Era tutta scena.

La mano di lui scese sul suo fianco, delicata e con la perizia di chi sa dove toccare. Il suo respiro caldo dietro l’orecchio l’avvertì con un brivido del suo avvicinarsi, prima che la ruvida stoffa dei jeans le solleticasse la piccola porzione di gambe scoperte tra gonna e autoreggenti scure. Dita sicure l’accarezzarono sotto lo sterno, lente, con movimenti sì calcolati ma che tuttavia le bloccarono il respiro.

Il pirata la strinse a sé senza darle il tempo di realizzare, strappandole un vago verso di sorpresa. La ragazza avvertì le sue labbra sull’angolo della bocca in un ben mascherato bacio, tiepide e piegate in un sorrisino.

Alle loro spalle, nella sala della locanda, qualcuno sbuffò, qualcun altro li apostrofò sguaiatamente, i più tornarono a farsi i fatti propri.
Il ghigno di lui si arricciò vittorioso, le mani ora ferme. Con calma mosse il capo, strofinando il naso sulla guancia in un gesto solo all’apparenza affettuoso che fece tuttavia tornare la giovane alla realtà.

Law si lasciò sfuggire una risatina bassa, gutturale, sentendola irrigidirsi contro il proprio petto e muoversi riottosa. La strinse appena di più, giusto per ricordarle che lo spettacolo non era finito.

Con le labbra le sfiorò l’orecchio, la visiera del cappello maculato che le scompigliò i corti capelli color delle arance.

« Me ne devi una » sussurrò rocamente con un tono completamente opposto alle sue carezze.

« Sei tu che- » sbottò la ragazza, ma la mano di lui scattò fulminea, tappandole la bocca. Con il braccio libero serrò la presa sul suo corpo, sottolineando l’irritazione del trovarsi in quella situazione. Ma non la redarguì oltre.

Senza lasciarla libera, la trascinò con quanta più nonchalance la situazione permettesse verso l’uscita della sala, alle scale, adocchiando soddisfatto l’assenza di sguardi indiscreti. 

« Per essere chiari » sibilò tagliente e annoiato. « Non sei il mio tipo »

Koala, ancora scombussolata dalla piega presa dalla serata, gli assestò una poco leggiadra gomitata nello stomaco.