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Autore: Sanae77    17/06/2015    8 recensioni
amnesia
[a-mne-ʃì-a]
s.f. (pl. -sìe)
MED Perdita o indebolimento della memoria, costituzionale o acquisita, totale o parziale
‖ estens. Dimenticanza, smemorataggine.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Sorpresa
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Taro
Abbiamo vinto, ma con molta fatica, Tsubasa è distrutto in questo periodo, per l’esattezza da venti giorni, da quando Sanae dall’Inghilterra non ha dato più sue notizie, abbiamo fatto di tutto insieme ai suoi genitori, la polizia londinese ha cercato nella sua università, nel suo appartamento, ha chiesto ai suoi amici e compagni di scuola, ma sembra essersi volatilizzata nel nulla.
Anche in Giappone la stanno cercando, non abbiamo idea di dove sia. Mi viene solo un dubbio, più volte mi ha detto che voleva farmi una sorpresa e venire a trovarmi con un volo low cost, ma non credo sarebbe stata così sciocca da non avvisarmi, come al solito sarebbe venuta per parlarmi di quel rintronato di Tsubasa che, fissato con il pallone, non si accorge di lei, adesso che è sparita sembra averlo capito tutto insieme l'amore che prova per lei, l’idiota patentato, spero di ritrovarla perché sarebbe così felice di scoprire che il suo Capitano finalmente ha capito che la ama.
Abbiamo pensato fosse andata da Genzo, ma ci siamo sentiti più volte, e anche lui non ha notizie, da noi non è mai arrivata.
Ci hanno concesso una serata in libertà e per colpa di Ryo, Teppei, Yuzo Mamoru, Genzo e Company ci ritroviamo in questo luogo dove la musica mi spacca i timpani.
Tsubasa non è venuto, non ha voglia neppure di festeggiare la vittoria, tanto che pensa a Sanae, spero che non sia troppo tardi e non le sia accaduto qualcosa di brutto.
Avrei dovuto seguire il Capitano e starmene in albergo con lui.
Entriamo dall’ingresso dedicato a noi, e ci dirigiamo a dei divanetti riservati alla nostra squadra, in meno di dieci minuti siamo circondati da ragazzette che strillano come oche starnazzanti, che palle!
Poco dopo vedo arrivare anche le manager insieme ai relativi compagni.
Yayoi e Jun oramai li diamo per sposati dieci ad uno, tra meno di un anno.
Yukari e Ryo li diamo separati a breve, se lui non la pianta di fare il cretino con tutte le cameriere e ragazze che incontra.
Hikaru e Yoshiko, mantengono la classica posa da fidanzati composti, io mi accomodo sulla poltroncina sorseggiando qualcosa di analcolico, domani abbiamo un allenamento non vorrei che il mister scopra che abbiamo bevuto.
Si avvicinano due ragazze e mi chiedono se possono sedere vicino a me, annuisco, ma continuo a guardare lontano, per l’esattezza in pista, una ragazza sta ballando è voltata di spalle, ma m’incuriosisce il taglio di capelli, a caschetto proprio come la nostra prima manager scomparsa, scuoto la testa e scaccio il pensiero, sorrido pure, certo scomparsa in una discoteca, suvvia Misaki pensane un’altra. Vengo distratto dalle due ragazze “Ciao, tu sei Taro Misaki vero? Quello che gioca nel FC Paris St. Germain?”
“Sì, piacere” dico allungando una mano per stringere la loro.
Si guardano e starnazzano come galline, sollevo gli occhi al cielo e ringrazio l’S.G.G.K. che arriva in mio soccorso, quindi mi alzo e indicando Genzo dico “Ecco questo è il mio amico Genzo Wakabayashi, primo portiere della nazionale giovanile Giapponese e dell’Amburgo”
“Ohhh” sento esclamare dalle due ragazze. Lui allunga la mano le saluta, mentre io gli regalo una pacca sulle spalle e sussurro in giapponese alle sue orecchie “Divertiti sono tutte tue”.
Si volta leggermente e mi regala uno dei suoi sorrisi sghembi, ci siamo già capiti, quello è capace di portarsele in camera entrambe, scuoto la testa e mi avvio al bar, ho bisogno di bere un'altra cosa, stavolta alcolica però.
 
 
Amélie
Siamo in pista e stiamo ballando, un cretino dietro di me si sta dimenando come un pazzo più volte colpisce il mio sedere, che palle!
Mi volto imbufalita, lo strattono per una spalla, quando si volta, lo capisco subito che è ubriaco, però è strano questo volto non mi è nuovo, lo fisso per un attimo, lui mi fissa altrettanto stupito, è molto simile a me, deve essere della mia stessa nazionalità, presa comunque dalla foga gli grido “Piantala di toccare il mio sedere”
Lui sembra imbambolato poi gli sento mormorare “Anego???” e sbianca di colpo.
Aggrotto le sopracciglia e chiedo “Che cosa hai detto?”, ma Michelle è dietro di me, mi afferra per un braccio e dice “Amélie vieni via questo è ubriaco fradicio, non voglio trovarmi con dei problemi”
“Hai ragione” quindi la seguo ed esco dalla pista disperdendomi tra la folla.
Sono davvero stanca la mia amica mi guarda di traverso poi parla “Vuoi tornare a casa?”
“Se non ti dispiace, sì, perché la testa inizia a farsi sentire” una mano involontariamente passa sulla leggera medicatura che ancora indosso.
“Hai ragione, andiamo allora”
Prendiamo la via per l'uscita e sbatto contro la spalla di un ragazzo, mi volto appena chiedendo scusa, poi torno a guardare di fronte a me seguendo Michelle, la testa inizia a dare cenni di cedimento, devo andare a letto, ho bisogno di dormire e mettermi alle spalle questa giornata pesante.
Due ricordi, non troppo nitidi e già mi sento distrutta.
 
 
Taro
Torno dal bar verso i divanetti, una ragazza urta involontariamente la mia spalla, si scusa in giapponese, mi volto, ma ha la testa bassa, ancora quel caschetto, seguo la figura di questa ragazza con gli occhi, scuoto nuovamente la testa, non è possibile.
Torno ai divanetti, Genzo come immaginavo è già sparito con le due ochette quando all’improvviso dalla folla arriva Ryo di corsa, praticamente m’investe facendomi cadere su una poltroncina mentre la bibita si rovescia a terra … per fortuna “Ryo sei ubriaco cavolo, stai più attento” lo ammonisco.
È bianco come un cadavere e non riesce a mettere insieme due parole, sopraggiunge Mamoru che gli dà una pacca sulle spalle esclamando “Bevi meno la prossima volta”
Finalmente parla “Sa .. san … Sanae”
“Cosa hai detto?” adesso ha tutta la mia attenzione.
“Sanae era in pista, si è voltata, era lei ve lo giuro!”
“Hai bevuto troppo” lo rimprovera Yukari.
“No, era Anego ne sono certo ha pure messo le mani sui fianchi per rimproverarmi” dice Ryo continuando a guardare tutti che alla parola Anego sono accorsi all’improvviso.
Poi quell’immagine mi torna in mente, il caschetto nero, scusa mormorato in Giapponese, quella voce, davvero può essere lei.
Mi volto in direzione della porta dove l’ho vista scomparire e corro, corro fino all’uscita, ma troppo tardi perché in fondo al marciapiede vedo partire un taxi, corro ancora più forte arrivando in strada, mi giro verso sinistra e dal vetro della macchina intravedo ancora quel taglio di capelli: è lei, ne sono certo.
Ma perché non ci ha parlato? Perché non ha riconosciuto Ryo? Perché è andata via? Con tutte queste domande ed altre ancora torno velocemente sui miei passi. La mia mente però mi fa concentrare su una cosa che finora non avevo notato, sulla testa della ragazza ho visto chiaramente una medicazione, che abbia avuto un incidente?
Arrivo dal gruppo e Ryo racconta di nuovo quello che è accaduto, quindi dichiaro “Ragazzi dobbiamo andare dalle autorità Francesi e sentire se c’è un caso di persona scomparsa che nessuno ha cercato qua in questo paese”
È Teppei che interrompe il mio monologo “Dai Taro, non crederai a Ryo, non lo vedi che è ubriaco fradicio”
“Ragazzi credo di averla vista pure io” dichiaro risoluto e adesso ho davvero l’attenzione di tutti, nessuno mette più in dubbio quello che dice Ryo, dopo che ho confermato la sua teoria.
 
Amélie
Sono su campo di allenamento che seguo i ragazzi, continuo a guardare il Capitano, che come al solito ha occhi solo per la sua adorata palla, non riesco a scorgere i visi dei ragazzi però che strano, so di conoscerli, ma non li vedo, sospiro arriva Ryo mi chiede un asciugamano per il sudore, dopo inizia a prendermi in giro, quindi gli tiro un altro panno in pieno viso, lui lo toglie e … è il ragazzo che ho visto in discoteca! È un sogno!
Mi sollevo sul letto mi metto seduta, sono madida di sudore, è un sogno, solo un maledetto sogno, del mio passato che ho dimenticato, scosto con la mano le ciocche incollate al viso, ho gli occhi sbarrati nel buio, mentre continuo a vedere il suo volto e finalmente associo anche un nome, Ryo … poi ricordo, lui ha detto qualcosa in discoteca, ha detto … cerco di pensare, ma la testa mi scoppia, vado al bagno e mi lavo il viso, l’acqua fresca mi dona sollievo, ne prendo ancora e continuo a bagnare le tempie fino a scendere sul collo, un altro flash mi travolge.
Una scritta su una fasciatura ‘VITTORIA’, alzo lo sguardo e avverto nettamente le sensazioni che ho provato in quel momento: imbarazzo per la profonda vicinanza al volto della persona che ha la spalla fasciata, cerco di guardare chi sia, ma osservo solo una macchia rosa che non mi permette di vedere i tratti del viso, apro gli occhi mi fisso nello specchio, inizio a piangere chiedendo all’immagine che vedo riflessa “Chi sei? Chi sei?”
La mia voce attira Michelle, che entra in bagno, mi trova in lacrime, quindi mi stringe in un abbraccio che mi permette di far traboccare tutte le lacrime represse finora.
 
Mi accompagna fino al letto, mi fa stendere nuovamente mentre la sento che leggermente mi culla finché il sonno mi sorprende. La testa, questa maledetta testa, mi gioca degli scherzi bruttissimi, perché non riesco a ricordare? Perché?
   
 
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