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Autore: _browneyes    17/06/2015    7 recensioni
Quando Nevaeh Lynch torna a Sydney, ormai, tutto è diverso. I suoi amici lo sono, tra chi è cresciuto troppo in fretta, chi non ha la minima intenzione di farlo e chi è arrivato al punto di rottura.
Stanno per dividersi, tutti, inequivocabilmente, ma forse non è troppo tardi per recuperare rapporti spezzati o crearne di nuovi, forse non è troppo tardi per dire finalmente cose che sono state nascoste per troppo tempo e emozioni appena scoperte, per creare nuovi ricordi e nuove prospettive. Forse non è troppo tardi per mettersi stipati in due macchine semi distrutte e partire senza una meta, tra le playlist di Ashton e gli strilli contrariati di Daphne.
Forse non è troppo tardi.
Genere: Generale, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ashton Irwin, Calum Hood, Luke Hemmings, Michael Clifford, Nuovo personaggio
Note: OOC | Avvertimenti: Triangolo
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Capitolo Due.
 
Partenza.
 
 
 
Svegliarsi alle sei e mezzo del mattino, in un giorno di vacanza, secondo Astra, dovrebbe essere considerato reato.
Che svegliarsi presto non piaccia a nessuno, è chiaro, ma per Astra è decisamente la cosa peggiore del mondo, non c’è cosa che odi di più. Eccetto passare del tempo con Ashton Irwin, probabilmente.
È anche in ritardo, lei lo è sempre d’altronde e nessuno oramai ci fa poi così tanto caso, sono abituati. Sa di doversi sbrigare ‘chè l’appuntamento davanti casa Hood era fissato per le sette e, ormai, si son fatte le sette e un quarto, quasi, ma non corre, anzi, cammina piano, tranquilla, quasi fosse in anticipo. Daphne sarà già arrabbiata ‘chè lei li odia proprio, i ritardatari, ma pazienza.
Comunque, quando arriva, trascinandosi dietro il trolley verde, si accorge di non essere l’ultima che manca all’appello, quindi, forse, potrebbe anche scampare l’ira della Campbell. Forse.
«Oh finalmente qualcuno, stiamo facendo la muffa, qui», borbotta Tameka, col tono annoiato, poggiata contro la portiera del mini van grigio scuro di Luke. Quest’ultimo mugugna un saluto, ancora a metà strada fra il mondo dei sogni e quello reale; forse, uscire la sera prima, non è stata una grande idea, si dice fra sé e sé.
Mentre Daphne, attaccata al cellulare, le rivolge un saluto con la mano e le manda un bacio volante, vestita e truccata di tutto punto anche a quell’ora improponibile. La solita precisina, si dice Astra e sorride.
Calum sta già in macchina, la testa poggiata al finestrino e gli auricolari negli occhi, il nuovo album degli All Time Low in ripetizione; gli occhi pece chiusi ‘chè, probabilmente, si sta già riaddormentando.
«Astra!», le urla una voce, allegra, prima che qualcuno la stringa in un abbraccio entusiasta.
Lei ride e: «Mi spieghi dove la trovi tutta quest’energia a quest’ora?», biascica inscenando un’espressione fintamente sconcertata. In fondo, solo da Nevaeh Lynch, ci si potrebbe aspettare quel tono pimpante e quell’allegria a qualunque ora, in qualunque situazione. È tipico, di Nevaeh.
«Piuttosto, perché voi siete tutti così mogi? È una giornata bellissima», ribatte l’altra con un sorriso enorme sul viso. E Astra pagherebbe, per somigliarle un po’.
«Forse perché è l’alba e noi persone normali abbiamo sonno?», si inserisce ironica nella discussione Selima, con i Rayban già addosso per non far notare le occhiaie dovute al sonno.
Nevaeh alza le spalle, «E’ una giornata troppo bella per perdere tempo ad avere sonno», commenta con l’aria di chi la sa lunga e poi ride.
«Vado a disturbare un po’ Hood, con permesso; non siamo nemmeno partiti e lui già dorme?», annuncia, con le mani sui fianchi e l’espressione di rimprovero. Poi parte, quasi a corsa, nonostante i due metri a stento che la dividono dalla macchina. E, a quella scena, né Astra, né Selima possono fare a meno di ridere. «E’ una pazza», mormora Selima a mezza voce, quasi non volesse farsi sentire. Astra annuisce, consenziente, «E’ una forza però».
«Qualcuna di voi sa dove sono finiti Ashton, Frieda e Michael? L’appuntamento era venti minuti fa», le interrompe Daphne, con il tono scocciato e un’espressione che non promette niente di buono.
«Non parlo con Ashton, lo sai, per quello dovresti chiedere a Tam. Frieda dieci minuti fa mi ha scritto che stava trascinando Michael fuori di casa, perciò dovrebbero arrivare fra poco», la informa Astra mentre raccoglie i capelli viola in una coda di cavallo. Fa troppo caldo, per essere così presto.
Daphne annuisce, «Okay, quindi loro staranno arrivando. Ashton non l’ha sentito nemmeno Tameka, guarda se si è addormentato, quell’idiota», borbotta e si allontana, veloce come è arrivata.
«Ancora non ho capito perché non ci parli con Ashton, voglio dire si merita tutta l’attenzione del mondo, è un figo»; Selima la guarda interrogativa e Astra, a quelle parole, non può fare a meno di scuotere un po’ la testa e alzare gli occhi al cielo.
«Vado a fumarmi una sigaretta», annuncia e si allontana.
 
«I have crossed between the poles, for me there’s no mystery».
Per svegliare del tutto Calum, alla fine, sono bastati Ashton, una compilation fatta apposta per il viaggio e un termos pieno di caffè. E ovviamente Frieda che, adesso, sta cantando The Cinema Show dei Genesis con lui. È una delle sue preferite, quella canzone, e gl’è proprio servita, per tirargli su l’umore, nonostante l’alzataccia. Tanto che nemmeno gli importa che Frieda ogni tanto stoni un po’ o che, a volte, partano entrambi in ritardo o in anticipo rispetto alla canzone, non importa proprio.
«Mi dicono che qui andare a tempo è un optional», commenta sarcastico Luke, sporgendosi dal posto del guidatore per battere il cinque a Nevaeh, che di musica ne capisce quasi quanto lui. Lei ride e sia Calum che Frieda alzano le spalle nello stesso momento. «Che importa? Ci stiamo solo divertendo», commenta candidamente Frieda, scostandosi con un gesto veloce i capelli miele dalla spalla sinistra. E ringrazia mentalmente Luke di aver portato quella macchina invece che quella più grande ‘chè, nei posti dietro, sta schiacciata fra Nevaeh e Calum. E, si, è un po’ scomoda come cosa, ma comunque sta seduta anche troppo vicino a Calum Hood, è questo che conta.
«E poi, se ci impegnassimo, vi faremmo il culo», aggiunge il moro con tono di sfida, indicando con la testa Nevaeh e Luke.
«Fine come sempre», commenta sarcastica Daphne, che invece sta comodamente seduta davanti, al posto del passeggero che s’è accaparrata non appena sono saliti in macchina. Nessuno ha osato contestare, comunque.
Luke scoppia a ridere e si volta a guardarla, «Non ti scandalizzerai mica, principessina, no?».
Daphne a quel nomignolo alza gli occhi al cielo, è da quando si conoscono che la chiama così, e gli tira un pugnetto sul braccio. «Affatto, idiota. E ora concentrati sulla strada, invece che guardare me», borbotta incrociando le braccia al petto.
Il biondo ride, di nuovo, «E’ più interessante guardare te che la strada», afferma. E potrebbe giurare di aver visto le guance di lei diventare rosse, prima che lei si girasse verso il finestrino a guardare la strada che scorre fuori dal finestrino. «Idiota», bofonchia.
«Luke, non per interromperti mentre ci provi con una che è fidanzata, non fraintendermi è esilarante da vedere, ma ti dispiacerebbe dirmi dove cazzo ci state portando tu ed Ashton?», interviene Frieda, che in una curva finisce quasi in braccio a Calum, che in risposta ride.
Luke scrolla le spalle, «Lo vedrai quando arriveremo, non manca tanto» annuncia.
Frieda sbuffa, «Ma se siamo partiti un quarto d’ora fa».
Calum ridacchia nel vedere la sua espressione scontenta e: «Questo è perché stiamo andando a Bondi beach, la strada è quella». Lei batte le mani, contenta, «Adoro il mare».
«Sei proprio una bambina», bofonchia il moro a quella reazione, con un sorrisino in viso.
Daphne sbuffa dal posto del passeggero, «Quella non c’era sulla lista che avevo fatto», borbotta. Nevaeh ride.
 
A Michael, il mare non è mai piaciuto e, quando può, lo evita.
Ma non sembra avere voce in capitolo qui, perciò cercare di ribattere non avrebbe nemmeno avuto senso. Che poi lui nemmeno voleva partire in generale, è un’altra cosa. Se non fosse stato per Frieda, lui sarebbe rimasto a casa a farsi i fatti suoi tutta l’estate.
«Vieni? Manchi solo tu e ti stai perdendo tutto il divertimento!», si scherma gli occhi chiari con una mano mentre alza lo sguardo per vedere chi gli ha parlato. Nevaeh sta lì, tutta sorridente, così felice tutta bagnata di mare, e lo guarda così trepidante che quasi gli dispiace rifiutare il suo invito. Però scuote piano la testa, «Sto bene qui, grazie lo stesso», e lo dice con un tono che è più arrabbiato di quanto vorrebbe in realtà. Gli è scappato.
Lei, però, non sembra affatto toccata, anzi si siede accanto a lui sulla sabbia chiara, incurante del fatto che le rimarrà attaccata addosso.
«Perché stai qui tutto da solo?», fa una smorfia mentre si volta a guardarlo, incuriosita. Lui si ravvia i capelli, recentemente tinti di nero, con un gesto della mano e si toglie dall’orecchio un auricolare; per educazione, più che altro. «Non è male stare da solo».
Nevaeh lo guarda stranita, «Ma ci stiamo divertendo così tanto!».
Michael distoglie lo sguardo da lei, che a dire il vero lo sta mettendo a disagio, «Buon per voi», mugugna cambiando canzone dalla sua riproduzione casuale. Lei passa una mano fra i capelli decolorati, iniziando a farsi una treccia che pende sulla spalla destra ‘chè le danno fastidio i capelli bagnati sulla schiena, distogliendo così lo sguardo inquisitore dal ragazzo, «Perché non vieni?».
Il moro scuote di nuovo la testa, stavolta più energicamente, «Ti ho detto che sto bene qui, da solo», sottolinea le ultime due parole, sperando che lei capisca. Nevaeh sospira, ma non ha intenzione di darsi per vinta, «Ma che sei venuto a fare, se non per stare con noi?».
«Sono venuto perché Frieda mi ha praticamente costretto, fosse per me io starei a casa mia, in pace», sbotta rivolgendo di nuovo la sua attenzione al telefono. La ragazza lo guarda, ancora più incuriosita, «Non sembri un tipo facile da convincere», constata e si sdraia sulla sabbia bianca.
«Infatti non lo sono» conferma lui, con un sbuffo. Non capisce dove voglia arrivare lei, con quella conversazione.
Nevaeh chiude gli occhi, «Però Frieda ci è riuscita», borbotta.
Michael alza gli occhi chiari al cielo e sospira, «Questo perché Frieda, visto che è la mia sorellastra, ha avuto l’appoggio di mia madre», spiega con una punta di acidità nella voce.
«Secondo me non ti dispiace così tanto essere qui», mormora lei con un piccolo sorriso dipinto sulle labbra rosee.
«Vedila come ti pare», sbotta lui, annoiato dalla discussione.
Nevaeh apre gli occhi, schermandosi il viso con un braccio per poterlo guardare, «Cosa ascolti?».
«I My Chemical Romance», risponde lui apatico.
«Non li ho mai ascoltati, fammi sentire qualcosa».
E Michael, alla fine, stacca gli auricolari dal telefono, sconfitto, lasciando che Nevaeh si immerga un pochino nel suo mondo.
 
«Che dici Tam, la buttiamo? Sembra così tranquilla, lì, no?», Luke fa cenno alla bionda, indicandole Daphne che prende il sole, cercando inutilmente di far indorare di più una pelle già perfettamente dorata.
«Sembra anche troppo tranquilla», conferma lei con un ghigno divertito in viso. Luke sorride, «Allora tu distraila».
Lei lo ferma poggiandogli una mano sul braccio, «Non fare cazzate, Luke. Sappiamo tutti e due che si sposerà con James, farai meglio a starle lontano. Sarà meglio per lei e anche per te».
Il biondo alza le mani con un’espressione corrucciata in viso, «Ma io non ho fatto proprio niente».
Tameka sospira e scuote la testa, «Puoi fregare chiunque, ma non me. E sappiamo benissimo tutti e due che quello sguardo non lo fai a tutte».
Lui alza le spalle, «E’ bella, io cosa posso farci?».
La bionda gli tira uno schiaffetto sul braccio, esasperata, «Tieni gli ormoni a bada, Hemmings», sbotta guardandolo con aria di rimprovero.
Luke fa una smorfia, quasi in segno di resa, «Sarà fatto».
«Bene», annuisce lei, un pochino più sollevata. ‘Chè lo sa, com’è fatto Luke, e che, quando gli interessa qualcuna, non c’è niente che possa evitare un cuore spezzato. Nemmeno se si tratta di Daphne Campbell.
«E tu? Hai deciso cosa fare con Ashton?», chiede lui, con un sopracciglio alzato. Come faccia a farlo, Tameka se lo chiede da quando si conoscono.
Lei gli rivolge un’occhiata di fuoco, «Zitto! Vuoi che ti senta qualcuno?», sbotta mentre si guarda intorno, preoccupata.
«Chi vuoi che ci senta? Daphne prende il sole lì con Astra e Selima, Calum e Frieda si sono infrattati da qualche parte, Ashton l’hai lasciato in mare come un coglione e a Michael e Nevaeh solo il cielo sa cosa potrebbe saltare in mente», guarda la spiaggia attento e Tameka segue il suo sguardo. «Puoi parlare», le suggerisce lui.
La bionda stringe le labbra e si schiarisce la voce, «E’ solo che non sono più tanto sicura di amarlo, non sono sicura di provare per lui quello che provavo prima. Stiamo insieme da anni, ormai. E io non so più come mi sento e se è giusto o sbagliato provare certe cose piuttosto che altre», Luke annuisce e lei continua: «Tipo, quando lo bacio non mi sento più come prima. Stiamo insieme da così tanto che è come baciare mio fratello Joe», bofonchia col tono quasi colpevole.
«E’ una cosa disgustosa», commenta lui con il tono orripilato.
Tameka annuisce, «Lo so» sospira e cerca con lo sguardo Ashton. Ma si sente solo colpevole nei suoi confronti, non prova altro.
«Devi dirglielo», Luke la guarda, improvvisamente serio e lei scuote la testa.
«Ancora no. Sbaglio, o noi dovevamo buttare una persona in mare?».
 
 
 
Writer’s wall.
Ehilà.
Intanto mi scuso per il capitolo precedente, so che il font era un po’ piccolo, ma stavo postando dal telefono e non sono riuscita ad ingrandirlo.
Allora, passando alla storia, questo ovviamente è ancora un capitolo introduttivo, in cui si iniziano a conoscere i personaggi e le loro situazioni. E, soprattutto, in cui si parte per il viaggio on-the-road.
In realtà, non ho molto da dire, per il momento, anche perché ormai sono arrivata alla decima pagina di world e non vorrei essere pesante.
Vi ringrazio tantissimo se avete letto e recensito il capitolo precedente e grazie anche a chi ha già messo la storia fra preferite, seguite e ricordate, grazie mille. Grazie anche di aver letto questo capitolo, mi farebbe piacere sapere cosa ne pensate anche di questo.
All’estate.
A Ed Sheeran.
Alla granita alla menta.
Un bacio,
-Mars

 
 
 
  
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