Storie originali > Romantico
Segui la storia  |       
Autore: Rystie_00    12/06/2015    10 recensioni
Jack è un ragazzo solo. Ha scelto di non avere amici e tenersi stretto i suoi famigliari. Il suo rifugio è il gioco virtuale "Bloodsword", dove finge di essere un vero guerriero.
Derek invece è un soldato. Ha deciso di allearsi all'esercito, ma si è accorto troppo tardi che quella non era la sua strada.
E se, per uno scherzo del destino, i due iniziassero a videochattare e conoscersi?
----
Il sole è alto, ma non troppo caldo.
La brezza del mare mi solletica il viso. Inspiro l’aria profondamente, godendomi quel sapore salino.
Il cellulare che ho in tasca inizia a vibrare.
Sorrido, rispondendo.
- Sono arrivato. -
- Sì? Bene: fammi un favore. -
- Sì… -
- Scatta una foto. Ma non chiudere la chiamata. Non so se la rete reggerà ancora per molto. -
- Okay. -
Mi sfilo lo zaino dalle spalle e lo poso a terra.
Immortalo il paesaggio in alcune fotografie e ripongo la macchina dentro lo zaino.
- Jack… hai finito? – mi domanda.
- Sì. -
- Okay. Fammi un altro favore. -
- Dimmi. -
La linea cade.
O meglio, così pare a me.
Osservo incredulo lo schermo.
Chiamata terminata.
No. No. No. No.
Non ora, ti prego.
E poi rabbrividisco.
Rabbrividisco quando, alle mie spalle, una voce non troppo lontana dice: - Voltati. -
Genere: Romantico, Sentimentale, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
TRE PAROLE
 
 
Io e i miei fratelli non ci consideriamo, nonostante stiamo camminando insieme. Ma so che non spetta a loro prendere parola.
Mark sposta continuamente lo sguardo da me e Matt.
Sospiro.
- Mi dispiace per ieri. Ho perso il controllo. Non volevo farlo veramente. Scusa. -
- Perché diamine ti comporti così? – mi interrompe Matt. – Cosa cazzo ti è successo? Sei sempre il solito. Non vuoi farti degli amici, non ti interessi mai una ragazza, non vuoi divertirti nemmeno con noi. Fai sempre il depresso e poi ti lamenti come una bambina. Devi cercare di cambiare. Non hai idea di quanto ci fai preoccupare. Prima o poi anche mamma e papà non sopporteranno più i tuoi problemi. Lo dico per il tuo bene. -
Rimango in silenzio. Se solo ci fosse Derek.
Stringo i denti.
- Non so cosa dirti, Matt. – rispondo solamente.
- Perché non sai mai cosa dire. Se tu affrontassi le persone, ci riusciresti meglio. -
- Se affrontassi le persone non mi sopportereste più. -
- Almeno impareresti qualcosa. -
Non voglio continuare. Accelero il passo e me li lascio alle spalle. Forse Mark mi richiama, ma ovviamente non gli presto ascolto.
Prendo il cellulare e compongo il numero.
Due squilli.
- Pronto? -
- Ciao, Robin. Sono Jack. -
- Ehilà. Che piacere sentirti! -
- Mi chiedevo… se andassimo a fare un… ehm, giro? -
- Certo! Ti passo a prendere fuori scuola. A dopo, carota! – riattacca.
Rimango un attimo a fissare lo schermo e poi mi decido a tentare. Seleziono la chiamata per Derek e attendo.
Ci mette un po’ per rispondere.
- Ehi, tesoro. -
- Mi manchi. Sarà tutto un casino senza di te. Non so come fare. Ieri ho tirato uno schiaffo a Matt. Io… non so cosa mi sia preso. – confesso tutto d’un fiato.
- Alle tue ore sei del pomeriggio, ci vediamo su skype. Parliamo lì. Te lo giuro. -
- Ma da te che ore saranno? -
- Le due di notte. Ma non è un problema. Tu vali molto di più rispetto a delle ore di sonno. Tranquillo, Jack. -
- Okay. Se sei stanco, non ti devi preoccupare. Troveremo un altro giorno. -
- Non sarò mai abbastanza stanco se si tratta di te. -
Sorrido.
- Ti amo. – dice.
- Ti amo anch’io. –
 
- E così, hai preso una C in economia…  -
- Possiamo non parlare di voti? –
L’auto di Robin, al contrario di quella di Derek, è molto più piccola. Intuisco che avrà percorso molti chilometri per via del suo aspetto non troppo nuovo.
- Da quanto tempo hai questa macchina? – domando.
Lui continua a fissare la strada, ma sorride, rispondendo: - Era di mio padre a dir la verità. –
- Immaginavo. -
- Allora, futuro signor Standford… dove andiamo? – chiede con quell’aria da birbante.
Sbuffo sonoramente, imbarazzato.
- Da qualsiasi parte. Basta che mi fai trascorrere questi mesi il più veloce possibile. -
- Agli ordini! –
 
- Ehi, amore! So che stai passando molti pomeriggi insieme a Robin. È di piacevole compagnia, vero? -
- Sì… ma sono passate solo tre settimane. Manca ancora tanto. -
Derek sembra diverso. Forse è perché i suoi capelli sono cresciuti. Forse sono solo io che, piano piano, mi sto dimenticando di come è realmente.
Sono terrorizzato.
- Poi avremo tutta la vita, Jack. -
Annuisco: - Sì, hai ragione. Solo che vorrei che mi tenessi di nuovo fra le tue braccia. A volte è difficile. -
I suoi occhi si chiudono per un secondo.
- A casa come sta andando? – chiede.
Scuoto la testa. – Molto male. Matt non mi rivolge più la parola. Mark non sa come comportarsi. Mia madre è sempre nervosa e papà cerca di starmi dietro, ma so che è complicato per lui. -
- Le cose si risolveranno. Te lo prometto. Quando sarò con te, tutto si aggiusterà. -
Appoggia una mano sul suo schermo.
È diventato un rito a cui non riusciamo rinunciare.
I nostri palmi si sovrappongono. Ma io sento solo la superficie fredda del computer.
- Ricordati che ti amo. -
- Non riuscirei a dormire, se non lo sapessi. – ribatto.
 
Con Robin il tempo sembra passare più velocemente. I giorni trascorrono, così come trascorrono altre settimane e passano due mesi. Due mesi ed eravamo a metà del ponte traballante appeso sopra il burrone. Ma può capitare che alcune assi cedano.
Derek camminava con me. Io lo vedevo.
Questo fino a quel giorno.
 
Io e papà, da soli in casa, prepariamo il pranzo. Mia madre è fuori con le colleghe di lavoro e i gemelli ormai non fanno altro che cercare di stare lontano da me il più possibile.
La stessa sera avrei finalmente sentito Derek. È dovuto stare via cinque giorni. Ha detto che non avrebbe ritardato a chiamarmi una volta avuta la possibilità.
Sto tagliando delle verdure quando suonano alla porta.
- Jack, per favore, vai tu. – dice mio padre, intento a cercare piatti e bicchieri.
Appoggio il coltello sul tavolo e mi asciugo le mani.
Vado ad aprire e mi trovo davanti un ragazzo.
Sto per sorridergli, ma poi vedo il suo stato.
Profonde occhiaie solcano la parte inferiore dei suoi occhi azzurri. Ha lo sguardo perso. La bocca leggermente socchiusa e i capelli rossi sembrano più spenti.
- Robin? Ehi, amico, tutto bene? – chiedo, mettendo una mano sulla sua spalla.
Le sue iridi chiare incontrano le mie, e sento come se stessi per affogare. Perché contengono tanta sofferenza?
- Cosa è successo? Stai bene? -
- Jack… -
Lo tiro per un polso: - Vieni, entra pure. Vuoi rimanere a pranz… -
- Jack. -
Mio padre si volta per guardare il nuovo arrivato e si avvicina subito quando vede Robin così strano. Non si sono mai incontrati, ma non credo sia il momento giusto per le presentazioni.
- Non hai per niente una bella cera. -
- Jack, perché non ti siedi? -
Corrugo la fronte. – Cosa stai dicendo, Robin? -
Un lungo silenzio. Una lacrima gli scende per la guancia sinistra. Non capisco. Attendo in silenzio, con il fiato sospeso.
 
Dalla sua bocca escono tre parole. Tre parole che sono capaci di uccidermi.
- Gli hanno sparato. -
 
 
 
 
Note Dell’autrice:
Perdonatemi.
Rystie_00
   
 
Leggi le 10 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Romantico / Vai alla pagina dell'autore: Rystie_00