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Autore: xwilliamseyes    15/06/2015    0 recensioni
"Io credo negli inizi che non trovano una fine.
Credo negli sguardi destinati ad incrociarsi e mai più a lasciarsi.
Credo nella pelle che si confonde e sente di non averne mai più abbastanza.
Credo nelle affinità di cuore e di mente, nelle affinità di ricordi e di futuri.
Credo nei sorrisi, nelle lacrime, nelle urla, nei silenzi condivisi perché in due tutto è diverso, tutto è più colorato.
E c'è il verde, il rosso, l'arancione.
E l'azzurro dei tuoi occhi.
Dei tuoi e di nessun altro, Louis.
Che risplendano da sempre nei miei e da sempre si rispecchieranno nei miei.
Siamo noi quell'inizio che non trova fine.
Siamo noi quell'amore perpetuo che dà forma ai nostri sorrisi.
Ai tuoi e ai miei.
Unici, inseparabili, infiniti."
Genere: Drammatico, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Louis Tomlinson
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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A bolt from the blue
 
Il cielo brillava, il sole risplendeva qualunque cosa con i suoi raggi.
Le strade, gli alberi, i piccoli uccelli che cinguettavano e volavano alti.
Respirai l'aria che mi circondava e percepii in tutta la sua forza la primavera.
Un sorriso ingenuo aleggiò sulle mie labbra mentre con occhi soddisfatti guardavo la mia figura nello specchio. 
Di lì ad un paio di ore sarei diventata una psicologa a tutti gli effetti.
Finalmente, dopo anni di lotta, di studio e di situazioni spiacevoli ero arrivata al mio obiettivo e nient'altro ora mi impediva il successo.
Sistemai per un'ultima volta i miei capelli ed uscii dal bagno.
Louis sedeva spaparanzato sul divano e scorreva annoiato i canali della TV.
“Allora?”
Richiamai la sua attenzione.
Lui si girò e sorrise, scoprendo i suoi denti bianchi.
“Sei bellissima”
Riprese semplicemente e alzatosi dal divano si diresse verso di me.
Mi guardò negli occhi per poi lasciarmi un bacio sulla fronte ed un altro sulle labbra.
“Andiamo?”
Mi chiese, sussurrando.
“Si”
E mano nella mano ci avviammo verso l'università.

“Io mi siedo qui a guardarti”
La mano di Louis si allentò piano piano dalla mia e i suoi occhi lucidi, dopo avermi accarezzato per un quantità di tempo incalcolabile, si spostarono lontani.
Tirai un profondo respiro e nel frattempo tirai giù la mia giacca apparentemente sgualcita.
Mi avvicinai alla commissione, strinsi la mano ad ognuno di loro e mi accomodai sulla sedia loro difronte.
“Gabrielle..Stock”
Sentenziò uno, molto probabilmente il presidente. Osservava distrattamente dei fogli e ogni tanto mi lanciava uno sguardo in tralice. 
L'agitazione che fino ad allora sembrava sotto il mio pieno controllo ora si stava liberando. Il mio sguardo sfuggiva verso destra e sinistra e continuamente sulle mie mani, che si contorcevano sulle mie ginocchia.
Deglutii e approssimai un'espressione di calma.
“E' stata un'alunna piuttosto costante e diligente. Ha dato molto a quest'università e sono sicuro che ora non aspetta altro che un merito”
Stavolta il suo viso scuro si mutò in un sorriso. E messosi in piedi mi porse l'attestato. Mi alzai a mia volta e accennai un leggero inchino. Anche tutti gli altri membri della commissione presero a seguire il presidente: sorrisero e si alzarono.
Dalle mie spalle improvvisamente si udì un battere furioso di mani.
Mi girai istintivamente e vidi Louis, in piedi.
Sembrava quasi che le lacrime lo stessero soffocando e la sua grinta fu così forte che tutte le altre persone che lo circondavano iniziarono perfettamente ad imitarlo.
Un risata spontanea e gioiosa prese posto sul mio viso e cercai di trattenerla portando le mani sulla bocca e sugli occhi.
“Bravissima!”
Azzardò anche ad urlare e stavolta, fattami rossa in viso, lo invitai con un cenno del dito a zittirsi.
Mi lanciò un bacio con la mano e si rimise a sedere.
“Congratulazioni”
Concluse il presidente e mi congedò con un invito della mano.

“Non potrei essere più orgoglioso di te”
Louis mi avvolgeva le spalle con un braccio e mi teneva stretta al suo corpo.
Passeggiavamo liberi per le strade più o meno deserte e buie del nostro quartiere.
Lui barcollava per le due bottiglie di birra che si era scolato ed io cercavo di mantenerlo in piedi. Ma mancava poco e saremo caduti entrambi.
“Cioè sei una dottoressa!”
Il suo tono di voce si era alzato di qualche decibel. Il suo viso arrossito dall'alcool mi faceva ridere e allo stesso tempo mi riempiva di tenerezza.
Gli accarezzai i capelli e tolsi qualche ciocca dalla fronte leggermente bagnata.
“La mia ragazza è una dottoressa!!”
Stavolta prese ad urlare, incontrollabile. Sbiancai di colpo e mi preoccupai della reazione degli inquilini dei palazzi che ci circondavano.
“Louis!”
Urlai in silenzio, tappandogli la bocca con la mano.
Lui iniziò a ridere soffocato e gli occhi gli si erano fatti tremendamente lucidi.
“Ora è meglio se torniamo a casa”
Con il cuore in gola lo afferrai con una morsa maggiore a me e piano piano lo trascinai verso il nostro appartamento.
Delicatamente lo poggiai sul letto e con un fazzoletto mi preoccupai di asciugargli il viso.
Al mio tocco si contorceva come un bambino e respirava debolmente.
“Louis, Louis hai preso proprio una bella sbronza”
Lui sorrise e quel sorriso mi seppe di purezza e di immenso amore.
Mi guardava spaesato.
“Già, non ci sono più abituato”
Farfugliò mentre cercava di togliersi le mie mani dal viso.
“Ti amo tanto Gabrielle”
“Anch'io Louis”
Mi afferrò una mano e mi fissò negli occhi.
“No, Gabrielle, tanto tanto tanto che più tanto non si può”
“Va bene, Lo...”
E improvvisamente si strinse al mio braccio e si strofinò contro.
Lo guardai piuttosto confusa, ma istintivamente gli passai una mano sulla testa e gli lasciai un bacio.
“Prova a dormire”
Non replicò a quel mio ordine che assomigliava tanto ad un consiglio, e giratosi sul lato opposto chiuse gli occhi.
Gli spostai le coperte sul corpo e, dopo aver spento la piccola lampada, richiusi alle mie spalle la porta.
Un silenzio tombale riempiva quelle quattro mura.
In altri occasione quell'atmosfera tetra mi avrebbe spaventa ma quella volta, invece, mi trasmetteva esclusivamente tranquillità.
Mi diressi, così, verso il bagno, sperando di poter fare un doccia.
Aprii il rubinetto e nello stesso preciso istante qualcosa iniziò a frantumare  la calma del palazzo. Tesi l'orecchio verso l'esterno e percepii dei passi furiosi che salivano le scale. La pelle mi si fece istintivamente d'oca ma cercai in tutti i modi di non farci caso. Dopo pochi minuti il chiasso cessò. 
Rilasciai un respiro e raccolsi i miei capelli in uno chignon.
Il campanello della mio porta prese a suonare, per un'ennesima volta fui disturbata.
A passi lenti e silenziosi mi avvicinai all'ingresso e spiai l'uomo aldilà dal minuscolo spioncino.
Purtroppo il buio lo circondava, solo una soffocata luce illuminava i suoi capelli.
“Chi è?”
Chiesi con un sussurro.
“Gabrielle, aiutami!”
Una voce poco familiare trapassò quella parete.
Il cuore mi salì in gola e per alcuni secondi la nausea iniziò a disturbare le mie membra.
“Apri per piacere!”
Iniziò a sferrare pugni sul legno. Indietreggiai terrorizzata e portai la mano sulle labbra cercando di trattenere il mio orrore.
“Chi sei?!”
Urlai stavolta, spinta da qualcosa che veniva dal profondo del mio stomaco.
“Sono Caden!”
A quel nome associai immediatamente degli occhi nocciola, vitrei, luccicanti, quegli stessi occhi che mi avevano trapassato la pelle qualche anno prima, in quello stesso palazzo.
Spalancai la porta e me lo ritrovai davanti.
Le labbra e gli zigomi erano gonfi e sanguinavano. Faceva fatica anche a guardarmi e sembrava soffrire molto, infatti si teneva curvo portando una mano allo stomaco.
I miei occhi si fecero enormi e il sangue delle mie vene si gelò.
Quel ragazzo quasi sconosciuto chiedeva il mio aiuto, con lo sguardo e con l'anima.


- SPAZIO AUTRICE
Salve gente! E alla fine ho continuato questa fanfiction! Niente, non riuscivo proprio ad abbandonarla così. Poi era rimasta anche piuttosto sospesa ed era un peccato. Troviamo il nostro Caden, eh eh. Lo avevamo già incontrato improvvisamente al 18° capitolo. Agli occhi di Gabrielle era sembrato familiare, quindi, chissà sarai mai questo ragazzo così strano? Mhm secondo me ne vedremo delle belle.
Spero vi piaccia e grazie a tutti i miei lettori che sono riusciti a tenere vivo in me l'affetto per questa storia!
Al prossimo.
Un bacio.
-Manu 

 
- LOUIS -



(vi regalo e mi regalo una foto mozzafiato del nostro ragazzone)
  
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