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Autore: didi_95    16/06/2015    3 recensioni
Dal testo: "La sua voce...non credevo che l'avrei sentita di nuovo; non qui, non adesso.
Eppure è lei: unica, testarda e dolcissima..è lei il mio personale richiamo alla vita."
Questa storia parla di amore, coraggio e grandi azioni; ma anche dei piccoli passi avanti fatti giorno per giorno nella grande palestra della vita, dove ogni errore serve a migliorarsi.
Jari, il padre di Fili, ripercorrerà i momenti salienti della sua vita, fino al momento per lui più importante: l'incontro con Dìs, la madre dei suoi figli.
Genere: Avventura, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Dìs, Dwalin, Nuovo personaggio, Thorin Scudodiquercia
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Essere qui con te



< No... non può andare! >
Borbotto, sciogliendo per l'ennesima volta una delle molteplici trecce che disciplinano i miei capelli.
Sono davanti allo specchio da circa un'ora e non sono riuscito a trovare una combinazione di trecce che mi soddisfi; una è troppo elegante, un'altra troppo sciatta.
< Ahi! > impreco con una smorfia di dolore, dopo aver cercato di sollevare il braccio fasciato; essere così impedito certo non aiuta.
In più si sta facendo tardi e Dìs mi aspetta.
Kirin mi fissa sorridendo dalla cucina, seduto su un piccolo sgabello di legno.
Non ha ancora detto una parola da quando è qui, ma questa notte l'ho sentito piangere nel sonno, mormorando i nomi di due nani, probabilmente i suoi genitori.
In fondo io e lui non siamo poi così diversi, anche le mie nottate non sono mai tranquille.
Tuttavia credo che, grazie a Frerin, si riprenderà; l'ho sentito sussurrare anche il suo nome quando gli sono andato vicino per tranquillizzarlo... i due sono molto attaccati.

< Hei piccolo... ti andrebbe di darmi una mano? Sei capace di intrecciare i capelli? >
Aggiungo, non appena noto la sua capigliatura del tutto spettinata.
Kirin mi guarda e scuote la testa, sorridendo.
< Dov'è Frerin quando serve? > mormoro, voltandomi di nuovo verso lo specchio.
Dopo un po' opto per qualcosa di davvero molto semplice, che riesca comunque a dare un certo ordine ai miei capelli.
Abbastanza soddisfatto del mio operato, mi giro verso Kirin.
< Allora, come ti sembra? >
Il piccolo sorride e mi mostra il pollice alzato.
< Bene allora! Adesso non mi resta che un ultimo problema da risolvere... Thorin. >
So benissimo che ieri, quando ci ha visti abbracciati, ha sospettato qualcosa ma sembrava troppo contento del fatto che Dìs fosse uscita di casa per venire a farci, o meglio a farmi, la predica.
In ogni caso, se lo conosco bene, questa mattina non si muoverà di casa per tenerla d'occhio; mi serve un diversivo.

Un attimo dopo la porta di casa si apre ed un lampo di capelli rossi mi sfreccia accanto: Kirin si è tuffato sotto il mio letto.
Nel soggiorno sbuca Frerin.
< La smetti di entrare così all'improvviso? Ci hai fatto prendere un colpo! >
Lo rimprovero sorridendo, mentre cerco con pochi risultati di allacciarmi la cintura.
Accidenti a questo braccio... oggi proprio non ci voleva.
< Adad! Mi sei mancato! >
La voce acuta di Kirin emerge insieme a lui da sotto il letto e lo guardo lanciarsi tra le braccia muscolose di Frerin che lo accoglie con una risata ed una luce particolare negli occhi.
< Ma se ero qui fino a ieri sera! > replica, scompigliando la spettinata chioma rossa del piccolo.
< Ma allora ce l'hai la voce! Stavo cominciando a pensare che ti fossi mangiato la lingua. > dico ridacchiando, mentre Kirin nasconde il viso arrossato e sorridente sul petto di Frerin.
Il nano mi squadra da capo a piedi ed emette un piccolo fischio.
< Come siamo eleganti questa mattina! Per caso hai un'appuntamento clandestino con mia sorella? Oppure hai deciso di farla finita e di andare subito a parlare con Thorin? Quando sono uscito, stava scrutando dalla finestra come un mannaro in attesa della sua preda. >
Rabbrividisco.
< Ah, ah, ah. Molto divertente Frerin. Sì, ho un appuntamento con Dìs; uno serio stavolta e non voglio che tuo fratello ci metta i bastoni tra le ruote. Anzi, già che sei qui... non potresti... >
< No, Jari. Non stavolta. Io e Kirin dobbiamo partire subito, non posso rischiare che ci veda qualcuno. >
Il piccolo si stringe ancora di più a Frerin che gli accarezza la schiena.
< Andrà tutto bene, vedrai. > gli sussurra.
< Su Jari... sei in gamba, sono sicuro che troverai un modo. >
< Si, come no. Non potevi scegliere un momento migliore per andartene sui Colli Ferrosi; quando tornerai probabilmente Thorin mi avrà già ucciso. >

Usciamo di casa tutti insieme.
< Ci vediamo tra qualche giorno, amico. > dico a Frerin, dandogli una pacca sulla spalla.
< E tu comportati bene, piccolo diavoletto. > aggiungo, con un buffetto sulla guancia di Kirin.
< Buona fortuna... ne avrai bisogno. > mi risponde Frerin, facendo attorcigliare il mio stomaco già in subbuglio.
Li guardo allontanarsi ed infilarsi tra gli alberi poi, proprio mentre con un sospiro sto per imboccare il sentiero che porta alla casa di Dìs, la testa scura di Frerin sbuca dalle fronde, urlandomi qualcosa di incomprensibile.
< Che? >
< Ho detto: perché non chiedi a Dwalin? Lui sicuramente ti aiuterà e Thorin non sospetterà nulla. >
< DWALIN? Ma sei impazzito? Non chiederò proprio nulla a Dwalin! >
Gli rispondo scandalizzato, ma Frerin è già scomparso.
" Come diamine può suggerirmi una cosa del genere? No che non andrò da Dwalin. "

Cinque minuti dopo, mi ritrovo davanti al campo riservato agli allenamenti.
In lontananza, scorgo la figura possente del nano, impegnato in una lotta corpo a corpo con uno degli allievi.
Perché diamine sono qui?
Ovvio... perché sono disperato.
Mi avvicino lentamente al piccolo cerchio di reclute, impegnate in un'attenta osservazione del combattimento.
Il povero allievo alle prese con Dwalin sembra cavarsela abbastanza bene; noto solo qualche piccolo errore nella postura e nella posizione delle gambe.
I due si squadrano, cercando di individuare i punti deboli dell'avversario; un momento dopo vedo Dwalin mettersi in posizione di difesa, inducendo l'altro ad attaccare con la sola postura del corpo.
So esattamente cosa vuole fare, mi ha ingannato un sacco di volte con questo trucco.

L'allievo, incitato dal piccolo crocchio di compagni, si appresta ad attaccare e riesce a centrare Dwalin tra le costole.
Il nano tatuato indietreggia con il fiato corto, ma con uno strano luccichìo negli occhi che solo io posso notare.
Dalle reclute si leva un piccolo boato di voci sorprese ed esaltate che si complimentano con il loro compagno, il quale, ubriaco di soddisfazione, si distrae, dando le spalle all'avversario.
Dwalin allora, approfittando del momento, si getta su di lui con tutto il suo peso, trascinandolo sul terreno polveroso ed immobilizzandolo facilmente a terra.
Il combattimento è finito.
< Mai abbassare la guardia, ragazzo... e mai voltare le spalle all'avversario, anche quando si crede di averlo sconfitto. Se tu fossi stato in battaglia, probablimente non saresti sopravvissuto. Il prossimo! >

Tutti gli sguardi delle reclute si concentrano sul terreno, come se improvvisamente fosse diventato la cosa più interessante della giornata.
Posso capire come si sentono.
< Ehm... Dwalin! >
< Oh Jari!! Che ci fai qui? Reclute, vi presento uno dei miei allievi migliori! Almeno lui aveva sempre voglia di mettersi alla prova! > replica, fulminando i suoi allievi con lo sguardo.
< Posso parlarti in privato? >
< Uhm, si... certo. Due minuti di pausa, ragazzi! Ma quando torno voglio almeno dieci volontari per il combattimento con l'ascia. >
Gli allievi si disperdono, tirando un respiro di sollievo.
< Mi tocca sempre fare tutto il lavoro da solo... perfino Thorin oggi non si è fatto vivo. Ti chiederei di aiutarmi se non fosse per quel braccio. Sai, stai diventando una specie di leggenda tra i nani più giovani; alcuni ti hanno visto salvare Nar ieri. >
< Oh... bene. Ascolta, volevo chiederti... potresti portare Thorin qui agli allenamenti? Non so, con una scusa... magari dicendogli che deve assistere ai progressi oppure aiutarti in qualche modo... >
< Ehm, Jari? > mi interrompe Dwalin con un'aria sorpresa.
< Cosa? > gli rispondo, frenando il fiume di parole sconclusionate che mi sta uscendo dalla bocca.
< Thorin è là. > replica il nano, indicando un punto dietro le mie spalle.
Mi immobilizzo.
Lentamente mi volto e lo vedo insieme a Balin in cima alla collina; i due, impegnati in una discussione e con in mano una grossa pergamena, si avvicinano velocemente.

< Non deve vedermi! > borbotto, nascondendomi dietro alla massiccia figura di Dwalin.
< Mi raccomando resta fermo! > gli sussurro.
< Io non ho idea di che cosa tu stia facendo, ma sappi che non intendo partecipare! > grugnisce il nano, incrociando le braccia senza però spostarsi di un centimetro.
< Sono andati? > chiedo dopo qualche minuto.
Evidentemente sì perché, alla mia domanda, Dwalin si volta minacciosamente verso di me.
< Esigo una spiegazione immediata! >
< Scusami, ma adesso proprio non posso; sono già in un terribile ritardo! Grazie comunque, sei un amico! > gli dico, correndo via.
Il sentiero che ho preso porta in una sola direzione e, dopo qualche attimo di smarrimento, Dwalin capisce le mie intenzioni e sul volto gli si dipinge una smorfia divertita; da lontano lo sento borbottare tra sé e sé qualcosa che riguarda una scommessa da fare con Gloin e Frerin.

Mentre risalgo la collina, il cuore comincia a pomparmi furiosamente nel petto.
Tutti i pensieri che avevano affollato la mia mente fino a poco fa si dissolvono in un attimo; l'unica cosa a cui devo pensare adesso è lei.
La casa è lì, grande e solitaria, ma dall'interno provengono strani rumori e tonfi soffocati.
Senza più indugiare e per evitarmi una fuga improvvisa, busso delicatamente alla porta, come ho sempre fatto in questi giorni per farmi riconoscere.
Dìs mi apre subito, la mano destra sempre chiusa sulla pietra di fiume che le ho regalato.
Resto per un momento senza fiato a guardarla... non vorrei fare altro per tutta la mia vita; i capelli sono sciolti e le ricadono disordinatamente sulle spalle bianco latte, creando un contrasto che incanta i miei occhi.
Il vestito è molto leggero e primaverile, color del cielo e le lascia scoperte le spalle con una generosa scollatura.
Mi impedisco di guardare oltre.
Sembra molto nervosa, ma i suoi occhi non sono più spenti e vuoti, in essi vedo paura ma anche curiosità e voglia di cambiare.
< Tutto bene? > le chiedo.
Mi risponde di getto, senza pensare; come se quella domanda l'avesse tormentata per tutta la notte:
< Da dove viene questa pietra? >

< Ero sicuro che ti sarebbe piaciuta... comunque è lì che andiamo. >
Le tendo il braccio sano e lei, dopo aver chiuso la porta, ci si appoggia.
Cominciamo a camminare in direzione del fiume, la strada non è lunga in fondo; riesco a sentire chiaramente i dubbi che affollano la testa della nana che cammina accanto a me in assoluto silenzio; posso capirla... non mi conosce affatto.
Vorrei rassicurarla, farle capire che insieme a me non dovrà mai più avere paura; ma non so come fare.
Improvvisamente, quasi senza pensarci, le prendo la mano, cercando di trasmetterle quella sicurezza di cui sembra avere tanto bisogno.
Per un momento la sua mano trema nella mia, ma poi la stringe forte, come se non avesse altro a cui appoggiarsi.

< Mio fratello non voleva uscire questa mattina, ma poi è arrivato Balin per non so quale questione importante e se l'è portato via. >
< Oh... lo so bene. Stavo chiedendo a Dwalin di venire a distrarlo quando li ho visti passare e mi sono nascosto. >
Dìs sorride serena, nascondendosi la bocca con la mano ed ogni fibra di me sembra sciogliersi.
< Volevi che Dwalin lo distraesse? > mi chiede, non sapendo più frenare una risata.
< Bhè... l'idea veramente è stata di Frerin, non mia. > cerco di giustificarmi.
Dìs scuote la testa sempre sorridendo.
< Sembra che qui tutti ne sappiano più di me. E come ha reagito Dwalin? >
Senza preavviso e cercando di muovere il braccio il meno possibile, faccio una perfetta imitazione di Dwalin con le braccia conserte e la faccia scura, poi con voce grossa ripeto le sue stesse parole:
< Esigo una spiegazione immediata! >
Dìs, incapace di trattenersi ancora, scoppia in una risata ed io la seguo a ruota.

Dopo aver costeggiato il fiume per qualche minuto, arriviamo ad un largo spiazzo.
< Siamo arrivati, principessa. > le dico, improvvisando un piccolo inchino.
In silenzio, le indico il greto del fiume, disseminato da piccole pietre ovali di diversi colori, levigate dall'acqua e dal tempo.
Dìs spalanca gli occhi, ammaliata dai giochi di luce sull'acqua cristallina.
Con gentilezza le sfilo la pietra blu dalla mano e la avvicino al pelo dell'acqua, confrontandola con le altre.
< Vedi... Sul letto del fiume ci sono molte pietre come questa...alcune sono più levigate o più lucenti; ma io, non appena l'ho vista...l'ho scelta, accogliendo la sua lucentezza, ma anche i suoi punti più opachi; so che può sembrare un paragone assurdo, ma è stato lo stesso con te... non appena ti ho vista, per me è cambiato tutto... > taccio all'improvviso, sopraffatto dalle emozioni che turbinano dentro di me, quasi quanto le correnti del fiume.

< Jari... le tue parole... io non so cosa dire. >
< Dì soltanto quello che senti... > le sussurro, mentre ci sediamo entrambi sull'erba.
La nana sospira, come cercando di rimettere in ordine i propri pensieri.
< Sono cambiata, Jari...
Insieme alla nostra casa ad Erebor se n'è andata anche una parte di me, quella migliore; e da quel giorno la mia vita è diventata solo un'insieme di azioni, ma mi bastava; mi permetteva di non pensare e di non soffrire.
Poi sei arrivato tu.
Ti ho visto sulla porta ed è stato come se qualcosa di dimenticato si risvegliasse dentro di me, ed era bello, più di quanto potessi immaginare.
Questa mattina, guardandomi allo specchio, era come se mi vedessi davvero per la prima volta... ho visto un'altra Dìs e la cosa mi ha spaventata.
Ed ora sono in questo posto bellissimo, insieme a te... vorrei lasciarmi andare ma ogni fibra del mio corpo, ogni pensiero della mia mente... tutto ritorna lì.
Io sono qui, sono viva mentre... altri non ce l'hanno fatta.
Ed io avrei potuto fare qualcosa, ma non ho fatto nulla. >
Dìs smette di parlare, cedendo al pianto.
Adesso è il mio turno.

< E' per Litr, vero? > sussurro.
Dìs alza la testa di scatto.
< Come conosci questo nome? >
< Io... beh, ero nel salone centrale con loro quando è arrivato il Drago.
Eravamo alla porta, cercando inutilmente di tenerlo fuori e Thorin ha chiesto ad uno dei nani più giovani di andarsene, il suo nome era Lìtr. Fu lì che lo vidi per la prima volta. Lui rifiutò, voleva restare a combattere... pensai che aveva coraggio.
Poi Smaug entrò ad Erebor e tutto cominciò a bruciare; persi di vista i miei amici e mi ritrovai da solo. >
Nonostante i miei sforzi, la mia voce comincia a tremare.

Dìs mi posa una mano sulla spalla, incitandomi a continuare.
< Ad un certo punto sentii le urla di un nano; stava andando a fuoco.
Trovai un tappeto e spensi le fiamme, ma era già tardi.
Come puoi immaginare quel nano era Litr... ne fui sconvolto.
Oh, Dìs... il modo in cui mi guardava... non dimenticherò mai i suoi occhi.
Gli tenni la mano, dicendogli di non temere e poi mi morì tra le braccia. >
Dìs abbassa gli occhi, senza togliere la mano dalla mia spalla.

Passa qualche minuto, in cui riesco parzialmente a riprendere il controllo delle mie emozioni.
E' Dìs a rompere di nuovo il silenzio.
< Quanto vorrei averlo saputo prima... >
< Volevo dirtelo... ho visto il tuo dolore quella notte ed è stato lì che ti ho notata per la prima volta, eri così bella alla luce della luna... >
< E perché hai aspettato così tanto? >
< Thorin me l'ha impedito. Non voleva che soffrissi di più. >
La nana scuote la testa.
< Tipico di Thorin... pieno di buone intenzioni, ma pessimo nel realizzarle. >

Improvvisamente Dìs sospira profondamente e raddrizza le spalle.
< Non avrei potuto fare nulla per lui, ha scelto di restare. Ho passato anni a sentirmi in colpa e adesso, in un secondo, mi sento così leggera, così serena... >
< Grazie Jari... >
Dìs mi abbraccia forte con le lacrime agli occhi ed io ricambio la stretta, affondando il viso nei suoi setosi capelli neri.
Un secondo dopo, senza nemmeno accorgermene, sento le sue labbra sulle mie ed ogni fibra del mio corpo si accende.


Sorrido sereno, guardando la luce del tramonto inondare lo spiazzo e distribuire ovunque riflessi dorati.
Affondo la mano nei riccioli scuri della mia Dìs, appoggiata sul mio petto.
< Non riesco a crederci... > la sento sussurrare.
< A cosa? > replico.
< Essere qui con te, adesso. Ho paura di svegliarmi e di rendermi conto che stavo solo sognando... >
Le prendo la mano e me la appoggio sul cuore.
< Tutto questo è reale, io sono reale... e adesso che ti ho trovata, non ti lascerò andare mai più. Ogni volta che avrai bisogno di me, io ci sarò. >
Dìs sorride, stringendosi un po' di più a me.
< Cos'è? Una proposta di matrimonio? Non ti sembra un po' prematuro? >
Mi stringo nelle spalle: < Beh... tutto dipende da ... >
< THORIN! > mi interrompe Dìs all'improvviso.
Spalanco gli occhi sopreso:
< Cosa c'entra tuo fratello adesso? Capisco che... >
< Noo! Ma cos'hai capito? - mi interrompe di nuovo la nana, alzandosi di scatto e indicandomi un punto imprecisato tra gli alberi - THORIN! >

Alla fine lo vedo.
Sta venendo verso di noi.


 
   
 
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