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Autore: Paolita00    15/06/2015    0 recensioni
Veneficae, monstrum, mortalis.
Tre parole, tre significati.
Streghe, mostro ed un mortale.
Esiste veramente la magia?.
Il ragazzo vivrà o morirà?.
Genere: Drammatico, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Nero. Era tutto nero.

Cercai di avanzare nell'oscurità, cercando di stare attento a non sbattere contro un muro.

"Ti prenderò e ti ucciderò" biascicò una voce dietro di me.

Mi mancava il fiato, sentivo che i polmoni stavano per scoppiare. Ma dovevo continuare a correre.

Non volevo che quella bestia mi prendesse.

"Non mi puoi sfuggire!" Continuò la voce.

Vidi che la strada si biforcava, non sapevo da che parte dovevo andare. Fino a quando il mio istinto non si impossessò di me.

Imboccai la strada da cui si scorgeva un po' più di luce, potevo finalmente accelerare il passo senza paura di dover cadere.

"Puoi correre quanto vuoi, tanto ti prenderò."  Urlò la voce dietro di me.

Mi addentrai nel bosco, il sentiero giallognolo  sotto i miei piedi stava scomparendo, lasciando il posto ad un manto di foglie secche.

"Mossa sbagliata, il bosco è un luogo molto pericoloso" 

Mi misi in quel pasticcio, solamente a causa della mia curiosità. Se non avessi assistito a quel maledetto rito che era stato sicuramente praticato da streghe, in quel momento non sarei stato lì, a scappare da un mostro che era stato creato da loro per farmi uccidere.

Avanzai a passo svelto, schivando tutti i rami degli alberi e i cespugli.

S'intravidero i primi raggi di sole, che conferivano al bosco un'aria meno
spettrale.

Guardai un attimo dietro le mie spalle.

Nessuno, non c'era nessuno

Avevo seminato la creatura.

Mi fermai per riprendere fiato.

"Stupido mortalis" 

La creatura mi si parò davanti, aveva un solo occhio, la pelle squamosa e viscida.

Faceva rabbrividire.

"Ti sei fermato con la  convinzione di essere da solo, quando invece io ero in agguato aspettando solamente un tuo passo falso." Disse con voce maligna.

Ero spacciato.

Aprì la bocca, alzò gli artigli e si buttò a capofitto sul mio viso.

"Ahhhhh" il mio urlo squarciò il silenzio del bosco.

"Tesoro, svegliati, forza, non urlare!" Disse mia mamma "Devi andare a scuola!" 

"Sono sveglio, mamma!" Risposi

Che incubo, sembrava così reale.

Mi vestì e scesi le scale.
"Sto uscendo." Urlai verso mia madre.

"Ciao tesoro." Rispose lei.

Cominciai a dirigermi verso la scuola, poi qualcosa attirò la mia curiosità.

Un cerchio di donne che si tenevano per mano e recitavano canti antichi.

Come nel sogno.

Devo subito scappare.

"Ehi ragazzino, dove credi di andare?."

Ero finito.
   
 
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