Film > Big Hero 6
Segui la storia  |       
Autore: Emy Potter    15/06/2015    5 recensioni
(Sequel de "New city, new Life") Hiro e i suoi amici sono partiti per le loro splendide vacanze con Rebecca e Noemi. Destinazione? Italia. Come le passeranno? E che succederà?
Genere: Avventura, Fluff, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: GoGo Tomago, Hiro Hamada, Honey Lemon, Nuovo personaggio, Wasabi
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
- Questa storia fa parte della serie 'New city, new life'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Capitolo 12: Will be a perfect date?
 
26 giugno 2015
 
Anche se era mezzogiorno, il gruppo dei nerd non aveva la minima intenzione di svegliarsi: erano stesi sul tappeto, pieno di coperte e cuscini, uno abbracciato all’altro.
La sera prima si erano divertiti un mondo festeggiando il compleanno di Noemi. Rimasero svegli fino a tarda notte, con la musica a tutto volume che proveniva dalle casse. Fecero anche una gara di karaoke, vinta da Honey Lemon. All’ultimo posto ci fu Fred, che aveva trovato i liquori che il nonno di Noemi aveva lasciato in casa e, credendo fossero bevande gasate, li bevve, si imbriacò e cantò malissimo.
Risultato? Crollarono tutti sul tappeto verso le tre di notte, con i visi sorridenti.
Solo verso le 12:30 cominciarono a svegliarsi.
“Buongiorno” borbottò Hiro abbracciato a Rebecca.
“ ‘giorno” ribatté lei stropicciandosi gli occhi cercando di svegliarsi del tutto “Dormito bene?”
“Oh sì! Il pavimento è comodissimo!” rispose ironicamente il ragazzo facendola ridere.
Ovviamente la loro calma non durò a lungo, poiché si beccarono due cuscini da parte di Gogo e Noemi che urlarono uno “sveglia!”.
Si sarebbe unito anche Fred al loro “risveglio con i cuscini”, ma appena si alzò corse a vomitare, causando qualche conato di vomito anche a Wasabi nel sentirlo. Quando il fan di fumetti tornò, era bianco cadaverico.
“Stai bene?” chiese Tadashi.
“No…” rispose Fred appoggiandosi alla porta “…eppure ho bevuto solo qualche bibita…”
“Erano liquori” lo informò impassibile Gogo che stava cucinando la propria colazione, seppur fosse quasi l’una.
“oh…questo spiega tutto!” esclamò il biondo ritrovando improvvisamente le energie.
“In fin dei conti è stato divertente” disse sorridendo Honey.
“Lo dici solo perché hai vinto alla sfida del karaoke” le rispose Gogo leggermente irritata. Non sopportava arrivare neanche seconda, in qualsiasi cosa. Ma lei era così: terribilmente competitiva in ogni cosa, soprattutto se bisognava dimostrare quanto si è veloci.
Wasabi rimase a guardarla senza farsi notare. Aveva ripetuto di nuovo quel sogno, quello in cui loro due si baciavano. Ma questa volta nel sogno, gli rimbombavano in testa le parole che Honey gli aveva detto il giorno prima: “Ti piace Gogo?”.
Era quello che si stava chiedendo ora il ragazzo di colore. Gli piaceva veramente Gogo? La ragazza così diversa da lui, amante del pericolo e sprezzante delle regole? Era davvero lei la ragazza che gli interessava?
Forse erano proprio questi i motivi per cui aveva una cotta per Gogo: si completavano. Ecco! Lo aveva ammesso! Si era preso una cotta per Gogo Tomago.
E adesso? Che poteva fare? Avrebbe dovuto chiedergli di uscire? Certo, se voleva avere una gamba rotta sarebbe stato il miglior modo. E poi di che avrebbero potuto parlare? Moto? Biciclette? Wasabi ammetteva di non capirci niente di quelle cose. Domande a cui non trovava risposta e l’ansia cresceva senza che lui se ne accorgesse.
“Hey mammoletta, torna in te”
Solo una persona lo chiamava così.
“S-sì, sto bene” rispose arrossendo e abbassando il capo. Non si era accorto che mentre pensava non aveva staccato gli occhi nemmeno per un momento da Gogo.
“Certo che sei strano oggi mammoletta” gli disse la ragazza.
Wasabi si irritò “Non chiamarmi così!”
Gogo alzò gli occhi al cielo e andò a fare colazione, lasciando Wasabi confuso, che si chiedeva se aveva fatto male a ribattere oppure no.
 
-------------------------------------------------------------------
 
Era pomeriggio e Noemi continuava a notare gli sguardi fugaci che Wasabi dirigeva a Gogo. Decise di chiedere all’unica persona che probabilmente sapeva qualcosa.
“Hey Honey! È solo una mia impressione o a Wasabi piace Gogo?” disse a bassa voce.
La bionda la guardò per un po’, incerta se dirle cosa sapeva oppure no. Alla fine pensò che parlarne con lei sarebbe stata la cosa migliore.
“Sì, ieri mi ha detto di aver sognato di baciarla” sussurrò complice.
Ma perché lui non le aveva chiesto di uscire o almeno non ci ha provato? Noemi voleva scoprirlo e fare in modo che lui avesse avuto almeno una possibilità. Era anche sicura che Rebecca l’avrebbe aiutata, così portò l’amica in giardino e le raccontò cosa aveva scoperto.
“Cosa?! A Wasabi piace Gogo?!” esclamò Rebecca.
Noemi le tappò la bocca e si guardò attorno, sperando che nessuno le avesse sentite. “Sì, è così e devi aiutarmi a farli uscire insieme” le spiegò togliendo poi le mani.
“Ma non dovrebbe essere lui a chiederglielo?” chiese la mora.
“L’ho pensato anch’io all’inizio, ma poi ho capito che Wasabi non avrà mai il coraggio di chiedere un appuntamento, figuriamoci poi ad una come Gogo!”
“Ok, ok, hai qualche idea?” domandò Rebecca.
La rossa sorrise. Eccome se ne aveva una.
 
------------------------------------------------------------------
 
Era già da un po’ che Wasabi stava aspettando il resto del gruppo.
Gli dissero che sarebbero andati a fare la spesa e poi lo avrebbero raggiunto. Ma non si fecero vivi, lasciando il ragazzo di colore da solo al fiume, con il borsone da spiaggia dove teneva tutte le cose necessarie per il pomeriggio.
Dopo qualche minuto sentì il fruscio dell’erba dietro di lui e dal ritmo che aveva erano sicuramente passi.
“C’è l’avete fatta finalment-“ Wasabi non si ritrovò l’intero gruppo davanti a lui, ma solo Gogo con il un costume intero, pantaloncini da mare, occhiali da sole e infradito.
“Ci sei solo tu mammoletta?” chiese lei avvicinandosi.
“Sì, sono solo, problemi? E non chiamarmi mammoletta!”
La ragazza si lasciò sfuggire una risatina, subito prima di togliersi i pantaloncini davanti allo sguardo sorpreso di Wasabi.
“M-ma che fai?!” le domandò arrossendo.
“Fa caldo. Mi spoglio e vado a fare il bagno” gli rispose impassibile.
“Ma dovremmo aspettare gli altri!”
Wasabi non aveva nemmeno finito la frase che Gogo si era tuffata nel fiume, schizzando l’acqua gelida verso il povero ragazzo che rabbrividì.
Tipico di Gogo. Non ascoltava nulla e nessuno. Se una cosa la voleva fare la faceva e basta, senza preoccuparsi su cosa potessero pensare gli altri e tantomeno alle conseguenze.
Forse era questo che a Wasabi tanto piaceva: il fatto che lei fosse sempre così libera e impulsiva, mentre lui pensava sempre dieci volta su una cosa prima di farla, rovinandosi la libertà che quell’esperienza potesse dargli. Per un momento si ritrovò ad essere geloso del suo carattere, geloso del suo spirito di libero. Ma come avrebbe potuto essere come lei se ormai era abituato a vivere in questo modo?
Wasabi venne risvegliato dai suoi pensieri nel momento in cui un altro schizzo di acqua gelida lo colpì.
“Dai Wasabi, entra in acqua!” le gridò lei prima di immergersi nuovamente nel fiume.
Esitante, si tolse la t-shirt e i pantaloni per raggiungerla. Appena mise piede in acqua rabbrividì a causa della temperatura. In altre occasioni si sarebbe ritirato al pensiero di un possibile raffreddore, ma stavolta voleva provare ad andare fino in fondo.
Avanzo, piano piano, e l’acqua gli arrivò alla vita, mozzandogli il fiato, mentre la corrente del fiume cominciava a farsi sentire.
C’è la posso fare…c’è la posso fare; si ripeteva.
Non voleva cedere, così andò ancora avanti e l’acqua gli arrivò al petto. Chiuse gli occhi, tentando di mantenere la calma.
“Dai Wasabi, su! Lasciati andare!” lo incitò Gogo.
Ma il ragazzo era troppo preso dall’acqua gelida per sentire qualsiasi cosa gli veniva detta.
Così lei, sbuffando, si avvicinò a lui e con uno strattone gli fece perdere l’equilibrio, facendolo immergere completamente.
La sua reazione fu qualcosa che Gogo non dimenticò mai: Wasabi riemerse di botto, riprendendo fiato come se fosse stato in apnea per tanto tempo, e corse nuovamente verso la riva tremando e strillando.
Gogo non riuscì a trattenere una risata: a volte Wasabi sapeva essere la cosa più buffa che c’era al mondo, per questo lei si divertiva tanto a prenderlo in giro.
“Non farlo mai più!” le urlò il ragazzo che si avvolse nell’asciugamano.
Gogo non smetteva di ridere. “Eddai, è solo un po’ d’acqua fresca”
“Fresca?! È acqua di montagna!” le disse lui ancora tremando.
La ragazza smise di ridere e lo raggiunse.
Lui non la guardò e si sedette su una delle rocce presenti lì vicino “Io non sono come te…” mormorò quasi impercettibilmente, stupendo la ragazza. “Non sono libero, ne tanto meno impulsivo. Mi piacerebbe, ci ho provato, ma non ci riesco. A volte vorrei essere come te”
Gogo si sorprese non poco di quella confessione, ma cercò di non darlo a vedere e si sedette affianco a lui. “Sarò anche libera e impulsiva come dici tu, ma se non lo fossi stata mi sarei evitata tantissimi guai. Come questa…” disse facendogli vedere una cicatrice sulla gamba “Quando ero piccola mi divertivo a buttarmi dai muretti sotto casa mia. Mia madre mi diceva sempre di non farlo, ma io mi divertivo e non le davo ascolto. Un giorno saltai, misi male la gamba e caddi a terra, finendo dritta su un petto di vetro.”
Wasabi rabbrividì al pensiero, ma non parlò, temendo di rovinare quel momento di calma.
“Se invece avessi ascoltato mia madre e il mio buon senso non mi sarei mai procurata questa cicatrice. Mi diedero non so quanti punti per ricucirla e il dottore disse che sono stata fortunata a non beccare qualche nervo.” Continuò lei. “Non sarai anche così tanto libero, ma almeno hai seguito il buon senso, evitando spiacevoli incidenti. E poi non puoi farti una colpa se sei fatto così. Certo, a volte esageri, ma sei Wasabi e noi ti accettiamo così come sei.”
Il ragazzo si sentì davvero rincuorato dalle parole di Gogo.
“Grazie” rispose “Non pensavo potessi avere questo lato tenero” le disse scherzando.
“Sono piena di sorprese, ma se ti azzardi a dirlo a qualcuno il prossimo ad avere i punti sarai tu” lo avvisò minacciosa.
Diversamente dalle altre volte, Wasabi rise. “Lo terrò a mente” rispose.
Si guardarono per un po’ dritti negli occhi, finché la corvina si alzò e si rivestì. “Deduco che gli altri non verranno mai. Torniamo a casa?”
Il ragazzo si riprese dal suo torpore e cominciò a prepararsi.
Tornarono a casa in silenzio, senza parlare, poiché non servivano parole. Semplicemente camminarono uno di fianco all’altro.
Quando arrivarono, tutti si inventarono una scusa sulla loro mancanza al fiume e chiesero come fosse andato il pomeriggio.
“Non male” risposero entrambi dandosi uno sguardo complice.
Wasabi non si pentì di quel pomeriggio e Gogo nemmeno. Quel giorno avevano scoperto che le loro diversità li completavano.
 
-------------------------------------------------------------------
 
NOTA AUTRICE: Rieccomi. Scusate il ritardo, sono mortificata. Direi comunque che il capitolo non sia venuto tanto male. Voi che ne pensate?
Ringrazio Rebianime, Chia29, Pelelen_moon6 e Hajiar04 per le recensioni.
Recensite in tanti! Kisses, Emy.
 
 
   
 
Leggi le 5 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Film > Big Hero 6 / Vai alla pagina dell'autore: Emy Potter