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Autore: principessanonima    18/06/2015    1 recensioni
Australia, Sydney. Ashton Irwin a soli diciannove anni è il capo della gang più temuta e ricerca della città. Allyson Summers segue il padre a Sydeny dopo che questo viene chiamato dalla polizia di Stato per fermare una volta per tutte i 5 Seconds of Summer.
Ma cosa succede quando Allyson verrà rapita da Ashton? Può l'attrazione nascere tra questi due opposti?
Dal capitolo:
L'aveva uccisa. Non con un'arma da fuoco, ma decidendo di allontanarsi da lei.
Genere: Drammatico, Sentimentale, Thriller | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Ashton Irwin, Calum Hood, Luke Hemmings, Michael Clifford
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Tutto quello che vuoi è dall’altra parte della paura”
Dormire quella notte fu pressoché impossibile. Troppo poco sonno e troppa paura di chiudere gli occhi.
Si sarebbe sentita al sicuro solo una volta uscita da quella villa del terrore e tra le braccia dell’unico uomo che ora come non mai avrebbe voluto accanto: Bryan Summers.
Allyson giurava su se stessa che quei quattro teppisti non la passeranno liscia. Se pensavano di poterla rapire, di terrorizzarla a morte e di rinchiuderla così facilmente bè non sapevano con chi avevano a che fare.
Dei rumori la fecero sobbalzare.
Alzò lo sguardo sulla piccola sveglia sul comodino: 05.30. Chi cavolo si svegliava a quell’ora?!
I rumori erano più chiari e avvicinandosi alla porta per sentire meglio, riuscì a captare anche delle voci. C’era qualcuno nel corridoio.
Spinta da un insolito coraggio, abbassò lentamente la maniglia e aprì quel poco che le bastò per vedere chiaramente cosa stava succedendo.
Il ragazzo che l’aveva accompagnata in camera – Calum le pareva si chiamasse-  stava avendo una discussione con Luke e Michael.
Parlavano a bassa voce e dato che il labiale non lo sapeva leggere uscì silenziosamente dalla stanza e si rifugiò dietro il primo angolo.
-Che figlio di puttana!-   urlò incazzoso Luke.
Quell’improvviso cambio di voce la fece tremare dalla paura. Non sapeva ancora di cosa parlavano, ma non doveva essere un bel argomento.
-Hanno toccato una nostra donna e hanno violato il nostro territorio, la pagheranno cara questa volta-
Una strana sensazione alle sua spalle la fece voltare di scatto. Le mancò il respiro e il suo cuore per un secondo smise completamente di battere.
Ashton Irwin era tranquillamente appoggiato al muro, braccia incrociate e il solito sorrisetto strafottente.
-O mio dio- disse, portando una mano al cuore.
-Non ti hanno mai detto che non è bello spiare le persone?-         
Allyson trasalì e non sapeva proprio cosa dire.
-Non stavo spiando, solo che…-  si fermò non appena si accorse che i ragazzi avevano smesso di parlare e che ora erano dietro di lei.
-E tu che ci fai qui?!- le chiese Calum.  In quel momento si ricordò della dolcissima buonanotte che le aveva augurato. Se esci da questa stanza senza il permesso di uno di noi finirà molto male, non ti conviene giocare con noi. Buonanotte Allyson.
-Ma ce l’hai la lingua?- le domandò Michael ridendo. Doveva sembrare una cogliona effettivamente, ma era talmente terrorizzata che non riusciva a spiccare parola.
-L’abbiamo terrificata a morte, cazzo-
Era quella l’esatta descrizione di Allyson in quel momento: terrificata a morte. Iniziò a girarle la testa e vide tutto intorno a sé sfocato.
Fu questione di secondi e la ragazza perse completamente coscienza.
 
 
 
 
 
Quando riaprì gli occhi capì di non essere più stesa in corridoio. Giaceva su un divano in pelle nera, in una stanza familiare dalle pareti rosse e affianco a lei c’era una donna che le stava bagnando la fronte con un panno freddo.
-Buongiorno signorina, finalmente si è svegliata-  il sorriso di quella donna la tranquillizzò e le diede in un certo senso conforto.
-D.. dove sono gli altri?-
Vagò lo sguardo per tutta la stanza – che riconobbe essere l’ufficio di Irwin-  ma non vide nessuno dei quattro ragazzi.
-Si stanno preparando, ma arriveranno a momenti –
Allyson studiò il volto dell’infermiera. Non doveva avere più di cinquant’anni, indossava un camice bianco e aveva i capelli rossi.
Sembrava una brava donna, allora che ci faceva in un posto come quello?
La porta si aprì e Ashton fu il primo ad entrare seguito dagli altri tre. Erano tutti vestiti in nero, tranne Luke che aveva la maglietta bianca, e uno zaino verde militare sulle spalle. Arrossì quando si rese conto che lei indossava solo un pullover che le arrivava giusto a metà coscia e i capelli spettinati.
-Sei sveglia Summers!- Michael fu il primo ad avvicinarsi e si sedette sul bracciolo del divano vicino alla sua testa.
Il capo banda le lanciò una busta che per colpa dei suoi scarsi riflessi non riuscì a prendere al volo, ma atterrò sulla sua pancia.
-Vatti a vestire, si esce- disse soltanto. Si sedette sulla sua scrivania e come sempre, si dedicò alla pila di documenti.  Chissà cosa doveva scrivere poi, il numero delle vittime che uccideva al giorno?
-Accompagnala al bagno Dalia-
L’infermiera annuì e le fece segno con il capo di uscire.
Arrivati ai bagni, Dalia l’aspettò fuori, mentre lei iniziò a prepararsi. Dopo aver fatto la doccia, guardò cosa le avevano comprato: oltre alla biancheria intima, c’era un pantalone di pelle nero e una semplice maglietta del medesimo colore.
Indossò tutto velocemente e i capelli li lasciò sciolti .
-Perché devo uscire con voi?- domandò una volta saliti sulla jeep di Ashton. Lei era seduta tra Calum e Luke, mentre avanti c’era Michael.
-Vorresti dire che non te ne saresti approfittata?-  ribatté Luke ridendo. Allyson si zittì, perché no, lei non aveva mai pensato all’eventualità di scappare. Era un idea troppo folle, troppo pericolosa.
-Ci tengo alla mia vita – rispose soltanto. –Dove stiamo andando?-
-Ti preferivo muta, Summers- disse Michael sbuffando.
Sembravano tutti e quattro già parecchio arrabbiati di loro, bastava notare come Ashton stringeva il volante o dal silenzio di Calum.
Fortunatamente erano anche con la testa da tutt’altra parte o era sicura che non ci avrebbero pensato troppo a puntarle una pistola alla testa.
Ovunque stavano andando, non era di certo il loro posto preferito.
 
 
Suo padre le aveva sempre vietato di andare nei sobborghi dell’est, quand’era piccola le leggeva addirittura delle leggende per essere sicuro che così non le sfiorasse nemmeno l’idea.
Una di queste leggende era legata proprio al sobborgo “La Perouse” ovvero dove l’avevano portata i ragazzi.
Allyson non voleva essere paranoica, infondo erano solo leggende, ma se Ashton Irwin era in alcun modo collegato a La Persouse lei voleva starci alla larga.
-Puoi anche scordarti che ti lasciamo in macchina, quindi scendi o sarò costretto a prenderti con la forza -   farlo incazzare però era ancora peggio di tutti quei sobborghi messi insieme.
Sbuffò e scese dalla macchina chiudendo lo sportello dietro di sé.
-Andiamo, non dirmi che credi alle storielle che papino ti ha raccontato!-  la sfotté  Michael. Iniziava a credere che ci aveva preso gusto a prenderla per il culo.
Allyson rimase a  bocca aperta quando vide il lungo ponte di legno davanti a lei e ora capì perché si erano dovuti fermare con la macchina. Non era per niente stabile.
Non ebbe neanche il tempo di fare un passo indietro che Ashton la prese con forza il polso e la trascinò come se fosse un cagnolino.
Mentre stavano camminando se la spinse contro di sé e avvicinò le labbra al suo orecchio.
-La realtà è ancora peggio, piccola -
Allyson tremò e non era sicura che fosse solo per la paura.
 
 
La Perouse era circondato dal verde e dal mare. Era tutto sommato un bel sobborgo se non fosse per gli abitanti.
I ragazzi sembravano conoscerlo bene dato che sapevano perfettamente dove andare.
E  non avrebbe saputo dire se fosse un bene o un male.
-Dalle poche informazioni che so, voi non vi schifavate?- si azzardò a chiedere curiosa.
-Noi siamo preclusi da questa zona- rispose Calum mentre si sistemava la pistola nella parte posteriore dei jeans.
Allyson aveva  scoperto che quei zaini non avevano altro che armi e esplosivi, ora tutti nascosti in chissà quale parte dei loro corpi.
La ragazza rimase spiazzata dalla risposta. Improvvisamente aveva voglia di ritornare nella villa del terrore.
Tutto era meglio della La Perouse.
Persa nei pensieri non si accorse di essersi fermati. Successo tutto in un attimo: Ashton e Michael sfondarono la porta di una piccola abitazione, piombarono lì dentro sparando a più non posso.
Sentì due mani sulle spalle. Gli occhi di Calum erano dritti nei suoi.
–Rimani qui e non entrare per nessuna ragione. –
Allyson stava per ribattere ma i due ragazzi avevano già seguito gli amici nella casa.
Si guardò introno disorientata e con le mani tra i capelli.
Cosa cazzo stava succedendo?!
 

 
 
 
 
 Autrice:  Lo so, lo so, lo so un ritardo clamorosoo e vi chiedo venia! Purtoppo con la scuola e i mille compiti che mi assegnavano mi era difficile avere il tempo per scrivere la storia. Ma ora che è estata e ho più tempo rimedierò!
Passiamo alla storia:  premetto che Allyson all'inizio sembra ecco "fifona" ma in realtà non è così, lei è abitutata ad essere costantemente sotto l'ala protettrice del padre e ora che si ritrova prigioniera del criminale più temuto della città è terrorizzata. 
Un'altra cosa, non sono di Sydney e so pochissimo della città per questo ogni cosa che ho scritto è fittizia. I sobborghi e La Perouse esistono davvero, ma il contesto è di mia immaginazione!
Con questo, spero che il capitolo vi sia piaciuto e se avete tempo recensite!

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