Anime & Manga > Axis Powers Hetalia
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Autore: Cocol_Sasso_97    14/06/2015    2 recensioni
"Sin dall'antichità vi sono testi che raccontano della vita sentimentale degli dei dell'Antica Grecia e dell'Impero Romano. Le storie passionali e carnali degli dei sono innumerevoli e tanti sono anche i figli nati da loro ma, col tempo, si diede sempre meno importanza agli dei. Con l'imperatore romano Teodosio I, gli dei scomparvero, sostituiti dalla cultura cristiana."
« Scusa tanto ma chi cazzo ti conosce? »
« Vuoi dirmi che non parli mai con gli sconosciuti? Però possiamo rimediare » si chinò verso di lui e gli porse la mano « Piacere, mi chiamo Antonio »
Lovino lo osservò diffidente, poi sbuffando tornò ad osservare il mare « Il piacere è tutto tuo »
[...]
« Allora Lovino, vogliamo andare a scuola? Faremo tardi al tuo primo giorno! »
« Come diamine sai il mio nome?? »
"Sono stati ritrovati tuttavia testi più recenti, risalenti al periodo dopo Teodosio, che ancora narrano degli dei. In particolare, un documento narra di Poseidone, il quale sembrerebbe aver improvvisamente smesso di divertirsi coi mortali…"
« Chi sei tu? »
« Io sono il mare » mormorò lui, lasciando un po' la presa sulle sue spalle e guardandola intensamente « Io sono Poseidone »
Spero di avervi incuriositi :D
Genere: Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Yaoi | Personaggi: 2p!Hetalia, 2P!Nyotalia, Nyotalia, Spagna/Antonio Fernandez Carriedo, Sud Italia/Lovino Vargas
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo VIII
Italia, I^ metà del XXI secolo

 

Lovino aveva compiuto ventiquattro anni da poche ore quando il suo compagno, Antonio, lo chiamò al telefono per avvertirlo che quella giornata l'avrebbero passata insieme e che stava andando a prenderlo.
«Quindi vedi di essere pronto tra mezz’ora, che sono da te»
Lovino sbatté appena gli occhi, alzandosi a sedere sul suo letto e guardando l’orologio «Ma sono solo le otto e mezza bastardo, è l’alba!»
«Sbagliato, sono già le otto e mezza!» lo riprese lo spagnolo mentre probabilmente stava armeggiando con le chiavi per chiudere la porta di casa e al tempo stesso tenere il cellulare vicino all’orecchio «Il mattino ha l’oro in bocca e chi ben comincia è a metà dell’opera!»
«Stai delirando» sbottò Lovino passandosi una mano sul viso, stancamente.
«Spero questo possa essere il compleanno più bello di tutta la tua vita, mi amor, aspettami»
Lovino osservò il cellulare, come se lo sguardo confuso potesse arrivare così ad Antonio, che gli aveva appena riattaccato in faccia. Rimase fermo qualche minuto, poi non poté evitarsi di sorridere mentre scrollava il capo divertito per quanto fosse strano il ragazzo col quale stava da anni. Si alzò stancamente, benché avesse valutato l’idea di rimettersi a dormire e farsi poi svegliare nuovamente da Antonio, ma si vestì e uscì dalla sua stanza, pronto a farsi un buon caffè per svegliarsi per bene. Dandosi una prima quanto scarsa sistemata ai capelli, non si accorse dell’uomo che gli si avvicinò velocemente e lo cinse per le spalle, scrollandolo con energia che un settantenne come era Romolo non doveva avere.
«Lovino!» sorrise «Che ci fa il nostro neo ventiquattrenne già sveglio a quest’ora? Tanti auguri!»
Il ragazzo cercò di liberarsi dalla presa «Sì, grazie nonno» disse allontanandosi e sistemandosi i vestiti «Non sono già sveglio per scelta, mi ha svegliato Antonio»
Il viso di Romolo si illuminò «Oh, quindi passerai la giornata con lui? Ottimo!» disse spingendolo verso la cucina per fargli il caffè. Lovino alzò un sopracciglio «Ottimo?» chiese, sedendosi e osservando il nonno armeggiare con la caffettiera.
«Pensi che Feli si sveglierà di qui a poco? Faccio caffè anche a lui?»
«Ma figurati se si alza»
«Deve uscire a pranzo con Ludwig»
«Allora tra cinque minuti scarsi è in piedi» annuì Lovino, alzando gli occhi al cielo «Comunque non cambiare discorso»
«Non lo sto cambiando Lovino. Zucchero?» chiese dopo aver messo sul fuoco l’oggetto e mostrando la zuccheriera.
«Nonno, sai che lo prendo amaro, tu mi stai nascondendo qualcosa!» esclamò sorpreso e inquietato Lovino, alzandosi. Romolo si avvicinò velocemente e lo fece risiedere «Stai calmo! Goditi il caffè e aspetta che arrivi Antonio!» sorrise l’uomo.
Lovino fece per ribattere ma qualcuno gli saltò addosso da dietro, stringendolo forte «Vee, auguri Lovi!» esclamò Feliciano allegro, prendendogli poi il lobo e iniziando a tirarglielo, mentre contava gli anni.
«Feli mi stai facendo male!»
«E ventiquattro!» rise felice sedendosi al suo fianco e osservando la tazzina davanti a lui che si riempiva di caffè «Antonio sta venendo a prenderti?»
«Anche tu c'è l'hai con Antonio? Ma che diavolo c’ha in mente quel bastardo che sapete tutti qualcosa?!»
Feliciano sorrise innocentemente e si mise a girare il suo caffè con zucchero, ignorando il fratello, e Romolo riuscì a salvarsi per via del citofono che suonava.
Antonio era arrivato.
«Credo sarà davvero un buon compleanno Lovi» disse poi Feliciano mentre Lovino finiva il suo caffè e si alzava per andare a finire di prepararsi.


«Si può sapere il perché di questa pagliacciata?» sbottò Lovino, tenendo con una mano quella di Antonio per farsi guidare e con l’altra tenuta in avanti per evitare di sbattere contro ostacoli «Che penserà la gente che mi vede fare sta cosa da idioti?!» sbottò poi, innervosito dalla risatina di Antonio.
«Che ti sto facendo una sorpresa magari, visto che ti ho bendato»
«Che genio»
Antonio sorrise e approfittò della momentanea cecità di Lovino per baciarlo sulla guancia senza farlo scappare. Il ragazzo arrossì dopo essere sussultato e biascicò qualche insulto, riprendendo poi a camminare.
«Siamo arrivati!» annunciò Antonio, senza però lasciargli la mano «Sai dove siamo?»
«Anto, c’è rumore di mare, odore di mare e sento la spiaggia sotto le scarpe. Secondo me siamo in montagna, davvero» sbottò Lovino, voltandosi verso la voce del compagno per guardarlo male da sotto la fascia sugli occhi.
Antonio scrollò il capo divertito e gli lasciò la mano. Dopo qualche secondo di silenzio interrotto solo da un profondo respiro di Antonio, quest’ultimo gli disse che poteva levarsi la benda. Lovino obbedì e guardò il ragazzo davanti a sé, che gli sorrideva un po’ agitato, cosa più unica che rara, notando in un secondo momento la tovaglia stesa sulla spiaggia.
«Lovino...» iniziò lui, interrompendosi per prendere di nuovo fiato «Stiamo insieme da anni… E io ti amo da secoli, davvero, non hai idea di quanto tempo abbia passato ad amarti. So di essere piombato all’improvviso nella tua vita, ma voglio ringraziarti per avermi nuovamente permesso di farne parte. E non voglio smettere di farlo. Per questo ti ho portato qui dove ci siamo incontrati, per chiederti se posso far parte per sempre della tua vita»
Lovino sbatté gli occhi confuso, finché Antonio non gli prese la mano, facendo scivolare sull’anulare una fascetta di metallo «Ti sto chiedendo se vuoi sposarmi Lovino»
L’italiano spalancò gli occhi, incredulo «C-come, scusa?»
Antonio continuava a tenergli le mani tra le sue, guardandolo dolcemente negli occhi e col sorriso sulle labbra «Posso ripetertelo tutte le volte che ti serve Lovi… Vuoi sposarmi?»
Lovino schiuse le labbra confuso, boccheggiando poi un paio di volte mentre faceva saettare il suo sguardo dagli occhi di Antonio alle loro mani. Stava davvero succedendo? Davvero glielo stava chiedendo? Davvero quel bastardo che era Antonio aveva intenzione di passare la sua vita con lui?
Sentì dentro di sé nascere due emozioni contrastanti. La paura di non essere all’altezza di quello che Antonio gli stava chiedendo e la felicità per aver trovato qualcuno disposto a fare sul serio.
Lo guardò in silenzio, osservando come il suo sorriso non si intaccava minimamente e come non gli metteva fretta nel farsi dare una risposta. Sentiva le mani di Antonio carezzare lentamente le sue, con dolcezza e si mordicchiò il labbro.
«Certo che potevi chiedermelo in modo meno spettacolare. Mi hai portato a fare un pic-nic sulla spiaggia a marzo per farmi una proposta del genere?! Potevi benissimo dirmelo al caldo di casa tua, magari mentre parlavamo del più e del meno invece di rendere tutto così… così… Imbarazzante!» sbuffò, rosso in viso.
Antonio si sporse a baciargli la fronte «Inizialmente volevo mettermi in ginocchio, ma ti ho risparmiato» ridacchiò, tornando a guardarlo.
«E grazie al cazzo, se l’avessi fatto ti avrei detto di no!»
Lo spagnolo sorrise e lasciò le sue mani per abbracciarlo «Quindi è un sì?»
Sussultando appena, Lovino nascose il viso contro il suo collo, annuendo piano «Non posso farti fare una figura del genere, no? Che mi chiedi di sposarti e ti dico di no…»
Le mani di Antonio percorrevano con dolci carezze il corpo di Lovino, cercando di farlo rilassare col suo tocco, cosa che in parte gli riuscì «Ti amo così tanto Lovi… Da sempre e lo farò per sempre…»
Lovino non rispose, limitandosi a stringerlo a sua volta e Antonio sapeva che quel gesto equivaleva ad “Ti amo anche io”.


 


 






Chiedo perdono per il ritardo, ma l'ultimo mese di scuola è sempre il più pieno ahaha
Spero di riuscire a portarvi gli ultimi due capitoli al più presto e che continuiate a seguirmi fino alla fine della ff <3

Un bacione <3
Cocol



P.s. Se volete fare domande a questi pg della mia ff fatele pure qui --> e con qui intendevo
QUI

   
 
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