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Autore: HVK    11/01/2009    1 recensioni
dopo essere tornati alla vita di tutti i giorni Kaname e Sousuke, come al solito, incontrano difficoltà nello sviluppo del loro rapporto..
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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FMP 9 Eccola. Proprio davanti a lui. La soluzione a tutti i suoi problemi.
Una piccola serie di numeri e una freccina che indicava il mattone sulla destra. Kaname era riuscita a inciderla grazie alla chiave di casa sua senza che nessuno se ne accorgesse.
Sousuke toccò il mattone al lato della freccina e subito comparve una piccola tastiera numerata. Digitò il numero e si aprì una fessura tra la parete, larga abbastanza per far passare una persona. Estrasse la pistola dalla tasca e scivolò all'interno dell'edificio, stando ben attaccato alla parete oscura del piccolo passaggio in modo che nessuno lo potesse vedere.
La fessura scomparve appena lui entrò e fu investito dal buio più totale. Gli sembrava di essere finito nel nulla; non un rumore, non una luce.
Avanzò tenendo in una mano la pistola e con l'altra tastando il muro, l'unica soluzione per uscire da quel buio profondo. Continuò così per parecchi metri quando alla fine intravide una piccola lucina blu in lontananza, segno che finalmente quel passaggio stava per finire.
Si avvicinò con cautela alla porta e, facendo molta attenzione, sbirciò al di là di essa. Ciò che vide lo lasciò senza fiato. Abbassò la guardia ed entrò nella stanza, lasciandosi sopraffare dallo stupore.
Enormi cilindri erano disposti lungo le pareti della stanza e dentro di essi giacevano delle persone, in apparenza addormentate. Erano completamente immerse in un liquido rossastro e si vedeva chiaramente che stavano subendo un processo di trasformazione in quei cilindri. Un uomo era effettivamente fatto di carne ed ossa fino al mezzo busto, l'altra metà, invece, era completamente di titanio. Era diventato a tutti gli effetti un mezzo AS, come tutte le altre persone del resto. Sousuke iniziò a capire a cosa mirava la mente di Leonardo. E questo lo faceva rabbrividire.Ma non era tempo per pensare a quelle persone o ai piani di Leonardo in quel momento. Ora lui aveva una missione da portare a termine. Doveva salvare Kaname. Riprese la sua pistola e proseguì attraverso la seconda porta che trovò.

Kaname proseguiva sempre più verso l'interno di quell'edificio buio e inquietante, preceduta da Leonardo e seguita dai 2 AS. Aveva appena passato una stanza con degli enormi cilindri  che si innalzavano fino al soffitto contenenti degli esseri umani che sembravano addormentati in un liquido rossastro.
"Cosa ci faceva quella gente rinchiusa in quei cilindri?" chiese Chidori a Leonardo con una punta di panico nella voce.
Lui non rispose. Si limitò a girare leggermente la testa verso di lei, guardandola per un secondo, si rigirò e continuò la sua camminata sicura.
"Perchè quella gente era rinchiusa là dentro!?" Kaname alzò la voce ma Leonardo non fece cenno di averla sentita.
"Rispondimi dannazione! Che cosa hai in mente eh?! Vuoi rinchiudere anche me lì dentro? Cosa stai facendo a quelle povere persone?" ora stava letteralmente urlando e si era anche fermata in mezzo al corridoio. I 2 AS, sentendo il tono di voce si attivarono e presero Kaname, uno per un braccio uno per l'altro, e la sollevarono da terra.
"Quanto sei impaziente...ogni cosa a suo tempo..Stai tranquilla comunque. Tu non farai la stessa fine di quelle persone. Te l'ho già detto. Tu sei troppo importante per me."disse Leonardo.
"Mettetemi giù!!"urlò Kaname "Di a questi cosi di mettermi giù immediatamente!"
"Mmh...forse al momento è meglio che te ne stai li tranquilla tra le loro braccia. Più che altro perchè temo per la mia incolumità. Ho come l'impressione che se dicessi loro di lasciarti andare ti catapulteresti su di me come un missile." sghignazzò Leonardo.

Sousuke sentì la voce di Kaname che urlava qualcosa contro qualcuno. Dal volume della voce doveva essere solo a 100 metri da lui. Si appiattì di nuovo contro una parete del passaggio buio e iniziò a camminare velocemente, ma senza far rumore. Dopo qualche minuto sentì chiaramente la voce di Leonardo avvicinarsi a lui e intravide anche la piccola luce di una torcia. Si fermò e attese che il piccolo gruppo continuasse la camminata verso una stanza. Sarebbe stato un suicidio attaccare in quel momento. Non c'era visibilità e non c'era spazio sufficiente per una eventuale fuga. Li seguì. Chidori continuava a parlare, con tono infuriato. Doveva essere stata immobilizzata dai 2 AS dal momento che le cose che ripeteva continuamente erano frasi del tipo
"Dì a questi cosi di lasciarmi giù!" oppure "Maledizione lasciatemi andare!"
Leonardo le rispose con la sua solita voce viscida.
"E' inutile che continui ad agitarti. Fai la brava e dirò loro di lasciarti andare ok?"
Lei si ammutolì. Probabilmente aveva capito che con le urla non avrebbe risolto la situazione, oppure i 2 AS le avevano tappato la bocca con una mano. Molto più probabile.
Dopo qualche minuto arrivarono ad una stanza molto luminosa ed ampia. Leonardo entrò e si sedette ad una lunga scrivania bianca, piena di fogli e progetti. I 2 As depositarono Chidori su un divanetto anch'esso bianco e si disposero ai lati, vigili, nel caso lei avesse cercato di scappare da lì.Sousuke non entrò. Si nascose al lato dell'entrata, sbirciando all'interno.
"Allora...vuoi spiegarmi il motivo per cui mi hai portata qui una volta per tutte?" chiese Kaname.
"Oh mia cara quanto sei impaziente! Sapevo avessi un caratterino...come dire...difficile...ma non immaginavo così" rispose Leonardo;si sistemò meglio sulla sedia imbottita e guardò Chidori negli occhi
"Poco male...come ho già detto mi piacciono le donne forti..questo è un ulteriore punto in più per te"
"Non voglio piacerti! Neanche se tu fossi l'ultimo uomo su questa terra potrei prenderti in considerazione! Rispondi alla mia domanda!"
"Ahia...queste parole fanno male sai? Non è mai bello essere rifiutati..soprattutto se sai il motivo del rifiuto...e ancora peggio se il motivo del rifiuto è qui e ti sta spiando, probabilmente godendosi anche la scena..." Leonardo girò la sedia verso l'entrata "...non è così sergente Sagara?"




  
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