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Autore: Anna Tentori    16/06/2015    3 recensioni
Eryn è un'adolescente chiusa in se stessa e tormentata interiormente. Soffre molto ma il suo orgoglio la porta a nascondere tutto dentro se stessa. Si sente sola e questo la spinge a rifugiarsi nella lettura e nei sogni ad occhi aperti.
Al culmine della sua sofferenza uno strano simbolo appare sul suo polso e apprenderà il suo destino, un destino che la porterà nella Terra di Mezzo e distruggere per sempre il male, come annunciato dalla profezia.
In questa fanfiction saranno presenti tutti i personaggi de Il Signore degli Anelli e gli avvenimenti saranno quasi del tutto gli stessi del romanzo.
Mi è venuto in mente di scrivere questa storia per impedire la morte di alcuni dei personaggi.
Genere: Avventura, Azione, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, Boromir, Frodo, Legolas, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO 16:

L’Anello

Una mano afferrò la mia nell’oscurità prima di perdere la sua forza vitale. Il viso cadaverico di Max si materializzò davanti a me. Occhi spalancati e privi di vita, labbra che si confondevano tra la pelle bianca come il latte.

Urlai senza produrre alcun rumore. Max iniziò ad allontanarsi. Cercai invano di riafferrarlo, fu inghiottito dall’oscurità.

 

“Maaaaaaaaaaaaax!!” Mi sollevai con uno scatto dal soffice letto.

“Sono qui, sono qui” Massimilian con aria spaventata mi abbracciò. Sulla spalla nuda sentii il calore delle sue lacrime.

“Sono qui …” sussurrò ancora.

Max si staccò dolcemente da me dicendo che doveva chiamare Elrond e lo Stregone.

Ero stata incosciente per tre giorni, giorni che per me erano sembrati attimi.

Mi riappoggiai sul morbido materasso cercando di ricordare quanto fosse accaduto, ma senza successo. Ci volle qualche minuto perché mi accorgessi del lieve dolore al polso. Lentamente e con timore portai il braccio all’altezza dei miei occhi. Era fasciato e in corrispondenza del marchio affioravano macchie di sangue. Con cautela levai la stoffa scoprendo il polso.

Il blu era completamente sparito, lasciando il posto a un colore rosso fuoco.

Perché?

Che cosa aveva causato questo cambiamento?

Non ero in grado di rispondere a queste domande.

La porta di aprì lasciando entrare Massimilian seguito dal Re Elfico e da Gandalf.

“Come ti senti?” mi chiese premuroso Gandalf.

“Un po’ intontita” risposi con un mezzo sorriso.

“Hai rischiato molto” disse calmo Elrond “ Pochi minuti ancora e ci avresti lasciati”

Apprendere la notizia che sarei potuta morire mi turbò molto, ma d’altronde chi non lo sarebbe?

“Ma … ma cosa mi è successo?”

L’Elfo e lo Stregone si guardarono e Elrond fece cenno di si.

“La creatura arrivata qualche notte fa con Glorfindel si chiama Frodo Baggins, è un Hobbit.” iniziò a spiegarmi Gandalf.

 

“Baggins … ma aspetta anche Bilbo è … “

 

“Esattamente”

 

Bilbo Baggins era un vecchio Hobbit che da anni viveva con gli Elfi. Era una creatura interessante e gentile, adoravo ascoltare le sue avventure.

 

“Ti ha mai raccontato dell’anello?” mi chiese lo Stregone.

 

“ Si certamente! L’anello magico che ha sottratto a Gollum” risposi sicura.

 

“E quell’anello è arrivato tre giorni fa a Gran Burrone, con Frodo Baggins”

 

Rimasi in silenzio cercando di capire cosa mi stesse dicendo.

 

“Eryn, quell’anello è l’Unico, l’Anello del Potere … l’Anello di Sauron”

 

L’Anello di Sauron. L’anello che aveva sterminato il mio popolo, l’anello che aveva costretto i miei antenati a rifugiarsi nel Nuovo Mondo.

 

“Ed è proprio a causa di quell’anello che hai rischiato di morire” aggiunse Gandalf.

 

E tutto quadrava. Se L’Anello in passato aveva cancellato il popolo a cui appartengo era logico che avesse riscontri negativi anche su di me.

 

“La sua presenza ti rende debole e più ti avvicini ad esso più soffri, come abbiamo visto” continuò lo Stregone.

 

“ Quindi basta stargli a debita distanza?” chiese Max.

 

“E’ qui che sorge il grosso problema” rispose Elrond “ Non può stargli a debita distanza. Lei è l’unica che può distruggere l’Anello. Frodo ne è il Portatore, ma lei la Distruttrice.

Solo il suo potere, unito alle fiamme del Monte Fato, può cancellarlo per sempre da questo mondo, e di conseguenza sconfiggere Sauron”

 

“Come faccio a distruggerlo se neanche posso avvicinarmi?” chiesi in panico.

 

“In questi giorni ci siamo dedicati solo a questo problema. Abbiamo discusso, pensato, abbiamo cercato il modo per permetterti di toccare l’Anello.” disse Gandalf.

 

“E…?”

 

“Abbiamo trovato una incantesimo, annotato nel libro che i tuoi antenati mi affidarono. Non so come ci arrivarono ma scoprirono che questa formula avrebbe reso il Prescelto immune agli effetti dell’Anello. Ma è molto complicato, e anche pericoloso. Il minimo sbaglio potrebbe causare gravi conseguenze. Ma è l’unico modo che abbiamo”

                                           

                                                           ***

 

Lentamente girai la pagina dell’arcaico libro e finalmente lo trovai.

Eccolo lì, scarabocchiato, l’incantesimo che mi avrebbe distrutta o aiutata.

“Iirsgsyolahjmi prohktedfgimhi ghaiutsdajmi, sgjconfgdighgi dhetll anhgellsdi il mnhoaligftno pgothsere, rehndjimi imtmhuhne ahl mdahlegficio infcahsnto, chje lga dtuaa fosrdfza mhi ahiuhti nefsi bhui tedhmpgi”

 Non avevo mai visto un incantesimo così complicato. Il linguaggio utilizzato non era semplice helvico, non era quello che avevo imparato. Era molto più antico, molto più difficile.

“Non riesco a capirlo” dissi sconvolta a Gandalf.

“Lo immaginavo. Questo è il linguaggio che veniva utilizzato all’albore della razza helvica, linguaggio che poi venendo a contatto con quelli del resto della Terra di Mezzo è diventato quello che conosci.”

“E come farò a eseguire l’incantesimo se non conosco la lingua?!”

“Ricordati che sei il Prescelto. L’incantesimo è stato creato per te, e per te soltanto.  Nimris e Ambrey non avrebbero ideato un incantesimo che tu non saresti stata in grado di eseguire …”

“Come possiamo esserne certi? Loro non potevano sapere chi sarebbe stato il Prescelto. Come avrebbero potuto realizzare un incantesimo “su misura” per il Distruttore senza conoscerlo?!”

No aveva senso, non aveva decisamente senso ed io stavo andando sempre più in panico.

“Tu hai detto che ho solo una possibilità e che è pericoloso. Hai detto che potrebbe avere gravi conseguenze” iniziai a urlare isterica

“… ma è anche l’unica possibilità che abbiamo” rispose calmo.

“Ma non può essere! Dovrà esserci un altro modo!” dissi disperata e sull’orlo delle lacrime.

 

Ero stanca. Provata da tutto quello che negli ultimi mesi avevo dovuto affrontare. Ero distrutta psicologicamente e l’incertezza cresceva dentro di me.

Come si può mettere un tale fardello sulle spalle di una ragazza. Un’adolescente nel pieno della sua crisi di identità, piena di dubbi, incertezze, domande, paure …

Come può una giovane donna sopportare tale peso quando non è sicura di se stessa e di quello che sarà.

Una ragazza appena uscita dall’infanzia, troppo giovane par fare certe cose e troppo grande per farne altre.

Ma quello era il mio destino, e dovevo subirlo in silenzio. Non c’era niente che potessi fare per allontanarlo. Dovevo solo accettarlo, accoglierlo.

“Eryn, asocltami. E’ l’unico modo. Capisco come tu possa sentirti …”

“No, non puoi! …”

“Si invece”

Si avvicinò lentamente e mi strinse a se. Quel contatto riuscì a calmarmi un po’.

“Senti Eryn, questa è l’unica possibilità che abbiamo, l’unico modo. Lo so che è difficile, ma devi farlo. Per il tuo bene e per quello di tutte le disperate vite costrette a vivere in questi oscuri giorni. Devi farti forza, raccogliere tutto il tuo coraggio e affrontare le prove che ti aspettano.

Sarò sempre al tuo fianco, con tuo fratello. Lo saremo sempre”

“Okay” lacrime iniziarono a rigarmi il volto, “Okay, grazie …”

“Allora sei pronta?” chiese lo Stregone.

“Credo di si …”

“Credi?”

“No, ne sono sicura”

“Ecco questo è lo spirito!”

Ispirai molto profondamente ed espirai cercando di calmarmi.

Eravamo nella mia radura, nel mio rifugio. Gandalf aveva ordinato a tutti gli abitanti, elfi e non, dell’incantata valle di rifugiarsi sulle montagne che la circondavano, per evitare rischi. C’eravamo solo noi in mezzo alla silenziosa natura. Era tutto così strano. Gli uccelli non cantavano, gli elfi non ridevano, gli animali non correvano per la valle, le cascate non emettevano rumori, il vento non soffiava …

Era come se il tempo si fosse fermato, in attesa del mio fallimento.

Il mio fallimento.

Quell’idea mi tormentava.

Se non fossi riuscita a eseguire quell’incantesimo cosa sarebbe successo?

Sarei morta? Avrei disintegrato tutto attorno a me?

Questo non potevo saperlo.

Improvvisamente il dolore scoppiò dal mio polso.

Aprii di scatto gli occhi e vidi davanti a me la piccola creatura arrivata incosciente qualche notte prima.

Frodo Baggins aveva un’aria stanca e provata, ma stava bene ora. I suoi grandi occhi blu mi scrutavano preoccupati. Sul palmo della mano L’Unico Anello giaceva minaccioso.

“G-g-g-Gandalf …” dissi con fatica.

“Resisti Ery. E’ essenziale che l’anello si trovi al tuo cospetto perché l’incantesimo riesca. Utilizza tutto il dolore che provi e riversalo su quel maligno oggetto!”

“M-m-m-ma n-n-nnon p-p-pos-so farcela!” urlai dal dolore.

“Invece si dannazione! Devi crederci!”

“E-e-e lui?!” dissi puntando il dito contro il Portatore, “Ris-sichierà stando qui!”

“Lui deve stare qui! Si rischierà, ma deve essere presente. Ora Eryn!”

Raccolsi tutto il mio coraggio, concentrai tutto il mio dolore sull’Anello e pronunciai con odio quelle parole.

 

“Iirsgsyolahjmi prohktedfgimhi ghaiutsdajmi, sgjconfgdighgi dhetll anhgellsdi il mnhoaligftno pgothsere, rehndjimi imtmhuhne ahl mdahlegficio infcahsnto, chje lga dtuaa fosrdfza mhi ahiuhti nefsi bhui tedhmpgi”

Un lampo di luce bianca si sprigionò dal mio braccio alzato e attraversò veloce tutta la vallata. Frodo e Gandalf furono scaraventati a terra e l’Anello fece un balzo verso il cielo.

Ripetei una seconda volta l’incantesimo e un secondo lampo di luce investì l’anello che si incendiò e cadde a terra.

Il dolore al polso aumentò all’improvviso. Le gambe mi cedettero e caddi a terra in ginocchio, davanti all’Unico in fiamme. La testa iniziò a girarmi. Tutto attorno a me girava, girava velocemente.

D’un tratto davanti a me si materializzarono immagini sfuocate, che non riuscivo a distinguere. Neanche ora riesco a metterle a fuoco.

Alla fine caddi a terra, in uno stato di trans. Vedevo ma non vedevo, sentivo ma non sentivo, capivo ma non capivo.

“Eryn…”

Una voce lontana mi chiamava.

“Eryn …”

“Eryn! …”

Piano paino divenne sempre più chiara, più distinta, più familiare.

Gandalf mi scuoteva, cercando di risvegliarmi. Ci riuscì.

Il dolore era sparito e tutto aveva smesso di vorticare. Lentamente mi misi seduta ed osservai le due figure davanti a me.

Gandalf sembrava illeso ma vedevo l’espressione di dolore sul suo viso; Frodo aveva un taglio sulla guancia, ma per il resto stava bene.

“Sei rimasta in quello stato per tre quarti d’ora” mi comunicò lo Stregone.

“Cosa? Tre quarti d’ora?!” chiesi sconvolta.

“Proprio così! E a quanto pare ce l’hai fatta!” disse sorridente l’Hobbit.

Non ci potevo credere. Era andato tutto bene. Ora l’Anello non aveva alcun effetto su di me.

                                          ***

 

Quell’abito era morbido e comodo.

Indossavo stretti e leggeri pantaloni blu intenso, erano come dei leggins ma di più alta qualità. Spessi stivali dello stesso colore dei pantaloni  coprivano tutti e due i polpacci, fino alle ginocchia. Sulla parte superiore del corpo indossavo una maglia a maniche lunghe, stretta fino all’ombelico e che si allargava fino a toccare metà coscia, era di un blu poco più chiaro. Lo scollo era a cuore e una linea sottile attraversava verticalmente tutto il mio busto decorato con simboli helvici, e su di essa brillavano piccole pietre azzurre. Le spalle e la schiena erano coperte da un pesante mantello blu notte allacciato sotto il collo con un fermaglio che aveva le sembianze del mio marchio.

I capelli erano acconciati con uno strano ed elaborato chignon, mente un sottile e bellissimo diadema mi cingeva il capo, lasciando penzolare una pietra blu a forma di goccia sulla mia fronte.

Il polso sinistro era cinto da un largo bracciale in cuoio, anch’esso blu e che lasciava scoperto il marchio rosso fuoco.

“Sei splendida” disse dolcemente Arwen.

“Sei fatta per indossare questa divisa”

“Grazie sussurrai”

Era bellissima. Elegante, sportiva, funzionale, comoda, adatta al movimento, regale …

Era stata fatta appositamente per me dai migliori sarti di Imladris, e su modello degli antichi abiti del mio popolo. Quello che indossavo io ricordava l’abito da guerrieri per le donne, più precisamente quello della regina.

Era magnifico come le diverse tonalità di blu si fondevano con armonia tra di loro e come le pietre preziose riflettevano la luce.

“E’ ora” ci comunicò’ Max entrando.

“Sei fantastica” disse scrutandomi da cima a fondo e poi mi abbracciò.

Ci dirigemmo tutti e tre verso la sala prescelta e lentamente Arwen aprì la porta del Consiglio di Elrond.

 

 

 

Angolo dell’Autrice

Ciao a tutti! Scusate il mio grande ritardo ma ci ho messo un po’ a scrivere questo capitolo, essendo esso uno di passaggio e piuttosto complicato.

Nel prossimo si terrà il Consiglio di Elrond e scopriremo nuove cose e nuovi personaggi!

Spero vi sia piaciuto, aspetto con ansia i vostri commenti!

 

Anna J

   
 
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