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Autore: Aven90    17/06/2015    2 recensioni
Ricordate Christian Jackson e le sue vicissitudini nel cercare il serial killer delle Pillole? perfetto, questa storia è ambientata tre anni dopo e lo vede ancora una volta al centro della scena! Quando ormai tutto sembrava finito, ecco che si ricomincia a danzare sul filo di un nuovo assassino seriale.
Genere: Commedia, Thriller | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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E fu sera e fu mattina, quarto giorno dal primo omicidio.

Jeremy stava come al solito passeggiando per la strada. Erano quasi le sei del pomeriggio e il malu chi fare (= il cazzeggio) si stava impadronendo di lui.

Ovvio, vi era un assassino in circolazione e la raccomandazione era di non camminare da soli, ma lui era alternativo.

Gli amici, la scuola, la tipa che non gliela dava… insomma tutto si sommava a quello che si poteva definire un idiota.

Cioè, non un idiota nocivo, per intenderci. Jeremy era uno di quelli che bigiava a scuola per rollare una canna nel cortile, e so bene che è un cliché, ma è proprio ciò che aveva fatto quella mattina, e in quel momento erano quasi le sei di sera.

Jeremy dunque camminava per la Isaac Newton Boulevard, che era molto ma molto lunga. Era ottima per passeggiare sotto gli alberi e magari sedersi su una panchina a mangiare una broscia (= una brioche) gigante. E più passeggiava, meno era convinto di tornare a casa, quella sera. Magari avrebbe passato la serata con gli amici, la solita fumata, le solite risate. Aveva amici che lo facevano ridere, e fintantoché aveva loro, sarebbe andato tutto bene.

Mancava un minuto alle sei, lo aveva notato controllando il display del telefono.

“Bah” sbuffò, senza dire nulla, sempre con quegli auricolari che sembravano proprio cuffie da quiz televisivo.

Improvvisamente però, cadde e non si rialzò più. Era morto, così come stava camminando, e solo perché qualcuno da dietro lo aveva pugnalato otto volte. Che mammoletta, questo Jeremy.

Il killer si chiese se fosse il caso di scrivere anche quella volta il simbolo 24/7. Ad ogni modo lo fece, e lo scrisse sollevando la maglietta del tizio, proprio sullo stomaco e usando lo stesso pugnale.

///

“Non può essere, dai, stai scherzando” disse Anthony osservando Brad, l’agente brutto che sicuramente lo guardava senza venerarlo, ma non ne aveva le prove.

“Perché? No, sono serissimo” disse Brad. “Quando si hanno molti sospetti, è d’uopo pedinare e sapere cosa fanno, ogni minuto di ogni giorno”

“Ma come minchia parli… duopo, duopo. Duopo che? Spiegati!” esclamò l’Ispettore.

Brad sospirò. “Sentite. Se sono entrato in polizia è perché volevo dimostrare a me stesso che ero capace di reggere la pressione. Ebbene, noi abbiamo un serial killer a piede libero, no? E abbiamo detto che ci sono solo tre civili che hanno comprato quella marca di fucile di precisione…”

“Il Barrett” disse Anthony, sbirciando dagli appunti.

“Ecco. Propongo dunque una bella caccia all’uomo. Deve sentire il nostro fiato sul collo”

“Non siamo mica dei cani” obiettò l’Ispettore.

“Siamo i cani della giustizia!” Brad si alzò e quasi si aspettava un applauso, per la frase che gli era uscita.

Nessuno però lo fece, così Brad si sedette e aspettò un responso magari da qualcun altro.

“Beh, non è male come idea, sinceramente” disse Mary. “Voglio dire, io che sono il capo di tutto, mi sento scema a non riuscire a catturare un criminale. Quindi, perché no?”

“Perché sarebbe invasione della privacy” disse invece Lucinda. “Se lo scoprisse il Questore ci rinchiuderebbe tutti e ci darebbe in pasto ai leoni”

Tutti la guardarono.

“Beh, non può avere dei leoni in casa?”

Ma Anthony cercava lo sguardo di Whiskers, il quale era ancora abbattuto.

Whiskers sospirò e scosse la testa, mentre sfogliava la sua margherita. Ormai, da quando gli avevano tolto il caso, non era più collaborativo come una volta. Ad Anthony mancavano i caffè con iris (fritta o al forno, non aveva importanza) che pagava il suo commissario preferito ogni singola mattina. Infatti, Anthony era un tantino deperito, da quando non faceva più colazione. In effetti, sarebbe successo solo dalla mattina successiva, poiché il Questore era arrivato in centrale solo quella mattina, con tutti gli avvenimenti che ne sono conseguiti. Quindi Anthony stava già deperendo nonostante non avesse ancora cominciato a fare dieta.

“Uffa” disse Sanderson. “Comunque, l’idea del pedinamento, sebbene sia molto affascinante, non è una mia idea, quindi è da scartare a priori”

“Ma…” si lamentò Brad.

“Silenzio! Dovremmo prendere le cose seriamente, perché non c’è molto tempo! Il prossimo omicidio potrebbe avvenire alle sei di… oggi, quindi ora che sono le sei e venticinque… ”

Ecco che squillava il telefono. Non era possibile, Anthony aveva doti preveggenti. Ma prima che potesse fare qualcosa, ecco che Hilary rispose alzando la cornetta Mondial Casa ti aspetta.

“Sì, pronto? Sì… sì, e tu?… come? No… OH MIO DIO! Arriviamo subito!” poggiò la cornetta e disse senza pause fra una parola e l’altra “Hanno trovato un cadavere riconducibile al Killer dei Numeri!”

Così presero le volanti e a sirene spiegate sfrecciarono per le strade di Musgans, che alle sei di sera erano pienissime per l’ora di punta.

Erano posizionati in questa maniera: Brad, Hilary dietro e Christian e Lucinda messi davanti, in un’altra volante Anthony e Mary da soli e in un terza volante Whiskers, che quindi parlava da solo e rifletteva sul caso, mentre zigzagava fra le macchine che immobili cercavano di ostacolarlo.

Gli avevano tolto il caso… era vero, era un fatto incontrovertibile. Non avrebbe più offerto la iris ad Anthony, e quello non gli dispiacque affatto.

L’assassino però stava lasciando degli indizi sulla sua strada, come lui stava lasciando sgommate su sgommate sull’asfalto. Nemmeno Monopalla Jackson se n’era accorto, lui che aveva incastrato il killer delle pillole, che poi era Robert, il migliore amico di lui. Persino un imbecille ci sarebbe arrivato.

Ma il serial killer dei numeri… beh, si disse Whiskers. Quello era il quarto omicidio. La mazza da baseball, il fucile di precisione, il cappotto grigio… erano tutti elementi, quelli, che restringevano il cerchio sempre di più, per quello Whiskers sapeva chi era il colpevole, e lui avrebbe seguito il consiglio di Brad, ovvero pedinare quei tre civili. Avrebbe offerto a lui le iris, dall’indomani, e gliele avrebbe offerte alzando la voce e facendosi notare da tutti al bar, in modo che Anthony rosicasse.

Ecco, era arrivato sul posto, laddove l’aznalubma, che era un veicolo medico il quale Whiskers non aveva mai capito il significato, aveva già fatto prima.

Il cadavere era ancora a terra, a torso nudo e con su scritto 24/7 in rosso.

Rosso sangue.

“Ancora tre omicidi” sussurrò a se stesso Whiskers, non appena vide quel macabro spettacolo. Eppure c’era qualcosa che gli sfuggiva, qualcosa a che fare col cappotto grigio. A posteriori, il commissario si chiese perché. Cosa c’entrava il cappotto grigio con tutto il resto? E inoltre, poteva essere associato il cappotto grigio a tutti i problemi mondiali?

Non lo sapeva, e a malapena ascoltava le risate di quello stupido nel frattempo che gli snocciolavano le prime analisi.

“La vittima è stata colpita otto volte da un coltello signore, e…”

“Aahahahaha! Ma non si può stare attenti, dico io? Non è vero, mia dolce Mary?” e anche Mary, che nel frattempo era avvinghiata così tanto all’Ispettore che non si capiva come avesse fatto, rispose con la sua vocetta stridula e fastidiosa “Ihihihihi, sì tesoro mio! È solo uno stupido!”

Christian, evidentemente disgustato dal comportamento infantile dei due, osservava la scena del crimine, e si accorse che anche Whiskers era immerso nei suoi pensieri e persino in un cappotto di una taglia più grande.

Ad ogni modo, stavolta l’assassino non sembrava avesse lasciato indizi. Tutto ciò che si sapeva erano sempre le stesse quattro cose. Eppure… c’era qualcosa che non tornava.

“Ispettore Sanderson?” chiamò in un secondo momento il suo superiore, cercando di attirare la sua attenzione scuotendolo lievemente per la giacca.

Ma quegli era troppo impegnato a pomiciare in servizio per accorgersi di niente, anche davanti a tutti gli occhi dei curiosi e della stampa.

“Ispettore, mi scusi? Mi serve il suo permesso per prendere i dati sul caso”

Aveva fatto la medesima cosa anche tre anni prima… chissà se…

“Te li do io, coglionazzo” disse un burbero Whiskers, con in mano una mappatella (= catasto) di carta. “Voglio indagare con te e quella tua baldracca che ti porti appresso”, riferendosi a Lucinda.

“Un momento… baldracca?” chiese Christian, il quale era semplicemente sconvolto. Di lì a poco si aspettava un asino volante.

“Beh, sai come si dice, no? Rossa di capelli… andiamo, monopalla, voglio riprendermi il mio posto”

E così, Christian e Lucinda, seduti dietro e totalmente confusi, si fecero accompagnare da Whiskers, ma non alla centrale, ma in un posto attiguo, che non conosceva nessuno, nemmeno l’assessore al piano regolatore.

Era un vecchio edificio, dichiarato inagibile e destinato alla demolizione, ma grazie alla potenza delle forze di polizia era ancora lì, quasi in piedi e composto di un piano solo.

Whiskers ne aveva persino le chiavi, e aperse il cancello arrugginito, che fece un casino orribile e svegliò tutti i cani del circondario.

“Tutto quello che faremo in questo posto” disse Whiskers, accarezzando le decine di cani idrofobi che abitavano lo spiazzale antistante la baracca “non deve uscire da qui. È chiaro?”

“Sì, ma a cosa serve con le inda...:” cominciò Lucinda, ma Whiskers sibilò tagliando corto ogni obiezione e, consapevole che i due agenti stavano ponendosi mille domande, entrarono dentro la baracca, tramite una porta di ferro sempre aperta.

“Una volta questo era un magazzino della Lindongs & co.” Annunciò Whiskers “un’agenzia che vendeva frigoriferi e che poi si è espansa in quasi tutti i settori casalinghi, tranne i frullatori. Ad un certo punto ho scoperto che il CDA faceva aggiotaggio e l’appropriazione indebita e l’ho fatta chiudere, che poi è per questo che ho ottenuto i gradi di Commissario, quando ancora il Questore era quel sant’uomo di Von Heckerberg. Che poi non ho mai capito perché è andato in pensione, aveva solo settantacinque anni. Eh! Non avrebbero dovuto mettere in commercio quelle pentole!”

“Che pentole erano?” chiese Lucinda.

“Pentole che scoppiavano una volta messe sul fuoco… ho dovuto rifare la casa, accidenti. Ho indagato su di loro e li ho fatti chiudere. Uuhuhu, come mi piace dirlo… li ho fatti chiudere. Ad ogni modo, la centrale sorge proprio accanto a uno dei vecchi magazzini e io, grazie al fatto che sono un Commissario niente male, la prima cosa che ho fatto quando tre anni fa mi hanno trasferito qui ho corrotto l’assessore donna per confiscare questo terreno. Nessuno lo sa, però, e neanche voi, e neanche quello stronzo maniaco sessuale. Ho pensato che potesse tornarmi utile un giorno, e infatti ci tengo i miei cani di riserva che hanno fatto amicizia con questi assetati di sangue che abitano qui, e ci ho messo anche le sedie e un tavolo. Adesso che mi hanno degradato, non mi sento in colpa a mettere i bastoni fra le ruote al complotto Anthiony/Mary, e far mangiare loro la polvere. Prenderò tre piccioni con una sola fava, e TU mi aiuterai” indicando Christian. Lucinda si sentì esclusa, ma forse Whiskers l’aveva invitata solo perché era la tipa di Jackson.

“Allora, ascoltatemi” cominciò il Commissario, mettendo sul tavolo di legno tutta la roba sul caso. “Ho come la sensazione che manca qualcosa in questo caso”

“L’anello mancante” disse Christian.

“Esatto” rispose Whiskers. “Manca proprio l’anello mancante. Cos’è che lega i quattro omicidi? Ora, abbiamo abbastanza elementi anche di quest’ultimo per potere appartarci, tanto nessuno di quelli noterà la nostra assenza.”

Così si misero di buona lena, ma non ne cavarono un ragno dal buco. Non si sarebbe mai detto che a quel caso mancasse una voragine. L’unica soluzione possibile era pedinare quei tre civili che avevano comprato il Barrett, come aveva detto Brad.

In un momento di sonno (erano ormai le due di notte passate) Christian, per non dormire (gli altri due runfuliavano beati) si era persino messo a segnare con una penna i luoghi dei delitti su una piantina piuttosto consunta della città.

Quei momenti gli fecero ricordare il suo “soggiorno” in Sardegna, in Italia… quando si era trattato di fare uno scambio culturale fra le forze di polizia e avevano scelto proprio lui, spedito fra le pecore e il mare azzurro, e ovviamente le notti bianche coi superiori.

“Via Robin Williams numero tredici… qua. Via John RR Tolkien… qua. La tangenziale… qua. Isaac Newton Boulevard… qua. Caspita!”

Si era accorto di una cosa fondamentale. Aveva disegnato un quadrato… si sarebbe detto un rombo, ma Christian odiava i rombi. Dopotutto, il rombo è solo un quadrato che si è stiracchiato.

Tutti i luoghi si trovavano molto vicino fra di loro, e anche molto vicino la questura, che si trovava all’interno del rombo.

“Commissario… commissario!” Whiskers si svegliò di colpo.

“Eh? Unni semu? Cu sì? unn’è Petulia?” (= in quale loco ci troviamo? Chi sei? Donde si trova Petulia?)

“Siamo nel suo magazzino” rispose Christian, bisbigliando per non fare svegliare Lucinda. “Ho scoperto una cosa interessante” e gli pose sotto il naso il disegnino che aveva fatto sulla pianta.

Whiskers, che però non si era ancora ripreso dal meglio sonno, non aveva idea di cosa fosse né la definizione di interessante e nemmeno chi fosse il suo interlocutore.

Ma più guardava quella specie di figura geometrica, più il suo inconscio si svegliava. Più lo guardava, più si rendeva conto di essere un rombo lui stesso.

Era sicuro, Whiskers, che il fatto che la Questura fosse all’interno di quel quadrato c’entrasse qualcosa con l’abitazione dell’uomo che stavano cercando. Era per forza un uomo, l’assassino. Nessuna donna era mai stata ricercata nella sua carriera, non per quei crimini.

Così annuì al foglio e poi si rivolse a Christian. “Una buona intuizione, immagino. Sono cose che a quel deficiente sfuggiranno per forza. È servito fare la notte bianca, eheheheh, io non sbaglio mai!”

”Commissario…” obiettò.

“MAI.” Sottolineò l’ufficiale, e tornò a dormire.

   
 
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