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Autore: Steffa    10/01/2009    2 recensioni
"Noi siamo su una sottile linea di confine, visitiamo il regno dei morti e portiamo scompiglio nel mondo dei vivi.
E' il nostro modo per poterci sentire ancora caldi, esistenti, per rivendicare il posto che ci spetta;
ci aggrappiamo a tutto ciò come farebbe una falena che inevitabilmente vola incontro alla fiamma di una torcia.
Ma tu non ti brucerai, Alphonse, perchè ci sarò io a tirarti indietro, ti guiderò attraverso i secoli per ogni via, ti proteggerò dagli uomini, dal sole, dal fuoco ed anche da quei dei fasulli.
...E la farò ritornare da noi, avrai la possibilità di abbracciare di nuovo nostra madre, perchè ora so che è tempo."

Un mondo molto simile all'Amestris originale, ma con qualche esserino dai denti a punta in più.
Ci sarà come pairing principale un EdxRoy... Perchè ho scoperto che mi piace far soffrire Roy... XD
Spero possa piacervi!
Genere: Dark, Thriller, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Alphonse Elric, Edward Elric, Roy Mustang, Un pò tutti
Note: Alternate Universe (AU), OOC | Avvertimenti: nessuno
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Ciao a tutti!
Allora, prima di lasciarvi alla lettura, voglio precisare che l'idea per questa fiction mi è arrivata dopo aver letto due lavori di un'autrice che pubblica qui su EFP, più precisamente, sto parlando di My Pride. I suoi lavori sono "Il bacio del vampiro", che è conclusa e "Il Figlio delle Tenebre", in via di stesura. Vi consiglio di leggerle, io le adoro e vi piaceranno di sicuro! ^^
Spero non le dispiaccia che abbia sfruttato anche io un suo spunto per una storia che in ogni caso sarà ovviamente totalmente diversa dai suoi lavori. Mi sono permessa soltanto di prendere due "teneri vampiretti"... XD
Nel qual caso ci fosse qualche problema, vi prego di informarmi e provvederò al più presto a correggermi.
Ed ora non ho altro da dirvi, quindi vi lascio alla lettura! ^^


Blood's District


La Notte Dell'Inferno



La notte era ancora, come si suol spesso dire, giovane e gli avventori del bar in fondo a Coral Street erano sparpagliati per il locale, impegnati a bere, mangiare e soprattutto dimenticare le fatiche della giornata, riposando la mente ed il corpo.
Un vociare moderato che non infastidiva le orecchie, sovrastato di tanto in tanto dal rombo di qualche tuono per via della tempesta che s'andava ad intensificare fuori e s'abbatteva su Central City senza remore.
I vetri sferzati dalle gocce di pioggia insistenti venivano per lo più ignorati da tutti quanti, a parte il proprietario del locale stesso, che lanciava di tanto in tanto un'occhiata annoiata tanto per far passare il tempo, aspettando qualche probabile nuovo cliente.
Stava passando uno straccio sulla superficie usurata del bancone quando la porta venne spalancata, lasciando entrare una folata di vento gelido misto a pioggia, sulla soglia si stagliava una figura.
Lanciò un'occhiata infastidita a quel nuovo venuto, trattenendosi dall'urlargli contro di richiudere la porta, se non voleva farli annegare tutti quanti sotto al diluvio, vide un ragazzo, semi nascosto dalle ombre della notte, non troppo alto, ma comunque con una corporatura slanciata, nascosta per lo più da un paio di pantaloni neri ed una giacca in pelle aderente.
Aveva capelli biondi, legati in una coda dalla quale qualche ciuffo ribelle sfuggiva, rimanendo aderente alla fronte bagnata.
Certo che uscire senza un'ombrello con quel tempaccio non era esattamente il massimo e mentre avanzava nel locale, richiudendosi la porta alle spalle, si lasciava dietro una scia di piccole pozze d'acqua che bagnavano il pavimento.
Quando si fu avvicinato sufficientemente al bancone, il proprietario potè notare i suoi occhi d'un particolare colore dorato, sembravano quasi rilucere di brillantezza propria, ma liquidò la faccenda senza neanche pensarci sopra.
"Buona sera, cosa posso servirle?" domandò dopo qualche istante di silenzio da parte di quel ragazzo, nell'osservarlo da vicino si era ritrovato a domandarsi mentalmente quanti anni avesse, visto che sembrava alquanto giovane dai lineamenti.
L'altro lo ignorò per qualche istante, lanciando un'occhiata incuriosita nei dintorni, soffermandosi su ogni presente, per poi decidersi a degnare l'uomo della sua attenzione.
Le labbra s'incurvarono in un lieve accenno di sorriso, mentre inclinava un poco il capo verso una spalla in un gesto infantile.
"Ho molta sete questa sera." disse con un tono di voce caldo, quasi un sussurro che stentò a raggiungere l'orecchio del proprietario.
Quello corrugò un poco la fronte per la stranezza di quel ragazzo, sembrava emanare una sorta di aura che lo metteva a disagio, eppur nello stesso tempo, quasi non riusciva a staccargli gli occhi di dosso, notò anche come avesse attirato gli sguardi dei suoi clienti, che gli lanciavano occhiate incuriosite, non si era mai visto da quelle parti.
"Beh, preferisci un'aranciata o una birra... Ma tu quanti anni hai?" non riuscì a trattenersi dal chiederglielo.
Il ragazzo si posizionò avanti a lui, chinandosi un poco sul bancone e facendogli cenno d'avvicinarsi, l'altro obbedì, nonostante la perplessità.
Una volta che ebbe accostanto le labbra al suo orecchio, un brivido gli percorse la schiena nel sentire il suo sibilo.
"Di anni ne ho molti, non è questo il problema... Il fatto è che io non mi accontento di un'aranciata..."
Il suo gesto seguente fu così rapido, che l'uomo non se ne rese conto, nemmeno una volta ch'era stato compiuto, realizzò la situazione in un secondo momento, ma gli parve così impossibile che non fu in grado di emettere neanche un suono.
Il biondo lo afferrò con una mano per il colletto della camicia, attirandolo ancora di più verso di sé, quindi accostò le labbra al suo collo, un contatto gelato che lo paralizzò senza possibilità di reagire.
Poi i fatti si susseguirono come se non appartenessero più alla sua vita, una sensazione pungente al collo, dove i canini appuntiti gli avevano trapassato la pelle, il calore del suo stesso sangue che gli colava in un piccolo rivoletto lungo la ferita ed il suono di quello stesso sangue che veniva bevuto dal ragazzo.
Dio, gli stava bevendo il sangue!
Sbarrò gli occhi aprendo la bocca in un muto grido di paura, aiuto, avvertimento e chissà cos'altro.
Il vampiro lo tenne ben stretto, nonostante l'altro non riuscisse nemmeno a tentare una fuga, finchè non ebbe finito di bere.
Una volta terminata quell'operazione, si scostò lentamente, dando uno spintone al corpo oramai senza vita dell'uomo, che cadde all'indietro, scontrandosi con le bottiglie impilate sui ripiani della parete.
Nessuno si era accorto di niente, per lo meno sino a quel momento, in cui il rumore di vetri rotti non attirò l'attenzione.
Un paio di uomini balzarono in piedi per dirigersi verso di lui proprio nell'istante in cui il ragazzo si voltava, una strisciolina di sangue che gli colorava un angolo della bocca, scivolando sino al mento, venne ripulita con un gesto distratto della mano, mentre stringeva le palpebre per osservare nuovamente uno ad uno i presenti.
"Bastardo, che cosa hai fatto?" domandò qualcuno, buttandoglisi contro quindi, probabilmente con l'intenzione d'inscenare una rissa e punirlo per qualcosa che non capiva.
Eppure nel punto in cui prima s'ergeva quell'esile figura di ragazzo, quando vi piombò l'uomo, non c'era più.
Non ebbe tempo di domandarsi dove fosse finito, che sentì la sua mano sulla nuca.
Quando si era spostato per ritrovarsi alle sue spalle?
Il silenzio calò d'improvviso nel locale mentre sguardi attoniti rimanevano fissi sulla scena.
Il biondo rimase fermo qualche istante, nella sua mano stringeva la testa dell'uomo che l'aveva aggredito, quindi con un semplice movimento del polso, gli fece voltare il capo.
Il gesto fu accompagnato dal sonoro rumore dell'osso del collo che si rompeva, lasciando quindi la presa il corpo s'afflosciò a terra senza vita.
Come se fossero un sol uomo, tutti gli altri s'alzarono in piedi, probabilmente tronfi di quell'onore umano che li spingeva a pestare a sangue quello sbruffone nanetto.
Il ragazzo spostò lo sguardo sul primo che aveva mosso un paio di passi in sua direzione, inchiodandolo sul posto semplicemente con quegli occhi dorati, arricciò un angolo della bocca in un sorriso sarcastico, stringendo le palpebre nello scrutarlo ed un momento dopo, come se fosse stato un proiettile da una pistola, l'uomo cadde a terra, morto, in fronte un buco che gli trapassava la testa da parte a parte grosso come una moneta e dal quale defluiva rapido il sangue.
Fu proprio da quel momento che il panico si sarebbe potuto spargere come una macchia di petrolio, ma non ve ne fu nemmeno il tempo.
Uno dopo l'altro, caddero tutti come bersagli del baraccone di un luna park, mentre il sangue impregnava il pavimento ed i tavoli.
Non un lamento, non un rumore, se non un paio di ossa rotte che schioccarono nitidamente, come sottofondo musicale, la pioggia che imperterrita batteva sui vetri e qualche occasionale tuono.
Erano passati nemmeno dieci minuti ed il locale era radicalmente mutato da quando quel ragazzo, o meglio, quel vampiro era entrato.
I corpi ammassati sul pavimento creavano uno strano, macabro arredamento, mentre il giovane storceva un poco il naso in una leggera smorfia, prima di volgersi verso l'uscita ed incamminarsi lentamente.
Una seconda figura era poggiata allo stipite della porta, la quale era aperta sulla strada, pareva quasi una copia del primo, se non per qualche differenza riscontrabile ad un'osservazione più accurata.
Aveva le braccia conserte e stava scuotendo leggermente il capo con un lieve sorriso in volto a svelare in parte i candidi canini appuntiti.
"Non credi di aver esagerato un po'?" domandò rivolto al primo con tono leggero.
Il ragazzo si strinse un poco nelle spalle mentre lo raggiungeva.
"Mi annoiavo e poi... Hanno cominciato loro." si giustificò, ridacchiando subito dopo per poi lasciarsi sfuggire una smorfia di disgusto. "Tra l'altro quel tipo non aveva per niente un buon sapore." si lamentò.
Una risata lieve sfuggì al secondo ragazzo, più alto del compagno, ma con gli stessi capelli, forse di un biondo più scuro, raccolti nella medesima coda.
"Questo darà dei grattacapi all'esercito." commentò distrattamente, staccandosi dallo stipite per far cenno all'altro di seguirlo mentre usciva sotto la pioggia, incurante delle gocce fredde.
"Non mi importa di quei cani. Sono fatti loro." fu la risposta, sputata con disprezzo. "Andiamo ora, tu devi ancora nutrirti." disse quindi addolcendo notevolmente il tono ed accostandosi all'altro, cingendogli la vita con un braccio e portando la mano libera a carezzargli una guancia.
"Certo... Con tutto quello che hai sprecato, potevi lasciarmene uno..." si lamentò l'altro con finto tono offeso, socchiudendo le palpebre e strusciando il viso contro il palmo dell'altro.
Dopo uno sbuffo divertito, si separarono per balzare sul tetto della costruzione, lievi come se avessero semplicemente compiuto un passo, invece di ritrovarsi oltre il quinto piano del palazzo, quindi così com'erano giunti, sparirono tra le ombre della notte, lasciandosi dietro la desolazione del sangue.

Il temporale s'era decisamente affievolito rispetto la notte ed in quelle ore diurne di mezza mattinata si era tramutato in una fine ed insistente pioggerellina che tutt'al più provocava notevole fastidio a chi si vedeva costretto ad uscire ed abbandonare il riparo di un tetto.
Nonostante tutto v'era fermento per Coral Street, dove volanti di polizia e macchine anonime bloccavano il traffico.
Nastri gialli e ben visibili delimitavano l'area circostante un certo pub, mentre uomini in uniforme fermi a distanze regolari l'uno dall'altro invitavano i giornalisti ed i curiosi a non fare domande ed a sgombrare l'area.
"No comment. Non abbiamo informazioni a riguardo." erano le parole ricorrenti che potevano permettersi.
Un uomo sulla cinquantina, viso tirato dalla stanchezza, un impermeabile oramai inutile e grigio stava sul bordo del marciapiede, ignorando le goccioline fastidiose, in attesa finchè una macchina nera non s'accostò e dai sedili posteriori scese un uomo.
Questo lanciò un'occhiata di stizza verso le nubi plumbee, passandosi una mano guantata a scompigliarsi i capelli neri che gli ricadevano sulla fronte e cominciarono ben presto ad inumidirsi.
"Colonnello Mustang." lo salutò il primo con un cenno del capo, affondando ancor più le mani nelle tasche dell'impermeabile.
"Closter." ricambiò semplicemente con tono annoiato, osservando i dintorni. "Cosa c'è da riferire di bello?" domandò quindi posando le sue iridi scure sul viso dell'altro.
"I tuoi uomini sono già arrivati e stanno ispezionando la scena del crimine. Per una volta sono contento che siate arrivati voi a soffiarci il caso..."
Mustang inarcò un sopracciglio con fare ironico nell'udire tale affermazione, solitamente tra la polizia e l'esercito era aperta una simpatica faida che li vedeva impegnati a tenersi ben stretti i propri casi.
"E' così terribile?"
Il poliziotto sembrava decisamente a disagio, mentre si stringeva nelle spalle.
"Non ho mai visto niente di simile, sembra l'inferno salito in terra."
Il moro non fece troppo caso alle parole appena ascoltate e dopo un breve scambio di convenevoli, lo osservò allontanarsi con passi rapidi.
Emise un lungo sospiro prima di nascondere un largo sbadiglio dietro una mano, per poi decidersi a muoversi verso il gruppetto di uomini dell'esercito che erano i suoi diretti sottoposti, rimpiangendo il calduccio del suo ufficio e la comoda poltrona in pelle sulla quale stava dormicchiando beatamente fino ad un quarto d'ora prima.
Nel vederlo sopraggiungere, gli venne rivolto con rispetto il saluto militare, al quale rispose fiaccamente, muovendo quindi una mano nell'aria avanti a sé per dar l'ordine di riposo.
"Fatevi sotto." li invitò poi ad informarlo, evitando inutili formalità.
Un uomo che stava tentando inutilmente di accerdersi una sigaretta che teneva stretta tra le labbra, una zazzera bionda e scompigliata sul capo, fece uno sconsolato segno di diniego, prima di rispondere.
"Ha presente un film dell'orrore di serie b? Dio, sembra che abbiano comprato una cisterna di sangue e l'abbiano versato là dentro..." disse accennando l'ingresso.
"Il conto delle vittime?" si informò ancora il superiore.
"Quindici, compreso il proprietario del locale." rispose prontamente un giovane con un paio di occhiali poggiati sul naso, che sospinse verso l'alto con un paio di dita per evitare che scivolassero, aveva corti capelli scuri.
"Le cause?" chiese ancora, incrociando le braccia al petto, spostando il peso del corpo da una gamba all'altra.
"Sembrerebbe per una sparatoria, oppure una rissa, non fosse per qualche elemento... Strano." a parlare era stato un uomo alto, con il viso scavato sulle guance ed i capelli bianchi.
"Come sarebbe a dire "qualche elemento strano"?" domandò Mustang con cipiglio scettico.
L'unica donna del gruppo si fece avanti con espressione seria e professionale.
"I fori dei possibili proiettili sono anormali, ossia non presentano alcuna variazione, così che non ci è possibile distingere quello d'entrata da quello d'uscita. Alcune morti sono state causate dalla colonna vertebrale, la quale presenta una o più rotture scomposte, nonostante su nessun corpo siano visibili ematoni o segno di lotta. Infine il proprietario del locale è morto per anemia, non ha più un goccio di sangue nelle vene."
Il silenzio s'impadronì del gruppetto mentre le informazioni venivano registrate nella mente.
Mustang si grattò la guancia con un indice, una lieve smorfia sul volto.
"Tenente, non mi verrete a dire che il poveretto ha due fori sul collo, ora, vero?" commentò ridacchiando fra sé e sé.
Ma l'espressione ironica si sciolse quando vide gli sguardi che si scambiarono i suoi sottoposti, prima che uno di loro, un uomo un po' tarchiato con dei capelli rossicci, annuì con convinzione.
"Veramente ci sono." disse, anche se si poteva notare il suo disagio dall'espressione che traspariva dal volto.
La bocca del Colonnello si aprì per la sorpresa mentre li osservava ad uno ad uno.
"Ok, ok, non voglio sentire quella parola, non provate nemmeno a pensarla. So che state per dire e non è così, lo so io e lo sapete voi." prevenne possibili ipotesi astruse che sapeva sarebbero venute alla luce se non fosse intervenuto. "Avete chiesto in giro, testimoni e altro?" domandò sviando il discorso.
"Non si sono sentiti rumori di spari o altro, la polizia è stata avvisata questa mattina da un passante, ma un primo esame sul campo ha stabilito l'ora dei decessi tra le 0:00 e le 4:00 di questa notte." rispose un uomo alto con un paio di occhialetti rettangolari ed un ciuffo degli scuri capelli che gli ricadeva sulla fronte.
Passandosi stancamente una mano sul viso, Mustang annuì, sospirando nel contempo.
"Va bene, al lavoro! Voglio un rapporto dettagliato entro domani sulla mia scrivania e ora, portatemi in quell'inferno."
Mentre il gruppo prese a muoversi verso il locale, dal tetto del palazzo dall'altra parte della strada, appoggiato alla balaustra, un ragazzo biondo stava osservando il tutto con le sue scintillanti iridi dorate, un sorrisetto divertito in volto.
"Torniamo a casa? Mi annoio e nonostante le nuvole, gli occhi mi danno un po' di fastidio." una voce dolce e lamentosa lo fece voltare verso l'altro "giovane" che lo stava aspetando pochi passi più indietro.
"Ma è divertente vedere brancolare nell'ignoranza quei cani." rispose ridacchiando ed accennando verso il basso.
L'altro sbuffò, avvicinandosi ed aggrappandosi al suo braccio per tirarlo leggermente.
"Nii-san..." si lagnò ancora, quella volta con più convinzione.
"E va bene, andiamo." cedette, lanciando un'ultima occhiata in basso. "Però deve avere un buon sapore..." commentò a mezza voce, osservando la figura slanciata del moro che seguiva i suoi compagni e facendo ridacchiare il compagno al suo fianco.
Si lasciò quindi trascinare docilmente per andare a prendersi il loro riposo diurno.
"Quando avrai intenzione di iniziare?" domandò quello che a quanto pareva, era il più "giovane" dei due.
L'ennesimo sorrisetto comparve in volto all'altro.
"Presto, è quasi tempo."
"E poi potremo riportarla indietro?" continuò sorridendo a sua volta e mettendo in mostra i canini candidi.
"Certo... Tornerà come in principio." fu la risposta sussurrata dolcemente, mentre una mano andava a scompigliare i capelli del compagno, o sarebbe più opportuno dire del fratello.




Angolino dell'autrice
Oh, fine!
Dunque, dunque...
Io amo sinceramente questo primo capitolo....
A dire il vero, amo qualsiasi capitolo io scriva, quindi sono un po' di parte... XD
Spero vi sia piaciuto, come avete letto, ci sono già tutti i nostri protagonisti...
Chissà che cosa vorranno fare quei due vampiretti... Mah... Io lo so... Ma non ve lo dico... u.u
Per quanto riguarda il mondo in cui sono...
E' Amestris, senza ombra di dubbio, anche se con qualche differenza per quanto riguarda la trama...
Edward non è un alchimista, non ho ancora deciso se lasciargli gli auto-mail oppure no... Vedrò più avanti mentre continuo con la storia...
Al non è nell'armatura... E... Beh, sono due vampiri! (Ma va....?!?! nd Tutti)
Beh, se avete dubbi, consigli, critiche o commenti, esiste apposta per quello quel punsantino carino che vi fa mettere una recensione... Lo so, fa un po' paura, ma lui non morde e nemmeno io.... *risata malefica*
Non mi offendo per nulla, quindi esprimete con sincerità quello che pensate, mi fa sempre piacere confrontarmi con nuovi punti di vista per potermi migliorare e detto ciò, vi ringrazio per aver letto ed aver sopportato i miei sproloqui! XD
So che ho altre fic in corso, ma tranquilli, non le abbandonerò affatto! u.u
Ma dato che oggi è il mio compleanno, ho voluto farmi un regalo pubblicando questo primo capitolo! *w*
Come mi voglio bene... XD
Al prossimo capitolo, si spera... Kiss
  
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