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Autore: a pale dead moon    17/06/2015    2 recensioni
ATTENZIONE! OS LARRY ORE 12.
Una volta, a Picasso fu chiesto cosa significassero i suoi dipinti. Egli rispose: "Hai mai saputo cosa cantano gli uccelli? No. Ma li ascolti comunque." Così, a volte con l'arte, è importante solo guardare.
Genere: Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Harry Styles, Louis Tomlinson
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Una volta, a Picasso fu chiesto cosa significassero i suoi dipinti. Egli rispose: "Hai mai saputo cosa cantano gli uccelli? No. Ma li ascolti comunque." Così, a volte con l'arte, è importante solo guardare. 
 Ed Harry guardava, osservava i particolari. Sfiorava le figure con lo sguardo, e poi, le analizzava dall'interno. Cercava di cogliere lo stato d'animo dell'autore, cercava di capire il perché di quell'opera. Cercava di capire cosa avesse spinto l'autore a tracciare proprio quelle figure, ad adottare quello stile, ad usare quei colori, quelle forme.  
Gli occhi si muovevano di continuo, come se in realtà stesse osservando un treno in partenza e non un dipinto. La lebbra erano dischiuse, chiaro segno di quanto i suoi sensi fossero colpiti da quell'immagine. Le spalle rilassate, così come le mani. Erano state lasciate libere lungo i fianchi. Ed era immobile, come Il Vecchio Chitarrista ritratto sulla tela.  
Se Harry era un osservatore accanito che passava il suo tempo in gallerie d'arte, in musei, in librerie, Louis era un osservatore nascosto che impiegava il suo tempo nell'osservare lui. Non era uno stalker, sia chiaro. Solo che così come Harry adorava osservare opere d'arte, Louis adorava osservare lui. Talvolta lo paragonava ad una scultura, per quanto fosse immobile e rigida la sua postura, bello quasi come il David di Michelangelo. Ma Louis non era un'artista, non si intendeva di quel campo. Lui era un matematico con la strana passione di risolvere equazioni irrisolvibili. Harry era la sua equazione irrisolvibile. 
Aveva tentato invano di giungere ad una risoluzione, comprando e leggendo i libri da lui sfiorati in libreria, letti e richiusi controvoglia dato il desiderio irrefrenabile di comprarli. Aveva fatto tutto questo solo per risolvere quell'enorme enigma.  
Louis credeva che Harry non si fosse mai accorto di lui, perso come era nel suo mondo di immagini e di parole. Ma in realtà Harry sapeva che in quell'esatto momento Louis lo stava guardando. Così come sapeva che lo aveva osservato per mesi. Ma non aveva mai avuto il coraggio di voltarsi e di rivolgergli la sua attenzione. Fino a quel momento.  
Staccò gli occhi dal dipinto e nervosamente si voltò. Strinse le mani a pugno senza neanche accorgersene, e fissò i suoi occhi in quelli di Louis. Louis percepì il suo nervosismo e lo fraintese. Distolse lo sguardo, abbassò la testa e con le mani nelle tasche si diresse verso l'uscita. Harry rimase di nuovo immobile, la rigidità che lo aveva abbandonato per un momento tornò. Era di nuovo solo, non c'era più quello sguardo pungente ad assisterlo. Rimaneva solo il blu. 
 
 
16 giorni dopo. 
 
Harry era seduto alla solita tavola calda, con un libro sottomano e un caffè fumante che attendeva di esser consumato. Le persone uscivano ed entravano, l'orologio continuava a far girare le sue lancette, il caffè veniva preparato di continuo, eppure lui sembrava non accorgersi di nulla. Fino a quando una pila enorme di libri non venne sbattuta sul tavolo, facendo spaventare anche il caffè ormai freddo che schizzò fuori dalla tazza macchiando il tavolo.   
«Ecco tutti i tuoi dannati libri, quelli che hai nascosto, che hai sfiorato e che hai persino odorato!» urlò Louis.  
Harry alzò gli occhi dal libro e rivolse il suo sguardo placido a Louis. Non disse niente, lo guardò solo, per un interminabile minuto. 
La gente che aveva assistito alla scena, tornò piano piano ai propri affari, ma i loro occhi emanavano una certa scintilla di curiosità. 
Louis spostò il peso del suo corpo sull'altra gamba. Iniziava ad innervosirsi.  
«Dì qualcosa», chiese con la fronte aggrottata torturando la copertina di un libro. 
«Siediti», rispose Harry. Prese un fazzoletto ed una matita, che portava sempre tra i libri, e iniziò a scrivere. 
Tracciò un unico segno, piccolo, con un significato nascosto. 
                                                  
                                                                                   √ 
 
 
La radice quadrata è un simbolo molto generoso. Accoglie sotto il suo piccolo tetto un'infinità di numeri, anche quelli impensabili, donando loro una dignità soggettiva. 
Louis sorrise. 
Harry finalmente aveva parlato e Louis, da quel momento in poi, lo avrebbe seguito ovunque.









Writer's Corner.

Salve a tutti gente, lol.
Be', che dire, spero che la storia sia di vostro gradimento e che mi lasciate qualche commento.
Mi scuso per eventuali errori.*corre a nascondersi per la vergogna*
Byee :)

 

  
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