Libri > Harry Potter
Segui la storia  |       
Autore: ultimo_sorriso    14/06/2015    2 recensioni
Se Voldemort avesse una nipote? Cosa succederebbe se questa incontrasse due valenti gemelli Grifondoro?
"Naturalmente si ripeteva che avrebbe voluto incontrarla solo e soltanto per reclutarla, poiché essendo sangue del suo sangue non poteva che essere una strega potentissima. Però adesso si era ritrovato ad accudire una creaturina che di potente aveva solo il pianto."
[...]
"I tre scoppiarono in una fragorosa risata, con tanto di lacrime agli occhi, e i due ragazzi porsero la mano a Demetra per farsi battere il cinque. Lei li guardò e capì che quello era l’inizio di una grande amicizia, e di un mare di guai, quando si accorse che la McGrannit infuriata si dirigeva verso di loro".
Genere: Generale, Sentimentale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Draco Malfoy, Fred Weasley, George Weasley, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Da V libro alternativo, Contesto generale/vago
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
In una città babbana quella notte si svolse una tragedia. I coniugi Keen ebbero un tremendo incidente: la loro auto si ribaltò in strada, uno stridio di metallo e vetri infranti e poi nulla. Marito e moglie persero la vita quel giorno, ma al loro arrivo i vigili del fuoco, sul sedile anteriore, legata al seggiolino, trovarono una bambina ancora in fasce, non aveva ancora compiuto un anno di età.
Questa venne subito affidata ai servizi sociali, che cercarono disperatamente un parente con cui far crescere la piccola Demetra; quello era il nome cucito sulla coperta che l’avvolgeva quando la trovarono. Sfortunatamente sembrava che la piccola fosse sola al mondo, fino a quando, qualche mese dopo, uno strano signore arrivò a chiedere di lei. Quell’uomo, alto, magro, con una fessura al posto del naso e quello strano modo in cui parlava, per non parlare delle sue vesti, prese la bambina e la portò via con sé.
È strano vedere quello che ti riserva la vita. Lui, Lord Voldemort, aveva una nipotina.
Aveva cercato in ogni modo, negli ultimi dieci anni, di trovare sua figlia, quella figlia che era nata da una relazione di tanti anni prima e che le era stata nascosta. Dopo la morte della donna con cui l’aveva concepita, egli trovò una lettera ingiallita che non gli era mai stata spedita, dove si parlava della sua bambina. La stessa che non era riuscito a trovare prima che morisse.
Naturalmente si ripeteva che avrebbe voluto incontrarla solo e soltanto per reclutarla, poiché essendo sangue del suo sangue non poteva che essere una strega potentissima. Però adesso si era ritrovato ad accudire una creaturina che di potente aveva solo il pianto.
Perché lo faceva? Si stava rammollendo?
Scacciò via quei pensieri e continuò a cambiare il pannolino a Demetra, che gli sorrideva felice e gli scaldava un poco quel cuore di pietra.
 
Passarono gli anni e Demetra crebbe, crebbe in una villa con suo nonno e molti dei suoi seguaci, i mangia morte. Per quanto avesse iniziato a conoscere l’amore suo nonno rimaneva pur sempre l’Oscuro Signore che voleva recuperare il suo potere.
Man mano che cresceva, Demetra mostrò doti magiche fuori dal comune, abilità nella trasfigurazione, nel mutare il suo corpo a piacimento (una mattina venne trovata con i capelli verdi ed il becco di una gallina), per non parlare della passione per le pozioni. Data questa grande abilità magica Voldemort insegnò alla nipote (benché non avesse ancora una bacchetta) moltissimi incantesimi, tra cui le maledizioni senza perdono, e la addestrò .
In concomitanza a ciò, nonostante fosse riluttante all’idea, egli fu costretto a mandarla in una scuola per babbani, convinto che così anche se lei si fosse fatta scappare qualcosa sul loro nascondiglio, non sarebbe stato difficile porvi rimedio.
 
Così, con una vita tra babbani e maghi, in mezzo ai due mondi, Demetra a 11 anni ricevette la sua lettera per Hogwarts.
Accompagnata da uno dei mangia morte in incognito, andò, tutta eccitata, a Diagon Alley per comprare tutto l’occorrente che era segnato sulla lettera. La sua bacchetta era di platano, 13 pollici, con corda di cuore di drago e artiglio di fenice.
 
Ormai era giunto il grande giorno e salutò il nonno con un grande abbraccio, con la promessa che non avrebbe detto nulla a nessuno di sé stessa e della sua famiglia, e che gli avrebbe sempre scritto. Andò al binario con Grant, il suo fido finto padre, che la aiutò a mettere tutta la sua roba nello scompartimento, ad eccezione del suo adorato animale domestico, a cui per nessuna ragione si avvicinava; era un bellissimo serpente lucido, di nome Sibilla, che incuteva terrore a tutti, ma solo perché non capivano quello che diceva.
Per tutto il viaggio l’unica persona con cui parlò fu la signora del carrello dei dolci, da cui prese delle ciocco rane e gelatine.
Una volta arrivata seguì la folla e si ritrovò ad ammirare un enorme castello illuminato che si rifletteva sullo specchio d’acqua che stava attraversando per raggiungerlo. Demetra non poteva credere di essere realmente lì, quasi arrivata nella scuola di magia di cui suo nonno le aveva tanto parlato. Lui lo descriveva come il posto in cui aveva passato i migliori anni della sua vita.
Scesa dalla barca si avviò insieme al gruppo dei nuovi alunni verso la sala grande, ma rimase indietro a guardare due ragazzi identici poco più grandi di lei, sui 12/13 anni, con disordinati capelli rossi, che stavano sistemando qualcosa sulle scale. Incuriosita si avvicinò e chiese “Cosa state facendo?”.
I due sobbalzarono dalla sorpresa, nascondendo dietro la schiena qualcosa, “Assolutamente nulla, ci allacciavamo le scarpe!”, dissero con un ghigno, “ Sarà meglio che ti sbrighi a raggiungere gli altro per lo smistamento.”
“Non sono così stupida sapete? Ho visto che nascondete qualcosa! Dai fatemi vedere!” riprovò lei, spinta dalla sua innata curiosità.
“E va bene!” disse uno dei due, “stiamo organizzando uno scherzo per l’inizio della scuola al custode, Gazza, abbiamo messo queste caccabombe all’inizio e alla fine di tutte le scale del castello..”
“..per farle esplodere tutte insieme quando finisce il banchetto e si torna ai propri dormitori. Così ci sarà un bel trambusto!” concluse l’altro, battendo il cinque al primo.
“Bello! Se volete posso posizionare io le ultime, la mia assenza per qualche minuto darà meno nell’occhio rispetto a voi due.” Disse la ragazzina, ansiosa di partecipare a quello scherzo. A casa si divertiva sempre ad organizzare trappole per i seguaci di suo nonno, era il suo passatempo preferito, e i due ragazzi sembravano simpatici. Sicuramente erano dei serpeverde, pensò, visto che facevano scherzi di quel tipo, e da quel che le aveva detto suo nonno i serpe verde erano i migliori.
I due ragazzi si guardarono alcuni secondi e poi annuirono.
“D’accordo! Ci ispiri fiducia. Io sono Fred, e lui è George” disse quello più a destra. Le spiegarono brevemente quello che doveva fare e si avviarono. Fred si voltò e le disse “Spero ti smisteranno in Grifondoro, faremmo degli scherzi fantastici!” facendole l’occhiolino, e sparì dentro la sala.
 
Demetra sistemò le caccabombe e corse dagli altri, in coda per lo smistamento, per fortuna nessuno si era accorto che era sparita per qualche minuto.
In attesa del suo turno si mise a riflettere: aveva sempre desiderato entrare nella casa di Serpeverde, le era stato insegnato che quella sarebbe stata la via della grandezza, ed era anche la casa di appartenenza di tutti i maghi che aveva conosciuto. Però una piccola pulce si faceva largo nella sua mente, magari se fosse entrata in Grigondoro avrebbe fatto nuove esperienze, quei due ragazzi le sembravano tanto simpatici, ed erano gli unici con cui aveva parlato fin’ora. Sarebbero potuti diventare grandi amici, cosa che le faceva molta gola, visto che nella sua vita di amici non ne aveva mai avuti: nella scuola babbana tutti avevano paura di lei, era troppo diversa.
Arrivò il suo turno che ancora non aveva deciso. Si mise in testa il cappello parlante che le guardò dentro:
Serpeverde è la tua strada. Ma sembrerebbe che ti sia prefissata un altro traguardo. Rimani fedele alla tua scelta” sentì Demetra nella sua testa, seguito dalla proclamazione per “GRIFONDORO!”.
La ragazzina si avviò verso il suo tavolo, accolta da applausi come per qualunque nuovo membro, e vide i due gemelli che le facevano segno di sedersi accanto a loro. Pensò che, forse, quella scelta non era tanto male, anche se si era ritrovata nella stessa casa di Harry Potter, colui che aveva quasi annientato suo nonno appena 10 anni fa.
Il primo banchetto passò tra risate e nuove conoscenze, fino a quando non fu il momento di andare verso i dormitori, al ché i gemelli la presero e si diressero in un punto dove il puzzolente spettacolo fosse ben visibile.
“Tre, due uno...” dissero in coro, e ci fu un’esplosione sincronizzata e un tremendo odore si sparse per tutto il castello, portando con sé una grande confusione. I tre scoppiarono in una fragorosa risata, con tanto di lacrime agli occhi, e i due ragazzi porsero la mano a Demetra per farsi battere il cinque. Lei li guardò e capì che quello era l’inizio di una grande amicizia, e di un mare di guai, quando si accorse che la McGrannit infuriata si dirigeva verso di loro.
 
Il Signore Oscuro non fu esattamente felice della collocazione della nipote ad Hogwarts, ma ormai non avrebbe potuto farci più nulla per cui, dopo un moto di rabbia che costò la vita ad un paio dei suoi seguaci, si fece andare giù quella pillola amara.
I mesi passarono e Demetra si inserì molto bene in quell’ambiente magico, eccelleva in quasi tutte le materie, con particolare bravura per trasfigurazione e pozioni. La sua cerchia di amici si allargava e diventava molto particolare: da una parte i Grifondoro suoi compagni, tra cui spiccavano i gemelli Weasley, con cui era diventata inseparabile, e dall’altra i Serpeverde. Nonostante la sua scelta fosse andata per l’altra casa lei era troppo simile a loro per non passarci insieme una parte del suo tempo; Malfoy le aveva fatto da tramite, dato che per ovvi motivi parentali, si conoscevano già.
La ragazza passò le vacanze di Natale e di Pasqua a casa ed entusiasta raccontava ogni sua avventura al nonno, che sorrideva ad ogni sua malefatta e ad ogni prova della sua grandezza come strega.
 
Quando il primo anno finì non fu facile per Demetra convincere Colui Che Non Deve Essere Nominato a lasciarla andare per due settimane a casa dei Weasley, fu più facile invece avere il permesso per andare una settimana dai Malfoy. In tal modo la prima estate con la bacchetta della ragazza passò in modo molto movimentato, come del resto furono le estati successive.
 
Gli anni passarono sempre uguali: il trio di Grifondoro spargeva terrore con i suoi scherzi, mentre una combriccola di Serpeverde con un’intrusa rossa e oro si faceva notare.
Con il tempo Demetra divenne sempre più brava in pozioni, tanto da ottenere il permesso dal preside di frequentare le lezioni avanzate, insieme agli studenti di due anni più grandi di lei. Inoltre prendeva lezioni private da Piton che era il professore più temuto della scuola, ma con cui lei aveva stretto un legame quasi paterno.
 
Finalmente arrivò la fine dell’estate, di lì a poco Demetra avrebbe iniziato il suo quinto anno ad Hogwarts, ma prima la aspettavano dieci giorni da trascorrere alla Tana…
(ed è qui che inizio a raccontarvi un piccolo squarcio di vita di una giovane maga)



Angolo dello scrittore
Molto piacere! sono nuova in questo sito e per la prima volta ho il coraggio di pubblicare qualcosa di quello che scrivo. Siate clementi, questa è in assoluto la primissima volta che scrivo per qualcuno, fatemi sapere se la storia vi piace, se ci sono errori o incongruenze gravi.
Qui parlo di un mondo alternativo, in cui Voldemort non si è annientato nel tentare di ucccidere Harry, ma è solo rimasto gravemente ferito e bè, dove ha una nipote!
Non so quando pubblicherò il prossimo capitolo, a causa dell'università non ho tempistiche molto precise (dipende dai terribili esami), ma cercherò comunque di non far passare troppo tempo. Grazie a tutti coloro che leggeranno.

PS. Per quanto riguarda il fatto che Demetra riceva la lettera, nonostante lei e suo nonno siano nascosti: Voldemort le levò la traccia del ministero non appena ebbe la bimba tra le mani, ma fece in modo che, essendo registrata all’anagrafe dei maghi, potesse ricevere la lettera a tempo debito, naturalmente ad un indirizzo ben diverso dalla loro abitazione.
   
 
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: ultimo_sorriso