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Autore: vermissen_stern    14/06/2015    1 recensioni
Sono passati quattro mesi dal matrimonio disastroso in cui Kid Muscle e Kevin Mask hanno quasi dato la vita per poter redimersi da una accusa infamante. Robin Mask a breve diventerà padre per la seconda volta, mentre Warsman ha preso la sua decisione di allenare il cugino di Kevin alle tecniche di famiglia. Ed i ragazzi della Muscle League hanno deciso di prendersi una vacanza dopo la Corona Chojin... il punto è: quanto a lungo potrà durare tutto questo? ed il matrimonio è davvero la cosa giusta da fare?!
Genere: Avventura, Generale, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Kevin Mask, Kid Muscle, Nuovo personaggio, Robin Mask, Warsman/Lord Flash
Note: Lime, OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Reignite '
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Il sacco da boxe precedentemente distrutto da Robin Mask era stato sostituito già il giorno dopo. Ciò che non si poteva sostituire, ovviamente, era il senso di vuoto che la scomparsa della giovane moglie gli aveva logicamente provocato.

Di Alya ancora nessuna traccia e la polizia, come aveva ben previsto, non aveva trovato nulla a casa dell’insospettabile Howard. Quegli incapaci detective ovviamente non avevano trovato nulla interrogando brevemente i Lancaster, e per quanta inimicizia ci fosse il vecchio Howie era troppo potente e influente presso Scotland Yard da poter permettere loro di effettuare una indagine più accurata senza che la polizia ci rimettesse la faccia.

Logicamente la preoccupazione dell’ex lottatore non era diminuita durante quei giorni di attesa, e dato che nessun rapitore si era messo in contatto gli inquirenti avevano anche ipotizzato ad un allontanamento volontario. Balle, la verità era un’altra e con tutta probabilità c’entrava il suo vicino di casa molto probabilmente rimasto offeso per il presunto matrimonio della figlia scellerata. Era comunque una fortuna che sua sorella Elizabeth fosse giunta fino alla vecchia dimora di famiglia per assistere al parto della sua secondogenita, poiché grazie alla sua presenza non aveva già sguinzagliato i propri alligatori alla volta di villa Lancaster per una guerra persa già in partenza, ed ella aveva suggerito un piano ben più sopraffino per seguire la vicenda senza che nessuno sospettasse di nulla.

Non sapeva dire se mandare quella ragazzina irlandese che tanto piaceva a Kevin all’interno della grande magione nemica fosse stata una buona idea, ma doveva comunque riconoscerle un certo coraggio ed era inoltre una sottile speranza per avere notizie certe di Alya senza devastare tutto e passare automaticamente dalla parte del torto.

Fin qui ci arrivava anche lui, grazie anche alle fin troppo sagge parole di sua sorella che lo invitavano a riflettere, e più il tempo passava, più i giorni si susseguivano tra loro in una costante angoscia di ricevere notizie certe, più nel cuore di Robin Mask si creava un ghiaccio cinico e determinato che non provava da molto tempo ormai. Più precisamente da quando non indossava i rigidi abiti del Barracuda.

Se il suo si trattava di uno “scudo” per proteggersi dalla situazione disagevole in cui era finito era più che comprensibile, ma l’anziano maggiordomo capo trovò una certa perplessità nel dover rispolverare la vecchia divisa del proprio signore appesa nell’angolo più remoto del proprio armadio.

Robin Mask non si stava limitando a calarsi nella personalità del suo spietato e freddo alter ego, ma esigeva anche di vestirne i panni inquietando lievemente il fedele Archie che al momento lo stava aiutando a vestirsi nella camera adibita a camerino prova.

Mi calza ancora alla perfezione… –

Mormorò soddisfatto un padrone di casa che, pur non sfilandosi l’elmo medioevale, si trovò ad indossare la vecchia giacca damascata osservandosi con una nota di compiacimento allo specchio.

È davvero sicuro di voler indossare nuovamente questo completo, signore? È passato molto tempo e avrebbe bisogno di passare in tintoria–

L’anziano maggiordomo provò a dissuadere il proprio signore dal voler rivestire abiti così pericolosi, con una scusa anche comprensibile, ben sapendo che comunque mister Mask era già calato a sufficienza nell’abisso della vendetta per poter sperare di tirarlo fuori tanto facilmente. Probabilmente finchè non avrebbe ritrovato la giovane moglie sarebbe stato un continuo inabissarsi in quella sua oscura personalità, e neanche Elizabeth avrebbe potuto fare qualcosa nonostante la sua determinazione. Arrivato a quel punto solo Alya sarebbe riuscito a farlo ragionare… lei, o la testa su un piatto d’argento del marchese Lancaster.

La risposta affermativa di sir Robin tuttavia non si fece sentire, bloccata sulla punta della lingua poiché le grida di Santiago, la tata al servizio dei Mask, non si fece sentire in tutta la sua contrarietà.

Un coro di voci maschili, che variavano tra l’allegro e il seccato per l’interruzione della governante di casa, si fecero sempre più intense a mano a mano che si avvicinavano alla stanza in cui si era rifugiato l’ex lottatore deciso a calarsi del tutto in un alter ego che gli altri avevano conosciuto solo una volta nella loro vita.

Mister Mask non si allarmò più di tanto sentendo quegli schiamazzi provenire dal corridoio, contrariamente ad Archie che ebbe l’impulso di volersi avvicinare alla porta, pur fermato da un gesto del padrone, ma le urla isteriche in lingua spagnola della donna erano ciò che più lo seccavano. Sapeva chi stava giungendo nella sua stanza, ma francamente parlando non aveva voglia di affrontarli come si deve.

Señor Robin! Señor Robin!! Questi bifolchi sono entrati senza…! –

Va tutto bene, Santiago… non c’è bisogno di agitarsi tanto. I qui presenti componenti della Muscle League sono miei ospiti. Anche se non li aspettavo così presto –

Queste furono le testuali parole del padrone di casa una volta che le doppie porte della stanza si aprirono mostrando quelli che erano i primo ospiti di un rito piuttosto consolidato all’interno della League, e per quanto la corpulenta governante di origini ispaniche aveva provato, coraggiosamente andava detto, a impedire a quei robusti lottatori di farsi avanti all’interno della villa nulla poteva contro una massa di super uomini abbastanza scocciati della sua presenza.

Sentito donna? Vacci a preparare dei tramezzini e vedi di lasciarci in pace! ¡Ándale! 

Così le rispose Buffaloman dandole una sonora pacca sul didietro, beccandosi per tal motivo più di un insulto in spagnolo a cui lui rispose ridendo, e suscitando anche l’ilarità del drappello di persone che chiusero le porte lasciando la povera Santiago ad allontanarsi con più di un diavolo per capello.

– Diamine Robin… ti stavi forse scordando di noi? Lo sai che le tradizioni sono le tradizioni, no? –

Dopo quel breve siparietto introduttivo il lottatore di origini spagnole tornò a parlare senza far molto caso all’abbigliamento del proprio collega, il drappello di chojin aveva gironzolato brevemente per la villa in cerca del proprietario e dunque per lui che fosse elegante o meno poco importava, ma chi per primo fece notare a tutti un particolare interessante fu il pacato Ramenman.

– Ogni volta che nasce un figlio ad un membro della Muscle League questo viene presentato a tutti i suoi membri. Ma a quanto pare il nostro collega ha in mente ben più oscuri propositi… ora che è ritornato ad essere il Barracuda–

Le parole del lottatore cinese furono assai taglienti nei confronti del futuro padre, per quanto pronunciate con la solita pacatezza, e gli occhi vermigli di Robin Mask non tardarono a puntarsi con una scintilla di malcelata aggressività sulla ieratica figura di Ramenman e sul restante drappello di lottatori che stavano iniziando a ricordare quell’oscuro alter ego.

– E perché mai dovrebbe ritornare a vestire quei panni? – fece scettico Broken Jr, che fino a quel momento era stato l’ultimo a chiudere la fila dei lottatori fin troppo scalmanati – sta per diventare padre! Non ha motivo di mettersi dei vecchi abiti polverosi… a meno che non sia successo qualcosa…?–

Le parole morirono lentamente in gola all’ex lottatore tedesco, che seppur brevemente aveva sperato in una situazione tutt’altro che drammatica visto le liete circostanze di veder nascere un figlio. Broken Jr sperava che questa volta il vecchio collega si gustasse la paternità come si deve, molto meglio di come l’aveva affrontata lui che con un certo cipiglio militare aveva istruito un figlio che nonostante tutto lo ammirava, ma oltre quella maschera di metallo si poteva notare tutto meno che gli occhi di un uomo felice. Tanto che tutti i presenti si guardavano con un’aria allarmata in silenziosa attesa di una risposta che tardava ad arrivare.

– Ho come l’impressione che non ci sarà nessuna festicciola… e non perché siamo venuti qui in anticipo rispetto la nascita della pupetta –

Con il suo solito cinismo soft Rikishiman aveva colpito nel segno per quanto non si fosse spinto oltre a spiegare la situazione, anche se tutti ormai stavano iniziando a fare un po’ per volta dei ragionamenti e conclusioni poco gradevoli, poiché quel genere di spiegazioni spettavano solo al nobile inglese.

Delucidazioni che non tardarono ad arrivare, sorprendendo tutti per l’innaturale freddezza che il futuro padre usò per parlare con loro.

– Hai detto bene… Nessuna festicciola si terrà a breve così come nessun parto si terrà, con tutta probabilità, in questa casa. Ma ho ancora tutto il tempo di far maturare i miei sospetti in una atroce realtà dei fatti –

Decise dunque di raccontare a degli ospiti sempre più allibiti, oltre che preoccupati, tutte le sfortunate vicende i malcelati sospetti che fino a quel momento lo avevano tormentato. E a mano a mano che procedeva nel racconto trovò una piccola valvola di sfogo grazie alla presenza dei propri colleghi che, come ben immaginò già da prima che aprissero quella porta, forse non gli avrebbero negato un piccolo aiuto nei suoi propositi. Si era ripromesso assieme a Lizzie e a Kevin di procedere in gran segreto con la raccolta di indizi sulla condizione di Alya, ma quando i componenti della Muscle League iniziarono a delineare quelli che in principio erano semplici sospetti allora tutto il bel piano della cara sorella stava prendendo una piega diversa.

– Hm… stai a vedere che il matrimonio di Emerald Lancaster con quel povero Cristo di Warsman c’entri qualcosa? – si domandò il chojin di origini ispaniche piuttosto dubbioso – anche se mi sembrerebbe assurdo che il vecchio Howie c’entri qualcosa, dato che i due stanno divorziando! –

– E tu come fai a sapere che sono effettivamente loro a divorziare? È dunque vera la faccenda di un torneo in corso? –

Ormai anche uno come Robin aveva capito che la riottosa sposina era la figlia del proprio arcinemico, ma aveva bisogno della sua definitiva conferma così da poter contare sull’aiuto di tutti i suoi compagni.

– Ma come, non lo sai? È un torneo speciale che danno in seconda serata qui sulla Terra – fece incredulo il lottatore di sumo, che fino a quel giorno non si era perso una sola puntata di quei cruenti combattimenti – logicamente su Amazon ha un grande pubblico dato che si tratta di un evento senza precedenti, ma le Deva sono fuori di testa quando si tratta di mettere su certi spettacoli cruenti! Neppure i MacMadd saprebbero fare di meglio! –

Ed ecco che la conferma dei suoi sospetti veniva per bocca di Rikishiman, accompagnato anche dal freddo silenzio che ne conseguì quando il padrone di villa Mask affermò che in tutta l’Inghilterra non un solo canale mostrava tale torneo anche ad un’ora tarda e con poca audience.

– Direi che questo è un altro punto che va a sfavore del nostro ex collega…– fece pensoso il cinese, avvicinandosi ad una finestra ad arco ed osservando un punto indefinito del paesaggio composto da una foresta che si perdeva a perdita d’occhio. Anche se non era in vista era logico che stesse guardando verso villa Lancaster – in qualche modo deve aver convinto i MacMadd a presentare il torneo ad un’ora piuttosto tarda affinchè poche persone si accorgessero dell’accaduto… oppure si è limitato unicamente ad oscurare i canali di un unico stato aiutato anche dalle “difficoltà tecniche” che le trasmissioni provenienti da Amazon incontrano lungo la loro strada. Ma a parte questo sono indizi che non si possono ignorare già per il malcelato disgusto che ha sempre nutrito per Warsman –

Il marchese non ne aveva mai fatto mistero di non sopportare il lottatore di origini russe e più di una volta aveva criticato Robin Mask per averlo preso come allievo prediletto, oltre che dare della “bestia” a Warsman anche in presenza degli altri lottatori della League. Un atteggiamento che il giovane cyborg alla fine non era più riuscito a gestire, anche logicamente parlando dato che non è mai bello sentirsi sminuire davanti ai propri colleghi, e per quanto per certi versi il marchese poteva pure avere ragione sotto certi aspetti, tanta era l’influenza del Lancaster nella League da intaccare anche il giudizio consolidato di tutti i suoi membri, alla fin fine l’unica via da trovare era quella di una sfida in piena regola.

Se Warsman avesse vinto allora Howard avrebbe smesso ( forse ) di metterlo in cattiva luce anche all’interno della Muscle League, se avesse perso allora il russo se ne sarebbe dovuto andare perché, a parere di Howard, “insudiciava il buon nome della lega con il suo patrimonio genetico pericoloso”. Il duello si tenne sotto lo sguardo vigile di tutte le leggende del wrestling appartenenti alla League, compreso re Suguru, ed è forse superfluo dire che fu Howard Lancaster a vincere arrivando quasi a staccargli la testa dal corpo.

Logicamente neppure il marchese ne uscì indenne, non aveva combattuto contro un vecchietto e il suo completo bianco si era lacerato come carta bagnata sotto gli artigli nemici, e se Warsman l’aveva scampata era grazie al disappunto di mister Mask che ben notò i tentativi del nobiluomo inglese di contravvenire alle leggi dell’incontro che prevedeva solo la sconfitta, e non la morte, dell’avversario battuto.

Al russo, a causa di questa sottile scorrettezza del Lancaster, venne dunque concesso di rimanere un membro onorario della Muscle League… ma non potè più farne parte in maniera effettiva divenendo a tutti gli effetti un reietto.

– Beh, se le cose stanno così direi che herr Lancaster si sta comportando decisamente male – fece a bassa voce il vecchio Brocken, estraendo la propria fiaschetta di liquore da dentro una tasca interna dell’impermeabile –se è vero che ha rapito tua moglie forse lo ha fatto come mezzo preventivo per evitare che Warsman si rifiuti di divorziare… ciò non toglie che non possiamo limitarci a guardare e basta. Non questa volta. O quantomeno non buttandoci nelle fauci di un drago con molti amici–

Il vizio dell’alcool non se l’era ancora fatto passare del tutto, ma non era ancora così ubriaco dal pronunciare emerite sciocchezze come quella di fiondarsi a capofitto contro la reggia del marchese come ben avrebbe fatto Robin qualche giorno fa.

Già stava iniziando ad affamare i coccodrilli presenti nel campo di addestramento quel tanto che basta per renderli aggressivi e competitivi tra loro, ma per fare le cose come si deve avrebbe dovuto aspettare maggiori indizi come stava velatamente suggerendo l’ex lottatore tedesco. Muovere guerra ad un uomo potente pieno di soldi e di amicizie così in alto da far paura a Dio in persona non era, purtroppo, molto conveniente… ne a lui, ne a tutta la Muscle League. E neppure per Alya la cui sorte era ignota.

Fu a quel punto che l’anziano maggiordomo di casa Mask decise di ricordare al proprio datore di lavoro gli appuntamenti che attendevano il giovane figlio e la sua attuale compagna.

– Signore, approfitto di questa conversazione per ricordarvi che il signorino Kevin oggi ha appuntamento con la signorina Niamh per parlare di quelli che possono essere nuovi sviluppi. Ovviamente la ragazza è stata prudente a non sbilanciarsi troppo, ma credo che per un resoconto totale bisognerà aspettare stasera… –

Un modo come un altro per invitare i presenti ospiti a sedersi davanti una tazza di tè e rilassarsi, cosa che un Robin perfettamente calato nei panni del Barracuda approvava assai, dunque era il caso di assecondare quel piccolo capriccio e attendere le notizie che avrebbe dato Kevin.

Perché la vendetta è un piatto che va servito freddo.

 

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Niamh aveva scelto di incontrare Kevin proprio a Londra, presso l’hotel Ritz e più precisamente all’interno della sala da tè come le aveva suggerito il giovane chojin che aveva scelto il luogo adatto per l’incontro, credendo di fare la cosa giusta nell’incontrare il proprio ragazzo in un luogo affollato. In pratica lei aveva suggerito di stare in città per dare meno nell’occhio, mentre il campione della Corona Chojin aveva scelto l’albergo in cui farlo.

Certamente non un luogo per plebei normali, come ben presto si accorse la giovane cameriera di casa Lancaster una volta superata la soglia di entrata, ma comunque abbastanza affollato per sembrare una semplice coppia che voleva semplicemente rilassarsi un po’.

Prima che il ragazzo giungesse a sedersi al tavolo prenotato, lei era giunta lì prima e ora stava osservando con un certo imbarazzo tutti i presenti sentendosi come un pesce fuori dall’acqua, dovette attendere almeno dieci minuti… e quando lo vide arrivare a momenti non riuscì a riconoscerlo.

Sapeva che nella famiglia Mask vigeva il codice d’onore che ogni componente maschile, avente il cognome per nascita, di portare sempre un elmo di foggia medioevale ben calcato in testa, ma le fece una certa impressione vedere il proprio compagno senza niente in testa se non una morbida coppola. Il completo grigio verde che indossava inoltre lo faceva sembrare un perfetto lord inglese e persino i suoi capelli sembravano aver visto il passaggio di una piastra  che glieli aveva ben lisciati. In pratica non aveva per niente l’aria di un teppistello da strada e si era persino sbarbato di fresco, con l’unica eccezione, a quel travestimento per la giovane irlandese decisamente migliore del suo, di una cicatrice che gli partiva dal setto nasale fino alla guancia sinistra in ricordo di un cruento combattimento passato.

Oh… wow! Sei… sei elegante, oggi!

Cercò di buttarla sulla battuta, nel mentre che il giovanotto prendeva posto accanto a lei, sentendosi però una sciocca a commentare quello che era un semplice travestimento. Se Niamh si sentiva ancora a disagio nei suoi abiti, a suo dire un po’ troppo audaci, in fin dei conti Kevin non era alieno ad abiti eleganti e divise scolastiche. Sapeva annodarsi una cravatta e sapeva cosa abbinare rispettando le cromature degli accessori con quelle degli abiti, dunque sapeva gestirsi bene anche in formato elegante per quanto tali abiti gli ricordassero ancora vivamente una infanzia che mal sopportava.

– Che tu ci creda o no mi sono visto come un alieno davanti allo specchio dopo essermi cambiato – senza contare che aveva rinunciato al proprio elmo. Ma era più probabile passare inosservato conciato così e persino la ex fruttivendola lo capiva – ma sono ugualmente felice di vedere che stai bene…–

Lo sussurrò piano, quasi intimorito di essere ascoltato da qualcuno, allungando sopra il tavolo le proprie mani che non ci misero molto ad intrecciarsi con quelle della compagna. Le era mancata da morire in quei pochi giorni e Dio era testimone delle sue paure riguardo la sua sorte traballante, poiché più restava dentro quella villa più rischiava di essere scoperta dai molti occhi guardinghi presenti. Un solo passo falso e Niamh avrebbe potuto rischiare anche la vita oltre che quella della sua attuale matrigna.

Tuttavia era difficile cercare di trattenere le emozioni che lo stavano per spingere ad abbracciarla infischiandosene dell’etichetta e di possibili spie in agguato, eppure la giovane fu lesta a capire i suoi sentimenti già dalla presa salda, che ricambiò, alle proprie mani giunte su di un tavolo già apparecchiato per la colazione che li aspettava.

– Beh… confesso che non mi sarei mai aspettata un posto di lavoro così grande. Ma in effetti mi piacerebbe… si, ecco, parlare della sua tappezzeria e…–

Dobroye utro, Victoria! Strano trovarti qui in compagnia di un bell’imbusto per giunta…–

Le parole della falsa cameriera di casa Lancaster vennero bloccate da quelle dal tono piuttosto sorpreso, ma non in negativo, del capo della sicurezza interna ossia Turbinskii. Il russo difatti si era avvicinato al tavolo dei due fidanzati quasi di soppiatto, aiutato anche dal fatto che Kevin al momento era un po’ distratto, e ora sorrideva ai due dando subito l’idea che non avesse riconosciuto del tutto il giovane Mask dietro quell’audace travestimento. O quantomeno che comunque sospettasse qualcosa di strano, dato che lo stesso campione della Corona Chojin si fece mortalmente serio all’arrivo del secondo uomo di fiducia dei Lancaster ben impacchettato nella propria divisa.

– Oh… ciao, Turbinskii… n-non sapevo che anche tu fossi qui–

Niamh arrossì vistosamente di fronte al proprio superiore e di riflesso si liberò della presa del giovane lottatore andando a tormentarsi un bottoncino della candida camicetta, mentre Kevin studiò attentamente il proprio ex avversario temendo che quell’aereo da rottamare stesse solo bleffando di essere li solo per una mera coincidenza.

– Beh, qui servono la migliore vodka di tutta la città! Comunque non volevo disturbare, dato che tu sembra in dolce compagnia di…–

– È m-mio cugino Kurtis… già, proprio così. Cugino di secondo grado ecco – lo disse in fretta pur attenendosi al piano che si erano progettati i due giovani nel caso venissero scoperti in atteggiamenti sospetti. Una buona copertura, se il russo abboccava – è venuto dalla scozia per visitare la città e per vedere come stavo–

– Non sei tenuta a dare spiegazioni a questo sconosciuto, Vichy. Anzi sareste pregato di allontanarvi da questo tavolo e lasciarci in pace –

– Non sono esattamente uno sconosciuto, dato che lavoro nel medesimo posto dove anche tua cugina lavora! –

– E adesso lei non sta lavorando, quindi non ha motivo di vederti–

Il rapido scambio di battute tra i due giovani chojin riempì quell’angolo di sala in un ambiente pregno di tensione ben palpabile dall’unica presenza femminile che sbiancò di paura nel vederli squadrarsi come se fossero pronti a confrontarsi proprio li. Forse era un po’ azzardato da parte di Kevin provocare in tal modo Turbinskii, eppure non si poteva certo dire che avesse tutti i torti.

– Scusalo… è molto stanco e ha pure perso il treno, oltre che…–

– Fa niente, Victoria. È chiaro come il sole che lui è venuto qui di nascosto – e qui partì un’altra occhiataccia al “cugino” arrogante – pur di vederti in santa pace. Sai una cosa? Terrò questo segreto per me. Ci vediamo lunedì al lavoro–

E detto questo, con un tono il più possibile piatto, si allontanò dal tavolo dei due presunti fidanzatini “incestuosi” andandosi a sedere il più lontano possibile da loro. Quella sua affermazione che tanto lasciava immaginare a situazioni ben più torbide fece diventare nuovamente paonazza la povera ragazza di origini irlandesi, mentre il giovane lottatore rimase impassibile nonostante il presunto fraintendimento del russo. Tutto si sarebbe aspettata la giovane domestica meno che il piano preparato con così tanta cura venisse frainteso fino a livelli quasi pericolosi, questo anche per gli atteggiamenti equivoci in cui si erano fatti trovare, eppure sembrava che il capo della sicurezza li avrebbe lasciati in pace nella loro torbida storia senza volerne sapere alcunché come se avesse davvero creduto a ciò che aveva visto.

– Uh… non è esattamente quello che mi aspettavo. Forse non dovevo balbettare così tanto–

– L’importante è che creda quello che vuole– ribattè Kevin che continuava a scrutarlo da lontano e con circospezione – anzi, forse a breve avrà modo di consolidare questa teoria dato che ho prenotato una camera qui in albergo… e vorrei che concludessimo li la nostra chiacchierata –

E logicamente il giovanotto non intendeva semplicemente chiacchierare e basta con la propria ragazza, come ben notò lei dai suoi occhi azzurri che per un momento brillarono di desiderio tanto da imbarazzarla lievemente, ma ardeva dentro per poterla nuovamente riabbracciare e toccare. Di farla sua anche solo per un istante per sentirla in salute e accanto a lui anche in un momento drammatico come quello.

Perché se le fosse successo qualcosa non se lo sarebbe mai perdonato. E in fin dei conti anche Niamh era del medesimo parere, andando timidamente a prendergli una mano, con una ennesima stretta ricambiata, questa volta restando nascosta sotto il tavolino.

 

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Lancaster! Lancaster ovunque! Quell’uomo sarà la nostra rovina papà… non è possibile continuare ad accontentarlo così, ci stiamo rimettendo un sacco di soldi!

– Comprendo la tua preoccupazione figliolo, ma credo che sia più pericoloso non accontentarlo–

Benchè Vance MacMadd avesse esternato quel parere con assoluta calma, rivolto al proprio primogenito Ikimon, era chiaro dalla sudorazione che aveva in fronte che la questione innervosiva anche lui. E se entrambi i maschi della famiglia erano agitati, di tutt’altro avviso pareva essere Jacqueline che, continuando ad arricciarsi tra le dita una ciocca di capelli rossi restandosene comodamente seduta in disparte su di una poltroncina, sembrava essere fin troppo tranquilla nonostante avesse provato sulla propria pelle la paura che il marchese sapeva generare.

Attualmente la famiglia MacMadd si trovava nell’ufficio dell’anziano capofamiglia presente nella loro villa sul pianeta Kinnikku, e la riunione era d’obbligo dato quello che la figlia minore di Vance aveva riferito ai due uomini. Logicamente non avevano preso bene che il marchese si mettesse in mezzo ai loro affari minacciandoli di far chiudere bottega, ma che addirittura cercasse di pilotare le loro programmazioni era fuori da ogni logica specie se di mezzo c’era la sua adorata figliola.

– Ho capito che è un uomo potente – ribattè Ikimon che non ne voleva sapere di calmarsi – Ma ora pretende addirittura che non mandiamo più in onda il torneo di Amazon! Già lo mandavamo in onda in seconda serata sia sulla Terra che qui da noi… ma ora pretende addirittura la sua totale cancellazione è inammissibile! –

I MacMadd pensavano costantemente al proprio profitto, e anche se Jackie non era da meno aveva più sensibilità rispetto agli altri componenti della sua famiglia troppo attaccati ai soldi come alle volte si facevano vedere. E forse era il caso di ricordare a quei testardi come stavano le cose, prima che le rovinassero la giornata con le loro lamentele.

– Io credo che la strategia di Howard abbia il suo senso… – si inserì lei, facendo voltare le teste di entrambi gli uomini verso la sua direzione – vuole preservare suo figlia a qualsiasi mezzo e, nonostante “l’incidente” al matrimonio di mister Mask sia avvenuto quattro mesi fa, qualcuno può sempre ricordarsi della sua faccia ben rimasta impressa nel montaggio delle riprese… inoltre conosciamo i suoi trascorsi all’interno della Muscle League per sapere che non nutre nessuna simpatia per Warsman e saperlo ora accompagnato con la figlia potrebbe risultare come un grosso scandalo in Inghilterra e nel resto della galassia. E per i pettegolezzi non ci sono soldi che tengano che riescano a fermarli–

Un breve silenzio si impossessò dello studio del capofamiglia dei MacMadd, e tosti i due uomini guardarono la figura femminile come attoniti e per certi versi sconvolti dal suo permissivismo.

– E dimmi figlia mia, cosa proponi di fare ora che abbiamo le mani legate? – chiese Vance, e senza nascondere una nota sarcastica– mi sembra ancora un po’ presto per occuparci del torneo ancora in progettazione sul Pianeta dei Demoni. Senza contare che andare contro un Lancaster, anche di nascosto, potrebbe portarci alla bancarotta in un istante–

– Oh, ma io non dico di andare contro la sua volontà… ma di assecondarlo proprio! Non conosco bene le motivazioni del suo gesto ma potrebbe essere che non voglia che neppure gli altri componenti della League sappiano di questo fattaccio – e qui la rossa non aveva detto una cosa sbagliata, per quanto fosse all’oscuro dell’intero piano – noi limitiamoci a dare supporto logistico ai due improbabili sposini e nel frattempo riprendiamo ogni loro scontro. Avremo modo di riproporlo più avanti quando le acque si saranno calmate… e a quel punto il marchese non potrà dirci nulla poiché il montaggio sarà una voluta glorificazione delle gesta della marchesa. Facile, no? –

Facile almeno sulla carta, poiché per un motivo o per l’altro non era esattamente facile comunicare con il drappello di lottatori che seguivano le imprese dei due futuri divorziati, per quanto i mezzi della League fossero comunque ottimi, ma anche qui non poteva sapere che mister Howard aveva i suoi agenti sguinzagliati per il pianeta che prontamente “impedivano” ai ragazzi di comunicare con il mondo esterno per non lasciare che altre notizie trapelassero fino alla Terra. I pochi agenti che aveva non gli permettevano di agire come avrebbe voluto, ricordiamoci che su Amazon aveva comunque meno influenza della Muscle League, ma schiavizzando i MacMadd poteva comunque ricavarci qualcosa di utile.

E tra le tante cose a cui doveva pensare il povero marchese gli era passato per la testa solo in quei giorni che forse era il caso di evitare che pure gli altri suoi ex colleghi venissero a conoscenza del torneo su Amazon.

Era stata la stessa Alya a ricordargli che molte vecchie leggende sarebbero giunte in Inghilterra per la tradizionale presentazione del nascituro ai membri della League, e se tutti avessero scoperto della sparizione della dottoressa allora non ci avrebbero messo molto tempo a collegare il presunto rapimento con il torneo presente sul pianeta delle donne e… la sua storica antipatia nei confronti del lottatore russo.

Howard comunque stava già idealizzando un piano per nascondere le sue malefatte, mettendo in giro, con prove “certe” magari messe su da degli attori ripresi da delle telecamere di sorveglianza di un qualunque spazioporto, un video che rappresentava la fuga volontaria della nuova signora Mask con un suo presunto amante.

Mentre per quanto riguardava madame stessa… probabilmente l’avrebbe ricondotta su Amazon in gran silenzio premurandosi di farle cancellare la memoria riguardo suo marito e tutti gli avvenimenti precedenti e sostituendola con una completamente falsa riguardante un presunto litigio con Robin e con la sua volontà di non rivederla mai più. Ne lei ne la bambina che a quel punto sarebbe nata senza un padre e cresciuta nel proprio clan natale.

Forse un piano a dir poco diabolico, senza tener conto di coloro che ci sarebbero andati di mezzo, ma in fin dei conti lui sul pianeta Terra poteva fare quello che voleva… e per i MacMadd bastava semplicemente non finirci di mezzo nel modo consigliato dalla stessa Jacqueline.

 

 

 

Con mooolto ritardo aggiorno, e con un capitolo praticamente di mezzo anche se, nel suo piccolo, qualche informazione importante la da. Mi sembrava giusto approfondire i timori di Warsman nei confronti di Howard, e di un suo piano di “fuga” nel caso le cose dovessero precipitare. Per il resto spero abbiate fatto buona lettura.

  
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