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Autore: Zafry    14/06/2015    1 recensioni
One Shot senza capo ne coda ambientata dopo la guerra!
"«Miseriaccia!»
«Calmati Ron. »
«Miseriaccia! », l’imprecazione preferita del rosso si ripetè ancora più forte.
«Questa è la volta buona che mi ammazza », piagnucolò.
«Beh io te l’avevo detto che non avrebbe approvato.. » commentò il fantasma"
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Draco Malfoy, Ginny Weasley, Harry Potter, Hermione Granger, Ron Weasley | Coppie: Ron/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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Ci si annoia quando non si vive abbastanza




Hermione guardò fuori dalla finestra lasciandosi sfuggire un sospiro. Era giunta ormai la fine dell’anno scolastico e i giorni andavano allungandosi sempre di più. Chiusa nella sua stanza di Caposcuola era intenta in un’attività del tutto nuova. Già, incredibile a dirsi ma la studentessa più brillante, la so-tutto-io, Hermione Granger nei suoi tribolatissimi diciannove anni non aveva mai avuto l’opportunità, con sommo dispiacere delle vitt- dei soggetti delle sue attenzioni, di crogiolarsi nel puro piacere che solo l’ozio poteva dare.
Così dopo una settimana di fuoco, quella dei MAGO, che Hermione considerava la settimana dove si sarebbe deciso della sua vita –per dirla in due parole: molto più importante di un incontro ravvicinato con il Signore Oscuro e i suoi adorabili affiliati- la ragazza aveva deciso di provare questa nuova esperienza. Aveva ben fatto dei tentativi in passato e aveva miseramente fallito. Tra attacchi di un Mezzosangue pazzo e fermamente deciso a conquistare il mondo magico e non, l’amore- creduto non corrisposto- per il suo migliore amico, l’impegno nel tenere in vita l’altro migliore amico vittima delle continue attenzioni del pazzo scatenato sopra citato e, da non dimenticare, lo studio di quell’amatissimo mondo magico, non era proprio riuscita a dedicare un po’ del suo tempo a quell’attività ancora ignota.
Alcuni maliziosi avrebbero commentato che quella non era l’unica attività di cui era –ancora- all’oscuro ma, grazie al cielo, Hermione si trovava da sola in stanza.
Proprio quella camera era stata l’ultima vittima del continuo agitarsi della ragazza, che di oziare proprio non ne era capace. Infatti era tutto pulito e ogni cosa stava al suo posto: nel baule. Infatti avrebbe lasciato Hogwarts il giorno dopo, immediatamente finita la cerimonia di consegna del diploma e avrebbe raggiunto i suoi genitori in Italia. Dopo averli liberati dall’incantesimo impostogli l’anno prima avevano sviluppato un amore improvviso per i viaggi e l’ultimo li aveva portati dritti dritti in Toscana. Certo, era ancora da vedere se l’avesse preso quel benedetto diploma ma la preoccupazione e l’ansia da prestazione l’avrebbero distratta dal suo intento primario – l’ozio- quindi lasciò perdere. Per distrarsi decise di alzarsi dal letto su cui era stesa e uscire per godersi quella bella giornata. L’ultimo anno senza Harry e Ron era stato difficile ma, per fortuna, c’era Ginny con lei.
La Weasley in questione le stava correndo incontro nella Sala Comune Grifondoro, quasi vuota visto il numero ridotto di alunni iscritti al settimo anno. Numero decimato a causa della recente guerra e dal desiderio delle famiglie di tenersi a casa i propri pargoli dopo un tale brutto periodo.
L’occhiata glaciale della Caposcuola gelò l’amica a pochi metri da lei, fermandone la corsa.
 
***
 
La rossa scosse la testa tra se e se. Hermione l’aveva avvertita quella mattina delle sue intenzioni per la giornata. A suo avviso trovava impossibile che l’amica non avesse mai oziato in vita sua ma l’aveva assecondata dopo aver visto a che cosa era arrivata a fare la Caposcuola nel periodo dei MAGO. Dopo averla vista dare di matto per le peggio sciocchezze si era ripromessa di non metterle i bastoni tra le ruote per un po’. La leggendaria passione di Hermione per lo studio non le era minimamente passata durante la guerra, anzi, al suo termine la ragazza si era tuffata di nuovo nel suo mondo di libri e aveva superato quell’ultimo periodo a modo suo. Lei, invece, aveva avuto qualche problema in più a superare la faccenda già di per sé dolorosa, ed aggravata della morte di Fred.
In effetti, dopo tutto quello che avevano passato, quell’ultima fissazione di Hermione sull’oziare sembrava quasi una barzelletta.
Comunque l’amica non ascoltava quasi mai i suoi consigli, considerò Ginny accomodandosi su una poltrona davanti al caminetto, quindi non diede troppo peso alla faccenda lasciando che Hermione uscisse dal passaggio dietro il dipinto che caratterizzava l’entrata della Torre Grifondoro. Prese un dolcetto a caso da uno dei vassoi portati dai compagni per festeggiare la fine degli esami e dopo averne controllato la natura –non voleva certo finire come Neville anni prima- se lo gustò completamente dimentica della notizia per Hermione che l’aveva fatta correre dalla guferia fin lì.
 
***
 
Luna passeggiava tranquilla per il parco della scuola quando vide in lontananza la chioma selvaggia dell’amica Grifondoro. Le si avvicinò curiosa mentre la ragazza rimaneva di spalle. Visto quello che era successo si sarebbe aspettata di più di trovarla in Sala Grande a strapazzare dal nervosismo qualche irrispettoso delle regole –di sicuro vittima innocente dei Gorgosprizzi e della loro influenza sulle menti umane- non a girovagare senza far niente come se nulla fosse.
Accostandosi si accorse però che sembrava parecchio concentrata a fissare qualcosa per terra. Magari aveva trovato una Scormica Tenebrosa. Erano molto rare e sospettose. Bisognava infatti evitare di interrompere il contatto visivo fino a quando l’adorabile insetto non avesse rinfoderato il pungiglione –letale- altrimenti si rischiava di irritarlo con la conseguente morte prematura dell’osservatore. C’era chi affermava che l’ippogrifo e la Scormica Tenebrosa avessero origini comuni per via di alcune similitudini comportamentali ma Luna non dava credito a quei pettegolezzi. Lei e suo padre erano studiosi seri delle creature magiche, seguivano solo prove, non dicerie! Tutto ciò che sapeva sulle creature magiche glielo aveva insegnato proprio suo padre e Luna ne era molto orgogliosa. Tra le altre cose, proprio quella mattina le era arrivata una lettera dove Xenophilius Lovegood le raccomandava di inviargli il succo di Mandragola per un esperimento mirato ad attirare almeno un Ricciocorno Schiattoso.
Così si allontanò silenziosa com’era arrivata e lasciò la Caposcuola seduta alle prese con la Scormica Tenebrosa per dirigersi verso le serre.
In fondo Luna non voleva mica mettersi in mezzo tra la ragazza e l’insetto.
Sarebbe stato tremendamente inopportuno.
 
***
 
Neville osservò la sua ragazza allontanarsi da Hermione senza nemmeno salutarla.
Che avessero litigato?
Lo riteneva improbabile considerando che litigare con Luna era più difficile di convincere Hagrid che Grop non era adatto a fare da guardia ai cuccioli di Schiopodi Sparacoda che, per la disperazione delle generazioni future, erano sopravvissuti alla Grande Battaglia dell’anno prima.
Osservò Hermione rilassarsi all’ombra di un albero mentre cercava una pianta richiesta da Madama Sprite in persona. Si fidava del suo alunno migliore e lui non voleva certo deluderla! Sorrise contento alla vista dell’ozio indisturbato della Caposcuola e dopo aver visto il livello di stress che aveva raggiunto a causa dei MAGO decise di lasciarla in pace andandosene senza salutarla. Temeva che la notizia di quel mattino l’avrebbe sconvolta, -o più probabilmente fatta infuriare- ma si sbagliava. La novella in questione era arrivata mentre il ragazzo si trovava con Ginny e Luna in attesa lui di notizie dalla nonna, Luna da suo padre e Ginny dal suo Harry. La smorfia della Weasley nel leggere la corta lettera era stata seguita da una serie di parolacce e imprecazioni che l’avevano fatto arrossire. Inutile dire che dopo averli informati era corsa via quasi scontrandosi con Draco Malfoy mentre usciva. Il Serpeverde si era scostato appena in tempo con una smorfia ma aveva avuto il buongusto di star zitto. Dopo il suo tradimento alla causa dei Mangiamorte e la seguente collaborazione con l’Ordine quasi due anni prima, infatti, li aveva aiutati molto mentre Harry, Ron e Hermione davano la caccia agli Horcrux. Era sempre rimasto distaccato e non aveva mai realmente legato con nessuno nell’Ordine.
Perso nei suoi pensieri si ritrovò davanti ad un cespuglio. Scostando un poco le foglie e i rovi riuscì a trovare la piantina che la professoressa gli aveva chiesto e dopo averla riposta in un vasetto si incamminò verso la Sala Grande.
Era quasi ora di cena.
 
***
 
Era ora di cena e lui, come sempre, non aveva fame. Si accomodò in un angolo della tavolata di Serpeverde subito raggiunto da Pansy. Le rivolse una smorfia a mò di saluto e lasciò che lo sommergesse con le sue chiacchiere. Bastava lei per tutti e due a fare conversazione, soprattutto quando lui era di cattivo umore. Quasi sempre, insomma.
Mentre parlava lei giocava con l’anello che le stringeva l’anulare sinistro come a volerle impossibilitare ogni possibile fuga.
Sorella, amica e amante.
Pansy era stata il motivo che l’aveva spinto a tradire il marchio che portava al braccio sinistro per scongiurare anche per lei un futuro del genere. La osservò gesticolare mentre muoveva i capelli costretti il un rigido caschetto cui sfuggiva solo il ciuffo leggermente più corto. Non era pentito della sua scelta, avrebbe sopportato mille torture ma non avrebbe fatto lo stesso errore due volte. La morte di Tiger si sarebbe potuta evitare se avesse accettato prima l’aiuto di Severus. Ma, osservando Goyle sedersi un posto più vicino a lui del giorno prima, considerò che non fosse il caso di mettersi a rimuginare su certi fatti del passato. Non in pubblico almeno. Così spostò di nuovo la sua concentrazione sulla compagna. A fine guerra le aveva confessato tutto giusto la sera prima del processo da cui era uscito innocente ma non di certo pulito. Lei, sincera come era solamente con lui, si era confessata a sua volta. Non si erano detti niente di nuovo ma esprimere ad alta voce segreti che li governavano da troppo tempo li aveva aiutati ad affrontare uniti -mai più soli- il mondo esterno.
Lei infatti sapeva che lui tradiva la causa e lo aveva coperto più di una volta a sua insaputa.
Lui sapeva che lei non era la stupida oca che aveva interpretato dalla nascita ma che solamente quel ruolo l’aveva salvata dal ricevere il Marchio Nero.
Pansy era, infatti, tutto fuorché stupida o ingenua. Interpretando quel personaggio aveva distratto tutti, persino suo padre, dall’indagare sulla sua reale personalità evitando così di venir presa in considerazione per ricevere il Marchio Nero.
Un attimo di silenzio gli fece alzare la testa verso l’entrata dove l’eroina per eccellenza Hermione Granger avanzava a testa alta.
«Curioso che sia qui».
«Perché?», chiese Pansy sorpresa dall’essere interrotta così bruscamente. Così Draco le raccontò di ciò che aveva sentito sulla soglia della guferia e Pansy, che era terribilmente pettegola, tacque comprendendo all’istante quando fosse il momento di tacere. Era una caratteristica che aveva dovuto apprendere velocemente per sopravvivere nel suo ambiente. Saper ascoltare, tacere e diffondere le informazioni a loro piacimento era qualcosa in cui sia Pansy sia Draco eccellevano, da bravi Serpeverde.
 
***
 
Pansy sapeva di essere molto empatica. Capiva bene cosa provava la gente semplicemente da un gesto, uno sguardo. Questo l’aveva portata a una comprensione delle persone più approfondita degli altri. E questo era un vantaggio nel suo mondo di cui non poteva fare a meno.
Ora, però, era interdetta. Se quel che Draco diceva di aver sentito in guferia era vero allora che ci faceva la Granger tutta calma a cena?
Che la Weasley fosse tranquilla lo poteva comprendere, ma la Granger aveva il terribile vizio di reagire in maniera esagerata di fronte a questioni simili ed in quel momento pareva addirittura rilassata e.. vittoriosa!
Si scambiò uno sguardo stupito con Draco che, per tutta risposta, scrollò le spalle facendole intendere che poteva fregargliene di meno.
 
***
 
Hermione non capiva perché tutto d’un tratto l’intera Sala Grande fosse interessata alla specie di vivisezione a cui stava sottoponendo una povera bistecca che le era capitata nel piatto e aveva avuto la sfortuna di essere piena di nervetti e grasso… profondamente odiati dalla Caposcuola. Dopo la fine della guerra era consapevole di essere perennemente al centro dell’attenzione di tutto il mondo magico, ma quella sera le sembravano un po’ esagerati. Il sospetto che le mancasse qualche informazione diventò certezza all’arrivo caotico e fuori orario di posta di Leo, il gufetto del suo ragazzo.
 
***
 
5 ore prima
«Miseriaccia!»
«Calmati Ron. »
«Miseriaccia! », l’imprecazione preferita del rosso si ripetè ancora più forte.
«Questa è la volta buona che mi ammazza », piagnucolò.
«Beh io te l’avevo detto che non avrebbe approvato.. », commentò il fantasma, «Taci tu! Ci si può dare una mossa qui? Ho un braccio che puzza di bruciato… ma che dico, miseriaccia, è bruciato! E c’ho pure mezzi capelli andati! »
«Ron, calmati. A noi è successo un sacco di volte» sghignazzò ancora quello, «E poi l’avevo detto che te, George e Harry non ne sarebbero stati capaci. Insomma qui l’unico adatto sarei io! ».
Finita la frase il fantasma di Fred Weasley svolazzò allegro dall’altra parte della stanza d’ospedale.
«Riprodurre una sottospecie di mantello dell’invisibilità temporaneo è al di sopra delle vostre abilità, anche con l’originale sotto il naso! Ah, a proposito: Harry grazie lo stesso, sei un amico! Comunque l’avevo detto che la pozione dell’invisibilità su un mantello normale non andava bene».
«Un altro “ve l’avevo detto” e nemmeno il tuo essere incorporeo ti salverà».
L’abbaiare contro un fantasma di Ron andò a vuoto mentre Harry recuperava da una sbavante infermiera una pergamena con penna e calamaio.
«Aspetta, cosa stai facendo? », domandò Ron. «Scrivo a Ginny prima che sia il giornale a dirle che sei finito in ospedale per qualche esperimento dei Tiri Vispi Weasley» commentò sconsolato Harry.
«Diavolo, devo scrivere a Hermione! » I gemelli scoppiarono a ridere per poi esclamare: «Ti mangerà vivo! Lo sai che si preoccupa troppo».
Gli sghignazzi andarono avanti mentre il fratello minore imprecava a causa delle medicazioni maldestre di un’infermiera in pieno delirio da “o-mio-dio-sono-Harry-Potter-e-Ron-Weasley”.
Lasciato l’ospedale tornarono a Diagon Alley dopo aver riaccompagnato Harry al ministero.
Ron scrisse così la più lunga lettera della sua vita, nel tentativo di indorare la pillola che sarebbe rimasta incastrata comunque nella gola della sua ragazza, che di questi esperimenti non voleva sentirne parlare. Infatti Ron aveva probabilmente l’unica ragazza al mondo che avrebbe preferito che facesse l’Auror, dove i pericoli c’erano ma erano normali, piuttosto che esperimenti misteriosi e probabilmente poco legali con George rinchiusi nello scantinato sotto il negozio Tiri Vispi Weasley.
Così Leo partì dopo un’ora in direzione Hogwarts, mentre Ron Weasley pregava per la grazia certo della sfuriata che sarebbe arrivata.
 
***
 
La Sala Grande osservò Hermione Granger leggere la lettera incriminata mentre il suo volto rimaneva impassibile. Coloro che erano più vicini, però, rabbrividirono nel vedere gli occhi della Caposcuola Grifondoro incupirsi sempre di più. Anche i più lontani videro Ginny Weasley sghignazzare mentre osservava la sua migliore amica diventare sempre più rossa in volto, conscia che il fratello non l’avrebbe scampata.
Con gesti meccanici Hermione richiuse la lettera nella busta e diede da mangiare a Leotordo. Infine alzò gli occhi e scrutò torva la folla che la fissava, facendo tremare i meno audaci.
 Hermione Granger si era arrabbiata.












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Salve, faccio una toccata e fuga per pubblicare una one-shot dopo più o meno tre anni di inattività. In effetti questa fanfiction l'ho scritta a pasqua 2012 e non ho la più pallida idea del perché io la stia pubblicando ma... Non so, ormai è fatta.
Spero sia una lettura piacevole, qualsiasi commento è il benvenuto purchè sia costruttivo!!

Zafry

PS Si, è praticamente una non-sense.
PPS Si, ci sono alcuni dettagli che non combaciano con il canon (e c'è un animale inventato) ma per una one-shot potete chiudere un occhio ;)
PPS Il titolo è una semi-cit di Alessandro D'avenia: "
Quando ci si annoia è perché non si vive abbastanza."
   
 
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