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Autore: Halosydne    11/01/2009    10 recensioni
Una notte tranquilla, nella Sala Comune dei Grifondoro. Una notte come tante altre. O no? «Mai che si dica che sei prevedibile, eh, Potter?» esclamò quando ebbe ritrovato la voce. Sorrise. Sapeva che lui l’aveva sentita. «Buonanotte, James» sussurrò poi, e anche lei andò a dormire.A daphne_91, mia collega nell'amare le James/Lily, e soprattutto Jacob Black.:P
Genere: Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: James/Lily
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
- Questa storia fa parte della serie 'Lily and James: love is a gathered storm.'
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Imprevedibile ×

Ai sogni in mezzo ai quali mi illudo di camminare.
Un ringraziamento speciale a daphne_91

 

 

 


La ragazza era acciambellata in poltrona, vicino al camino. Era notte, e la Sala Comune di Grifondoro era vuota a parte lei, così immersa nella lettura da non accorgersi di nient’altro, tranne che delle ciocche di lunghi capelli rosso scuro che di tanto in tanto le ricadevano sul volto.
La ragazza girò una pagina, e sbadigliò; guardò l’orologio. Mezzanotte e mezza! Chiuse gli occhi e si massaggiò le tempie. La mattina dopo aveva Pozioni, e per quanto potesse essere portata per la materia, addormentarsi sul calderone sarebbe stato un bel problema. Decise di andare a dormire e si alzò, sbadigliando ancora e stiracchiandosi. Il grosso tomo polveroso cade dalla poltrona, e la ragazza si chinò a raccoglierlo.
Rialzandosi, si ritrovò faccia a faccia con un ragazzo alto, con degli scompigliatissimi capelli corvini e un paio di occhiali rotondi. La ragazza non poté fare a meno di sobbalzare, e il ragazzo sogghignò.
«Paura, Evans?» sussurrò lui, uno scintillio malandrino negli occhi nocciola chiaro.
«Di certo non di te, Potter.» sibilò Lily, seccata. «Da quanto sei lì?»
«Mmh, diciamo da abbastanza tempo.» James sogghignò ancora.
«Abbastanza?» fece lei, alzando un sopracciglio.
«Abbastanza da sapere che i capelli ti sono finiti davanti agli occhi cinquantasette volte. Abbastanza da capire che quando leggi smetti di essere Evans-Prefetto-Perfetto, altrimenti ti saresti accorta di Sirius che approcciava con una del quinto sotto il tuo naso. Abbastanza da notare che stasera sei bellissima… Lily».
La rossa arrossì, qualcosa di inaudito per una che difficilmente mostrava le sue emozioni a qualcuno che non fosse Mary, Alice o – molto tempo prima – Tunia e Sev. Non sapeva cosa di preciso la avesse fatta arrossire (se i complimenti, la consapevolezza che lui era stato dietro la sua poltrona per ore o semplicemente il suo nome pronunciato da lui)... e questo era più che inaudito, Lily Evans che non sapeva qualcosa.
Lily ringraziò mentalmente la penombra ed espirò profondamente, cercando di sembrare infastidita, e non confusa.
«Bel tentativo, Potter.» Fallì miseramente, e, purtroppo per lei, James Potter era uno che capiva le persone. «Ora, se non ti dispiace, andrei a letto.»
Si voltò per andarsene, ed era a metà della sua dignitosissima uscita di scena quando si accorse di non aver preso il libro dalla poltrona; dato che doveva restituirlo il giorno dopo a Madama Pince, si girò per riprenderlo, e si ritrovò con il viso a meno di cinque centimetri da quello di James. Trasalì.
«Paura, Evans?» chiese di nuovo il Malandrino.
«Non di te, Potter» rispose di nuovo Lily, ostentando meno sicurezza di quanto avrebbe voluto.
«No, non di me» mormorò James, pensoso. «Tu hai molta più paura di quello che potresti provare per me». Per una volta, non sogghignava.
Infastidita dalla consistente possibilità che il ragazzo avesse ragione, Lily fece una cosa non inaudita, ma addirittura impensabile per Lily Evans: si alzò sulle punte dei piedi e baciò James Potter sulle labbra.
Quando si separarono, nemmeno tre secondi dopo, James aveva un mezzo sorriso stampato in faccia, e Lily era mille volte più confusa di prima. Perché aveva fatto qualcosa di assurdo per lei, solo per dimostrare che non aveva provato niente, ma non era stato così. Perché aveva dovuto addirittura ricordare a sé stessa di allontanarsi da James mentre lo baciava. Perché, in fondo in fondo, non se ne pentiva affatto.
«Mai che si dica che sei prevedibile, eh, Evans?» scherzò James, e Lily non poté fare a meno di sorridere. «Il fatto è» proseguì il ragazzo «che ora c’è qualcosa che ti fa ancor più paura.»
Lily alzò un sopracciglio, scettica, ma non disse nulla: non si fidava abbastanza della sua voce, in quel momento.
«Se c’è qualcosa che adesso ti spaventa molto più dei sentimenti che provi per James Potter» mormorò avvicinandosi pericolosamente al viso molto rosso della ragazza «è l’eventualità che James Potter possa non ricambiare il bacio» continuò, spostandole una ciocca di capelli per poterla guardare negli occhi verdissimi.
Fu solo con tutta la sua forza di volontà che Lily impedì alla sua bocca di spalancarsi o a sé stessa di ribattere, come una normale Lily Evans avrebbe fatto. James, ammise fra sé e sé con molta difficoltà, aveva ragione: quel bacio, oltre a confonderla e a far franare le sue convinzioni, le era maledettamente piaciuto. Ma non poteva lasciare che la cosa andasse avanti, assolutamente no: era contro tutti i suoi principi, contro tutto quello che aveva fatto in sette anni… al momento, però, sembrava che la Lily Evans di tutti quegli anni fosse andata in vacanza, lasciando un facsimile molto meno sveglio a sostituirla.
James continuava a guardarla negli occhi, ancora col mezzo sorriso sulle labbra – le labbra! – e un espressione un po’ seria un po’ divertita. Metà delle ragazze della scuola sarebbero svenute, ma Lily era troppo occupata a ricordarsi di respirare per svenire.
«Ma non intendo alimentare la tua paura ancora a lungo, Evans» soffiò, sempre più vicino.
Se Lily non avesse lasciato la bacchetta in dormitorio, probabilmente avrebbe già Schiantato James da un pezzo, in modo alquanto prevedibile. Quella sera, però, Lily Evans era decisamente imprevedibile.
James era così vicino che i loro nasi quasi si toccavano. Poi, all’improvviso, lui spostò la testa e le diede un bacio sulla guancia.
«Buonanotte, Lily» sussurrò da qualche parte vicino al suo orecchio, poi andò tranquillamente verso la porta che nascondeva le scale e salì in dormitorio.
Lily rimase per qualche istante immobile, toccando con tre dita la pelle della guancia, decisamente calda.
«Mai che si dica che sei prevedibile, eh, Potter?» esclamò quando ebbe ritrovato la voce.
Sorrise. Sapeva che lui l’aveva sentita.
«Buonanotte, James» sussurrò poi, e anche lei andò a dormire.

   
 
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