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Autore: emptyhanded_    15/06/2015    4 recensioni
Volete sapere perchè io, Leanne Morgan, sono una stupida? Prima di tutto, non so come si scrivano trame; secondo sono innamorata dell'unico ragazzo al mondo di cui non mi dovevo innamorare. Non perchè lui sia un poco di buono o un soggetto da allontanare dalla comunità, ma perchè il mio migliore amico lo odia con tutto il suo cuore da anni. Solo che la morale di questa storia la conosco già: la ragazza innamorata dell'artista misterioso rimarrà con il cuore a pezzi. E' già successo e non stento a credere che capiterà un'altra volta.
Genere: Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta | Contesto: Universitario
Capitoli:
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Terzo Capitolo

 

Io e Luke torniamo a casa verso l'una di notte. Avrei preferito partire subito, ma mi sentivo in colpa a non passare del tempo con Robert e mia sorella Beth. Gli voglio bene e solo durante il pomeriggio mi sono resa conto di quanto mi mancassero. Poi, non avevo nemmeno voglia di passare altre tre ore sola con Luke. Ero ancora arrabbiata e mi scocciava il fatto che avesse insistito ad accompagnarmi a Londra. Abbiamo passato tutto il viaggio in silenzio, con lui che cercava di scusarsi e io che, per ammutolirlo, ho ascoltato la musica a tutto volume per tutto il tempo.

Una volta a Londra, lo saluto a malapena, prendendo la prima metro diretta a Camden. Voglio solo dormire e dimenticare tutto.

Appena rimango sola, Luke comincia a tempestarmi di messaggi, costringendomi a spegnere il telefono. Se dobbiamo fare a gara per verificare chi è il più testardo tra i due, mi reputo già vincitrice. La metropolitana è vuota. Ci sono solo un paio di ragazzi e qualche barbone che sta cercando un posto dove dormire la notte. Mi fermo a dare una manciata di monete a quello che vedo tutti i giorni per andare al lavoro, è sdraiato su una panchina ed ha le mani premute sulle orecchie, per attutire il suono dei treni. Nascondo i soldi nella tasca del suo giubbotto dimesso, per evitare che qualcuno passi e glieli rubi, per poi uscire e andare a casa.

Ellie, Claire e Bianca stanno già dormendo, per mia fortuna. Non ho le forze per parlare. Vado nella mia stanza e, senza nemmeno cambiarmi, mi addormento.

 

*

 

<< Questo silenzio mi sta uccidendo >>

Mi volto verso Ellie, che ha appena parlato. Siamo tutti e dieci all'Old Vinyl e aspettiamo che Paul, il mio capo, riceva una telefonata. Durante l'attesa, Paul pulisce il bancone, senza proferire parola. La mia scuola di musica, che è anche quella dei miei amici, è stata distrutta da un incendio causato dallo scoppio di un cavo elettrico avvenuto durante il temporale di venerdì. Quando Bianca me lo ha detto, non ci potevo credere. Quella scuola era la mia seconda casa, era il luogo che amavo di più al mondo, senza contare che lì avevo lasciato il mio progetto per l'università che mi avrebbe dovuto fruttare più della metà dei crediti che mi servivano per conseguire la laurea.

Sono sconvolta, continuo a sperare che si tratti solo di uno scherzo, anche se so che non è affatto così.

La scuola di musica era affiliata all'università. La maggior parte di studenti universitari lavorava lì, in modo da guadagnare soldi e crediti. Per esempio, Sarah insegnava danza alle bambine delle elementari e Bianca dava ripetizioni di pianoforte ai bambini. Ora le mie amiche, come altri ragazzi, si trovavano disoccupate, senza più uno stipendio.

L'Old Vinyl è anche collegato alla scuola, infatti Paul è il fratello di Haley, che è la preside e la mia insegnante di chitarra. Siamo nel negozio per questo, per aspettare che Haley dia qualche informazione in più a Paul.

Nessuno risponde ad Ellie. Siamo tutti sovrappensiero, con gli sguardi vacui e mille cose per la testa. Io sto pensando ad Haley, a suo marito Fred e a loro figlia Holly. Come faranno ora che non c'è più il luogo dove lavorano entrambi? Penso anche a me e al mio progetto. Il compito era quello di prendere un romanzo e trasformarlo in un musical, scrivendo sceneggiatura e musiche. Avevo impiegato un anno e tre mesi per farlo, avevo scelto di riadattare 1984 di Orwell ed ero fiera del mio lavoro. Non vedevo l'ora di mostrarlo ai miei professori, ma, invece, sono stata talmente tanto stupida da lasciare il mio PC con tutto il lavoro a scuola. Ho perso tutto.

Sospiro sconsolata, quando mi rendo conto di avere lo sguardo di Luke addosso. Lo fulmino con gli occhi, sono ancora arrabbiata con lui. Posso sembrare stronza continuando ad ignorarlo, ma quello che ha detto mi ha deluso più di qualsiasi altra cosa abbia mai fatto in passato.

In quel momento, il telefono squilla e Paul sparisce nel retro del negozio per rispondere.

<< Spero che Haley abbia trovato una soluzione >> Sospira Sarah.

Lei ha l'aria più abbattuta di tutti. Sarah passava ogni giorno a scuola, in quel posto era concentrata tutta la sua vita, anche il suo fidanzato Rick lavorava lì.

<< Sarà sicuramente così >> Risponde Liam abbracciando la ragazza.

Mi lascio sfuggire un sorriso vedendo quei due. Liam è innamorato di Sarah più o meno da quando si conoscono e noi vogliamo che Sarah capisca quanto il suo ragazzo sia idiota e quanto Liam sia perfetto per lei. Solo che è da tre anni che non lo capisce, non si è nemmeno accorta che lui è innamorato di lei.

<< E se non è così, ci penseremo noi >>

Dan cerca di ribattere alle parole di Ellie, quando Paul torna dal retro sconsolato, gli occhi spenti e le labbra serrate. Lo fissiamo impazienti di sapere che cosa ha da dirci, ma lui si limita a passarsi una mano tra i capelli biondi prima di appoggiare i gomiti al bancone.

<< Allora? >> Chiede Cameron.

<< L'università non ha abbastanza fondi per ricostruire la scuola. Hanno intenzione di cancellare il progetto di aiuto studenti che la scuola offriva e, per pagare tutti i disagi creati, vogliono vendere anche L'Old Vinyl >>

<< Non possono farlo. >> Commento.

Non possono togliermi anche L'Old. Ho bisogno dei soldi che guadagno, sono l'unica cosa che mi permette di rimanere a Londra e di continuare a studiare.

<< Si che possono, stanno già cercando acquirenti. >>

<< Non possiamo permettere che più di cento persone perdano il loro posto di lavoro! >> Esclama Luke.

Gli altri rimangono in silenzio, incapaci di dire qualcosa di sensato e ragionevole. Luke ha ragione, ma, d'altronde, che possiamo fare? Non abbiamo nessun potere decisionale sulle questioni riguardanti l'università, siamo solo studenti del terzo e quarto anno che devono cercare di laurearsi.

<< Che ne dite di una manifestazione o una petizione? >>

<< Bianca, non credi che se bastasse avremmo già cominciato a farlo? Haley è da sabato mattina che si sta informando, ma non c'è niente che possa aiutarci >>

Non ho mai visto Paul così abbattuto. E' strano quando non mi da ordini o non si comporta da maniaco del controllo come fa sempre. Paul si mette il giubbotto e ci invita a prendere del Frozen Yogurt nella yogurteria accanto alla libreria di Notting Hill. Accettiamo senza entusiasmo, ancora persi nei nostri pensieri. Non è giusto che le cose debbano andare così. Nessuno se lo merita. Andiamo nel bar in silenzio e solo una volta seduti nei tavolini esterni, i ragazzi cominciano a fare diverse ipotesi per salvare il negozio e la scuola. Hanno aspettato che Paul andasse dentro il locale per prendere gli yogurt, prima di parlare di ciò che possiamo fare. Nessuno di loro ha il coraggio di darsi per vinto, anche se so che è inutile qualsiasi cosa propongano. Odio il fatto di essere così negativa.

Fisso a braccia conserte i tavoli bianchi che richiamano la scritta posta sopra la yogurteria. Venivo sempre qui a fare merenda dopo le lezioni di chitarra, un paio di volte mi ero fermata qui con Eric. Eravamo rimasti seduti per ben due ore, imitando tutti i professori che avevamo in comune all'università. Lo avevo fatto ridere talmente tanto che aveva rischiato di soffocare con il Frozen yogurt.

<< Ci deve essere un modo per salvare la scuola. >> Dice Dan richiamando la mia attenzione.

Ellie è l'unica che annuisce. Una luce paurosa le attraversa gli occhi. Ha la mascella serrata e la fronte aggrottata. Se non mi sbaglio, ha in mente qualcosa. Ha sempre quell'espressione quando sta architettando un piano malvagio.

Mi alzo dalla sedia per andare in bagno, sono troppo scombussolata per stare ad ascoltare i loro discorsi. Mentre mi alzo, colpisco qualcuno, che fa cadere il proprio yogurt su di me, sporcandomi il giubbotto di pelle. Come mio solito, impreco pesantemente, facendo scoppiare a ridere tutti i miei amici. Solo quando alzo lo sguardo verso il colpevole, mi rendo conto di aver di fronte Eric. Sta ridendo anche lui, mentre io mi sento crollare il mondo da sotto i piedi. Il destino vuole che ogni volta che io sia in presenza di Eric, mi capiti qualcosa di imbarazzante.

<< Ehy >> Sussurro guardandolo.

<< Ehy, Anne. Mi dici perchè ogni volta che ci vediamo ti causo sempre qualche danno? >> Domanda divertito, continuando a ridacchiare.

Vorrei ribattere che non è un problema, che per stare con lui cadrei e mi sporcherei migliaia di volte, ma mi mordo l'interno della guancia per stare zitta e limitarmi a ridere come una stupida. Non mi sono mai vergognata così tanto come in questi ultimi tre giorni.

<< No, Eric, non preoccuparti. Grazie a te la nostra Lea ci ha fatto ridere >>

Mi volto a guardare male Carrie. So che sta per arrivare a dire qualcosa di più che faccia intuire la mia cotta, ma lei mi guarda sorridendo e facendo l'occhiolino.

<< Già, ci hai migliorato il pomeriggio >> Continua Bianca.

<< E' successo qualcosa, ragazzi? >>

Alla domanda di Eric, Sarah inizia a raccontare tutta la storia. Lui prende una sedia da un altro tavolo e si unisce al nostro gruppo. Cameron, Liam, Dan e Luke non sembrano per niente contenti di questo, ma rimangono zitti. Quanto vorrei che quei cinque facessero pace.

Una volta, molto tempo fa, i ragazzi erano migliori amici. Quando si sono conosciuti, io ero ancora a Doncaster insieme ad Ellie, Bianca e Claire, mentre frequentavo l'ultimo anno di liceo. I cinque erano inseparabili, vivevano insieme, andavano nella stessa università e facevano tutti quanti le stesse stupidate. Eric era il migliore amico di Luke e non ho mai visto Luke voler così bene ad una persona,che non fosse un suo famigliare o me, come ne voleva a lui. Poi, due anni fa, è successo qualcosa, hanno litigato e Eric se ne è andato dalle loro vite. Proprio quando lui li ha lasciati, ho cominciato a conoscerlo meglio e me ne sono innamorata. Per questo motivo Luke non sapeva della mia cotta. Non volevo dirgli di essere innamorata del suo ex migliore amico. Conosco fin troppo bene Luke e so per certo, che se anche glielo avessi detto prima, si sarebbe arrabbiato lo stesso.

Io sparisco in bagno, non voglio ascoltare ancora una volta quello che è successo.

La toilette della yogurteria è verde acido come le pareti del locale. E' stretta e una debole luce al neon illumina lo specchio. Prendo un pezzo di carta igienica e cerco di pulire il giubbotto. Non rimango stupita dal fatto che così facendo espando solo la macchia, così la smetto e mi prendo il viso tra le mani chiudendo gli occhi. Mi sta andando tutto male e non riesco a smettere di essere triste. Mia mamma mi disprezza, ho perso tutto il lavoro che ho fatto per l'università, mi sono innamorata della persona peggiore di cui potessi innamorarmi e non riesco a smettere di essere arrabbiata con il mio migliore amico.

Leanne Morgan hai qualcosa che ti porta davvero tanta sfortuna.

<< Superstar? >>

Luke bussa alla porta del bagno. Vorrei far finta di non esserci e rimanere in silenzio, ma non riesco. Mi passo una mano sugli occhi per trattenere le lacrime ed apro la porta. Lui fa un debole sorriso ed entra, sedendosi sul bordo del lavandino. Per fargli spazio, abbasso l'asse del water e mi siedo sopra di essa a gambe incrociate.

<< Ehm... perchè sei qui? >>

<< Perchè solo in questo modo mi ascolterai >>

Sbuffo facendogli segno di parlare con una mano. Lui annuisce e si passa la lingua sulle labbra prima di dire qualsiasi cosa.

<< Hai ragione, sono stato stupido. Ho dato ragione a tua madre dopo che ti ha detto una cosa orribile solo perchè ero arrabbiato. Mi sono arrabbiato solo perchè non me lo avevi detto e perchè tra tutte le persone di questo mondo ti sei innamorata di Eric e non ci potevo credere. Mi sono sentito ferito, solo che hai ragione tu, sono stato egoista e permaloso e ti giuro che non riesco a non parlarti e ...>>

Mi alzo dal water e lo zittisco abbracciandolo. Lui mi stringe di rimando, senza più dire niente. Rimaniamo abbracciati in silenzio per qualche minuto, prima di staccarci. Lo guardo negli occhi e gli prendo le mani, facendo intrecciare le nostre dita.

<< Sono stata una stupida anche io. Dovevo dirtelo, sei il mio migliore amico e ne avremmo dovuto parlare assieme. Scusami se ti ho ignorato per quasi due giorni >>

Lui scuote la testa e mi prende il viso tra le mani, dandomi un bacio sulla fronte.

Sentendomi a disagio, torno a sedermi sul water, cingendomi le ginocchia con le braccia.

<< Vuoi andare dagli altri? >> Mi chiede.

Scuoto la testa, abbassando lo sguardo. Gli dico che non ho la forza emotiva per parlare della scuola di musica e gli spiego il perchè, lui mi ascolta e si toglie la giacca di jeans.

<< Togliti il giubbotto e mettiti la giacca. Ora andiamo di là perchè troveremo davvero una soluzione, terrai il tuo posto di lavoro e farai un nuovo progetto, migliore del primo. >>

Prendo scettica la sua giacca. Apprezzo quello che mi sta dicendo, ma non sono convinta che le cose si sistemeranno davvero in questo modo.

<< Don't worry about a thing, cause every little thing's gonna be alright >>

Luke canticchia aprendo la porta. Sorrido e mi infilo la giacca uscendo dal bagno.

<< Non usare mai più Bob Marley contro di me! >>

Torniamo al tavolo ridendo. Sono rimasti solo i ragazzi, Eric ed Ellie, che è ancora più corrucciata di prima. Prendo posto tenendo d'occhio la mia amica, mentre gli altri ci stanno osservando.

Eric sorride, deve aver notato che non indosso il mio giubbotto di pelle.

<< Deduco che ho rovinato il tuo giubbotto, mi dispiace Anne >>

Sento i suoi occhi scuri addosso. Il mio cuore sta tornando a battere incessantemente, insieme al solito formicolio sulle guance a cui è accompagnato. Credo di essere diventata rossa rossa in viso, così abbasso lo sguardo sul tavolo bianco. In questo momento vorrei tornare a casa, ci sono troppi occhi curiosi che mi osservano e non voglio rendere palesi i miei sententi per Eric a tutti.

<< Anne? Chi diavolo è Anne? >>

Fulmino Luke con lo sguardo, mentre Eric non bada a ciò che ha appena detto. Sento gli altri ridacchiare, mi limito a chiudere gli occhi e contare mentalmente fino a tre, in modo da non urlargli contro.

<< Allora, Eric. Come vanno le cose con la tua nuova band? >> Domanda Dan enfatizzando la parola nuova. Tra tutti, quello che non maschera di provare rancore per quello che ha fatto Eric, è proprio lui, però, è anche l'unico che cerca di tornare suo amico. Vorrei che anche gli altri lo facessero.

Eric sembra essere colto alla sprovvista, infatti non riesce a fare a meno di sorridere imbarazzato, comincia anche a giocare con il bracciale di cuoio che indossa sul polso sinistro.

<< Direi bene, mercoledì sera ci esibiamo al The Rouge come tribute band di Bob Marley >>

<< Che figata assurda! >> Esclamo senza accorgermi di aver appena fatto una faccia da pazza furiosa. Eric non smetterà mai di stupirmi, è così meraviglioso.

<< Un tempo ti scrivevi da solo la tua musica, non imitavi nessuno >> Commenta acido Luke.

Eric alza le spalle, non curandosi delle sue parole.

<< Un tempo sembravo un membro di una boyband scadente da quattro soldi >>

Luke serra la mascella stringendo un pugno sul tavolo. Gli altri rimangono in silenzio, l'unica perplessa è Ellie che sembra abbia voglia dire qualcosa ma non sa come intervenire.

<< Perchè ora sembri più fico? Per favore, Piccolo Eric, da come sei messo sembri solo aver problemi di droga >>

Mi passo una mano sul viso. Sapevo che sarebbe successo questo. Luke non riesce a non litigare, è più forte di lui e scommetto che stava aspettando questo momento da tanto. Ora, come suo solito, sputerà in faccia a Eric tutto quello che non gli ha mai detto.

<< Taci e smettila di chiamarmi così che non sei mia madre. Sai che ho sempre pensato? Che nonostante tutto, la cosa peggiore che mi potesse accadere sarebbe stato nascere te >>

Luke scoppia a ridere dopo l'intervento di Eric. Scuote la testa, senza smettere di sbellicarsi. Si alza dalla sedia e guarda minaccioso Eric.

<< La persona più schifosa seduta a questo tavolo non sono io, Piccolo Eric. Sei tu e lo sai il perchè. Per quanto mi riguarda, potresti anche spararti due colpi in bocca >>

Io, come gli altri del resto, ho la netta sensazione che è successo qualcosa tra loro due che non ci hanno mai detto e vorrei sapere il perchè.

<< Ma vai a farti fottere, Luke >>

<< BASTA. MA CHE COSA SIETE? BAMBINI DI TRE ANNI? >> Sbraita Ellie ammutolendoli.

Sobbalzo, non mi aspettavo che urlasse in questo modo. Di solito Ellie è rinchiusa nel suo mondo e poche volta presta attenzione a quello che sta succedendo intorno a lei.

Eric si alza dalla sedia e mi saluta mettendomi una mano sulla spalla. Accenno un sorriso e lo osservo sparire dalla mia visuale. Ha un'aria rassegnata, come se avesse capito che tutti gli sforzi che sta facendo non bastassero. Vorrei sapere di più su tutta questa storia, ma notando come i ragazzi siano silenziosi e tristi, è meglio che io non chieda niente.

<< Attenta che potresti bruciarti talmente vai a fuoco >> Ride Cameron spezzando il silenzio.

Non mi ero accorta di avere le guance bollenti a causa della vergogna. Faccio una smorfia ed incrocio le braccia al petto, sperando che qualcuno cambi discorso.

Per mia fortuna, Ellie batte una mano sul tavolo richiamando l'attenzione su di lei. Ci voltiamo tutti a guardarla, mentre lei si schiarisce la voce. Prima di parlare ci osserva uno ad uno, con un'espressione accigliata in volto. Ho l'impressione che voglia entrare nelle nostre menti, per imporci quello che ci vuole dire. Io mi sto preoccupando, la conosco davvero troppo bene per capire che quando fa così, non abbiamo più via di fuga da quello che vuole obbligarci a fare.

<< Domani chi ha lezione all'università? >>

 

*

 

La London Academy of Dramatic and Visual Arts è un piccolo complesso di edifici somiglianti a piccoli castelli medievali grigi. Si trova sulla strada per arrivare a Greenwich ed è nascosta da un piccolo boschetto, è talmente isolata da avere solo un unico pullman che porta gli studenti dal centro città fino a qualche metro dall'università. Non è l'accademia migliore di spettacolo di Londra, è stata inaugurata solo da pochi anni e per aumentare la sua notorietà tra i ragazzi che vogliono intraprendere questi studi, accetta chiunque faccia domanda per seguire i suoi corsi. Se non fosse stato così, e se non fosse stato che l'università stessa offre lavori per aiutare i ragazzi a pagarsi gli studi, molto probabilmente sarei ancora a Doncaster a studiare Lettere.

Lunedì io, Cameron e Dan ci ritroviamo davanti all'ufficio del rettore, mentre aspettiamo che Ellie ci raggiunga. Tutti e tre non abbiamo la minima idea di quello che la ragazza voglia fare. Il giorno precedente si era solo limitata a chiederci se oggi avessimo avuto lezione, senza darci ulteriori dettagli. A differenza dei due ragazzi, io avevo risposto riluttante, sapendo bene che non potevo mentirle. Ellie ha l'inquietante abitudine di memorizzarsi l'orario di qualsiasi persona conosca, mi avrebbe ammazzata se le avessi detto una bugia.

<< Secondo voi Ellie ha prenotato un colloquio con il rettore? >> Domanda Dan pensieroso.

Io scuoto la testa. Non ho davvero la minima idea di quello che la mia amica voglia fare. Cameron alza le spalle, per poi appoggiare la testa al muro.

<< Forse. Secondo me vuole attuare una sorta di protesta per obbligare il rettore a ricostruire la scuola >>

Effettivamente non ha tutti i torti. Questo spiegherebbe anche il perchè ci abbia chiesto di venire con lei. Si sa che più voci si fanno sentire più di una sola. Nonostante ciò, qualcosa non quadra. Ho l'impressione che ci stia sfuggendo di mente un particolare che non riesco a ricordarmi.

In questo preciso momento, Ellie appare furtiva dal corridoio. Prima di salutarci getta un'occhiata alle sue spalle.

<< Grazie per essere qui >> Dice facendoci alzare dalla panca posta davanti alla porta dell'ufficio. Ci spinge contro una parete, in modo da finire dietro il pezzo di muro sporgente che delinea il perimetro della sala d'attesa. Si sta comportando come se non dovessimo essere visti e tutto ciò mi preoccupa.

<< El, che hai intenzione di fare? >>

Ellie ignora Dan e tira fuori dalla tasca dei suoi pantaloni neri un mazzo di chiavi.

Io e i ragazzi ci guardiamo confusi. Perchè io non ho amici normali?

<< Il piano è questo: uno di voi farà da guardia fuori dalla sala, mentre gli altri due mi aiuteranno a cercare nell'ufficio i documenti sulla scuola di musica >>

In questo preciso istante mi rendo conto di quale fosse il dettaglio importante che ci eravamo dimenticati. Il rettore non è all'università di lunedì.

<< Ellie, io non voglio aiutarti ad essere una criminale >> Esclamo.

Lo devo aver detto a voce fin troppo alta, perchè mi schiaccia un piede per zittirmi e mi mette una mano sulla bocca.

<< Stai, muta! >>

<< Ellie, Lea ha ragione. Se ci scoprono, verremmo sospesi e perderemmo almeno venti crediti >> Continua Cameron.

Lei ci fulmina con lo sguardo. Sembra che si stia arrabbiando davvero tanto, ma io non me la sento di andare contro le leggi dell'università. Non mi piace violare le regole.

<< Non ci scoprirà nessuno, fidatevi di me. Se la smettete di lamentarvi magari ci sbrighiamo anche >>

Sbuffiamo all'unisono, ma poi accettiamo di fare quello che ci ha detto. Dan si offre di essere il palo, si mette fuori dalla sala, sedendosi a gambe incrociate a terra, la schiena contro il muro e un libro a caso sul grembo per fingere di studiare.

Ellie infila una chiave nella serratura per aprire l'ufficio. Mi chiedo dove abbia preso le chiavi del rettore, ma poi decido che non ho la minima intenzione di sapere quale sia la risposta.

Entriamo in silenzio nella stanza. L'ufficio è il luogo più disordinato che io abbia mai visto. Una moltitudine di fogli sborda da qualsiasi cassetto presente nella stanza; i libri posti nella grande libreria sono più di quanti il mobile riesca a contenere, infatti alcuni volumi sono sparsi a terra. La scrivania è sormontata da fascicoli, volantini, altri fogli, penne e da un grosso computer che emette un ronzio fastidioso. Vi sono delle carte anche sopra e sotto il divano rosso posto in un angolo della stanza.

Se Ellie ha intenzione di trovare qualcosa in questo caos, penso che la nostra missione sia già conclusa qui.

<< Cameron chiudi la porta, tu i occuperai degli archivi. Lea, i fogli sono tutti tuoi. Io mi occuperò dei file sul computer >> Bisbiglia lei mettendosi all'opera.

Io e Cameron ci guardiamo sconsolati, prima di eseguire gli ordini. Non ho altra scelta, ormai. Anche se sono perplessa nei confronti di ciò che stiamo facendo, nella mia testa balena l'idea che troveremo davvero qualcosa in questo studio e sistemeremo la situazione. Se non troviamo qua un indizio in che altro posto potremmo cercare? Da nessun'altra parte. Sorrido convincendomi che Ellie ha ragione, questa è la cosa giusta da fare. Comincio con il controllare i fogli sparsi sulla scrivania, ma con mio rammarico, mi rendo conto che sono solo circolari dell'università. Passo in rassegna anche i fogli vicino al divano, ma sono solo le parcelle che l'accademia deve pagare. Sono bollette della luce, dell'elettricità e gli stipendi dei professori.

Ellie continua ad imprecare sottovoce e da questo deduco che non abbia trovato niente.

Sono passati, ormai, dieci minuti e le speranze cominciano ad affievolirsi.

Prima, avevo avuto la sensazione che avremmo trovato davvero qualcosa per salvare la scuola e Haley,ma è stato solo un inutile desiderio. Mi siedo affranta a terra, giocando con i braccialetti colorati che porto al polso. Mi sento così inutile. Vorrei davvero fare qualcosa per aiutare, Haley è stata come una seconda mamma per me. Mi ha aiutato più volte, credendo in me, nelle mie capacità e mi ha dato ottimi consigli ogni volta che ne avevo bisogno. Pensavo che per una volta avrei potuto ricambiare il favore.

<< BINGO ELLIE! >> Esclama Cameron.

Lei gli getta un'occhiataccia per farlo stare zitto. Mi alzo e lo raggiungo, seguita da Ellie. La ragazza strappa dalle mani di Cameron il fascicolo riguardante la scuola e comincia a leggerlo. Sono impaziente, forse abbiamo trovato la risposta. La speranza comincia a prendersi possesso di me, sorrido. Aiuterò Haley.

<< C'è una soluzione >>

Io e Cameron ci battiamo il cinque lasciandoci sfuggire una risata, ma veniamo zittiti ancora una volta da Ellie che non sembra per niente felice.

<< Che c'è? >> Domando.

Mi sporgo verso di lei per cercare di leggere qualche foglio del fascicolo, ma lei lo chiude di scatto, guardandoci.

Non sembra per niente soddisfatta di quello che abbiamo trovato.

<< A quanto pare non c'è alcun modo per ristrutturare la scuola, possiamo solo costruire da zero. >>

<< Perchè? >> Chiede Cameron.

Ellie alza le spalle ed estrae una foto raffigurante un cumulo di macerie bruciate.

<< Non credo che si possa ristrutturare questa cosa >>

<< Allora costruiamo la scuola! Che sarà mai? >>
<< Se avete un milione di sterline da spendere, cominciamo >> Celia Ellie.

Spalanco la bocca, lasciando cadere le braccia lungo i fianchi.

Possa la speranza andare a farsi fottere.

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Ciao a tutti! Sto aggiornando veloccissimamente - non credo esista come avverbio, ma esprime perfettamente il concetto - perchè continuo ad avere idee per scrivere e so che da dopo domani, non potrò nè aggiornare, nè scrivere per almeno due settimane. Spero che il capitolo vi piaccia, anche se è davvero lungo. Ellie è troppo stupenda a parer mio, mentre il mio cuore si divide tra Eric e Luke.
Al prossimo capitolo e ditemi che ne pensate!
Prosit
Becka

 

  
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