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Autore: tienimiancora    15/06/2015    16 recensioni
Estratto dal Capitolo Due.
“Avanti Lucas, smettila di sparare cazzate. Questa rientra tra quelle più grosse che hai detto.” il ricordo della voce di Emily gli apparve forte e chiaro nella mente.
La ragazza aveva reagito così davanti alla parola 'angelo'.
“Emily lo so che non mi avresti mai creduto ma è quello che sono.” aveva risposto lui serio.
Lei era rimasta sbalordita quando dalla schiena di Lucas erano spuntate due ali bianche.
Si era avvicinata timidamente continuando a guardare il ragazzo stupita e incredula.
La sua mano tremava quando le aveva sfiorate.
Poi, dopo essersi accertata che non stava sognando, ci aveva creduto davvero.
Il ragazzo che amava era un angelo.
[..]
“Non ti lascerò mai, questa è una promessa. Troverò un modo per averti con me per sempre.” le aveva detto lui, mentre ancora osservavano le stelle.
Lei si era avvicinata e lo aveva guardato con quei suoi grandi occhi castano chiaro.
“So che ce la farai. Per me, per noi.” e poi lo aveva baciato, come non l'aveva mai fatto.

Ma il prezzo da pagare per riuscire ad assaporare l'eternità insieme è davvero alto.
E Lucas lo sa, lui lo sa bene.
Vale davvero la pena rischiare?
Genere: Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Sovrannaturale
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Buio

 
All'origine non vi era nulla se non il buio e le stelle che componevano l'Universo.
Dall'aggregazione di più corpi celesti nacquero esseri puri e meravigliosi, angeli, che iniziarono a vivere in modo pacifico in una terra sospesa nel cielo.
Ogni volta che una di queste creature faceva un torto alla natura o ne influenzava il corso precipitava diventando un angelo caduto; essi non avevano più accesso al Paradiso, a meno che non riuscissero a purificarsi e lasciarsi alle proprie spalle la natura da demoni e la cenere dell'Inferno di cui erano stati sporcati.
Successivamente l'Universo venne abitato da altre forme di vita e per evitare scontri tra questi mondi paralleli venne costruito il Ponte che grazie alla magia e ai materiali più resistenti dell'Universo riuscisse a mantenere l'equilibrio.
Esso, infatti, può essere attraversato solo dai discendenti delle stelle della notte: gli angeli e i demoni.



Lucas fu avvolto da una luce abbagliante.
L'espressione impaurita di Emily era ancora vivida nella sua mente: mai aveva visto i suoi occhi così colmi di paura.
Era confusa, spaventata e sconcertata da tutto quello che stava succedendo nella sua piccola stanza.
Il ragazzo continuava a ripetersi cosa avesse fatto di sbagliato, gli sembrava di aver svolto il rituale alla lettera: la lacrima sul cuore, il sangue sul punto più luminoso dell'ala e quella frase che si era dovuto imparare a memoria.. Eppure non aveva funzionato ed Emily non era lì con lui.


Lucas sbatteva le ali quasi meccanicamente mentre il suo sguardo era ben lontano da quel posto così meraviglioso, ma che adesso aveva un non so che di triste e vuoto.

Egli aveva tanto atteso quel momento; ormai da giorni aveva sognato di percorrere il Ponte insieme ad Emily spiegandole tutto quello che la vita avrebbe avuto in serbo per loro.
Le avrebbe mostrato tutto il suo mondo tenendola per mano e guardandola come faceva sempre: con occhi traboccanti d'amore e di gioia.
Lui l'avrebbe trasformata in un angelo dandole così la tanto attesa immortalità.

Angelo.

Quella parola lo trafisse come il colpo di mille lame appuntite.
Era la sua natura, la sua essenza.

«Avanti Lucas, smettila di sparare cazzate. Questa è davvero la più grossa che tu abbia mai detto!» il ricordo della voce di Emily le apparve chiaro e forte nella mente.
La ragazza aveva reagito così davanti alla parola 'angelo'.
«Emily lo so che non mi avresti mai creduto, ma è quello che sono» aveva risposto lui serio.
Lei era rimasta sbalordita quando dalla schiena di Lucas erano spuntate due ali bianche.
Si era avvicinata timidamente continuando a guardare il ragazzo stupita e incredula.
La sua mano tremava quando le aveva sfiorate, riempendosi di quella felicità e accarezzandone ogni centimetro.
Infatti dopo essersi accertata che non stava sognando ci aveva creduto davvero: il ragazzo che amava era un angelo.
«Dovrai accettare quel che sono, perchè purtroppo non posso cambiare» aveva detto lui.
«Ti amerei anche se dovessi scoprire che sei un unicorno rosa.» A quella buffa affermazione la tensione tra di loro svanì, lui era scoppiato a ridere finalmente felice.
Avevano passato la serata a mangiare caramelle gommose distesi sul letto, mentre Emily faceva domande su domande a cui Lucas doveva rispondere a raffica.
Quando la ragazza aveva saputo ogni cosa riguardante il passato di Lucas, quest'ultimo aveva teso la mano verso di lei, alzandosi dal letto e dirigendosi verso la finestra aperta da cui entrava una brezza leggera ed estiva.
«Vieni con me» le aveva detto.
La ragazza gli aveva stretto la mano e lo aveva guardato incuriosita.
Avevano volato a lungo fino a quando lui l'aveva portata fin sopra le nuvole.
Emily non ci credeva, le era sembrato solo un meraviglioso sogno da cui non voleva svegliarsi.
Invece era la realtà, la sua realtà.
«Non ti lascerò mai, questa è una promessa. Troverò un modo per averti con me per sempre» le aveva detto lui, in un momento di silenzio.
Lei si era avvicinata e lo aveva guardato con quei suoi grandi occhi castano chiaro.
«So che ce la farai. Per me, per noi.» E poi lo aveva baciato, come non aveva mai fatto.
Subito si ricordò del calore dei loro corpi a contatto l'uno con l'altro, e di quando l'aveva sentita davvero sua.
Lui apparteneva a lei, lei apparteneva a lui.
Dopo aver fatto l'amore si erano distesi a guardare le stelle, mentre ancora erano abbracciati.
Sembravano così vicine, così luminose quella sera.
«Sai qual è la costellazione del Sagittario?» le aveva detto Lucas.
«Quella dell'arciere?»
«Esatto. Vedi... La direzione della freccia indica l'inizio del Ponte, quello che collega il mio mondo al tuo» aveva spiegato lui.
«Un giorno lo attraverseremo insieme» aveva detto osservando ancora il cielo.
Quel ricordo lo riportò al presente, gettandogli addosso una nuova ondata di dolore.

'Avevi promesso che non l'avresti mai abbandonata, invece guarda ora dove sei.
Stupido.
Non avresti mai dovuto lasciarla da sola.'

Lucas venne scosso da quei pensieri che invasero la sua mente tutti nello stesso istante.
Doveva tornare indietro dalla sua Emily.
Aprì gli occhi di scatto, fermò le ali e fece 'retromarcia'.
Iniziò a volare nella direzione opposta a quella in cui stava andando.
Ma dopo pochi minuti fu costretto a fermarsi.
«Lucas Burke, hai già infranto troppe volte gli antichi Patti. Ora è tempo che tu paghi per ciò che hai fatto riportando così l'equilibrio sia sulla Terra che nel Paradiso.» Era una voce possente.
Il potere di quelle parole così ferme e decise crebbe quando Lucas vide Caleb: il primo Angelo, il creatore di tutto.
L'immagine di Emily accasciata a terra nella sua stanza, da sola, si concretizzò nella sua mente e questa visione, alimentata dalla rabbia, gli diede la forza necessaria per rispondere.
«No» disse Lucas.
«Tu, piccolo angioletto bastardo. Sai chi hai di fronte?» gli occhi di Caleb si incendiarono.
«Sì, l'Angelo più vecchio che abbia mai visto. Sai che li porti proprio male i tuoi milioni di anni? Ti assicuro che mia nonna usa delle creme di bellezza che fanno miracoli, se vuoi posso chiederle quando è libera per insegnarti... » un tuono illuminò il cielo sopra di loro: l'Angelo si stava arrabbiando.
«Non so chi ti abbia protetto quando hai provato a compiere il rituale, ma ora sei qui al cospetto del grande Angelo. Ti pentirai di esserti messo contro di me.»
«Dici di essere un fratello, un amico e un padre per tutti noi. Allora perchè non puoi semplicemente perdonarmi e farmi tornare da Emily? E' vero, ho infranto i Patti cercando di donare l'immortalità ad un essere umano, ma l'ho fatto per amore. L'ho fatto per averla sempre con me.» Nella voce di Lucas si poteva percepire un accenno di disperazione.
«Avresti potuto pensarci prima e accontentarti degli anni che avreste avuto a disposizione. Immagino tu abbia trovato il rituale in qualche vecchio libro della tua famiglia, Lucas. Conoscevo perfettamente tuo padre e so benissimo a cosa stesse lavorando. Ma questo è un altro discorso. Portare un'umana, una fragile ragazza mortale, nel nostro mondo è impensabile. Dovrai accettarne le conseguenze, non posso dirti altro.»
Il ragazzo sapeva che da sempre la sua famiglia effettuava studi scientifici e ricerche sul corredo genetico della sua specie, ma non aveva mai voluto approfondire l'argomento.
In realtà aveva letto quel rito in un vecchio libro di magia oscura che non centrava nulla con i suoi parenti.
«Quando potrò rivederla?» disse con voce tremante, cercando di trattenere le lacrime che minacciavano di uscire allo scoperto.
Ormai il sarcasmo di pochi minuti prima aveva fatto spazio alla paura di perderla davvero.
«Mai più» rispose Caleb facendo un ghigno mostruoso.
Ma Lucas non fece in tempo a vederlo perchè l'oscurità avvolse lui e la luce che emanavano le sue ali.
Cercò di lottare, tra la risata amara dell'Angelo che stava causando tutto questo e l'immagine di Emily che si stava allontanando sempre di più fino a diventare una figura sfocata, avvolta in quelle che sembravano due mani troppo perfette per appartenere ad un essere umano.
A quel punto Lucas smise di lottare e si abbandonò alle tenebre perdendo i sensi.

 

***


'Dove sono?' pensò Emily, ritrovandosi nel buio più profondo.
Dopo pochi minuti si ricordò di tutto quello che era accaduto: la luce accecante, le parole latine che riempivano la sua stanza, la mano che aveva stretto...
«Lucas!» gridò all'improvviso.
Ancora un po' frastornata si alzò in piedi, con un lieve giramento di testa.
Dov'era finita?
Si girò intorno ma tutto rimaneva invariato: buio buio e ancora buio.
Ad un certo punto vide in lontananza quella che sembrava essere una piccola fiamma rossa, e decise di andarle incontro sperando di trovare Lucas.
Finalmente distinse un piccolo fuocherello che era alimentato dal nulla in mezzo.. al nulla.
Si accorse solo dopo che due figure la stavano guardando.
Erano due bambini di circa otto anni perfettamente identici, probabilmente gemelli.
La stavano fissando entrambi.
Stessi occhi verdi, stesso taglio di capelli e stessa collana.
'Che strana collanina' pensò Emily guardando il ciondolo che raffigurava una piccola rosa nera, con delle spine rosse sul gambo.
Mentre Emily continuava con il suo flusso di pensieri i bambini non si erano mossi di una virgola.
«Ciao.. Ehm, sapete dirmi dove mi trovo?» chiese Emily, abbozzando un sorriso.
«Ti stavamo aspettando, signorina» rispose il bambino a destra, aveva una voce armoniosa.
Le venne in mente quella di Lucas.
«Ma chi siete?» chiese Emily.
«Noi siamo i Marchiatori, signorina. Lui ci aveva detto che saresti arrivata, Lui non si sbaglia mai.» Questa volta rispose il bambino a sinistra.
«Lui?» Emily non capiva più niente.
«Noi siamo i suoi figli prediletti. Lui è nostro padre e noi siamo al suo servizio, signorina.»
«Potete smetterla di chiamarmi signorina? Sapete, ho un nome.»
«Sappiamo anche questo. Sei Emily Moore.»
«E voi come fate a saperlo? Perchè mi trovo qui? E soprattutto, che posto è questo?» chiese allarmata.
«Ti trovi sotto la casa di nostro padre. Adesso sei al di sotto dell'Inferno.»
Emily non voleva crederci, questo poteva essere soltanto un brutto incubo. Doveva essere un incubo.
«Sto solo sognando, non è reale tutto questo» pensò ad alta voce senza accorgersene.
«In effetti hai lasciato il tuo corpo in camera tua, come se stessi dormendo. Ma con l'anima sei qui, con noi. Quindi è come se fossi sveglia. Non so se mi spiego...»
«Il mio corpo è a casa, mentre con la mente sono qui?»
«Esattamente, signorina.»
«Non mi avete ancora spiegato perchè mi trovo in questo luogo però.»
«Tutti noi abbiamo un destino. Tu credi che il tuo sia quello di vivere una vita per sempre con il signorino Lucas Burke, ma non è così. Come pensi che sarà tra 40-50 anni? Lui sempre un perfetto ventenne, tu un'anziana signora?»
«Voi.. Voi sapete del segreto di Lucas?» chiese Emily, ora seriamente spaventata da quei visini paffutelli.
«Nostro padre ci ha raccontato tutto. Ma rispondete alla domanda, credi davvero che sarà per sempre con il tuo Lucas, signorina?»
«Lucas me l'ha promesso. Troverà un modo per rendermi immortale» rispose lei decisa, pensando che qualche volta avevano affrontato il discorso.
«Credi che esista davvero un modo? Se nasci uomo, muori uomo. Se nasci Angelo... non muori e basta» rispose il bambino a destra con un ghigno spaventoso.
«Ora basta, voglio tornare a casa. Voglio rivedere Lucas, devo svegliarmi» rispose lei brusca.
«Dobbiamo ancora svolgere il compito per cui siamo nati, signorina.»
I bambini si alzarono e andarono verso Emily, la quale si stava seriamente spaventando.
«C-Che state facendo?»
«Noi siamo i Marchiatori, Lui ci ha ordinato di marchiarti.»
I loro occhi divennero viola scuro.
Intorno a loro brillava una luce anch'essa viola, ma sul loro volto era dipinta un'espressione mostruosa.
Emily si alzò di scatto ma un bambino fu più veloce di lei e la strinse per il polso.
Al suo tocco la ragazza si sentì bruciare.
Allora con l'altra mano cercò di ribellarsi e di allontanare quel bambino orribile, ma si ustionò anche quella: più si agitava, più la pelle bruciava.
Continuava a pensare a Lucas e che aveva bisogno di lui.
«Basta vi prego, mi state uccidendo!» disse lei disperata.
«Se farai la brava non dovremo usare la violenza, signorina.»
«Rivedrò Lucas?» domandò cercando di nascondere il dolore della sua voce.
«Non lo sappiamo. Solo Lui sa. Ora noi dobbiamo marchiarti, signorina.»
«Ma a cosa serve questo dannato marchio!?» Emily era esasperata.
Perchè dovevano marchiarla? A cosa sarebbe servito?
«Dimenticherai tutto.»
«Dimenticherò?» chiese con voce incredula.
«Sì, dimenticherai. Consideralo come un dono. Lui non fa marchiare tutti. Sei molto fortunata, signorina.»
«Ma io non voglio dimenticare assolutamente nulla!»
«Troppo tardi.»
Con un gesto veloce uno dei due bambini tirò fuori un piccolo stilo, lo posò sul fuoco fino a quando non divenne incandescente.
Poi, sempre con quella strana luce viola negli occhi lo posò sul collo di Emily, leggermente sotto l'orecchio destro.
La ragazza sentì un dolore allucinante.
Gridò.
Gridò per il dolore, per lo stupore, perchè aveva paura e perchè si rese conto che se provava tutto quel dolore non era solo un sogno.
Gridò perchè aveva bisogno di Lucas.

«Qualunque cosa succeda sappi che ti amo. Lo farò per sempre
Il viso di Lucas le comparve nella mente, questa era l'ultima cosa che si era sentita dire.
'Ti amo anche io, ma ormai è troppo tardi' rispose mentalmente.
Con questo ultimo pensiero chiuse gli occhi abbandonandosi all'oscurità, credendo di oltrepassare quel tunnel che non l'avrebbe più riportata alla vita reale, ad una vita con Lucas. 

Angolo autrice: Ma ciao a tutti :) Allora eccomi qui con il primo e vero e proprio capitolo! Diciamo che al posto che chiarire qualcosa forse l'ho incasinato ancora di più.. Ma è proprio così che deve essere :D Ora i due protagonisti continueranno le loro avventure separate.. Non so se farò un capitolo per uno e uno per l'altra, vedrò in base alla situazione.
Piano piano però tutto sarà chiaro, state tranquilli!
Ci tenevo a ringraziare tutte quelle (splendide) persone che mi hanno lasciato una recensione nel Prologo, spero davvero di trovarvi in tanti pure qui!
Quindi niente ditemi tutto nella più totale sincerità, accetto qualsiasi cosa :)
Vi abbraccio tutti, al prossimo capitolo :*

  
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