Non posso ancora crederci... Non voglio crederci.

Voldemort è morto, è sconfitto.

Ma quanti hanno dovuto pagare? Quanti innocenti sono stati strappati alle loro vite ingiustamente?

Come lei; come la mia Ginny.

Ora non è altro che una liscia lapide davanti a me.

Siamo tutti qui, oggi; tutti coloro che sono rimasti.

Mi guardo intorno.

C’è tutta la famiglia Weasley - manca solo Percy.

Stupido...

Credeva di poter uccidere dieci mangiamorte da solo, e ora è accanto a Ginny in questo cimitero.

I signori Weasley non ce l’hanno con me: sanno che lei si è sacrificata per proteggermi; che mi amava tanto quanto l’amavo io, se non di più. Ma è comunque insopportabile vedere i loro volti.

C’è Hermione, affianco a Ron... Si fanno forza a vicenda - una cosa che qualcuno non potrà più fare, a causa della guerra.

Parlo naturalmente di Remus e Tonks.

Mi volto verso lei: è in lacrime, e i capelli - del loro colore naturale - le ricadono spenti sulle spalle.

Piange, ma non sono sicuro che lo faccia per la mia adorata Ginny; nonostante il profondo affetto che le legava. Sono certo, infatti, che pianga per Remus; il padre di quella vita che sta crescendo dentro di lei.

Povera Tonks, che destino terribile…

Lei ora è sola: Remus è legato a quello stupido letto di ospedale; immerso in un sonno dal quale probabilmente non si sveglierà mai più.

“E’ un veleno sconosciuto, non esiste cura” avevano detto.

Maledetti Mangiamorte.

Moody… Anche lui ha combattuto fino alla morte, e ora giace a pochi metri da noi.

Una cosa che mi fa sorridere è che abbia voluto, sulla sua lapide, la frase: 'Vigilanza costante!'.

Anche nella morte ha voluto ammonirci.

Ci sono molte lapidi, nell’area dedicata all’ordine della fenice: Sirius, Moody, Silente, Ginny, Percy, Emmeline, Mundungus, e chissà quanti altri. Sono troppi.

Di noi non è rimasta che una decina di persone - forse meno, perché Remus non conta.

Ha voluto che suo figlio si chiamasse Sirius James Lupin... Buon vecchio Remus, ha voluto ricordare i suoi amici anche in punto di morte.

La cerimonia è finita, e vedo Molly andare verso Tonks per consolarla - benché sia lei a dover essere consolata da noi.

Mi avvicino a lei e le chiedo perdono, anche se so che mi ha già perdonato tutto quanto.

Non risponde, ma mi sorride e se ne va con la sua famiglia.

Rimaniamo solo io e Tonks, ancora scossa dai singhiozzi.

«Non preoccuparti» le dico.

Ma sono poco convincente, lo so.

«Lo vendicheremo» continuo, e stavolta sono convinto di ciò che dico.

Non mi scapperà colui che ha fatto questo; colui che ha rovinato la vita dei suoi amici.

Non mi scapperai...

Codaliscia.