ragazzo, volta lo sguardo sul pavimento, aspettando che il respiro torni regolare.
«A-ash, q-quella è una… una pis-pistola?» chiede leggermente spaventata puntando con l’indice l’oggetto metallico per terra affianco alla giacca.
Ashton le sorride, accarezzandole il viso con una mano «è solo per essere più sicuro quando esco la sera, non è un bel quartiere questo e tu lo sai meglio di me» Leah annuisce, cercando di non apparire troppo impaurita «Ora è meglio che tu vada, torna domani alla stessa ora. Ti darò i soldi e anche qualcos’altro» dice malizioso.
Leah si apre in un sorriso tirato e si riveste in fretta per poi uscire. Non avrebbe più messo piede in quella casa.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
«Chris, ti prego… sono troppo nervosa e spaventata. Se gli è successo qualcosa? Dio, Chirs, h-ho un brutto presentimento, sai quel sesto senso da fratelli che se uno soffre, anche l’altro sta male? Ecco è una cosa così e io, oh Chris, Joe è la mia famiglia e-»
Chris poggia una mano sulla bocca di Behati che è tornata seduta al tavolo. Il locale è semi vuoto e prima di andare Joe ha raccontato ciò che stava succedendo al proprietario che sembrò molto comprensivo e fece l’impossibile per far calmare Behati offrendole un tea caldo.
«B, è appena uscito, aspettiamo ancora un attimo e lo raggiungiamo, ok?»
Behati sente qualcosa all’altezza del petto, una morsa che la stringe forte e le impedisce di respirare «Hanno chiamato la polizia, vero?»
L’amico annuisce «Arriveranno a momenti per questo è meglio aspettare il loro intervento»
Sono seduti vicini, il braccio di Chris la circonda e una cameriera le ha preparato una pezza con del ghiaccio da appoggiare sulla mano ferita suggerendole di andare in ospedale appena possibile.
Ma Behati è testarda tanto quando il fratello e non riesce a stare seduta tranquilla mentre lui è da solo in un vicolo a fronteggiare un pazzo.
«Vado un attimo in bagno» sussurra alzandosi in piedi.
Chris l’afferra per un polso «Posso fidarmi?»
La bionda fa cenno di sì con la testa e si avvia verso il bagno senza farsi vedere da nessuno e sgattaiola nella porta affianco, quella che dà sul vicolo.
Succede tutto velocemente, nello stesso istante in cui apre la porta vede il ragazzo del Joey’s sparare contro Joe che cade a terra in ginocchio, e poi un altro colpo, questa volta dritto al cuore.
Dentro di sé sta urlando, ma la voce non riesce ad uscirle.
Com’è possibile ciò?, si chiede, come può un uomo uccidere una persona?
Il riccio alza gli occhi, Behati trema. Vive la scena al rallentatore, come se fosse in un’altra dimensione e il rumore delle sirene sono dei rumori attutiti alle sue orecchie.
Sono ancora viva?, si chiede.
 
La polizia è appena arrivata sul posto, il medico legale dice che il giorno dopo avrebbe fatto l’autopsia per definire l’ora del decesso.
È un uomo anziano molto basso, coi capelli brizzolati e un paio di baffi come quelli di suo zio. Ha gli occhi azzurri inespressivi e quando parla si mangia le parole, Behati ascolta distrattamente ciò che dice perché l’immagine del cadavere di Joe non sembra uscirle dalla testa.
«Gli ha sparato due colpi al fianco e uno dritto al cuore, quando troveremo la pallottola la scientifica potrà definire l’arma da fuoco, siamo più che sicuri che abbia usato un silenziatore altrimenti si sarebbe sentito lo sparo»
«U-un silenziatore? E che cos’è?»
«In pratica un silenziatore è un tubo di metallo, generalmente acciaio o alluminio, applicato alla canna. Serve per sopprimere il suono dello sparo» dice una seconda voce, più forte e decisa di quella del dottore.
Behati si volta osservando l’uomo di fronte a lei. È molto alto, con un accenno di capelli bianchi e qualche ruga sul viso, soprattutto intorno agli occhi. Ha gli occhi marroni, molto profondi che le danno un senso di comando e protezione, un po’ come succedeva quando osservava quelli più chiari di Joe. Indossa una giacca leggera beige che gli copre il corpo fino al ginocchio lasciando scoperti i jeans neri.
«Lei è?» chiede il medico porgendo la mano all’uomo che prontamente la stringe.
«Detective Cowell, sarò io a seguire le indagini. Lei è il dottor Brown, immagino» poi passa lo sguardo verso la ragazza che subito evita il contatto «Condoglianze signorina Dallas, la famiglia è già stata avvisata, la pregherei ora di seguirmi in caserma»
Behati annuisce osservando Chris che parla con alcuni poliziotti e «Solo un secondo» dice al detective per avviarsi verso il ragazzo ma l’uomo l’arresta per un braccio.
«È meglio se ti portiamo in caserma, dobbiamo trattare di alcune cose. Parlerai dopo col tuo amico»
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

Sidney, Caserma di Polizia
Ore 22.13

 
 
 
 
Behati è seduta nello studio del detective Cowell, davanti a sé ha una tazza di caffè amaro che ha mandato giù a fatica e si stringe in una coperta che le sta causando un prurito sulla pelle.
È uno studio piccolo, abbastanza ordinato e molto semplice. Ci sono due armadi, una scrivania piena di fogli che l’uomo continua a sfogliare e un attaccapanni marrone nell’angolo affianco alla finestra.
C’è un forte odore di chiuso ma Behati fa finta di niente, l’inospitalità del luogo è l’ultimo dei suoi problemi al momento.
L’uomo le fa alcune domande sulla sua routine, per poi chiederle come ha conosciuto il suo stalker – e qui Behati insiste dicendo di non essere una vittima di stalking anche se oramai non ci crede più nemmeno lei – e se è riuscita a vederlo bene in faccia quando ha sparato al fratello.
«Molte persona, vittime di stalking, si rifiutano di ammettere di essere in pericolo e questo spesso porta a eventi tragici come quello di stanotte. Il fatto che tu sia anche una testimone del assassinio ti rende ancora più vulnerabile. Sei sicura che lui ti abbia vista?»
Behati annuisce «Si stava avvicinando a me, ma poi siete arrivati voi della polizia ed è scappato»
L’uomo annuisce a sua volta, fa alcune telefonate dove accenna a un certo PPT* e dopo essersi scusato esce dallo studio per parlare con alcuni colleghi.
Behati rimane a curiosare in giro con lo sguardo, non ha il coraggio di muovere un muscolo e quando il detective ritorna, trova la ragazza nella stessa posizione di prima.
«Bene, Behati. Ho parlato con alcuni colleghi e pensiamo che sia meglio che tu entri nel PPT» spiega.
«C-cosa significa?» balbetta Behati osservando l’uomo in modo interlocutorio.
«Significa che sei entrata nel Programma di Protezione Testimoni. Verrai trasferita al più presto a Sidney, in una nuova famiglia e con una nuova identità. Questo finché non troveremo il tuo stalker»
Behati stringe la coperta tra le dita e reprime al voglia di urlare che non è una vittima di stalking che tutto quello è solo un incubo ma lo sguardo severo dell'uomo le fa abbassare gli occhi e sospirare.
«D'accordo» dice atona, lo sguardo perso di chi in una sera ha perso tutto.
L’uomo sospira, spiega che quella sera stessa dovrà fare un paio di interrogatori e sottoporsi all’identikit dell’assassino per agevolare le indagini, poi inizia a spiegarle meglio del PPT.
«Il giorno della tua partenza, che possiamo fissare entro il primo di gennaio, ti verrà data una nuova identità e una nuova famiglia che ti abbiamo già trovato. Sono dei miei cugini di Sidney, non è la prima volta che accolgono dei testimoni, sono ben preparati. Da quanto mi hai detto sei un’attrice, sarà facile per te quindi entrare nel personaggio» accenna un sorriso «la tua nuova identità sarà Rebecca Clifford, sarai un cugina di secondo grado che passerà l’anno col cugino e gli zii per vari motivi famigliari. Andrai a scuola con il loro figlio, ti farai sempre accompagnare da un membro della famiglia e, soprattutto, resta invisibile. Non sappiamo esattamente quanto resterai lì, avviseremo i tuoi zii stasera stesso e passerai la notte qui. Non sono ammesse visite o chiamate, è troppo rischioso»
Il detective Cowell si alza senza degnarla di un ulteriore sguardo e si avvia a grandi passi verso la porta portandosi con sé la giacca «Ciò che è qui ad Adelaide, rimane ad Adelaide. Ora seguimi, ci aspetta una lunga serata»













































MY LITTLE TALK.
MI HANNO PROMOSSAAAAAA *spara coriandoli* non che avessi dubbi ma... insomma, vedere i cartelloni è tutta un'altra cosa.
Scusate lo schifo di presentazione ma sono troppo felice.
Tornando alla storia. VI PREGO NON MI ODIATE! JOE è SOLO UNA DELLE MIE VITTIME, PURTOPPO.
Ne approfitto per ricordarvi che NON CONOSCO I 5SOS E (PER MIA DISGRAZIA) NON MI APPARTENGONO, QUELLO CHE TROVATE SCRITTO IN QUESTA FAN FICTION è FRUTTO DELLA MIA MENTE CONTORTA.
Ash a dire il vero lo immagino uno zuccherino dolce dolce.
Tornando a noi, qui Behati viene trasferita e a Sidney troverà dolci sorprese bgfmntjnhf non vedo l'ora!
Passiamo agli avvisi, adesso. Domenica parto in Spagna e starò via due settimane. Purtroppo non sarò in grado di pubblicare fino al 28 e spero vivamente di riuscire a pubblicare! (Il capitolo è già pronto ma non sarà lungo come questo)
Vi lascio come sempre i miei link così se vi mancheroò (so già di non mancarvi affatto, ma vvb) sapete dovre trovarmi:
NSWS: http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=3105743&i=1
Fix it: http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=3126821&i=1
Adesso devo scappare (sono sempre di corsa, uff!)
bacissimi e buone vacanze!
Megghy



 

  
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