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Autore: Claire_Delune    17/06/2015    0 recensioni
Zayn Malik era forse l’uomo più ricco e giovane di tutta l’Élite. Era anche il più misterioso. Nei suoi ventidue anni era riuscito a far decollare un’azienda, portandola allo splendore. Eppure così conosciuto, intorno a lui aleggiava un alone di mistero e non si conosceva quasi niente su di lui. Era quasi sfuggente e freddo.
Beatrice era forse l’unica cui non era mai realmente importato nulla di quell’uomo gelido. Eppure Zayn la stringerà a se e la legherà alla sua vita e Beatrice sarà pronta a essere la principessa del regno di Zayn Malik?
Genere: Drammatico, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Zayn Malik
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 1


«Ti prego, non puoi chiedermi questo! » supplicò Charles Wellington.
«Io non credo.»


Ormai ogni cosa era al suo posto. I tavoli erano perfettamente apparecchiati a lati della sala, la pista da ballo era illuminata, i camerieri splendenti, la piccola orchestra pronta. Gli invitati c’erano tutti, nei loro vestiti eleganti e con lo sguardo attento a cogliere ogni piccolo errore. Mancava solo il festeggiato.
La sala era enorme, splendeva in ogni angolo grazie alla luce, i colori risaltavano e le enormi finestre che facevano filtrare la luce lunare rendevano il tutto molto più affascinante. La piccola orchestra suonava motivetti leggeri e piacevoli.

Beatrice era agitata, camminando da una parte a un’altra della sala. Odiava i balli, le feste e soprattutto l’élite! Odiava quella gente con la puzza sotto il naso che non aspettava altro che un passo falso e screditarla. Quindi, quella sera doveva essere perfetta, anche perché si era impegnata tanto, insieme al caro amico di famiglia, Mr. Chapman, un uomo molto bonario.
Beatrice, inizialmente, non aveva nemmeno considerato l’idea di una festa a sorpresa per i cinquant’anni del padre. Al massimo lei e la signora Susan, la badante di casa, avrebbero preparato una torta. Se non fosse stato per l’insistenza del signor Chapman, Beatrice dubitava fortemente che avrebbe realizzato una serata di quel tipo.
Gli invitati parlottavano tra di loro, si facevano servire dell’aperitivo e attendevano.
Il telefono di Beatrice vibrò un attimo, fra le sue mani. Non le servì nemmeno guardare il display per capire che era il segnale di arrivo del signor Chapman con il padre. Si diresse a grandi falcate, alzando il lungo vestito che le fasciava il corpo per non pestarlo, accanto a ms. Susan, la badante in casa Wellington. Questa, non appena la vide, capì, e corse dal capo sala, per far avvisare gli invitati, abbassare le luci e preparare l’orchestra.
Il momento era ad un passo, e Beatrice da lì a poco avrebbe dovuto conversare, conversare … e ancora conversare.
Le luci si abbassarono e le voci si affievolirono pian piano, creando un’atmosfera surreale. Tutti aspettavano impazienti di vedere Mr. Wellington aprire gli ante della porta di legno scuro e scendere in sala.
Era da tre mesi che Beatrice organizzava tutto nei minimi dettagli e raccontava bugie al padre al quale, innocente e fiducioso nella figlia, credeva.
Un rumore la distolse dai pensieri e la spinse a ritornare alla realtà. Le ante della porta del piano superiore erano state aperte e si distinsero due figure, quella robusta e tonda di Mr. Chapman e quella longilinea del Mr. Wellington. Subito la sala si riempì di applausi, l’orchestra iniziò a intonare la canzoncina “Happy Birthday” e le luci fecero un guizzo.
La faccia sorpresa di Charles Wellington fece sorridere la maggior parte dei presenti e ridacchiare divertita Beatrice.
«Per il cielo! Non mi aspettavo niente!» esclamò il festeggiato.
«Per forza! Sorpresa!» esultò il signor Chapman, il suo più caro amico.

In ben che non si dica tutti i presenti accorsero dal festeggiato e tra un aperitivo e l’altro ci si scambiavano opinioni sulla sala, qualche battuta e piccole chiacchierate. Beatrice tentò in quel breve momento di passare inosservata.
«Ci vuole un bel discorso iniziale!» annunciò Mr. Chapman con un microfono in mano che porgeva al padre di Beatrice che un po’ scosso e ancora sorpreso, afferrò l’oggetto non sapendo bene cosa dire.
«Vi ringrazio per questa serata e per festeggiare, con me, i miei cinquant’anni. Non mi aspettavo per niente una festa, quindi sono ancora molto sorpreso, ma grazie!» disse ridendo cordiale.

«Figlia!» pronunciò Charles Wellington che a braccia aperte andava dalla figlia.
Beatrice, appoggiata a una grande colonna, un po’ in disparte, sorrise al padre e andò a ricambiare l’abbraccio.
«Devo presumere che l’idea non è affatto tua» commentò ridendo.
Beatrice per un attimo arrossì per poi fare una finta espressione offesa. Sua padre la conosceva troppo bene.
«Magari questa volta ti sbagli!» affermò beffarda.
«Figlia, non prenderti gioco di me» la ammonì il padre, in maniera molto bonaria e giocosa.
«Oh, Charles!» richiamò qualcuno l’attenzione. Beatrice e Mr. Wellington si voltarono in direzione del signor Chapman seguito da uomini di affari con le loro mogli.
«Oh no» sospirò Beatrice, che venne udita dal padre.
«Vedrai che ne usciremo vivi» le rispose in un sussurro divertito, nel tentativo di farla sorridere. Tentativo quasi riuscito.
Beatrice non era abituata alle serate mondane e da quando ha compiuto quindici, non fa altro che evitare quei balli che lei tanto odiava, accusando malori improvvisi. Ma questo era diverso, nonostante avesse fatto di tutto per declinare l’idea del caro amico di famiglia, senza successo.
«Mr. Wellington, le facciamo i nostri auguri!» esclamò un uomo sulla trentina, dall’aspetto bello ed elegante, mentre porgeva la mano al destinatario degli auguri, che accettò sorridendo.
«Charles, ringrazia tua figli per tutti i preparativi e per il suo buon gusto» s’intromise Mr. Chapman, sorridendo a Beatrice che in quel momento avrebbe voluto strozzare il gentiluomo.
E Susan, padre, ringraziate il buon gusto della nostra governante! Pensò Beatrice senza però dirlo a voce.
«Quindi lei è Miss Wellington! Che piacere!» esclamò la moglie di uno degli uomini, con un sorriso finto stampato in volto.
E alla donna si aggiunsero molti altre, che la lodarono nella maniera più possibile mentre lei iniziava a sentirsi un dipinto di Michelangelo osservato e studiato nei minimi dettagli, ma per cogliere l’errore.
«Oh, la cena sta per essere servita!» esclamo Mr. Wellington, salvando la figlia da un insopportabile situazione. Gli uomini d’affari e le mogli, presto si dileguarono, rimanendo soltanto con loro il vecchio Chapman.
«Signor Charles» parlò qualcuno. A loro si avvicinò un giovane uomo sui ventidue anni. Portava una camicia bianca e una cravatta nera e del medesimo colore era l’abito. La carnagione era ambrata, i capelli neri scompigliati e gli occhi castani, profondi, gli conferivano un aria misteriosa. Qualcosa in quel giovane uomo attraeva ma al medesimo istante incuteva timore.
«Devo farle i miei auguri ma dal modo in cui è riuscito a dileguare quei signori, devo dedurre di ripassare più tardi» ammiccò con un mezzo sorriso.
«Oh, Signor Malik! No, affatto» si prestò a dire Mr. Wellington in maniera gentile ma non troppo calorosa.
Il Signor Malik porse la mano al festeggiato che strinse educatamente.
«È una bellissima sala …» pronunciò cordiale.
Beatrice rimaneva accanto al padre, scrutando il giovane poco più grande di lei.
«Allora le presento mia figlia, colei che ha organizzato quasi tutto»
Zayn Malik lanciò uno sguardo languido a Beatrice porgendole il palmo della mano. Beatrice agì d’istinto e offrì il dorso della sua mano che venne portato alle labbra del giovane uomo. Sembrò sospirarle sul dorso prima di sfiorarle con le labbra la pelle. Quel gesto fu veloce, ma abbastanza intenso da scuotere interiormente la ragazza, che aveva preso a mordersi lentamente il labbro.
Non sapeva proprio ben dire se quell’uomo la attraesse o la spaventasse poiché in lui sembravano dimorare fascino e ombre.
«Piacere di conoscerla signorina …» lasciò la frase in sospeso.
«Beatrice» si affrettò a dire la ragazza «Piacere mio».
Zayn Malik sorrise sghembo e con un breve cenno si allontanò.
«Chi è quello, padre?»
«Un giovane importante uomo d’affari» fu l’unica risposta di Charles Wellington.

La cena proseguì bene, i pasti, secondo Beatrice, erano deliziosi. L’orchestra allietava la serata , così come le chiacchiere e le leggere risate. Tutto sembrava procedere bene.
«Buonasera» echeggiò la voce di una donna con un microfono in mano «Questa sera canterò per voi».

Dopo la cena alcune coppie iniziarono a volteggiare lentamente sulla pista da ballo, accompagnati dalla lieve voce della cantante e dall’orchestra. Beatrice era felice che tutto stesse procedendo bene e che il padre sembrasse divertirsi.
«Tesoro, ma sono già iniziati i balli!» trillò Mr. Wellington. Beatrice lo guardò confusa.
«Che sciocco!» si rimproverò «cara, ti andrebbe di ballare con me?». La proposta del padre era del tutto inaspettata per Beatrice che si soffocò con la sua stessa saliva e iniziò a tossire convulsivamente.
«Padre, spero voi stiate scherzando! Vi dimenticate che non so ballare» ribatté.
«Ed io ti ricordo che oggi è il mio cinquantesimo compleanno, e mi devi concedere questo desiderio».
«Scordatelo!»

Un’ora dopo Beatrice si trovava tra le braccia del padre, a volteggiare impacciata sulla pista da ballo, osservata da troppe persone.
«Vedi? Non è difficile!» le disse il padre, con un sorrisino sul volto.
«Non direte più così quando vi avrò accidentalmente pestato un piede» gli ricordò la ragazza, ma l’uomo non prestò importanza alle sue parole.
«Ho dimenticato di dirti che con questo vestito sei. stupenda!» si complimento Mr. Wellington con la figlia, quasi con le lacrime agli occhi. Prima che Beatrice potesse rispondere al complimento, venne bloccata da un voce profonda, suadente e conosciuta.
«Sono dello stesso parere, se posso dire» Mr. Malik teneva una mano dentro la tasca e l’altra era poggiata sulla spalla del Signor Wellington.
«Oh, Mr. Malik …» borbottò Mr. Wellington.
«Mi piacerebbe ballare con Miss Wellington, ovviamente col suo consenso» espresse cordiale e seducente.
«Certamente»
Beatrice per un attimo ebbe l’istinto di scannare il padre, e lo avrebbe fatto se la figura alta e virile del Signor Zayn non si fosse parata davanti. Per un attimo la ragazza si sentì tremare, mentre sentiva lo sguardo freddo dell’uomo su di se, ma una sensazione strana le attanagliò lo stomaco quando questo le prese la mano e la strinse leggermente e poi portò l’altra sul suo fianco, sfiorandola appena. Il profumo mascolino la colpì in pieno, stravolgendole i sensi.
«Posso scommettere che siete una pessima ballerina …» sussurrò divertito mentre mosse il primo passo trascinando anche lei, che si era aggrappata leggermente con una mano alla spalla del giovane uomo.
Per un attimo Beatrice si sentì così spaesata e confusa e imbarazzata che non riuscì a rispondere immediatamente alla constatazione dell’uomo.
«Non è una cosa carina da dire, non le pare?» domandò dopo, indispettita, ritrovando l’audacia.
«Sto solo affermando la verità» disse, sorridendo, con lo sguardo altrove.
La giovane cantate aveva iniziato a intonare un lento, romantico …
«Suo padre è così bravo da riuscire a non far notare i suoi errori» e mentre Mr. Malik affermò questo, Beatrice zoppicò sui suoi piedi. Prontamente venne sorretta dalle braccia dell’uomo che ridacchiava divertito.
«Per vostra fortuna sono anch’io abbastanza bravo da non far notare il suo passo goffo».
Beatrice s’indispettì al sentire quelle parole e sicuramente fu un “caso” che subito dopo Mr. Malik si morse il labbro sorridendo accattivante, per trattenere il dolore appena causatogli dal piede della ragazza che “accidentalmente” aveva pestato il suo.
«Lei è un maleducato, lo sa?».
«Attenta Beatrice Wellington, con questa lingua molti dei presenti potrebbero screditarla» Ribatté Zayn Malik, poggiando il suo languido sguardo sulla giovane ragazza e per un attimo nello sguardo della ragazza il coraggio sembrò vacillare.
Beatrice sospirò, pensando che non le importasse molto del pensiero degli altri se non fosse per il padre, e per lo stesso motivo avrebbe represso l’istinto di prendere a schiaffi l’uomo che la teneva delicatamente stretta a se.
«In questo momento posso leggere sul suo viso che non le sono molto simpatico» disse ridendo divertito.
Si, Beatrice poteva affermare che quell’uomo non le era per niente simpatico, soprattutto in quel momento che le sorrideva accattivante e seducente.
«E allora perché non va a cercare qualcun’altra con cui ballare?»
«Magari perché mi diverte farlo con te» rispose Zayn, stavolta con tono informale. Beatrice rimase immobile, obbligando Zayn a fare lo stesso. La musica era comunque finita e tutti applaudivano la cantante, che s’inchina a ringraziare e lasciare per un attimo il piccolo palco.
Beatrice fece scivolare il suo corpo dal leggero tocco di Zayn che però non le lasciò la mano.
«La ringrazio per questo ballo» disse, e poi le depositò un bacio sul dorso della mano. Beatrice trattenne il fiato mentre il profumo mascolino del giovane uomo le inebriava i sensi.
Quando lui si staccò dalla ragazza, le sorrise. Quel gesto nascondeva qualcosa che spaventò Beatrice, ma comunque non lo diede a vedere, chinando leggermente le spalle, e abbozzando uno stentato sorriso. Poi si voltò e tornò al suo tavolo, leggermente stordita.

Per tutta la serata Beatrice si sentiva osservata, i tacchi le facevano male ai piedi, la testa le vorticava furiosamente e dalla grande vetrata, da cui si era messa a osservare, notò che aveva iniziato a nevicare. Aveva astutamente evitato qualsiasi momento di conversazione, quando aveva potuto. Mr. Wellington ballava, mentre la musica si alternava, da lenta a ritmata.
«Le chiederei un’altro ballo…» e Beatrice balzò per lo spavento, voltandosi dalla persona dietro di lei «ma so che non le piacerebbe» terminò Zayn Malik, con sguardo seducente e sorriso sghembo.
«No, infatti» affermò Beatrice dopo lo stupore iniziale.
«Sta nevicando» pensò Zayn, ad alta voce, osservando il leggero strato di nuvole, la neve e la luna opaca, accanto alla ragazza.
«Non si preoccupa di quello che gli invitati potrebbero pensare …» iniziò a dire Beatrice, osservando l’uomo accanto a lei.
«No» si affrettò a dire, interrompendola.
Entrambi si guardarono, la ragazza con sfida, il giovane uomo con interesse, divertito. Poi quest’ultimo si soffermò sul corpo della ragazza, esile. Non era nemmeno bella, forse graziosa, carina, ma non bella. Eppure sembrava miele, avvolta al leggero vestito blu notte che le risaltava la carnagione chiara e i capelli rosso-castani. Poi si soffermò sull’incavo appena visibile dei seni acerbi. Notò con divertimento che la ragazza sicuramente portava un reggiseno push up.
Ma la cosa che più lo divertiva erano le decolté che portava ai piedi. Era chiaro che la ragazza non sapesse camminarci, ma questo non la scoraggiava e se pareva vacillare, lei tornava in equilibrio.
Dal canto suo Beatrice aveva notato lo sguardo rovente e nel contempo divertito di Zayn Malik sul suo corpo.
«Se il mio corpo la fa ridere, ne vada a cercare uno che la faccia eccitare» sputò acida Beatrice, voltandosi e allontanandosi da Zayn che rimase per un attimo allibito. Quelle parole lo colpirono e lo fecero ridere per il coraggio che dimostrava di avere. Decisamente, Beatrice Wellington era una gattina selvatica, che rincorreva una farfalla, innocente e feroce al contempo.
Bellissima pensò inconsapevolmente Zayn Malik, che guardava la figura di Beatrice sparire. Dietro di se aveva lasciato un scia di delizioso profumo di vaniglia e miele. Era Deliziosa.
Zayn notò uno sguardo agghiacciante e spostò appena lo sguardo per notare Charles Wellington. Sorrise, Zayn, divertito per poi iniziare a camminare con le mani dentro le tasche.

La serata terminò tranquillamente, tra sorrisi e saluti. Ormai, Beatrice si dirigeva in macchina, con il padre alla guida, a casa. La neve aleggiava sbatacchiata dal forte vento gelido.
«Cosa ti ha detto Zayn Malik, stasera?» borbottò Charles Wellington, rivoltosi alla figlia. Quest’ultima parve sorpresa dalla domanda. Che cosa voleva sapere esattamente il padre?
«Mmh … niente d’importante» vagò, ma sapeva che quella risposta non sarebbe bastata «ha notato la mia scarsa capacità nel ballo» concluse, sorridendo appena, divertita.
Charles Wellington sembrava preoccupato.
«Che rapporto hai con lui?» domandò allora Beatrice.
Passò qualche minuto dalla risposta.
«Lui … ci si vede qualche volta per affari» e quell’affermazione sembrò terminare ogni discorso su Zayn Malik, accantonato.


Angolo Autrice

eccomi ritornata con un'altra fanfiction su Zayn! Dopo il suo abbandono alla band mi ero fermata, decisa a lasciar morire questa storia ma invece... eccomi! Credo che il suo addio sia stato un brutto colpo per tutte ma siamo forti e ci rialziamo. Adesso spero lascerete qualche recensione per farmi sapere le vostre idee e opinioni e vi informo che la storia è contemporaneamente pubblicata anche su wattpad e vi lascio il link: http://www.wattpad.com/myworks/42506127-dark-inside
La storia è un pò diversa dalla mia precedente "I'm afraid of the dark. You are my dark" e spero la apprezziate!
Un salutone e un bacio a tutti voi!!

                                                                                                                                                                        Chiarodiluna

  
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