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Autore: HZLNL_1D    14/06/2015    5 recensioni
Dopo aver avuto soltanto delusioni, tendi sempre a stare sulle tue, a mantenere una certa distanza dalle persona, qualsiasi rapporto ci sia, tendi a mantenere una certa distanza da tutto quello che potrebbe procurarti altro dolore.
Ti abitui alla solitudine, oltre a quella esteriore, anche a quella interiore, che è peggio.
Impari a fare affidamento solo tu stesso.
È così la vita: ti toglie e ti da.
Sta a te trovare un modo per sopravvivere.
Qualcuno, per cui sopravvivere.
_______________________________
Dicono che gli opposti si attraggono.
Ma se per una volta, fossero due persone apparentemente diversi ma così profondamente uguali ad attrarsi?
Dalla storia:
"Allora, vado così ti lascio sola."
"Tanto ci sono abituata."
"Ok, vado."
"Ho detto che ci sono abituata, non che mi piace."
Genere: Malinconico, Sentimentale, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, Ashton Irwin, Calum Hood, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Some goodbyes are not forever.


Si può dire di aver vinto quando si riuscirà a guardare dritto negli occhi di chi ti ha ucciso senza sentire più alcun dolore. Haley in quel momento si sentì una gran perdente. I suoi occhi, specchio di troppe emozioni in quel momento, fissi su quei occhi verdi che aveva tanto amato. Poter dire di aver vinto, sarebbe stata una grande svolta per lei. Che quegli occhi non le provocavano più alcun dolore, o emozione. Invece no. I ricordi la travolsero e si sentì affogare da essi. Sentì il bisogno di aggrapparsi a qualcuno, a qualcosa. Ma non c’era nessuno, come sempre. Chiuse gli occhi, cercando di riordinare i pensieri, di riuscire a mettere ordine nella sua testa e agire al meglio. Ma la verità era che non sapeva cosa dire, o cosa fare.
“Haley” Quella voce era proprio come la ricordava, forse un po’ più forte. Era davvero lui. Lo vide fare un passo avanti, sorridendole incerto.  Nessun sorriso sarebbe riuscita a farle dimenticare così facilmente il dolore che aveva provato quando l’aveva abbandonata. Nel momento in cui aveva più bisogno di un aiuto, di qualcuno a cui appoggiarsi.
“Mi ha detto che era un tuo vecchio amico Hal, così ho pensato che parlare con qualcuno che ti conosce bene ti avrebbe fatto felice” la voce di Josh la sottrasse dai suoi pensieri, ma lei riuscì a recepire appena le ultime parole. Annuì distrattamente e cercò di dare una risposta a Josh, ma non ci riuscì.
“Bene, vi lascio soli. Hal, se hai bisogno sono qui. ” disse Josh, per poi lasciare la stanza.
“Perché?” Fu l’unica parola che Haley riuscì a dire dopo lunghi attimi di silenzio.
“Volevo sapere come stavi, mi mancavi.” Aveva sognato di sentirsi dire quelle parole per giorni, dopo l’incidente. E ora che le aveva sentire dire da lui, non sentì nulla. Forse perché alla fine non è poi così tanto vero che la speranza è l’ultima a morire.
“Parliamone in camera mia, Andrew.” Il ragazzo annuì, un po’ deluso dalla reazione di Haley. Salirono al piano di sopra e Haley chiuse la porta. Josh sapeva molto della sua vecchia vita, molto più di quanto lei immaginasse, ma queste cose dovevano restare sconosciute a lui. Era un capitolo che Haley avrebbe voluto chiudere, per sempre. Ricordare non le faceva bene e nonostante dimenticare era impossibile, voleva dare una risposta alle domande che per giorni l’avevano tormentata. Perché si sa, che certe mancanze non spariscono. Non possono essere colmate, soprattutto quando l’unica cosa che si ha è il nulla.
“Non puoi, Andrew. Non ora.” disse improvvisamente Haley, appoggiandosi con le spalle al legno della porta. Andrew, fermo al centro della camera, si voltò a guardarla con un espressione confusa dipinta sul volto.
“Cosa stai dicendo Haley?”
“Tu.. mi hai abbandonato” quelle parole le uscirono di getto, mentre puntava il suo sguardo in quello del ragazzo. E rise. Una di quelle risate tristi che si fanno con gli occhi pieni di lacrime e il cuore a pezzi.
Andrew era sconcertato, non riusciva a riconoscere quella ragazza che aveva davanti. Le si avvicinò, prendendole le mani tra le sue e facendo incontrare ancora una volta i loro sguardi. La guardò, e lo vide.
“Non sei più la mia Haley” pronunciò piano quelle parole, constatando il vero. Haley stette zitta, anche se quella frase le aveva suscitato tante, troppe, cose da dire. “I tuoi occhi sono diversi, un azzurro spento. Come un cielo triste. La tua pelle è bianca, il tuo sorriso stanco. Anzi inesistente. La mia Haley era sempre felice, gli occhi vivaci e il suo sorriso illuminava le mie giornate. La rivoglio, con me. Sempre” tentò di annullare la distanza tra di loro per abbracciarla, ma Haley lo respinse.
“Che c’è Hal?” le chiese confuso “Possiamo tornare ad essere felici, insieme. Possiamo continuare da dove ci siamo fermati”
“Sai che c’è Andrew? C’è che hai ragione” disse Haley, spostandosi da lui “La tua Haley non c’è più. Non c’è più da due anni, è morta. È morta quella sera in cui tu hai scelto un’altra senza farti nessuno scrupolo. È morta quella sera in cui ha perso la sua famiglia in un incidente. È morta ancora quando le sue amiche l’hanno abbandonata. È morta quando il suo ragazzo l’ha abbandonata. È morta ogni fottuta notte per due interi anni, quando si svegliava a causa degli incubi e ad abbracciarla non c’era nessuno. È morta, non ne è rimasto niente. C’è una nuova Haley, che piace a meno persone. E non piacerà neanche a te. Non piace a me, non piace a nessuno. Ma sai cosa? Non importa. Non importa a nessuno, neanche a me.” Concluse e non avrebbe mai pensato che ce l’avrebbe fatta a pronunciare quelle parole. Ma l’aveva fatto e si sentì forte.
“Io.. non ti ho abbandonata, Haley. Eravamo più piccoli, davamo meno peso alle cose” rispose Andrew, cercando inutilmente di riavvicinarsi a lei.
“Cose? Andrew, davvero? Credi che io stia parlando solo della nostra relazione? Sai, è vero. Eravamo due stupidi ragazzini, ma io a te ci tenevo davvero. Non credo ci sia un’età precisa per iniziare ad amare. E probabilmente tu sei stato la prima persona che mi ha fatto conoscere quella parola. Forse chiamarlo amore era troppo, ma a te ci tenevo. E io, non ti avrei mai abbandonato, non in una situazione come quella.” Chiuse gli occhi, cercando di restare calma. Era molto più arrabbiata di quanto si aspettasse, non aveva mai creduto di provare tutto questo rancore nei suoi confronti. Ma il dolore che aveva provato era troppo forte da poter dimenticare, o anche solo sorvolare.
“Haley, non fare così dai”
“La fai facile tu Andrew. Però, va bene così” abbassò lo sguardo e decise che era arrivato il momento di strappare via quelle pagine del libro della sua vita “Torna a Sydney e dimenticati di me. Ti auguro tanta felicità, grazie per la visita.”
“Haley..” Andrew tentò di fare un passo verso di lei, ma Haley indietreggiò e aprì la porta.
“Non è quello che vuoi davvero, lo so. Probabilmente sei solo arrabbiata. Domani mattina sarò alla stazione per il primo treno verso Sydney, ti aspetto. Se verrai, tutto tornerà come prima.” Le lasciò un bacio sulla guancia per poi allontanarsi, forse per sempre o forse no, da Haley.
Quando arriva la sera affoghiamo nei nostri pensieri, che nel silenzio si sentono ancor di più. Perché durante il giorno è facile reagire con freddezza alle cose, è facile fingere di essere indistruttibili, ma di notte è tutto un altro discorso.
Quella forza che Haley  aveva sentito di avere quando parlava con Andrew, era scomparsa insieme a lui.
Sola  nel letto e intorno a lei il buio totale. Rigirarsi continuamente nel letto in cerca di una posizione comoda era inutile. Il problema non era il buio, né il letto o la stanchezza che credeva di non avere. Perché alla fine quella c’era, e anche tanta.
Il vero problema era la sua mente, che si era lasciata avvolgere dalla debolezza che le tenebre avevano portato lasciando spazio a tutto quello che aveva cercato di respingere durante le ultime ore. I pensieri, i problemi, le mancanze, i sensi di colpa. Ora erano lì e le impedivano di dormire.
Avrebbe potuto passare l’ennesima notte a fissare il soffitto con le lacrime che le scendevano lungo il viso mentre il silenzio era rotto dai suoi sospiri, ma non voleva. Era stanca di crollare tutte le notti e non trovare nessuno ad aiutarla. Di crollare e poi il mattino dopo alzarsi come se nulla fosse, ma con il volto stanco e gli occhi rossi a ricordarle l’ennesima caduta. S’impose di essere forte, o per lo meno di tentare. Trattenne le lacrime e cercò di mandare via quel groppo che aveva in gola da quando aveva spento le luci. Non avrebbe versato una lacrima, non quella notte. Pensò al modo in cui si era rivolta ad Andrew e sentì i sensi di colpa crescere, lei non trattava così nessuno. Eppure lo aveva fatto. Pensò che forse stava cambiando, di nuovo. Che qualcosa in lei stava cambiando, ancora una volta. Forse quello era un nuovo lato del suo carattere che si era formato davanti a tutti quegli ostacoli. Forse era quel lato di cui aveva bisogno per iniziare a vivere, per poter riuscire a cavarsela da sola.
Ogni volta che decidi perdi qualcosa, qualunque cosa tu decida. È solo questione di capire cos’è che non sei disposto a perdere. E nonostante certe decisioni si prendono con il cuore a pezzi, gli occhi stanchi e la bocca piena di parole non dette, vanno prese. Perché arriva un momento in cui bisogna smettere di pensare al bene degli altri e preoccuparsi un po’ per se stessi.
Quella mattina Haley si alzò e prese la sua decisione, pensando a cosa avrebbe fatto bene a lei e non agli altri.

“Haley, Ashton ti sta aspettando. Dovresti venire qui, quello che hai detto a quel ragazzo è giusto. Non devi dargli delle spiegazioni dopo quello che ti hanno fatto passare” rispose Calum, leggermente infastidito. Voleva che Haley fosse più forte e non si scusasse solo per aver detto il vero.
“Calum, dì ad Ashton che mi dispiace. Devo parlare con Andrew un’ultima volta.”
“Haley..”
“A dopo Cal.” Haley chiuse la chiamata e corse veloce verso la stazione. Aveva detto ad Ashton che ci sarebbe stata, ma non sapeva cosa sarebbe successo. Sarebbe passata a casa subito dopo aver sistemato le cose con Andrew.
Era ancora presto perché il primo treno diretto a Sydney partisse, ma Haley era già davanti al primo binario della stazione. Aveva un gran bisogno di liberarsi da quel che peso che si era portata dentro per troppo tempo. La stazione non era molto affollata e con grande facilità riuscì ad avvistare Andrew, nel binario opposto. Scese le scale a grandi passi e attraversò il piccolo corridoio che permetteva di arrivare all’altro binario. Lui era lì, con il ciuffo sempre ben pettinato, la sua solita collanina al collo e gli occhiali da sole. Mentre si avvicinava a lui, Haley pensò che probabilmente era una di quelle cose che si sarebbe portata dentro per sempre. Inutile negarlo, seppur in un periodo ormai lontano, quel ragazzo era stato fonte della sua felicità.

Ormai uno di fronte all’altro, restarono fermi a guardarsi negli occhi.
“Sapevo saresti venuta” le sorrise e allargò le braccia in cerca di un abbraccio che Haley non gli negò. Poteva sembrare uno dei loro abbracci, quelli che ad Haley scaldavano il cuore ogni volta come se fosse il primo. Ma non era così, quello era un abbraccio d’addio e Haley lo sapeva bene, così lo strinse più forte.
“Mi sei mancata” le sussurrò.
“Mi manchi anche tu, Andrew. Mi manca tutto della mia vecchia vita” gli confessò Haley, sciogliendo l’abbraccio.
“Puoi riavere tutto Hal”
“No” Haley abbassò lo sguardo e sorrise amaramente “Tutto quello che avevo è andato perso, non posso più riavere niente. Non posso riavere la mia famiglia,né te, né la vecchia Haley. Sono venuta qui per salutarti, non volevo che il nostro ultimo incontro fosse quello di ieri. Non volevo trattarti in quel modo, ognuno ha fatto le sue decisioni e prendermela con te non servirà a niente.”
“Quindi sei venuta per dirmi addio?” le chiese e il suo tono era completamente diverso da pochi attimi prima. Haley annuì e Andrew abbassò lo sguardo “Hai appena detto che ti manco” disse ancora.
“Andrew” Haley si avvicinò a lui e gli sollevò il volto, così da poterlo guardare negli occhi “Solo perché ti manca una persona non vuol dire che deve necessariamente tornare nella tua vita. La mancanza è solo una parte dell’andare avanti. E io devo andare avanti.” Gli rivolse un sorriso, un po’ malinconico.
“Scusami Haley, per tutto. Aveva una delle cose più belle tra le mani e non ho saputo prendermene cura.” Le sorrise e l’abbracciò ancora. Rimasero in quel modo fino a quando non arrivò il treno che Andrew aspettava e a quel punto arrivò il momento di salutarsi, se fosse un addio vero e proprio non potevano esserne a conoscenza.
Andrew salì sul treno e un attimo prima che le porte si chiudessero si voltò verso Haley e la chiamò. I loro sguardi si incontrarono ancora.
“Sai Hal, alcuni addii non sono per sempre.”   



[Spazio autrice] 
Eccomi qui, con il solito ritardo spaventoso e un nuovo capitolo. Forse un po' più breve dei solito ma molto importante. Spero sia di vostro gradimento, fatemi sapere se viva. 
Grazie a tutte quelle ragazze che mi aspettano sempre con tanta pazienza e scusatemi davvero tanto, sono una persona orribile.
Grazie, dalla prima all'ultima.
Ah quasi dimenticavo, presto la storia avrà un nuovo trailer. Spero di riuscire a caricarlo per bene questa volta.
Baci,

Giada
  
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