Il
sacco da boxe precedentemente distrutto da Robin Mask era stato
sostituito già
il giorno dopo. Ciò che non si poteva sostituire,
ovviamente, era il senso di
vuoto che la scomparsa della giovane moglie gli aveva logicamente
provocato.
Di
Alya ancora nessuna traccia e la polizia, come aveva ben previsto, non
aveva
trovato nulla a casa dell’insospettabile
Howard. Quegli incapaci detective ovviamente non avevano trovato nulla
interrogando brevemente i Lancaster, e per quanta inimicizia ci fosse
il vecchio
Howie era troppo potente e influente presso Scotland Yard da poter
permettere
loro di effettuare una indagine più accurata senza che la
polizia ci rimettesse
la faccia.
Logicamente
la preoccupazione dell’ex lottatore non era diminuita durante
quei giorni di
attesa, e dato che nessun rapitore si era messo in contatto gli
inquirenti
avevano anche ipotizzato ad un allontanamento volontario. Balle, la
verità era
un’altra e con tutta probabilità
c’entrava il suo vicino di casa molto
probabilmente rimasto offeso per il presunto matrimonio della figlia
scellerata. Era comunque una fortuna che sua sorella Elizabeth fosse
giunta
fino alla vecchia dimora di famiglia per assistere al parto della sua
secondogenita, poiché grazie alla sua presenza non aveva
già sguinzagliato i
propri alligatori alla volta di villa Lancaster per una guerra persa
già in
partenza, ed ella aveva suggerito un piano ben più
sopraffino per seguire la
vicenda senza che nessuno sospettasse di nulla.
Non
sapeva dire se mandare quella ragazzina irlandese che tanto piaceva a
Kevin
all’interno della grande magione nemica fosse stata una buona
idea, ma doveva
comunque riconoscerle un certo coraggio ed era inoltre una sottile
speranza per
avere notizie certe di Alya senza devastare tutto e passare
automaticamente
dalla parte del torto.
Fin
qui ci arrivava anche lui, grazie anche alle fin troppo sagge parole di
sua
sorella che lo invitavano a riflettere, e più il tempo
passava, più i giorni si
susseguivano tra loro in una costante angoscia di ricevere notizie
certe, più
nel cuore di Robin Mask si creava un ghiaccio cinico e determinato che
non
provava da molto tempo ormai. Più precisamente da quando non
indossava i rigidi
abiti del Barracuda.
Se
il suo si trattava di uno “scudo” per proteggersi
dalla situazione disagevole
in cui era finito era più che comprensibile, ma
l’anziano maggiordomo capo
trovò una certa perplessità nel dover
rispolverare la vecchia divisa del
proprio signore appesa nell’angolo più remoto del
proprio armadio.
Robin
Mask non si stava limitando a calarsi nella personalità del
suo spietato e
freddo alter ego, ma esigeva anche di vestirne i panni inquietando
lievemente
il fedele Archie che al momento lo stava aiutando a vestirsi nella
camera
adibita a camerino prova.
–
Mi calza ancora
alla perfezione… –
Mormorò
soddisfatto un padrone di casa che, pur non sfilandosi l’elmo
medioevale, si
trovò ad indossare la vecchia giacca damascata osservandosi
con una nota di
compiacimento allo specchio.
–
È
davvero sicuro di voler indossare
nuovamente questo completo, signore? È passato molto tempo e
avrebbe bisogno di
passare in tintoria–
L’anziano
maggiordomo provò a dissuadere il proprio signore dal voler
rivestire abiti
così pericolosi, con una scusa anche comprensibile, ben
sapendo che comunque
mister Mask era già calato a sufficienza
nell’abisso della vendetta per poter
sperare di tirarlo fuori tanto facilmente. Probabilmente
finchè non avrebbe
ritrovato la giovane moglie sarebbe stato un continuo inabissarsi in
quella sua
oscura personalità, e neanche Elizabeth avrebbe potuto fare
qualcosa nonostante
la sua determinazione. Arrivato a quel punto solo Alya sarebbe riuscito
a farlo
ragionare… lei, o la testa su un piatto d’argento
del marchese Lancaster.
La
risposta affermativa di sir Robin tuttavia non si fece sentire,
bloccata sulla
punta della lingua poiché le grida di Santiago, la tata al
servizio dei Mask,
non si fece sentire in tutta la sua contrarietà.
Un
coro di voci maschili, che variavano tra l’allegro e il
seccato per
l’interruzione della governante di casa, si fecero sempre
più intense a mano a
mano che si avvicinavano alla stanza in cui si era rifugiato
l’ex lottatore
deciso a calarsi del tutto in un alter ego che gli altri avevano
conosciuto
solo una volta nella loro vita.
Mister
Mask non si allarmò più di tanto sentendo quegli
schiamazzi provenire dal
corridoio, contrariamente ad Archie che ebbe l’impulso di
volersi avvicinare
alla porta, pur fermato da un gesto del padrone, ma le urla isteriche
in lingua
spagnola della donna erano ciò che più lo
seccavano. Sapeva chi stava giungendo
nella sua stanza, ma francamente parlando non aveva voglia di
affrontarli come
si deve.
–
Señor
Robin! Señor Robin!! Questi
bifolchi sono entrati senza…! –
–
Va tutto bene,
Santiago… non c’è
bisogno di agitarsi tanto. I qui presenti componenti della Muscle
League sono
miei ospiti. Anche se non li aspettavo così presto
–
Queste
furono le testuali parole del padrone di casa una volta che le doppie
porte
della stanza si aprirono mostrando quelli che erano i primo ospiti di
un rito
piuttosto consolidato all’interno della League, e per quanto
la corpulenta
governante di origini ispaniche aveva provato, coraggiosamente andava
detto, a
impedire a quei robusti lottatori di farsi avanti all’interno
della villa nulla
poteva contro una massa di super uomini abbastanza scocciati della sua
presenza.
–
Sentito donna?
Vacci a preparare
dei tramezzini e vedi di lasciarci in pace! ¡Ándale! –
Così
le rispose Buffaloman dandole una sonora pacca sul didietro,
beccandosi per tal motivo più di un insulto in spagnolo a
cui lui rispose
ridendo, e suscitando anche l’ilarità del
drappello di persone che chiusero le
porte lasciando la povera Santiago ad allontanarsi con più
di un diavolo per
capello.
–
Diamine Robin… ti stavi forse scordando di noi? Lo sai che
le
tradizioni sono le tradizioni, no? –
Dopo
quel breve siparietto introduttivo il lottatore di origini
spagnole tornò a parlare senza far molto caso
all’abbigliamento del proprio
collega, il drappello di chojin aveva gironzolato brevemente per la
villa in
cerca del proprietario e dunque per lui che fosse elegante o meno poco
importava, ma chi per primo fece notare a tutti un particolare
interessante fu
il pacato Ramenman.
–
Ogni volta che nasce un figlio ad un membro della Muscle League
questo viene presentato a tutti i suoi membri. Ma a quanto pare il
nostro
collega ha in mente ben più oscuri propositi… ora
che è ritornato ad essere il
Barracuda–
Le
parole del lottatore cinese furono assai taglienti nei confronti del
futuro padre, per quanto pronunciate con la solita pacatezza, e gli
occhi vermigli
di Robin Mask non tardarono a puntarsi con una scintilla di malcelata
aggressività sulla ieratica figura di Ramenman e sul
restante drappello di
lottatori che stavano iniziando a ricordare quell’oscuro
alter ego.
–
E perché mai dovrebbe ritornare a vestire quei panni?
– fece scettico
Broken Jr, che fino a quel momento era stato l’ultimo a
chiudere la fila dei
lottatori fin troppo scalmanati – sta per diventare padre!
Non ha motivo di mettersi
dei vecchi abiti polverosi… a meno che non sia successo
qualcosa…?–
Le
parole morirono lentamente in gola all’ex lottatore tedesco,
che
seppur brevemente aveva sperato in una situazione tutt’altro
che drammatica
visto le liete circostanze di veder nascere un figlio. Broken Jr
sperava che
questa volta il vecchio collega si gustasse la paternità
come si deve, molto
meglio di come l’aveva affrontata lui che con un certo
cipiglio militare aveva
istruito un figlio che nonostante tutto lo ammirava, ma oltre quella
maschera
di metallo si poteva notare tutto meno che gli occhi di un uomo felice.
Tanto
che tutti i presenti si guardavano con un’aria allarmata in
silenziosa attesa
di una risposta che tardava ad arrivare.
–
Ho come l’impressione che non ci sarà nessuna
festicciola… e non
perché siamo venuti qui in anticipo rispetto la nascita
della pupetta –
Con
il suo solito cinismo soft Rikishiman aveva colpito nel segno per
quanto non si fosse spinto oltre a spiegare la situazione, anche se
tutti ormai
stavano iniziando a fare un po’ per volta dei ragionamenti e
conclusioni poco
gradevoli, poiché quel genere di spiegazioni spettavano solo
al nobile inglese.
Delucidazioni
che non tardarono ad arrivare, sorprendendo tutti per
l’innaturale freddezza che il futuro padre usò per
parlare con loro.
–
Hai detto bene… Nessuna festicciola si terrà a
breve così come nessun
parto si terrà, con tutta probabilità, in questa
casa. Ma ho ancora tutto il
tempo di far maturare i miei sospetti in una atroce realtà
dei fatti –
Decise
dunque di raccontare a degli ospiti sempre più allibiti,
oltre
che preoccupati, tutte le sfortunate vicende i malcelati sospetti che
fino a
quel momento lo avevano tormentato. E a mano a mano che procedeva nel
racconto
trovò una piccola valvola di sfogo grazie alla presenza dei
propri colleghi
che, come ben immaginò già da prima che aprissero
quella porta, forse non gli
avrebbero negato un piccolo aiuto nei suoi propositi. Si era ripromesso
assieme
a Lizzie e a Kevin di procedere in gran segreto con la raccolta di
indizi sulla
condizione di Alya, ma quando i componenti della Muscle League
iniziarono a
delineare quelli che in principio erano semplici sospetti allora tutto
il bel
piano della cara sorella stava prendendo una piega diversa.
–
Hm… stai a vedere che il matrimonio di Emerald Lancaster con
quel
povero Cristo di Warsman c’entri qualcosa? – si
domandò il chojin di origini
ispaniche piuttosto dubbioso – anche se mi sembrerebbe
assurdo che il vecchio
Howie c’entri qualcosa, dato che i due stanno divorziando!
–
–
E tu come fai a sapere che sono effettivamente loro a divorziare?
È
dunque vera la faccenda di un torneo in corso? –
Ormai
anche uno come Robin aveva capito che la riottosa sposina era la
figlia del proprio arcinemico, ma aveva bisogno della sua definitiva
conferma
così da poter contare sull’aiuto di tutti i suoi
compagni.
–
Ma come, non lo sai? È un torneo speciale che danno in
seconda serata
qui sulla Terra – fece incredulo il lottatore di sumo, che
fino a quel giorno
non si era perso una sola puntata di quei cruenti combattimenti
– logicamente
su Amazon ha un grande pubblico dato che si tratta di un evento senza
precedenti, ma le Deva sono fuori di testa quando si tratta di mettere
su certi
spettacoli cruenti! Neppure i MacMadd saprebbero fare di meglio!
–
Ed
ecco che la conferma dei suoi sospetti veniva per bocca di
Rikishiman, accompagnato anche dal freddo silenzio che ne
conseguì quando il
padrone di villa Mask affermò che in tutta
l’Inghilterra non un solo canale
mostrava tale torneo anche ad un’ora tarda e con poca
audience.
–
Direi che questo è un altro punto che va a sfavore del
nostro ex
collega…– fece pensoso il cinese, avvicinandosi ad
una finestra ad arco ed
osservando un punto indefinito del paesaggio composto da una foresta
che si
perdeva a perdita d’occhio. Anche se non era in vista era
logico che stesse
guardando verso villa Lancaster – in qualche modo deve aver
convinto i MacMadd
a presentare il torneo ad un’ora piuttosto tarda
affinchè poche persone si
accorgessero dell’accaduto… oppure si è
limitato unicamente ad oscurare i
canali di un unico stato aiutato anche dalle
“difficoltà tecniche” che le
trasmissioni provenienti da Amazon incontrano lungo la loro strada. Ma
a parte
questo sono indizi che non si possono ignorare già per il
malcelato disgusto
che ha sempre nutrito per Warsman –
Il
marchese non ne aveva mai fatto mistero di non sopportare il
lottatore di origini russe e più di una volta aveva
criticato Robin Mask per
averlo preso come allievo prediletto, oltre che dare della
“bestia” a Warsman
anche in presenza degli altri lottatori della League. Un atteggiamento
che il giovane
cyborg alla fine non era più riuscito a gestire, anche
logicamente parlando
dato che non è mai bello sentirsi sminuire davanti ai propri
colleghi, e per
quanto per certi versi il marchese poteva pure avere ragione sotto
certi
aspetti, tanta era l’influenza del Lancaster nella League da
intaccare anche il
giudizio consolidato di tutti i suoi membri, alla fin fine
l’unica via da
trovare era quella di una sfida in piena regola.
Se
Warsman avesse vinto allora Howard avrebbe smesso ( forse ) di
metterlo in cattiva luce anche all’interno della Muscle
League, se avesse perso
allora il russo se ne sarebbe dovuto andare perché, a parere
di Howard,
“insudiciava il buon nome della lega con il suo patrimonio
genetico
pericoloso”. Il duello si tenne sotto lo sguardo vigile di
tutte le leggende
del wrestling appartenenti alla League, compreso re Suguru, ed
è forse
superfluo dire che fu Howard Lancaster a vincere arrivando quasi a
staccargli
la testa dal corpo.
Logicamente
neppure il marchese ne uscì indenne, non aveva combattuto
contro un vecchietto e il suo completo bianco si era lacerato come
carta
bagnata sotto gli artigli nemici, e se Warsman l’aveva
scampata era grazie al
disappunto di mister Mask che ben notò i tentativi del
nobiluomo inglese di
contravvenire alle leggi dell’incontro che prevedeva solo la
sconfitta, e non
la morte, dell’avversario battuto.
Al
russo, a causa di questa sottile scorrettezza del Lancaster, venne
dunque concesso di rimanere un membro onorario della Muscle
League… ma non potè
più farne parte in maniera effettiva divenendo a tutti gli
effetti un reietto.
–
Beh, se le cose stanno così direi che herr
Lancaster si sta comportando decisamente male – fece a bassa
voce il
vecchio Brocken, estraendo la propria fiaschetta di liquore da dentro
una tasca
interna dell’impermeabile –se è vero che
ha rapito tua moglie forse lo ha fatto
come mezzo preventivo per evitare che Warsman si rifiuti di
divorziare… ciò non
toglie che non possiamo limitarci a guardare e basta. Non questa volta.
O quantomeno
non buttandoci nelle fauci di un drago con molti amici–
Il
vizio dell’alcool non se l’era ancora fatto passare
del tutto, ma
non era ancora così ubriaco dal pronunciare emerite
sciocchezze come quella di
fiondarsi a capofitto contro la reggia del marchese come ben avrebbe
fatto
Robin qualche giorno fa.
Già
stava iniziando ad affamare i coccodrilli presenti nel campo di
addestramento quel tanto che basta per renderli aggressivi e
competitivi tra
loro, ma per fare le cose come si deve avrebbe dovuto aspettare
maggiori indizi
come stava velatamente suggerendo l’ex lottatore tedesco.
Muovere guerra ad un
uomo potente pieno di soldi e di amicizie così in alto da
far paura a Dio in
persona non era, purtroppo, molto conveniente… ne a lui, ne
a tutta la Muscle
League. E neppure per Alya la cui sorte era ignota.
Fu
a quel punto che l’anziano maggiordomo di casa Mask decise di
ricordare al proprio datore di lavoro gli appuntamenti che attendevano
il
giovane figlio e la sua attuale compagna.
–
Signore, approfitto di questa conversazione per ricordarvi che il
signorino Kevin oggi ha appuntamento con la signorina Niamh per parlare
di
quelli che possono essere nuovi sviluppi. Ovviamente la ragazza
è stata
prudente a non sbilanciarsi troppo, ma credo che per un resoconto
totale
bisognerà aspettare stasera… –
Un
modo come un altro per invitare i presenti ospiti a sedersi davanti
una tazza di tè e rilassarsi, cosa che un Robin
perfettamente calato nei panni
del Barracuda approvava assai, dunque era il caso di assecondare quel
piccolo
capriccio e attendere le notizie che avrebbe dato Kevin.
Perché
la vendetta è un piatto che va servito freddo.
-
- - - - -
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Niamh
aveva scelto di incontrare Kevin proprio a Londra, presso
l’hotel Ritz e più
precisamente all’interno della sala da tè come le
aveva suggerito il giovane
chojin che aveva scelto il luogo adatto per l’incontro,
credendo di fare la
cosa giusta nell’incontrare il proprio ragazzo in un luogo
affollato. In
pratica lei aveva suggerito di stare in città per dare meno
nell’occhio, mentre
il campione della Corona Chojin aveva scelto l’albergo in cui
farlo.
Certamente
non un luogo per plebei normali, come ben presto si accorse la giovane
cameriera di casa Lancaster una volta superata la soglia di entrata, ma
comunque abbastanza affollato per sembrare una semplice coppia che
voleva
semplicemente rilassarsi un po’.
Prima
che il ragazzo giungesse a sedersi al tavolo prenotato, lei era giunta
lì prima
e ora stava osservando con un certo imbarazzo tutti i presenti
sentendosi come
un pesce fuori dall’acqua, dovette attendere almeno dieci
minuti… e quando lo
vide arrivare a momenti non riuscì a riconoscerlo.
Sapeva
che nella famiglia Mask vigeva il codice d’onore che ogni
componente maschile,
avente il cognome per nascita, di portare sempre un elmo di foggia
medioevale
ben calcato in testa, ma le fece una certa impressione vedere il
proprio
compagno senza niente in testa se non una morbida coppola. Il completo
grigio
verde che indossava inoltre lo faceva sembrare un perfetto lord inglese
e
persino i suoi capelli sembravano aver visto il passaggio di una piastra che glieli aveva ben
lisciati. In pratica non
aveva per niente l’aria di un teppistello da strada e si era
persino sbarbato
di fresco, con l’unica eccezione, a quel travestimento per la
giovane irlandese
decisamente migliore del suo, di una cicatrice che gli partiva dal
setto nasale
fino alla guancia sinistra in ricordo di un cruento combattimento
passato.
–
Oh…
wow! Sei… sei elegante, oggi! –
Cercò
di buttarla sulla battuta, nel mentre che il giovanotto prendeva
posto accanto a lei, sentendosi però una sciocca a
commentare quello che era un
semplice travestimento. Se Niamh si sentiva ancora a disagio nei suoi
abiti, a
suo dire un po’ troppo audaci, in fin dei conti Kevin non era
alieno ad abiti
eleganti e divise scolastiche. Sapeva annodarsi una cravatta e sapeva
cosa
abbinare rispettando le cromature degli accessori con quelle degli
abiti,
dunque sapeva gestirsi bene anche in formato elegante per quanto tali
abiti gli
ricordassero ancora vivamente una infanzia che mal sopportava.
–
Che tu ci creda o no mi sono visto come un alieno davanti allo
specchio dopo essermi cambiato – senza contare che aveva
rinunciato al proprio
elmo. Ma era più probabile passare inosservato conciato
così e persino la ex
fruttivendola lo capiva – ma sono ugualmente felice di vedere
che stai bene…–
Lo
sussurrò piano, quasi intimorito di essere ascoltato da
qualcuno,
allungando sopra il tavolo le proprie mani che non ci misero molto ad
intrecciarsi con quelle della compagna. Le era mancata da morire in
quei pochi
giorni e Dio era testimone delle sue paure riguardo la sua sorte
traballante,
poiché più restava dentro quella villa
più rischiava di essere scoperta dai
molti occhi guardinghi presenti. Un solo passo falso e Niamh avrebbe
potuto
rischiare anche la vita oltre che quella della sua attuale matrigna.
Tuttavia
era difficile cercare di trattenere le emozioni che lo stavano
per spingere ad abbracciarla infischiandosene dell’etichetta
e di possibili
spie in agguato, eppure la giovane fu lesta a capire i suoi sentimenti
già
dalla presa salda, che ricambiò, alle proprie mani giunte su
di un tavolo già apparecchiato
per la colazione che li aspettava.
–
Beh… confesso che non mi sarei mai aspettata un posto di
lavoro così
grande. Ma in effetti mi piacerebbe… si, ecco, parlare della
sua tappezzeria
e…–
–
Dobroye
utro,
Victoria! Strano trovarti qui in compagnia
di un bell’imbusto per giunta…–
Le
parole della falsa cameriera di casa Lancaster vennero bloccate da
quelle dal tono piuttosto sorpreso, ma non in negativo, del capo della
sicurezza interna ossia Turbinskii. Il russo difatti si era avvicinato
al
tavolo dei due fidanzati quasi di soppiatto, aiutato anche dal fatto
che Kevin
al momento era un po’ distratto, e ora sorrideva ai due dando
subito l’idea che
non avesse riconosciuto del tutto il giovane Mask dietro
quell’audace
travestimento. O quantomeno che comunque sospettasse qualcosa di
strano, dato
che lo stesso campione della Corona Chojin si fece mortalmente serio
all’arrivo
del secondo uomo di fiducia dei Lancaster ben impacchettato nella
propria
divisa.
–
Oh… ciao, Turbinskii… n-non sapevo che anche tu
fossi qui–
Niamh
arrossì vistosamente di fronte al proprio superiore e di
riflesso
si liberò della presa del giovane lottatore andando a
tormentarsi un bottoncino
della candida camicetta, mentre Kevin studiò attentamente il
proprio ex
avversario temendo che quell’aereo da rottamare stesse solo
bleffando di essere
li solo per una mera coincidenza.
–
Beh, qui servono la migliore vodka di tutta la città!
Comunque non
volevo disturbare, dato che tu sembra in dolce compagnia
di…–
–
È m-mio cugino Kurtis…
già, proprio
così. Cugino di secondo grado ecco – lo disse in
fretta pur attenendosi al
piano che si erano progettati i due giovani nel caso venissero scoperti
in
atteggiamenti sospetti. Una buona copertura, se il russo abboccava
– è venuto
dalla scozia per visitare la città e per vedere come
stavo–
–
Non sei tenuta a dare spiegazioni a questo sconosciuto, Vichy. Anzi
sareste pregato di allontanarvi da questo tavolo e lasciarci in pace
–
–
Non sono esattamente uno sconosciuto, dato che lavoro nel medesimo
posto dove anche tua cugina lavora! –
–
E adesso lei non sta lavorando, quindi non ha motivo di
vederti–
Il
rapido scambio di battute tra i due giovani chojin riempì
quell’angolo di sala in un ambiente pregno di tensione ben
palpabile dall’unica
presenza femminile che sbiancò di paura nel vederli
squadrarsi come se fossero
pronti a confrontarsi proprio li. Forse era un po’ azzardato
da parte di Kevin
provocare in tal modo Turbinskii, eppure non si poteva certo dire che
avesse
tutti i torti.
–
Scusalo… è molto stanco e ha pure perso il treno,
oltre che…–
–
Fa niente, Victoria. È chiaro come il sole che lui
è venuto qui di nascosto
– e qui partì un’altra occhiataccia al
“cugino” arrogante – pur di
vederti in santa pace. Sai una cosa? Terrò questo segreto
per me. Ci vediamo
lunedì al lavoro–
E
detto questo, con un tono il più possibile piatto, si
allontanò dal
tavolo dei due presunti fidanzatini “incestuosi”
andandosi a sedere il più
lontano possibile da loro. Quella sua affermazione che tanto lasciava
immaginare a situazioni ben più torbide fece diventare
nuovamente paonazza la
povera ragazza di origini irlandesi, mentre il giovane lottatore rimase
impassibile nonostante il presunto fraintendimento del russo. Tutto si
sarebbe
aspettata la giovane domestica meno che il piano preparato con
così tanta cura
venisse frainteso fino a livelli quasi pericolosi, questo anche per gli
atteggiamenti equivoci in cui si erano fatti trovare, eppure sembrava
che il
capo della sicurezza li avrebbe lasciati in pace nella loro torbida
storia
senza volerne sapere alcunché come se avesse davvero creduto
a ciò che aveva
visto.
–
Uh… non è esattamente quello che mi aspettavo.
Forse non dovevo
balbettare così tanto–
–
L’importante è che creda quello che
vuole– ribattè Kevin che
continuava a scrutarlo da lontano e con circospezione – anzi,
forse a breve
avrà modo di consolidare questa teoria dato che ho prenotato
una camera qui in
albergo… e vorrei che concludessimo li la nostra
chiacchierata –
E
logicamente il giovanotto non intendeva semplicemente chiacchierare e
basta con la propria ragazza, come ben notò lei dai suoi
occhi azzurri che per
un momento brillarono di desiderio tanto da imbarazzarla lievemente, ma
ardeva
dentro per poterla nuovamente riabbracciare e toccare. Di farla sua
anche solo
per un istante per sentirla in salute e accanto a lui anche in un
momento
drammatico come quello.
Perché
se le fosse successo qualcosa non se lo sarebbe mai perdonato. E
in fin dei conti anche Niamh era del medesimo parere, andando
timidamente a
prendergli una mano, con una ennesima stretta ricambiata, questa volta
restando
nascosta sotto il tavolino.
- - - - - - - -
- - - - - - - - - - - - - - - - - -
–
Lancaster!
Lancaster ovunque! Quell’uomo sarà la nostra
rovina papà… non è possibile
continuare ad accontentarlo così, ci stiamo rimettendo un
sacco di soldi!
–
–
Comprendo la tua preoccupazione figliolo, ma credo che sia
più
pericoloso non accontentarlo–
Benchè
Vance MacMadd avesse esternato quel parere con assoluta calma,
rivolto al proprio primogenito Ikimon, era chiaro dalla sudorazione che
aveva
in fronte che la questione innervosiva anche lui. E se entrambi i
maschi della
famiglia erano agitati, di tutt’altro avviso pareva essere
Jacqueline che,
continuando ad arricciarsi tra le dita una ciocca di capelli rossi
restandosene
comodamente seduta in disparte su di una poltroncina, sembrava essere
fin
troppo tranquilla nonostante avesse provato sulla propria pelle la
paura che il
marchese sapeva generare.
Attualmente
la famiglia MacMadd si trovava nell’ufficio
dell’anziano
capofamiglia presente nella loro villa sul pianeta Kinnikku, e la
riunione era
d’obbligo dato quello che la figlia minore di Vance aveva
riferito ai due
uomini. Logicamente non avevano preso bene che il marchese si mettesse
in mezzo
ai loro affari minacciandoli di far chiudere bottega, ma che
addirittura
cercasse di pilotare le loro programmazioni era fuori da ogni logica
specie se
di mezzo c’era la sua adorata figliola.
–
Ho capito che è un uomo potente –
ribattè Ikimon che non ne voleva
sapere di calmarsi – Ma ora pretende addirittura che non
mandiamo più in onda
il torneo di Amazon! Già lo mandavamo in onda in seconda
serata sia sulla Terra
che qui da noi… ma ora pretende addirittura la sua totale
cancellazione è
inammissibile! –
I
MacMadd pensavano costantemente al proprio profitto, e anche se
Jackie non era da meno aveva più sensibilità
rispetto agli altri componenti
della sua famiglia troppo attaccati ai soldi come alle volte si
facevano
vedere. E forse era il caso di ricordare a quei testardi come stavano
le cose,
prima che le rovinassero la giornata con le loro lamentele.
–
Io credo che la strategia di Howard abbia il suo senso…
– si inserì
lei, facendo voltare le teste di entrambi gli uomini verso la sua
direzione – vuole
preservare suo figlia a qualsiasi mezzo e, nonostante
“l’incidente” al
matrimonio di mister Mask sia avvenuto quattro mesi fa, qualcuno
può sempre ricordarsi
della sua faccia ben rimasta impressa nel montaggio delle
riprese… inoltre
conosciamo i suoi trascorsi all’interno della Muscle League
per sapere che non
nutre nessuna
simpatia per Warsman e saperlo ora accompagnato con la figlia potrebbe
risultare come un grosso scandalo in Inghilterra e nel resto della
galassia. E per
i pettegolezzi non ci sono soldi che tengano che riescano a
fermarli–
Un
breve silenzio si impossessò dello studio del capofamiglia
dei
MacMadd, e tosti i due uomini guardarono la figura femminile come
attoniti e
per certi versi sconvolti dal suo permissivismo.
–
E dimmi figlia mia, cosa proponi di fare ora che abbiamo le mani
legate? – chiese Vance, e senza nascondere una nota
sarcastica– mi sembra ancora
un po’ presto per occuparci del torneo ancora in
progettazione sul Pianeta dei
Demoni. Senza contare che andare contro un Lancaster, anche di
nascosto,
potrebbe portarci alla bancarotta in un istante–
–
Oh, ma io non dico di andare contro la sua
volontà… ma di
assecondarlo proprio! Non conosco bene le motivazioni del suo gesto ma
potrebbe
essere che non voglia che neppure gli altri componenti della League
sappiano di
questo fattaccio – e qui la rossa non aveva detto una cosa
sbagliata, per
quanto fosse all’oscuro dell’intero piano
– noi limitiamoci a dare supporto
logistico ai due improbabili sposini e nel frattempo riprendiamo ogni
loro
scontro. Avremo modo di riproporlo più avanti quando le
acque si saranno
calmate… e a quel punto il marchese non potrà
dirci nulla poiché il montaggio
sarà una voluta glorificazione delle gesta della marchesa.
Facile, no? –
Facile
almeno sulla carta, poiché per un motivo o per
l’altro non era
esattamente facile comunicare con il drappello di lottatori che
seguivano le
imprese dei due futuri divorziati, per quanto i mezzi della League
fossero
comunque ottimi, ma anche qui non poteva sapere che mister Howard aveva
i suoi
agenti sguinzagliati per il pianeta che prontamente
“impedivano” ai ragazzi di
comunicare con il mondo esterno per non lasciare che altre notizie
trapelassero
fino alla Terra. I pochi agenti che aveva non gli permettevano di agire
come
avrebbe voluto, ricordiamoci che su Amazon aveva comunque meno
influenza della
Muscle League, ma schiavizzando i MacMadd poteva comunque ricavarci
qualcosa di
utile.
E
tra le tante cose a cui doveva pensare il povero marchese gli era
passato per la testa solo in quei giorni che forse era il caso di
evitare che
pure gli altri suoi ex colleghi venissero a conoscenza del torneo su
Amazon.
Era
stata la stessa Alya a ricordargli che molte vecchie leggende
sarebbero giunte in Inghilterra per la tradizionale presentazione del
nascituro
ai membri della League, e se tutti avessero scoperto della sparizione
della
dottoressa allora non ci avrebbero messo molto tempo a collegare il
presunto
rapimento con il torneo presente sul pianeta delle donne e…
la sua storica
antipatia nei confronti del lottatore russo.
Howard
comunque stava già idealizzando un piano per nascondere le
sue
malefatte, mettendo in giro, con prove “certe”
magari messe su da degli attori
ripresi da delle telecamere di sorveglianza di un qualunque
spazioporto, un video
che rappresentava la fuga volontaria della nuova signora Mask con un
suo
presunto amante.
Mentre
per quanto riguardava madame stessa… probabilmente
l’avrebbe
ricondotta su Amazon in gran silenzio premurandosi di farle cancellare
la
memoria riguardo suo marito e tutti gli avvenimenti precedenti e
sostituendola
con una completamente falsa riguardante un presunto litigio con Robin e
con la
sua volontà di non rivederla mai più. Ne lei ne
la bambina che a quel punto
sarebbe nata senza un padre e cresciuta nel proprio clan natale.
Forse
un piano a dir poco diabolico, senza tener conto di coloro che ci
sarebbero andati di mezzo, ma in fin dei conti lui sul pianeta Terra
poteva
fare quello che voleva… e per i MacMadd bastava
semplicemente non finirci di
mezzo nel modo consigliato dalla stessa Jacqueline.
Con
mooolto ritardo aggiorno, e con un capitolo praticamente di mezzo
anche se, nel suo piccolo, qualche informazione importante la da. Mi
sembrava
giusto approfondire i timori di Warsman nei confronti di Howard, e di
un suo
piano di “fuga” nel caso le cose dovessero
precipitare. Per il resto spero
abbiate fatto buona lettura.