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Autore: Word_shaker    16/06/2015    1 recensioni
What if a sfondo demenziale ispirata al film "Harry Potter e Il Calice di Fuoco". E se i gemelli Weasley avessero trovato l'anima gemella?
Genere: Comico, Demenziale, Parodia | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash, Crack Pairing | Personaggi: George, e, Fred, Weasley
Note: Lime, Movieverse | Avvertimenti: Incest | Contesto: Primi anni ad Hogwarts/Libri 1-4
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Hogwarts era baciata dal quasi invisibile sole dell'affollato ed eccitato dicembre 1994. Tutte le Case di Hogwarts e gli studenti di Beauxbatons e Durmstrang si stavano preparando all'evento del secolo: il Ballo del Ceppo. I professori - in particolare Vitious, che era sicuramente il più creativo del corpo insegnanti - avevano fatto in modo che il castello fosse bello come non mai, che le armature fossero così pulite da potercisi specchiare e che in ogni corridoio, anche il meno frequentato, fosse illuminato della magia del Natale.
Quel giorno, per la precisione il 12 dicembre 1994, la professoressa McGranitt aveva ripulito un'aula vuota ed aveva riunito tutti gli studenti della sua Casa per dare loro alcune lezioni per entrare nel vivo della festa non solo per quanto concerneva il galateo, ma anche per esplorare «lo spirito che giace dietro l'istinto del leone» e «l'equilibrio nascosto nello sbattere d'ali del candido cigno». Sarebbe stata una lezione abbastanza interessante, se si fosse preso in considerazione che un quarto degli alunni non sapeva ancora come approcciarsi ad una persona del sesso opposto senza farla scappare via dal terrore. I gemelli Weasley stavano facendo di tutto per non annoiarsi e per non ostentare alla Vicepreside quanto quella lezione straordinaria - e obbligatoria - fosse semplicemente soporifera.
«La casa di Godric Grifondoro ha meritato il rispetto del mondo dei maghi per quasi dieci secoli! Non vi permetterò in una sola serata d'imbrattare questo nome comportandovi come una balbettante bambocciona banda di babbuini!» tuonò ad un certo punto la professoressa McGranitt quando cominciò a capire, grazie al chiacchiericcio generale, che alla gran parte degli studenti non interessava un accidenti del galateo, dell'onore e delle varie esplorazioni della psiche e dell'animo: come tutti gli adolescenti, i Grifondoro volevano spettegolare sul Ballo del Ceppo, forse dandogli più importanza di quanta ne fosse necessaria.
«Prova a ripeterlo cinque volte più svelto!» George incalzò il gemello, divertito da quella nuova espressione.
«Balbettante bambocciona banda di babbuini!» pronunciarono all'unisono i gemelli per cinque volte per vedere chi dei due riuscisse ad essere più veloce.
La professoressa dovette rivolgere a tutti un'occhiata perentoria prima di cominciare a spiegare che nel Ballo del Ceppo la bellezza di una ragazza e il coraggio di un ragazzo trovano l'atmosfera giusta e bla bla bla. La cosa, però, prese delle pieghe interessanti quando, con il compiacimento di Fred e George, la McGranitt invitò Ron ad aprire le danze… O meglio, le loro prove.
Come precisò Harry, l'avrebbero perseguitato a vita per questo evento sfortunato. Non che poi gli sarebbe andata meglio, francamente parlando, visto che sarebbe stato rifiutato da Fleur Delacour e si sarebbe accontentato di sorbire Padma Patil.
Ad un certo punto, dopo aver sperimentato le abilità di una decina di studenti, la Vicepreside decise che era l'ora di passare all'introspezione.
«Non posso intrattenermi molto, ma proveremo a rendere la mente più elastica con una domanda che dovrà scaturire dai vostri pensieri per immagini, ovvero dovrete dirmi l'immagine che appare nei vostri pensieri quando vi faccio una determinata domanda».
Molti alunni si guardarono l'un l'altro con una perplessità palpabile.
«Se io vi dico “Ballo”, voi a che cosa pensate? Signor Weasley, vorresti dircelo tu?»
«Quale dei tre, signora?» risposero in coro Ron, George e Fred.
Lei sospirò con il naso e rivolse una rapida occhiata ai fratelli, poi indicò Ron.
«Non aver paura e sii sincero: è importante che impariamo a comunicare su noi stessi senza maschere» lo rassicurò la professoressa con una voce leggermente più melliflua del solito ad indicare l'insormontabile pazienza che avrebbe dovuto portare per delle cose che, probabilmente, reputava delle sciocchezze.
Ron assunse un'espressione che rappresentava alla perfezione la sua voglia di gettarsi dalla Torre di Astronomia.
«Ehm… Cibo?». La maggior parte della sala rise, mentre Hermione lo guardò con un'espressione scettica.
«Cibo! Molto bene, Weasley! Ce ne sarà in abbondanza, ma credo che dovresti dare la priorità ad altro, se hai appreso qualcosa dalla lezione di oggi; comunque, complimenti per la sincerità» disse la McGranitt, ma non si soffermò molto sulla sua valutazione che riprese: «Veniamo alla domanda chiave di questo incontro: chi vedete nella vostra testa se dico “anima gemella”?». Chiunque nella sala chiuse gli occhi, anche Gazza, in una sorta di rispettoso silenzio. Ci vollero dieci secondi scarsi affinché tutti li riaprissero e la maggior parte degli studenti non riuscì a dissimulare il rossore che si era impadronito delle loro guance. Fred e George si guardarono con aria complice e sogghignarono.
«Ovviamente vi risparmierò l'umiliazione non ponendo la domanda a nessuno di voi in particolare, ma il Ministero vuole che ci riflettiate per prepararvi al meglio all'evento del 25 dicembre. Per ciò che può valere la mia parola a riguardo, posso dire che tre quarti di voi cambieranno l'immagine nella loro mente dopo aver terminato la carriera scolastica e più della metà di voi non potrà invitare l'attuale anima gemella al Ballo, se non si sbriga. Adesso disponetevi in fila ed uscite ordinatamente. Che questa lezione vi ispiri!».
La professoressa rimase ad aspettare che uscissero tutti e non notò che i gemelli Weasley avevano un baluginio quasi malefico nei loro occhi mentre si tenevano sottobraccio con un'intesa morbosa e pressoché preoccupante.
«Qual è la tua anima gemella, George?» domandò Fred con un tono ironicamente sdolcinato.
«E me lo chiedi anche, sciocchino?» chiese l'altro con la voce più acuta di un'ottava.
«Sai com'è, volevo essere sicuro che nessuno marcasse il territorio…» sussurrò ostentatamente il gemello mentre si guardava intorno con un sorriso studiato «Bando alle ciance, ho avuto un'idea!»
«Spara!» gli occhi di entrambi si illuminarono: quelli del primo perché moriva dalla voglia di raccontargli il piano che aveva in mente, quelli dell'altro perché voleva conoscerlo a tutti i costi; per essere certi che nessuno ascoltasse, si immersero nella folla che chiacchierava e cominciarono a sussurrare.
«Fratellino… Che ne dici di palpeggiarci nel cortile di Hogwarts, vicino al Platano Picchiatore? Credo che i Babbani chiamino Bondage il nostro atto… Sempre che quegli adorabili ramoscelli ci colpiscano nella foga del momento. I Tassorosso non ci rivolgeranno più la parola, ma penso che ne varrà la pena!» entrambi furono investiti da un sorriso furbo.
«Mi stai chiedendo di scandalizzare e contemporaneamente prendere per i fondelli mezza scolaresca e forse anche qualche professore di passaggio? Inscenando un incesto e non solo?» mormorò eccitato George, per poi sbottare: «Cielo, attento o finirò con lo sposarti per davvero!».
Fred, compiaciuto che la sua idea avesse fatto colpo sul fratello, alzò un dito in segno di avvertimento: «Oh, so già di essere un genio! Non gonfiare il mio ego più del dovuto! Ora troviamo un luogo in cui non essere sentiti e pianifichiamo il tutto nel dettaglio… Ovviamente, cerchiamo di evitare Piton e la McGranitt, altrimenti saremo espulsi prima di poter dire “Incesto"» si guardò attorno, ora leggermente preoccupato.
«Per Piton è facile: evita qualsiasi luogo pullulante di Sole e ragazzini urlanti e felici ed è fatta! E la McGranitt… Hhmm, potremmo usare la Mappa del Malandrino per vedere dove si trova. Il più lontano possibile, direi. Che ne dici?» rispose George, ragionevole.
«Be’… D'accordo. In fondo anche la McGranitt non si sposta molto fuori dalla scuola nei giorni feriali. Perché non andiamo nel dormitorio? A Lee la cosa interesserà di sicuro e Kenneth ha rinunciato a redimerci. Si perderanno la sorpresa, ma non importa!».
Arrivati nel dormitorio, decisero che, a dispetto della neve e del freddo, avrebbero inscenato il misfatto quel lunedì.
Lunedì arrivò più velocemente di una Maledizione Senza Perdono. Alle quattro del pomeriggio, quando erano sicuri che sì e no una decina di persone li avrebbero visti, i gemelli si recarono vicino - ma non troppo - al Platano Picchiatore e si sedettero con fin troppa placidità. Quel giorno, fortunatamente, non aveva nevicato, ma il terreno era ugualmente gelido.
Con un sorriso complice e un po’ incerto, si guardarono.
«Senza vergogna?»
«Senza vergogna!»
E così, senza preoccuparsi della vergogna che avrebbero provato - fidatevi: un minimo di coscienza ce l'hanno - si avvicinarono sempre di più e, con gli occhi strizzati per evitare di intravedere anche solo più del necessario, si baciarono molto lentamente.
George si staccò da Fred quasi subito: «Potevi anche evitare di mangiare le lumache a pranzo!»; anche Fred aveva qualcosa di cui lamentarsi: «Ehi, bocca di rosa, tu hai così tanta saliva che la mia lingua pensava di annegare!».
«Forse… Se pensiamo a qualcun altro… Andrà meglio» provò a dire George.
«Certo, pensa a zia Muriel!» commentò l'altro con sarcasmo.
«Grazie per avermi provocato un'erezione al contrario!» e qui non poterono fare a meno di ridere entrambi.
«Ti va di continuare?»
«Certo! Continueremo finché non sentiremo delle urla di terrore!».
E così, loro malgrado, ripresero; il bello fu che nacque un gran bell'affiatamento, visto che, sebbene fosse per scherzo, le loro mani viaggiarono in posti - più o meno - inesplorati a seconda dell'intensità delle urla provenienti dall'esterno.
Una volta finito, senza neanche guardarsi, i due si pulirono la bocca umida con il dorso delle mani e risero, divertiti come non mai. Ci fu una sola cosa pronta a rovinare il tutto: «Weasley e Weasley, nel mio ufficio!». Fred e George non avevano mai visto né sentito la professoressa McGranitt tanto adirata. Era sopra di loro, più alta di quanto ricordassero più perché il suo tono ed il suo stato d'animo la trasformavano che per la sua effettiva altezza, le nocche puntate sui fianchi e gli occhi iniettati di sangue. I gemelli credettero per un attimo di essersela fatta addosso.
Arrivati nel suo ufficio, si sedettero senza guardarsi, gli sguardi preoccupati e, forse per la prima volta in vita loro, coscienziosi.
«Mi spiegate il perché della messinscena di questo pomeriggio? Perché di altro non potrebbe trattarsi! Ed anche se fosse, non approvo ciò che fate, ma non potei impedirvi di farlo, purché sia in privato! Per il rispetto del decoro di questa scuola secolare, non rifate più quello che stavate facendo in pubblico o sarò costretta ad espellervi!» tuonò la professoressa con uno sguardo che, se avesse potuto, li avrebbe inceneriti.
«Professoressa,» Fred prese la parola con un'aria divertita, ma, allo stesso tempo, apparentemente innocente «ma lui è la mia anima gemella!»
   
 
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