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Autore: Rowan936    12/06/2015    3 recensioni
Due volte in cui Dean cede.
La prima, Castiel se ne va. La seconda, invece, resta.
Ha provato a combattere quel famoso destino, a pasticciare il disegno di Dio con un pennarello indelebile per sottrarsi alla sua volontà, ma non ci è riuscito. Tutto il suo impegno, tutto il suo dolore e le sue lacrime e la sua testardaggine nel tirare avanti non sono serviti a nulla, perché alla fine Zaccaria e tutti quegli altri stronzi hanno avuto ragione: non è altro che un burattino, un contenitore destinato a ospitare Michele, per poi essere abbandonato come un giocattolo vecchio e rotto.
[Destiel a libera interpretazione][What if?]
[Spoiler decima stagione]
Genere: Angst, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Castiel, Dean Winchester
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Più stagioni
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Disclaimer
: Supernatural e i personaggi non mi appartengono, sono di proprietà di Eric Kripke, Warner Bros Studios e tutti coloro che ne detengono i diritti. Il titolo è preso dal gif set che è linkato nelle note finali. Questa storia non è stata scritta a scopo di lucro.



* * *

He’s not leaving this time, Dean





Dirà di sì.
È deciso, non ha altra scelta.
Ha provato a combattere quel famoso destino, a pasticciare il disegno di Dio con un pennarello indelebile per sottrarsi alla sua volontà, ma non ci è riuscito. Tutto il suo impegno, tutto il suo dolore e le sue lacrime e la sua testardaggine nel tirare avanti non sono serviti a nulla, perché alla fine Zaccaria e tutti quegli altri stronzi hanno avuto ragione: non è altro che un burattino, un contenitore destinato a ospitare Michele, per poi essere abbandonato come un giocattolo vecchio e rotto.
Non ha più voglia di lottare.
Che quei bastardi inscenino il loro dramma familiare e la facciano pure finita: ha voglia di essere egoista, per una volta, di mollare tutto quanto senza guardarsi indietro.
Castiel lo prende di peso, lo pesta a sangue – Dean non può certo dire di non meritarsi tutto quell’odio e quella delusione – poi lo porta a casa di Bobby, perché non gli è permesso cedere, non gli è mai stato permesso.
Ma per cosa dovrebbe lottare, poi? Per un mondo come quello che gli ha mostrato Zaccaria?¹ Per un gruppo di persone improvvisatesi guerrieri perché tutto è andato a puttane, per un mondo che ha visto l’Uomo Giusto corrompersi e l’angelo ribelle cadere definitivamente?
Castiel è rimasto al suo fianco, in quel mondo.
Dean non può fare a meno di rimproverarsi per quella versione tremendamente incasinata dell’angelo, per quel sorriso da strafatto e le anfetamine che prende prima di andare in missione. È certo che quel se stesso che non ha esitato a sacrificare tutti quanti nella speranza di uccidere Lucifero non abbia fatto tutto il possibile per salvare Castiel. È certo che fosse suo dovere fare di più.
Sono quello che ti ha afferrato e salvato dalla perdizione.
Non si può dire che lui, in quel mondo, sia riuscito a fare lo stesso. E non si può nemmeno dire che nel suo, di mondo, Dean abbia fatto di meglio. Perché, anche se Castiel ha ancora le sue ali e una scopa nel culo, Dean non è abbastanza.
Non è abbastanza forte, abbastanza deciso, abbastanza volenteroso di continuare a lottare.
E adesso Castiel lo guarda con disprezzo, generato dalla delusione, negli occhi, lo apostrofa aspramente e non vi è traccia di quella devozione che ha visto nel suo sguardo quando lo ha riportato indietro dal 2014 apocalittico, non vi è traccia di quel sentimento che gli ha fatto pensare che non lo avrebbe mai lasciato, che sarebbe sempre arrivato per salvarlo dalla perdizione. Si è sentito protetto, per un istante. Si è sentito bene.
Ora è riuscito a rovinare tutto, perché Castiel è deluso e non vuole nemmeno stargli vicino, ma d’altronde lui stesso fa di tutto perché non voglia stargli accanto: si sta impegnando per allontanare tutti, cerca di fare in modo che gli urlino che va bene e che può pure andare a suicidarsi da Michele perché ha rotto i coglioni con la sua presenza.
Non succede.
Dice a Bobby che non è suo padre e ciò che ottiene è uno sguardo ferito e una sgridata su come lui stesso gli abbia fatto promettere di non mollare, dice a Sam che non crede in lui e ciò che ottiene sono due occhi lucidi e una richiesta di seguirlo al cospetto di Michele, perché suo fratello, invece, ci crede in lui.

« Hai intenzione di affrontare cinque angeli da solo? » domanda Dean, scettico. Per quanto confidi nelle abilità di Castiel, questo sembra troppo anche per lui. « Non è un suicidio? »
« Può darsi. » replica l’angelo, iniziando a sbottonarsi la camicia. La sua voce è fredda come lo sguardo che gli rivolge e Dean sa di aver perso la sua fiducia per sempre – Almeno non ci sarà nessun Cas drogato, cerca di fargli notare il lato positivo una parte di lui – « Ma almeno non dovrò vederti fallire. Mi dispiace, io non ho la stessa fiducia in te che ha Sam. »
Dean tace, Castiel lo fissa, gelido.
Lo vede andare a morire, preferendo il suicidio alla vista del fallimento dell’uomo in cui ha creduto. Dean è sempre stato maledettamente bravo a deludere le persone ed è tristemente abituato a vederle andare via.


*


Non ricorda l’esatto momento in cui ha ceduto.
Forse la caduta è iniziata quando ha visto Sam morire in letto di ospedale, per uno stupidissimo incidente domestico. Ed è ridicolo che se ne sia andato così, dopo tutto quello che hanno passato.
Una parte di Dean voleva riportarlo indietro, correre al primo incrocio, vendere un’anima probabilmente ormai troppo nera per avere ancora alcun valore. Ma sapeva che non sarebbe stato giusto, sapeva che non sarebbe servito a nulla strappare Sam dal Paradiso – perché è lì che si trova, non ha alcun dubbio – per costringerlo ad assistere alla lenta sparizione dell’umanità di suo fratello.
Dean ha resistito per più tempo di quanto non avrebbe mai creduto possibile: sono passati anni, decenni, da quando Sam è morto, da quando non gli è rimasto altri che un angelo a seguirlo ovunque vada, come un cane particolarmente fedele e convinto che abbia bisogno di protezione.
Anche se, probabilmente, Castiel è più che altro impegnato ad assicurarsi che lui non faccia del male a nessuno.
Dopo la morte di Sam, l’angelo non hai mai provato a parlargli: è rimasto nell’ombra, consapevole che Dean se ne fosse accorto e in attesa di un gesto, di uno “Sparisci” o un “Vieni qui”. Il portatore del Marchio di Caino non ha mai detto nulla.
Tu e Sam statemi lontani.
Ha provato a tenersi alla larga da loro, ma Sam lo ha trovato e non lo ha lasciato più andare. Dean ha tentato di pestare anche lui, ma Castiel lo ha afferrato e – salvato dalla perdizione – fermato, come quando aveva gli occhi neri e un martello pronto a schiantarsi contro il cranio del suo fratellino.
Il maggiore dei Winchester ha finito per chiudersi in una stanza, perché se loro non avevano intenzione di stare lontani da lui, allora lui sarebbe stato lontano da loro – ma Sam e Castiel gli facevano comunque visita, portandogli cibo e fermandosi a parlare pur sapendo che non avrebbero ottenuto risposte diverse da ordini di andare via e minacce di morte.
Poi Sam è morto davvero e Dean è scappato via.
Non ha più messo piede nel bunker né ha cercato una nuova abitazione: si è limitato a viaggiare per l’America con la sua Impala e un angelo silenzioso seduto sui sedili posteriori, alla ricerca di casi per aiutare a soddisfare almeno un minimo la sete del Marchio – in realtà, ogni uccisione gli dà solo l’impressione di essere un po’ più vicino alla fine.
E poi è successo.
Dean ha impiegato meno di un istante a spezzare il collo della donna che continuava a piangere disperatamente, ricoperta di sangue non suo e circondata da cadaveri di vampiri, mentre accanto a lei giaceva il giovane marito suo compagno di sventura.
Ha semplicemente perso la pazienza: la testa di Dean è un casino, un insieme di urla e sangue e allucinazioni e ricordi e incubi, e i singhiozzi di quella sconosciuta non facevano altro che peggiorare la situazione, trapassandogli il cervello come mille proiettili. Quando è riuscito a zittirla, si è sentito sollevato.
Castiel lo ha fissato in silenzio, poi si è avvicinato alla donna, ha abbassato le palpebre sugli occhi vitrei ed è andato a seppellirla. Dean l’ha aspettato seduto in macchina.
Quando l’angelo lo raggiunge, il portatore del Marchio dice: « È stato solo un episodio. »
E non sa perché gl’importi o perché abbia deciso di rompere il suo silenzio proprio ora, ma sente il bisogno di dirlo.
« Non è vero. » è tutto ciò che dice Castiel, senza accennare a quanto tempo sia passato dall’ultima volta che si sono rivolti la parola.
Dean non risponde, limitandosi a mettere in moto.
Dopo il primo omicidio ne arriva un secondo, un terzo, un quarto, la prima strage. A Dean importa sempre meno, perché il peso del Marchio si riduce un po’ quando ha le mani ricoperte di sangue e comunque non c’è più Sam a pregarlo di fermarsi.
Però c’è Castiel.
Castiel lo segue, gli sta accanto tutto il tempo e lo fissa in silenzio.
« Dean. » dice, ogni volta che sta per farlo.
All’inizio nel sentire quel richiamo la mano del Winchester tremava un po’. Ora ha imparato ad affondare la lama senza esitazione.
« Ti avevo detto di tirarmi fuori se ci fossi ricaduto. » dice Dean, uscendo da un bar qualunque in una notte qualunque e lasciandosi alle spalle una scia di cadaveri e sangue fresco. « Ti avevo detto di uccidermi. E tu avevi promesso di farlo. »
« Mi dispiace. » dice Castiel. « Non sarei mai capace di farti del male. Neanche a questa versione distorta di te. »
Dean digrigna i denti con rabbia e si avvicina a grandi passi, gli stringe una mano insanguinata attorno al collo, ma Castiel non batte ciglio.
« Me lo avevi promesso. » ringhia Dean.
« Mi dispiace. » ripete Castiel.
« Potrei ucciderti ora. » sibila il cacciatore, stringendo un po’ più la presa. « Non mi costerebbe niente. »
« Fai come preferisci. » dice l’angelo, gli occhi che brillano di quella devozione che una parte di Dean ricorda di aver visto in un passato lontano, quando aveva deciso che per lui e Sam sarebbe stato meglio combattere separatamente e non aveva altri che Castiel. Un po’ come ora, in un certo senso. « Io non me ne vado, Dean. »
« Io non ho bisogno di te. » sibila il cacciatore, avvicinando ulteriormente il proprio volto a quello dell’angelo. Vede qualcosa spezzarsi nei suoi occhi, lascia la presa e passa oltre, diretto verso l’Impala.
Castiel rimane immobile per qualche istante, Dean quasi crede che non lo seguirà, che finalmente gli starà lontano. Poi sente i passi dell’angelo alle proprie spalle.



_________________________________________________________

¹ L’End!verse dell’episodio 5x04 “The end”.




Angolo autrice

Ciao a tutti :) Questa è una breve one shot, con Destiel che può essere inteso sia platonicamente sia come relazione romantica, ispirata a QUESTO gif set di Tumblr.
Non esitate e farmi notare errori di caratterizzazione, grammatica e/o ortografia: le critiche costruttive sono sempre ben accette.
A presto!


  
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