Dopotutto, non è questo che fa di qualcuno uno scrittore?
L'arte di scriver storie sta nel saper tirar fuori
da quel nulla che si è capito della vita tutto il resto;
ma finita la pagina si riprende la vita e ci s'accorge
che quel che si sapeva è proprio un nulla.
Italo Calvino
Eccola.
Ferma, immobile, che guarda verso il cielo. O forse solamente il soffitto della sua stanza, distorto dalla sua frenetica immaginazione.
Rinchiusa, gli occhi trasparenti e i sogni nello sguardo, nei limiti del proprio incompreso corpo.
Un attimo, il tempo di un respiro, il lieve fremito di un battito di ciglia e il tempo si azzera ancora una volta, quasi disposto ad offrire una possibilità che non esiste più.
Persa in una storia ancora non scritta, tra una bollente tazza di caffè e le pagine del libro chiuso appena pochi secondi prima.
Disposta a guardare negli occhi il Sole, incurante di lasciarsi bruciare da qualsiasi cosa sia vera e pura.
Invisibile ai lati di una stanza affollata, nascosta dal ciuffo di capelli davanti agli occhi, l'ombra di un incerto sorriso a rischiarare il suo volto.
Una biro in mano e dei fogli spiegazzati nella tasca della giacca, fiumi di parole tremanti che si intrecciano tra gli orari dei treni e gli appunti di scuola.
Dopotutto, non è questo che fa di qualcuno uno scrittore? Non riuscire a smettere di scrivere, mai.