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Autore: wickeD_    12/06/2015    0 recensioni
Harry James Junior Marvin, detto JJ, è un mago americano di undici anni in attesa di cominciare a frequentare i suoi magici studi presso l'Istituto delle streghe di Salem. Ma stranamente, riceve una lettera per frequentare Hogwarts. Ciò che lui non sa, è che ad attenderlo c'è un'intera famiglia piena di segreti. Segreti direttamente correlati alla sua intera esistenza.
Questa non è la solita storia di come il bene alla fine trionferà sul male; perché quando il bene ed il male si incontrano in un solo punto, niente ha più limiti. Perfino la magia non ha più regole.
Dal prologo:
Sono pronta, mi basta pronunciare le parole trovate su di un vecchio libro di incantesimi di mia Zia, lasciare il bambino e tornare alla mia vita. Come se niente fosse successo. Mi specializzerò nell’insegnamento degli incantesimi e degli antichi rituali, diventerò una brava insegnante. Lascerò l’amore alle mie spalle, dimenticherò di essermi sposata.
Genere: Avventura, Fantasy, Mistero | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Lily Luna Potter, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione, Più contesti
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Prologo
 
E’ notte fonda, non è naturale per una donna come me , conosciuta in ogni angolo del mondo della magia, girovagare con un bambino in braccio che ho accuratamente avvolto nei primi stracci che ho trovato in casa.  Mi trovo a Brighton, nell’East Sussex, ma in questo momento preferirei trovarmi altrove, più lontano di quanto voi immaginiate. E’ il primo posto che ho pensato appena degli uomini vestiti di nero si sono intrufolati dentro casa mia, nel mentre cercavo di addormentare il bimbo che adesso ho in braccio.
Sono contenta, però , di essere riuscita ad arrivare qui con la magia, mi serve proprio un posto bagnato dalle acque. In lontananza , riesco a vedere un gruppo di giovani intento a bere e ad ascoltare musica accanto ad un falò. Mi giro e noto che alle mie spalle vi è un molo e non sembra che ci siano Babbani in circolazione, il posto perfetto per ciò che ho in mente.
Tiro fuori dallo stivale la mia bacchetta,  lunga trenta centimetri, realizzata dal ramo di olivo più vecchio del nostro mondo e contente la crine di unicorno. La punto verso l’alto, con lo sguardo rivolto verso il basso, poi comincio a tracciare tanti cerchi lucenti attorno a me. Infine, stendo il braccio ed i cerchi si espandono per circa cinquecento metri. Cinquecento metri di sicurezza, dove in tutta tranquillità posso materializzare un cesto di vimini per il bimbo, togliermi gli stivali e bagnare un po’ i piedi nell’acqua gelida.
Il mio sguardo riflesso nell’acqua è pieno di messaggi : paura, odio, amore, disprezzo, dolore. Nonostante sia sotto i quarant’anni ancora deve uscirmi una ruga, i miei capelli sono ancora rossi come il fuoco ed i miei occhi ricordano ancora quelli di un piccolo cerbiatto sperdutosi nella foresta. L’unica cosa che vorrei sparissero sono le mie lentiggini, ereditate da mia madre.
 
Mi chiamo Lily Luna Potter, e l’amore è il mio peccato.
 
L’amore è la ragione per cui ora mi trovo qui, a Brighton, sola e con un bambino dormiente e noncurante di tutta la situazione che lo circonda. Mi lascio sfuggire una lacrima, pensando a come sarebbe stato se non mi fossi perdutamente innamorata della persona sbagliata. O, meglio dire, della persona di cui prima o poi avrei patito la perdita. Ma , purtroppo, sono sempre stata dell’idea che l’amore potesse superare qualsiasi barriera e qualsiasi magia, o almeno questo è quello che mi ha insegnato la storia di mio padre.
Il lato oscuro mi ha sempre affascinato poiché, come lo dicevano tutti i libri, nell’oscurità più fitta si cela la luce più luminosa. Questo mi fa pensare a tutti i ragazzi che avevo frequentato durante il mio periodo ad Hogwarts, molti venivano dalla casa di Serpeverde. Mio padre avrebbe preferito vedermi in sposa a Scorpius Malfoy, piuttosto che vedermi in quella situazione.
 
Mi chiamo Lily Luna Potter, e sono inseguita dai Mangiamorte.
 
Cerco di asciugarmi per bene i piedi con la magia, poi mi rimetto gli stivali e mi avvicino alla cesta ove giace il piccolo. Sono pronta, mi basta pronunciare le parole trovate su di un vecchio libro di incantesimi di mia Zia, lasciare il bambino e tornare alla mia vita. Come se niente fosse successo. Mi specializzerò nell’insegnamento degli incantesimi e degli antichi rituali, diventerò una brava insegnante. Lascerò l’amore alle mie spalle, dimenticherò di essermi sposata.
Sto per farlo, sto per pronunciare la prima parola dell’incantesimo ma un improvviso crack mi ferma. Un uomo alto più o meno un metro e settanta, capelli neri e a caschetto, la barba folta, occhiali tondi e neri, vestito come se fosse un ispettore di polizia degli anni cinquanta attraversa la barriera magica che ho innalzato senza problemi. La sua cicatrice a forma di saetta faceva sempre un certo effetto, nonostante sia abituata alla sua visione.
“Ciao papà.”, dico con un filo di voce, prendendo il bambino in braccio e voltandomi verso il mare.
Mio padre, Harry James Potter, il bambino che è sopravvissuto, colui che ha sconfitto Lord Voldemort in persona.
“Pensavi che non ti avrei trovata?”, mi dice, si avvicina e mi poggia una mano sulla spalla. “Sono passato per casa tua, insieme ai miei colleghi… Era un disastro, ho camminato tra le macerie. Niente è sopravvissuto in quella casa… tuo marito compreso. “.
Mi lascio scorrere un’altra lacrima, che asciugo subito con la mano. Devo farmi forza, ho scelto io di entrare in questa situazione.
“Ora sei venuto a chiedermi cosa è successo, giusto Papà?”, gli chiedo. “Niente di quello che già sai, di quello che tu avevi già previsto.”, alzo gli occhi al cielo, la visione delle stelle e della luna piena mi rasserena.
“E allora perché scappi, Lily? Hai idea di quanto ci è voluto nelle ultime ore a trovarti?”, mi chiede. “Potrebbero incolpare te per l’omicidio di Jensen, anche se io so di per certo che non sei stata tu. Che diavolo avete fatto per attirare i mangia morte?”.
“Cosa vedi tra le mie braccia, papà?”, gli chiedo, non riesco a trattenere le lacrime.
Mio padre si lascia sfuggire un sospiro, facendo tre passi indietro. Io, intanto, continuo a piangere stringendo il piccolo a me.
“Non gli somiglia per niente…”, dico. “E’tutto quello che mi rimane…”.
“… e so cosa vuoi fare.”, mio padre ha il capo rivolto verso l’alto, osserva insieme a me come il cielo si fa sempre più scuro. “ Tua zia mi ha avvisato di aver trovato delle pagine strappate su di un suo vecchio libro di incantesimi antichi, magie non più in uso. Davvero , vuoi affidarti a ciò?”.
Non rispondo, mi limito ad annuire. Egli si avvicina a me per accarezzarmi dolcemente la guancia, poi da un bacio sulla fronte al piccolo.
Fu il suo ultimo saluto, dopodiché un altro crack disturbò la quiete che avevo creato. Ai margini della barriera protettiva sono comparsi degli uomini vestiti di nero, i cui volti erano coperti da maschere dorate.
PERICULUM!”, mio padre ha alzato in alto la sua bacchetta per sprigionare una luce rossa che scoppiò sopra di noi come se fosse un fuoco d’artificio. “Altri Auror ci raggiungeranno, tu fa presto! Evoca la tele porta!”, urla.
Uno degli uomini in nero ha lanciato una scarica elettrica verso la barriera, provocandone la distruzione. Mio padre riesce a tenerli a bada da solo, non devono essere più di tre di loro, non ho avuto il tempo di contarli.
Bacio di nuovo il piccolo sulla fronte, gli sussurro quanto gli voglio bene e quanto sentirò la mia mancanza. Lo rimetto nel cestino di vimini e lascio che le acque lo portino con se. Per un attimo sono costretta a voltarmi e a scaraventare per aria un mangia morte con uno schiantesimo, è riuscito a sfuggire alla difesa di mio padre.
Desidero che si ritrovi in un posto sicuro, lontano da me, da tutti noi, dal dolore e dai pericoli, penso, tenendo la bacchetta all’altezza degli occhi. Velocemente la punto verso il cestino di vimini e pronuncio : “ Prio Tutum Portatio!”
Sembra di guardare una di quelle serie televisive babbane in cui si aprono dei varchi soprannaturali, di fronte a me, a mio padre e ai mangia morte si apriva una tele porta dalle acque del mare, simile ad un vortice assassino. Sento il pianto del neonato diventare sempre più lontano, fino a quando non si sente nemmeno più il rumore delle acque. La tele porta è svanita.
I mangia morte giaciono a terra , privi di sensi. Anche stavolta mio padre è riuscito a dare il massimo. Altri Auror si accingono ad apparire al nostro fianco, mettendo delle manette magiche ai mangia morte. E’ tutto finito, anche se dentro di me ora si è creato un vuoto che non potrò mai più colmare in nessun modo.
Mi chiamo Lily Luna Potter, ed ho appena abbandonato mio figlio. Harry James Junior.
 
 
N.A.: Eccomi! Beh, che dire, è la mia prima fanfic su Harry Potter, spero che questo prologo sia riuscito nel suo intento, ossia ad intrigarvi per il seguito che sta per venire ! Non ci metterò molto a ricominciare a scrivere, quindi restate qui ed attendete il resto!
-WickeD_
   
 
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