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Autore: Jaredsveins    14/06/2015    6 recensioni
Destiel ambientata tra i banchi di scuola.
Dean e Castiel sono amici, ma il loro rapporto è un po' particolare. Il loro passato li porterà ad unirsi, oppure ad allontanarsi sempre di più?
Se volete sapere come va, non vi resta che leggere!
Genere: Drammatico, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Castiel, Dean Winchester, Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessuna stagione
Capitoli:
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AMATEMIIIIIIIIIH. Okay smetto.
I know, sto aggiornando in anticipo ma la settimana prossima iniziano gli esami e dubito che potrò trovare qualche minuto per rileggere il capitolo e pubblicare. Quindi ho deciso di farlo adesso (anche se in realtà dovrei fare diritto..........)
So che mi odiate dopo l'ultimo che ho pubblicato e spero non mi odiate ancora di più dopo questo. *sguardo colpevole*
Anyway, torno al mio amato diritto.
Alla prossima!

-Feffe


10. Don't waste your time on me you're already the voice inside my head.

 

Where are you? And I’m so sorry,
I cannot sleep I cannot dream tonight.
I need somebody and always
this sick strange darkness
comes creeping on so haunting every time.

I Miss You – Blink 182

 

Quando Dean entrò in classe trovò gli occhi di tutti puntati addosso, tranne l'unico paio che avrebbe voluto rivolto verso se, ovvero quello di Castiel che aveva mantenuto la parola. Non era più all'ultimo banco accanto a lui dove adesso sedeva Gabriel, ma al primo accanto a Meg. Proprio accanto a quella vipera doveva andarsi a mettere? Sospirò e andò a sedersi, facendo un sorriso tirato al suo nuovo compagno di banco e mettendosi poi ad osservare Cas. La testa era abbassata tra le spalle che erano ricurve, le mani strette tra loro e lo sguardo fisso sulla lavagna davanti a se. Che fine aveva fatto il suo sorriso? La sua compostezza e la sua spensieratezza? Erano semplicemente andate via e tutto a causa sua.

Dean non se lo sarebbe mia perdonato, mai.

Il moro si voltò verso Meg che aveva appena iniziato a parlargli. “Come scusa? Non ascoltavo.”

“Ti ho chiesto se ti andava di uscire insieme oggi. Sai, come due amici normali..”

Castiel si accigliò e poi si mise a ridere. “Meg, non posso credere che tu ci stia provando dopo l'ultima volta. A me piace altro..” E senza volerlo guardò Dean che in quel momento stava scrivendo qualcosa su un foglietto. Sospirò e distolse nuovamente lo sguardo, incontrando quello supplicante della ragazza.

“Oh andiamo Cas..”

“Meg, ho detto di no.” L'espressione seria la fecero demordere e sbuffò, rivolgendo poi la sua attenzione al professore di matematica che aggrottò le sopracciglia accorgendosi di qualcosa di diverso nei posti, ma non si pronunciò e iniziò a spiegare.

Quel giorno Castiel aveva un aspetto terribile, talmente tanto che quando la mattina si vide allo specchio provò quasi vergogna nel dover uscire da casa. Non aveva chiuso occhio tutta la notte, piuttosto era stato davanti al pc a guardare Death Note e nel farlo aveva pensato che sarebbe stato figo avere un quaderno come quello, che avrebbe volentieri utilizzato contro qualcuno. Quasi se ne sorprese, perché lui non era il tipo da fare quei pensieri cattivi ma la conversazione con Dean sentì che lo cambiò profondamente, da quel giorno sarebbe stato un'altra persona. Perché essere troppo buoni alla fine non portava a niente, solo a un'enorme sofferenza perché alla fine si veniva calpestati, come se non si fosse altro che oggetti da usare quando più conveniva. Non voleva diventare uno stronzo senza cuore, ma nemmeno sarebbe stato espansivo come prima. Sarebbe cambiato anche nel suo modo di vivere, sarebbe uscito di più, avrebbe legato con più gente e da quel punto di vista il cambiamento poteva essere solo un giovamento. Ma non per tutto, in quanto non aveva più intenzione di amare nessuno. Voleva diventare indifferente all'amore, come non lo era mai stato prima. Decise che semmai avesse dovuto avere a che fare con Dean in qualche modo, lo avrebbe trattato come un comune compagno di classe.

“Novak!” L'urlo del professore lo fece sussultare e scattò in piedi quando gli disse di raggiungerlo alla lavagna. Una cosa che odiava di quell'uomo, era che se ti vedeva anche solo un attimo perso nei tuoi pensieri, ti richiamava subito e ti faceva continuare la spiegazione. Fortunatamente per Cas, lui era il classico alunno che riusciva benissimo a capire la lezione a primo impatto, quindi riuscì a risolvere l'esercizio, rivolgendo poi uno sguardo ovvio al professore.

“Posso sedermi adesso?”

“Novak, sarebbe un problema per te dare qualche ripetizione a chi non ha la sufficienza?”

Dean sgranò gli occhi e rivolse tutta la sua attenzione al professore, fissandolo come in una supplica muta perché porca miseria, tra le persone con l'insufficienza c'era anche lui e sarebbe stato un bel problema. Era sicuro che Castiel avrebbe rifiutato.

“Okay, non c'è problema.” Il ragazzo fece spallucce e poi andò a sedersi, senza degnare di uno sguardo il biondo che era scioccato e molto confuso.

Fino alla sera prima gli aveva detto che non avrebbe mai avuto più niente a che fare con lui e adesso accettava di aiutare nella materia le persone in difficoltà, tra cui lui. E Castiel sapeva bene che c'era anche lui tra questi, perché spesso lo aiutava e durante le verifiche soprattutto.

“Perfetto, allora vediamo un po' chi ha dei brutti voti qui.” Il professore controllò e appena fece l'elenco, erano solo due persone. Ovvero Dean e Meg.

Dean sospirò. Poteva andare peggio di così?

 

“Secondo me è destino, Cassie.”

“Che vuoi dire?”

“Non accetti di uscire con me, ma staremo comunque insieme di pomeriggio per studiare. Anche se ci sarà quella palla al piede di Winchester, ma non mi importa. Per me è fondamentale stare con te.”

Castiel sospirò esasperato e poi negò con il capo, prendendo poi con le sopracciglia aggrottate il bigliettino che trovò nell'armadietto. 'Ti devo parlare. - Dean'

Lo appallottolò e lo buttò poi nella pattumiera, consapevole di avere lo sguardo del mittente puntato addosso e Dean sospirò, chiudendo gli occhi dopo aver poggiato la testa al muro.

“Non avevi le palle di dirmelo in faccia che dovevi parlarmi?”

Dean sobbalzò e si strinse il libro di arte addosso, facendo poi un respiro profondo. Lo aveva proprio fatto spaventare. “No, è che pensavo non volessi parlarmi subito..”

“E allora perché mi hai lasciato questo stupido biglietto? E poi credevo di esser stato chiaro, meno ti parlo e meglio è.”

“Allora perché hai accettato le ripetizioni?”

“Perché fino a prova contraria sarò anche un assassino..” Sibilò e puntò un dito contro Dean. “Ma aiuto gli stronzi che hanno difficoltà a scuola. Al di fuori di qui, non avremo alcun contatto io e te. Saremo solo due compagni di classe. Sempre che tu voglia aiuto da un essere come me.”

Il ragazzo sospirò mortificato. “Cas..”

“Allora, che volevi? Perché quel bigliettino?” Tagliò corto il moro.

Dean evitò la domanda. “Questo pomeriggio possiamo vederci? Ne parliamo tranquillamente e non davanti occhi indiscreti..” Fece cenno verso Meg che li stava osservando.

Castiel ebbe un'idea e negò con il capo, facendo spallucce e alzando la voce per farsi sentire dalla rossa. “Mi dispiace, oggi sono impegnato con Meg.”

Dean tossì sorpreso e sgranò gli occhi, abbassando il tono che si fece sibilante. “Che devi farci con quella lì?”

“Non è affar tuo. Allora, cosa devi dirmi?”

Quell'atteggiamento di indifferenza lo fece innervosire e allora negò con il capo, senza rispondere e andandosene, lasciando Castiel lì che rimase impassibile, mentre dentro se in realtà si sentiva morire. Da un lato avrebbe voluto correre da lui e abbracciarlo, dicendogli che lo avrebbe perdonato con il tempo..ma non sapeva quanto potesse essere vero. Perché quella notte aveva meditato sul perdonarlo, perché purtroppo Castiel era una persona impulsiva e diceva cose che non pensava quando era arrabbiato. Tuttavia, appena pensava di metterci una pietra sopra, si ricordava di quanto quelle parole gli avevano fatto male e quindi si tirava indietro, pensando che cambiare fosse la cosa migliore. Ma perché era così difficile? Perché il destino doveva essere così beffardo? Perché non c'era altra spiegazione, quella era tutta colpa del destino che si stava prendendo gioco di lui, ridendo a crepapelle fino alle lacrime. Aveva riso di lui quando era nato, facendo morire sua madre; aveva riso di lui facendogli conoscere Dean; aveva riso di lui dandogli un padre che non era altro che l'assassino della famiglia del ragazzo che amava più di ogni altra cosa. Ma tutto doveva cambiare ormai, perché se il fato voleva che andasse così, allora era così che doveva andare realmente. Il passato non poteva esser cambiato e semplicemente non poteva rimuginarci per sempre, ecco come era riuscito in un certo senso a “superare” la sua infanzia tremenda, ma il modo con cui Dean lo aveva macchiato di un crimine così grave anche se in un momento di rabbia, lo aveva ferito.

“Quindi usciamo insieme questo pomeriggio?” Meg strillò, prendendolo sottobraccio e poggiando la testa alla sua spalla.

Castiel sospirò e annuì, circondandole le spalle con un braccio. Forse uscire non sarebbe stato poi così male. Forse si sarebbe distratto un po'.

“Dove mi porterai?”

“Dove vuoi tu, possiamo andare al cinema se ti va, ho sentito che ci sono dei film molto carini.”

“Uh e staremo a pomiciare al buio?” Sussurrò la rossa, accarezzandogli un braccio lentamente.

Era inutile, quella ragazza era inarrestabile e non si sarebbe mai arresa a quanto pare.

“Cas, hai mai baciato una ragazza sul serio?” Meg lo fermò per il braccio e lo fece sedere al suo posto.

La risposta era no. A parte quel bacio rubato dalla ragazza davanti a lui, non aveva mai baciato nessun'altra ma non perché non ne aveva mai avuto l'occasione, anzi. Aveva avuto molte corteggiatrici, ma nessuna lo attirava abbastanza.

“Ehm..”

“Lo sapevo, no!”

“Beh, allora? Dove sta il problema?”

“Come fai a dire di essere gay se non hai mai avuto esperienze con una donna? Dai!”

“Meg, ti prego non iniziare!” Alzò gli occhi al cielo.

“No Cassie davvero. Ora, lascia stare che io mi farei sbattere da te anche su questo banco, però dovresti davvero provare e qui hai qualcuno che sarebbe molto felice di darti una mano.”

Castiel avvampò a quella frase e la fulminò immediatamente, facendola ridere.

Era inutile, per quanto cercasse di essere duro e cattivo, non riusciva a smettere di essere adorabile anche se inconsciamente, pensò Meg. Si era accorta che qualcosa non andava con Dean, era palese anche dal fatto che avevano cambiato posto e a quanto le avevano detto, lui e Dean si erano baciati a scuola e Cas aveva dichiarato che erano una coppia e quando lo dissero alla ragazza, questa ringraziò di non esser andata a scuola quel giorno, perché altrimenti avrebbe avuto una crisi di pianto davanti a tutti. Meg si faceva vedere come una dura, come una ragazza a cui non importava degli altri ma la verità era che era innamorata di Castiel. Voleva solo la sua felicità, solo che lo dimostrava nel modo errato e dava un'idea sbagliata di se. E sapeva che infondo Cas ci teneva a lei, però solo come un'amica e le faceva male. Perché anche lei avrebbe voluto una possibilità ma non lo avrebbe mai detto espressamente, glielo avrebbe solo fatto capire in tutti i modi. Voleva solo provare a baciarlo, a fargli capire che non esisteva solo Dean.

“Ti fa davvero così schifo?”

“Non è che mi fa schifo, è che non mi sentirei a mio agio.”

“Io so mettere la gente a proprio agio, soprattutto in queste situazioni.”

Castiel la guardò ovvio e si mise poi a ridere. “Oh certo, come no!”

“Vedrai Novak, ci divertiremo al cinema.”

E in quella frase Meg non ci mise assolutamente della malizia, anzi cercò di essere il più sincera possibile perché già solo il fatto che lui avesse accettato di uscire con lei era un enorme passo avanti. Era già una possibilità.

Alla fine della lezione se ne andarono insieme, a braccetto e la notizia dell'uscita dei due si diffuse velocemente, dato che un dubbio nacque nella testa delle amiche della rossa che confermò la notizia. E ovviamente le pettegole non ci misero nulla a diffonderla tra i compagni di classe, facendola arrivare fino alle orecchie di Dean che appena lo seppe sentì una fitta di gelosia enorme, talmente tanto che diede un pugno al muro appena arrivò a casa, pur sapendolo visto che Castiel glielo aveva detto esplicitamente. Era un idiota. Lo era davvero. Era a tanto così dal costruirsi il suo paradiso terrestre con Castiel e invece se lo era fatto scappare a causa del passato. Avrebbe voluto tornare indietro e cambiare tutto, invece ormai era tutto inutile. Era tutto perduto.

Castiel invece andò a casa e pranzò, litigando con Hannah quando le disse con chi sarebbe uscito. Non per Meg, ma perché sapeva i gusti del figlio e aveva capito perfettamente che quella di Cas era tutta una tattica per dimenticare Dean. Ma il ragazzo fu irremovibile e dopo pranzo andò a prepararsi, mettendo dei pantaloni di velluto beige, i mocassini marroni e una maglietta dello stesso colore a maniche corte, portandosi dietro anche la giacca semmai avesse sentito freddo.

Ormai erano giunti ad aprile e il tempo stava cambiando.

Uscì e in poco tempo fu da Meg che lo accolse con un grande abbraccio appena lo vide, stringendolo forte a se e sentendosi al settimo cielo quando lui le porse delle rose.

“Per non essere esperto con le donne, sai almeno come viziarle.”

E detto questo si avviarono verso il cinema, con una Meg molto felice e con un Castiel che sotto sotto si sentiva nervoso.

Stava iniziando ad avere dei ripensamenti e non andava bene.

  
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