Anime & Manga > Lovely complex
Segui la storia  |       
Autore: Risa Lily Angelie    16/06/2015    4 recensioni
Risa e Otani sono cresciuti, sono sposati e... Hanno formato una famiglia.
Una long fondamentalmente incentrata sulla figlia del nostro amato duo comico, e il suo rapporto con gli amici, con i genitori e con un certo ragazzo, eheh.
Il tutto, intervallato da momenti romantici fra Risa ed Otani. ♥
***
(Era nata come una raccolta, ma ormai...)
[Risa/Otani, adulti ma tanto idioti lo stesso. ♥] [Surprise!]
{Avvertenze: forse lievemente OOC e diabete.}
Genere: Comico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Atsushi Otani, Nuovo personaggio, Risa Koizumi
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
- Questa storia fa parte della serie 'Lovely Complex: After the end. ~♥'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
15 Aprile, da qualche parte ad Osaka, ore 10:00 A.M.
-Nakao, se non ti fermi all'istante, io ti...-
-Non mi fai proprio niente, Furuhaka.-
La riccia alzò gli occhi al cielo e affrettò il passo; riuscì ad afferrare un lembo della camicia di Kaito, costringendolo così a fermarsi e a guardarla negli occhi.
-Kaito Nakao.- Disse lei col fiatone. -Tu sei un idiota.-
Il biondo inarcò un sopracciglio, scettico.
-Uh, grazie. Si può sapere il motivo di tale complimento...?-
-Tu sei un idiota.- Ripeté Sakura, passandosi una mano tra i capelli castani. -Tu conosci Nami.-
-Non abbastanza, forse.- Rispose lui, abbassando lo sguardo.
-No, Kaito, tu la conosci, sai com'è fatta. Lei è idiota. Insicura, spaventata da tutto.- Sakura sospirò ed allentò la presa dalla camicia dell'amico. -Spaventata dall'amore.-
Il ragazzo sospirò a sua volta, esasperato.
15 Aprile, Bar Ikebe, ore 10:00 A.M.
-Dai, Nami.-
La ragazza si tirò la pellicina vicino l'unghia del pollice con i denti.
-Mmh.-
-Nami, ti uscirà il sangue così.-
Otani sbuffò e mise le mani sotto le gambe; erano andati al bar Ikebe e si erano presi una limonata; ma da quando erano lì, Nami non aveva spiccicato parola, con sommo dispiacere di Suzuki.
-Yasu...- Nami chiuse gli occhi, frustrata; aveva proprio fatto un bel casino. -Non so cosa fare.-
-Nami, lo sai eccome, cosa devi fare. Sei solo troppo spaventata.- Disse con tono pratico il ragazzo.
-Spaventata...?- Balbettò lei, inarcando un sopracciglio.
-Sì. Dall'amore.-
-Non essere ridicolo.- Oh, come si fa ad essere spaventati dall'amore?
-Nami, la conosci la Leggenda del filo rosso del destino(1)?-
Otani si accigliò.
-Me ne hanno parlato.- Disse, poggiando i gomiti sul tavolo. -Si parla di un tale, Wei, che...-
Suzuki la bloccò con un gesto.
-Non mi interessa, ora, la leggenda vera e propria. Il punto è un altro: secondo la leggenda, ogni persona ha, legato al proprio mignolo sinistro, un filo rosso, che la collega in modo indissolubile ad un'altra persona.-
-E...?- Nami si guardò il mignolo, senza capire.
-Quello che sto cercando di dirti...- Yasu sospirò. -E' che tu l'hai già trovata.-
-Chi?-
-La persona che è all'altro capo del filo.- 
-No...-
-E' Kaito, Nami. Non essere infantile, lo sai che è lui. Lo hai sempre saputo.-
Otani si strinse il mignolo con l'altra mano, mordendosi il labbro.
-No, Yasu, ti sbagli. Io sono una codarda.- Nami guardò in basso, colpevole. -Sono una stupida che, per un poco, si è illusa di poter stare con un ragazzo come Nakao.- Sorrise amaramente. -Lui è... Quello di cui avrei bisogno. La mia parte complementare; no, non opposta. Complementare. E' la coperta quando ho freddo o il ghiaccio quando ho caldo o la battuta quando sono triste. Ma io... Non sono io, quella che può completarlo. Non sono io la ragazza adatta a lui. Non sono abbastanza bella, abbastanza alta o abbastanza intelligente; non sono abbastanza estroversa - o abbastanza introversa -, non sono la classica ragazza dolce e gentile, non sono... Non sono nemmeno capace di capire se sono davvero innamorata di lui. Sono un disastro, su tutti i punti di vista.-
Yasu batté con forza il palmo della mano sul tavolo e scattò in piedi.
-Nami Otani, tu sei un'idiota totale! Come puoi pensare una cosa del genere? Come puoi avere ancora dubbi riguardo quello che provi per lui?! Nami, ti sono amico e ti voglio bene, ma ragiona! Tu sei pazzamente innamorata di lui... Da molto, molto tempo.- Si sedette sulla sedia, più calmo. -Da molto prima di questo. Da prima che lui si dichiarasse. E, sai che ti dico?, da prima delle superiori. Da sempre, Nami.-
15 Aprile, da qualche parte ad Osaka, ore 10:10 A.M.
Nakao e Sakura si erano seduti su una panchina, in centro.
Guardavano la folla che si muoveva, si agitava in giro per i negozi.
-Kaito, toglimi una curiosità...- Sakura si arricciò un ciuffo di capelli. -Perché Nami?-
-Mmh?-
-Voglio dire: sì è carina e quando ci si mette è simpatica, ma perché lei? Per anni ti ha, come dire... Preso a parolacce? Insultato? Odiato dal profondo di se stessa? Per carità, è mia amica e io sono stata la prima a spingerla tra le tue braccia, sono convinta che stiate benissimo insieme... Ma come mai hai iniziato a pensare a lei in quel modo?-
Kaito non poté fare a meno di sorridere.
-Vuoi la verità?- Sorrise, Nakao, guardandosi le scarpe. -Avevo cinque anni, lei ne aveva quattro. Stavamo bisticciando, perché sì, lo facevamo fin da piccoli, e dopo l'ultima sfuriata di lei, si voltò per andarsene, ma slittò col piede e finì a gambe all'aria.-
Sakura non poté fare a meno di ridere.
-Tipico di lei.-
-Oh sì. Sin da piccola la sua ambizione era farmi vedere il colore delle sue mutandine.-
-Ed è per questo che ti sei innamorato? Per sue mutandine?-
-Per quanto le sue mutandine viola con i draghetti fossero adorabili, stranamente no. Il fatto è che cadendo, urtò la schiena su un sasso e si fece male. Mi avvicinai a lei per chiederle se si era fatta male, ma lei mi scansò; aveva gli occhi lucidi e il nasino rosso, ma non voleva farmi vedere che le doleva la schiena. La cosa all'epoca mi colpì: insomma, le femmine piangevano sempre e per qualunque cosa, e lei? Lei no? E' stupido, ma da quel momento iniziai a guardarla con rispetto, pur non cambiato modo di rapportarmi con lei. Ecco. Io la rispettavo. E la rispetto ancora. Non so dirti se fu esattamente quello il momento in cui mi innamorai di lei, anche perché ero troppo piccolo per capire, ma sicuramente qualcosa cambiò. Iniziai a guardarla in modo diverso da quel momento.- Sakura non poté fare a meno di sorridere, mentre Kaito raccontava; gli si illuminavano gli occhi, mentre parlava di lei. -Poi è cresciuta, sono cresciuto anch'io. E il rapporto, come dire, si è evoluto... Bah, tanto è inutile pensarci adesso, lei...-
-Lei ti ama, Nakao.- Disse Sakura, sicura. -E' solo insicura.-
-E io che posso fare?-
-Aspettare.-
15 Aprile, Bar Ikebe, ore 10:15 A.M.
-Non ti sembra di esagerare, Yasu?- Chiese la ragazza dai capelli rossi, sfiorando il bicchiere vuoto.
-No, Nami, fidati, non esagero. E basta vedervi insieme, per capire che non potete che essere anime gemelle.-
Otani si mordicchiò il labbro, un po' perplessa.
-Esageri.- Bisbigliò, in evidente disagio.
-No, Nami, non è vero. Non esagero. E lo sai. Vuoi davvero chiudere con Kaito?- Le chiese Yasu senza guardarla; anzi, aveva il cellulare tra le mani e stava messaggiando.
-E' la cosa giusta...-
-E' quello che vuoi?- Disse, sollevando lo sguardo su di lei.
-Io... No...-
-E allora si può sapere che accidenti ci stai a fare, ancora qui?! Vai da lui e riprenditelo!-
Nami si mise entrambe le mani tra i capelli: cosa doveva fare? Aveva ragione Yasu? Si sentiva così confusa! 
Forse era vero, forse lei amava Kaito, ma non era comunque alla sua altezza - in tutti i sensi - e non lo sarebbe mai stata... Lei era solo la piccola, stupida Otani.
-Io non sono...-
-Alla sua altezza?-
Otani annuì.
-Nami, smettila. Sei assolutamente alla sua altezza. Sei perfetta per lui. E ora non voglio sentir ragioni.- Le mostrò il suo cellulare. -La vedi questa via? E' quella in cui sono Sakura e Kaito. Vai da lui. Subito.-
Forse Yasu aveva ragione. Forse davvero lei e Kaito erano destinati. E forse era solo suggestione il fatto che in quel momento il mignolo della mano sinistra la tirasse verso la finestra, come se volesse farla uscire. Sì, forse era solo suggestione.
Ma lei era innamorata di Kaito e lo sapeva.
15 Aprile, da qualche parte ad Osaka, ore 10:30 A.M.
-Dai Kaito, l'hai aspettata per tanto, un altro paio di giorni - o mesi - o anni - non ti uccideranno!-
-Anni?!- Ripeté Nakao, abbandonandosi a peso morto sulla panchina, sfinito psicologicamente.
-Beh...- Disse Sakura, lanciando un'occhiata lontana. -Potrebbero anche essere solo due secondi.-
-Cosa stai...?- Nakao si mise dritto sulla schiena e si sporse: Nami, col fiatone, correva verso di lui.
-Io vi abbandono, ciao!- Disse Sakura, appena la ragazza fu abbastanza vicina per udirla.
Nami avvampò appena i suoi occhi incontrarono quelli del ragazzo.
-Ciao...- Bisbigliò.
-Ciao.-
-Posso sedermi...?-
Kaito scrollò le spalle e la ragazza si mise all'estremo angolo, il più lontano possibile da lui, in evidente imbarazzo.
15 Aprile, sulla panchina ad Osaka, ore 10:45 A.M.
Kaito, per la prima volta in vita sua, era terribilmente agitato. Nemmeno quando si dichiarò a Nami era così nervoso.
Si guardava i pugni stretti che teneva sulle ginocchia, muoveva nervoso un piede e aveva paura di quello che avrebbe detto la ragazza seduta sulla sua stessa panchina.
Da parte sua, Nami non era messa molto meglio; si era morsa il labbro fino a farlo sanguinare, si sistemava continuamente la gonna e cercava di non incontrare lo sguardo del ragazzo - per paura di vederlo deluso, accusatorio, ferito o arreso? La ragazza non avrebbe saputo dirlo.
-Senti...- Si fece forza Nakao, raschiandosi la gola. -Tu sì che sai mettere l'ansia addosso alle persone. Avanti, dì quello che devi dire. Prometto che sarò forte.(2)-  
La ragazza lo fulminò.
-Ok.- Disse la ragazza, voltandosi in modo di averlo di fronte a sé. -Dammi la mano.-
-Perché?- Chiese lui, perplesso.
-Tu dammela a basta. La sinistra, per favore.-
Nakao, trattenendo in gola una pessima battuta, gli passò la mano.
Nami restò a guardarla per un poco, carezzandone il dorso.
-Sai... C'è una leggenda.- Disse con calma, mettendosi una caviglia sotto le cosce, in modo da avere una sola gamba penzoloni. -La conosci, no? La storia del filo rosso?- A quelle parole, gli sfiorò il mignolo sinistro con il proprio.
-Beh, sì... Parla di quel tale che...-
-Oh, lascia perdere la leggenda vera e propria. Il succo della storia è questo: per ogni persona ne esiste un'altra. La propria anima gemella.-
-Non ti facevo così romantica, Otani.-
-Oh, sta' un po' zitto.- Lo rimbettò la ragazza, seccata. -Secondo la leggenda, queste due persone sono legate da un filo rosso invisibile, al dito della mano sinistra. E nulla può spezzare quel legame, tagliare quel filo.-
-E questo cosa ha a vedere con...?-
-E' che...- Nami si morse il labbro: il momento era giunto. -Io penso di averla trovata.-
-Chi?-
-La persona che sta dall'altro capo del mio filo.- Sussurrò solo.
Kaito deglutì.
-Oh.- Disse solo; ed ora chi era, questo? -Sono contenta per te.- Disse, togliendo bruscamente la mano da quella di lei. -E' un tipo fortunato.- Commentò poi, alzandosi in piedi: voleva solo andarsene. Come poteva dirgli una cosa del genere? A lui? 
-Sono contenta che la pensi così.- Disse Nami, aggrottando le sopracciglia. -Sei fortunato a pensarla così.-
Nakao ci mise qualche momento a registrare la frase. La guardò come se avesse detto una cosa impossibile, poi accennò ad un sorriso.
-Ah.- Disse, piuttosto stupidamente.
-Mi dispiace...- Bisbigliò Otani, alzandosi in piedi ed avvicinandosi al ragazzo. -Sono una povera stupida... Il fatto è che...- Le stavano bruciando gli occhi; stava per piangere. Guardò lontano, cercando di non guardare negli occhi Kaito - perché non voleva che la vedesse piangere. -... è che ti amo e ho paura.-
Kaito non poté fare a meno di ridere; sì, scoppiò a ridere, mentre afferrava per un braccio la ragazza, la sua ragazza, e la stringeva tra le sue.
-Sei proprio scema.- Sussurrò Nakao mentre Nami, lieta di essere nascosta tra le braccia di Kaito, contenta che non potesse vederla in viso, aveva cominciato a versare qualche calda lacrima, mentre lo stringeva forte a sua volte e poggiava il capo sul suo petto. -E ti amo per questo.-
Era a casa.


 

 
 







 

(1)Poiché tutte le volte che si parlava di questa Leggenda, i poveri Nami e Kaito venivano interrotti, a chi non la conoscesse, eccola qui:
Tutto ha inizio da Wei, un uomo rimasto sin dalla tenera età orfano di entrambi i genitori. Proprio perché rimasto sempre solo e avendo dovuto sempre badare a se stesso, il grande desiderio di Wei era sempre stato quello di sposarsi e di avere una numerosa famiglia. Nonostante la sua buona volontà, sino ad età adulta però non era riuscito a trovare una donna che volesse diventare sua moglie o di cui lui si fosse innamorato.

Durante uno dei suoi viaggi Wei incontrò nei pressi di un tempio, un anziano signore che rilassatamente stava consultando un libro: questi non era altro che il Dio dei Matrimoni e il suo libro, ciò su cui lui leggeva riguardo le unioni volute dal destino. Dopo essersi presentato e aver guardato il libro, rivelò a Wei che il motivo per cui non aveva trovato moglie era che la donna a lui destinata, quella che era legata a lui tramite il filo rosso era ancora una bambina di 3 anni e che doveva aspettare ancora quattordici anni prima di poterla conoscere e quindi poi anche poterla sposare.
Wei rimase un pò perplesso dalla rivelazione e, in un qualche modo anche deluso; chiese dunque incuriosito cosa contenesse il sacco su cui l’anziano signore era appoggiato. Quest’ultimo disse che dentro c’era il filo rosso del destino che legava donne e uomini destinati a stare insieme; si trattava di un filo indivisibile e impossibile da tagliare e il legame che creava era indissolubile: persone dunque legate dal filo erano destinate ad incontrarsi prima o poi e a sposarsi, indipendentemente dai loro comportamenti, da quelli degli altri, da eventi vissuti o da qualsiasi altra influenza esterna.
Wei, già perplesso e deluso dalla prima rivelazione non volle credere nemmeno a quest’ultima risposta e per ripicca e sentirsi libero di scegliere la donna da sposare, ordinò ad un servo di uccidere la bambina che, secondo l’anziano signore del tempio, sarebbe dovuta diventare sua moglie in futuro. Il servo riuscì solo a ferire la bambina alla testa, ma mosso da pietà non riuscì ad ucciderla.
Wei continuò la sua vita di sempre in cerca di una moglie, che nonostante il passare degli anni non riuscì a trovare.
Quattordici anni dopo, Wei, ancora celibe, giunse a conoscere una bellissima ragazza di 17 anni proveniente da una famiglia benestante e dopo poco tempo si sposò finalmente con lei. La ragazza, sin da quando l’aveva conosciuta, aveva sempre portato sulla fronte una fascia. Giunti al momento intimo per la coppia, la giovane si rifiutò di lasciarsi togliere la fascia destando la curiosità del marito.
Non potendosi più trattenere, la donna scoppiò in lacrime per la vergogna e finalmente confessò che il motivo per cui non voleva togliere la fascia dalla fronte era perchè sotto si celava una cicatrice rimasta in seguito ad una ferita procuratagli da un uomo che l’aveva ferita quando ella aveva 3 anni.
A quelle parole Wei si ricordò dell’incontro con il Dio dei Matrimoni al tempio e dell’ordine che aveva dato al suo servo; lo stesso poi scoppiò in lacrime nel confessare di essere stato lui ad aver ordinato di ferirla (se non addirittura ucciderla). Una volta chiarito tale malinteso e conoscendo meglio la loro storia accettando con gioia il loro legame, voluto inevitabilmente dal fato, i due giovani si amarono più di prima e vissero la loro vita insieme felici.

(2)Riferimento al capitolo 16.











Angolo di Risa:
Questo capitolo è stato un vero e proprio parto.
So che, guardando la mia "tabella di marcia", avrei dovuto aggiornare Diamonds, ma attualmente ho deciso che, fino alla fine degli esami (maturità, ew), il mio unico tempo libero lo dedicherò alle long "già avviate" (quindi a WrongUna nuova vita e, ovviamente, Momenti). Mi dispiace per le lettrici delle altre storie, ma ho poco tempo e sto cercando di portare a termine almeno qualcuna che è già piuttosto avanti (insomma, ho una caterva di idee e tutte queste long mi limitano) - e comunque devono riuscire a resistere e capirai la fatica, stanno meglio senza fino a luglio.
Ma passiamo al capitolo vero e proprio capitolo: come detto sopra, è stato un parto.
Ho cancellato e riscritto la stessa cosa un sacco di volte e tutt'ora non mi soddisfa.
Inoltre, ho avuto un breve periodo di "rigetto" per questa long, per un motivo ben preciso: qualche tempo fa, una gentile lettrice mi ha scritto, chiedendomi se ero anche su wattpad, poiché anche in quel sito c'era questa long. 
Ebbene, era un caso di plagio.
Ora, non so se la plagiatrice stia leggendo, ma in ogni caso voglio dirvi che io sono solo su EFP.
Qualora dovreste trovare delle mie storie in altri siti, siete pregate di avvisarmi, poiché io ho solo questo profilo ed è plagio.
Grazie mille per l'attenzione, alla prossima. 

Risa.

 
   
 
Leggi le 4 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Lovely complex / Vai alla pagina dell'autore: Risa Lily Angelie