Pelle
bianca, anima nera
-Cersei,
della Casa
Lannister. Ha confessato i suoi peccati e scende tra di voi per
mostrare il suo
pentimento-.
Una spinta, un passo avanti. Un'altra,
stavolta più forte, e la camminata ha inizio. Nuda, come se
al cospetto del
popolo – di quella plebe indegna che urla e strepita,
affogando nella sua
stessa frustrazione – non ci fosse il suo corpo, ma tutto
ciò di cui si è
macchiata.
È bianca, all'inizio, la pelle di
Cersei Lannister; è bianca e la Regina volge lo sguardo alla
Fortezza Rossa, lì
dove le mura si chiuderanno di nuovo intorno ai suoi peccati, alla
vergogna che
ora porta il suo nome. Eppure, quando tutto comincia, guarda davanti a
sé con
fierezza, con il coraggio della leonessa a cui hanno persino strappato
la criniera
di cui per anni si è cinta la testa per incutere timore ad
ogni nemico posto
sulla sua strada. Adesso, invece, il cammino è fatto di
ciottoli e pietre che
aprono tagli e ferite nei suoi piedi, mentre il mondo – il nemico – guarda e scandisce per
tre volte la parola "vergogna".
È bianca, la pelle di Cersei
Lannister, immacolata come quando sua madre la diede alla luce. Una
purezza che
ricalca le gioie dell'infanzia, quando i pensieri erano pochi e tutto
in lei
sembrava destinato alla grandezza. Ma mentre la camminata tra le
strette vie
della Cittadella prosegue, comincia a piovere: verdura marcia, frutta
inviata
da Alto Giardino e pomodori troppo maturi si abbattono su di lei,
colando in un
miscuglio viscido e viscoso che sembra sangue. Prime macchie compaiono
sulle
braccia e sulla schiena: le ricordano il giorno in cui la purezza
è svanita, il
giorno in cui ha capito di non volere nessuno al suo fianco, se non suo
fratello Jaime. Le tracce delle fragole che il popolo le ha scagliato
contro
sono rosse come le scie di baci che l'uomo della sua vita le ha
lasciato in
quelle notti d'amore in cui il mondo sarebbe anche potuto collassare su
se stesso,
ma a lei non sarebbe importato nulla.
Era bianca, la pelle di Cersei
Lannister, e pulita era la sua anima fino a quando non ha cominciato ad
uccidere. Allora ha nascosto le sue lordure dietro un'apparenza fatta
di vesti
pregiate e intessute d'oro come lo sono – lo erano
– i suoi capelli, si è
circondata di ricchezze nella speranza che il loro splendore
abbagliasse la
vista di chiunque cercasse di togliere il velo delle sue bugie e ha
ruggito
come il motto della sua Casa impone. Camminando, però, si
accorge che alla
leonessa hanno estirpato anche la voce: non può sfidare la
folla inferocita,
non può sbranare né gli uomini che le si parano
davanti con i genitali scoperti
né le donne che le danno della puttana. Cosa ne sanno, loro?
Pensano che sia
facile la vita di una Lannister, ma non hanno idea di quanti soprusi
abbiano
dovuto subire il suo corpo e la sua mente. Non sanno cosa significhi
regnare.
Ora Cersei ammira dal basso i bastioni
della Fortezza Rossa che incombono su di lei e sente le lacrime
pruderle gli
occhi. Perché piange? Se lo chiede, ma non osa rispondersi,
anche se sa qual è
la verità. Forse ha preteso troppo dalla vita. Ha preteso di
essere amata e
questo l'ha spinta all'incesto, tra le braccia di quell'uomo che
– fortunatamente, pensa; ingiustamente, aggiunge
– non è qui
accanto a lei per sostenerla; ha preteso di essere una buona madre, ma
questo
non le ha impedito di assistere, impotente, alla morte e al funerale
del figlio
– e ancora non sa che poco fuori dal porto di Dorne anche
Myrcella è spirata,
avvelenata dal bacio del tradimento; ha preteso di essere la
Regina, ma
ignorava che i sovrani si circondassero d'oro per coprire tutto il
marcio che
giace sotto le loro vesti.
Entra nella Fortezza, Cersei, e adesso
la sua pelle è nera e sporca come la sua anima.
Note:
Pur non avendo
letto i libri (e Dio
solo sa quando mi rimetterò in pari), so che Martin descrive
alla perfezione
questo passaggio drammatico, ma dopo la visione della 5x10 dovevo
tirare fuori
le mie impressioni anche solo per rendere omaggio all’intensa
interpretazione
di Lena Headey. Che attrice, signori!
Si ringrazia Oscar
Wilde e il suo
"Ritratto di Dorian Gray" per l'ispirazione. Il paragone ci sta
tutto.