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Autore: Dharma    11/01/2009    4 recensioni
[Questa storia si è classificata 1° a pari merito con la ff di Compagniescu al "QUELLO CHE TI VIENE IN MENTE ALL’IMPROVVISO Contest" indetto da Ghen] “- Come fai ad ammazzare con quel sorriso sulle labbra?- - Forse perché so che esistono situazioni peggiori.- - Cosa può esserci di peggio che uccidere?!- - Essere ucciso.-“ Un’assassina. Una ragazza che non ha mai conosciuto la reale paura, si ritrova a dover affrontare il timore più grande: quello della Morte. Eppure un aiuto giunge inaspettato…
Genere: Generale, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri, Karin, Suigetsu
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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- TITOLO: Paura della morte

- AUTORE: binky
- RATING: giallo
- GENERE:  introspettivo, generale

- AVVERTIMENTI: one shot
- PERSONAGGI PRINCIPALI DELLA FIC: Karin, Suigetsu, altri



Paura della Morte

[Se non la conosci, non puoi scampare dalla sua morsa.]

 

 

Si osservò intorno. Non trovò che sangue a circondarla. Sangue e corpi inermi. L’ennesima squadra ninja che aveva avuto la sfortuna di incontrarli.

Cercò con lo sguardo le figure dei compagni ed incontrò gli occhi scarlatti dell’Uchiha. Subito si voltò, avvampando violentemente.

- Ci fermeremo qui stanotte.- annunciò Sasuke con tono autoritario.

Karin rabbrividì appena. L’idea di accamparsi in un luogo talmente scoperto come quello non le andava molto a genio. Non che avesse paura, ma era stata creata per rimanere sempre allerta. I suoi sensi non riposavano mai.

- Cosa c’è, baka?! Paura degli insetti?!- Suigetsu le comparve da dietro le spalle con un sorriso beffardo in volto.

- Non rompere, stronzo!- la ragazza tentò per l’ennesima volta di colpire il compagno in volto, ma quest’ultimo tramutò la propria forma in acqua e la mano di lei passò attraverso.

- Giuro che una volta di queste ti faccio male sul serio!- Ringhiò la kunoichi dai capelli rossi. Uno sguardo dell’Uchiha, tuttavia, bastò a far concludere la loro discussione.

Si fermarono sulle sponde di un lago vicino e a Suigetsu fu assegnato il primo turno di guardia.

Osservando di sottecchi la sagoma di Sasuke, celata dall’oscurità della notte, Karin riuscì a farsi rapire dal sonno.

 

Aprì gli occhi. Il bosco attorno taceva, ma i sensi della ragazza avevano colto ugualmente dei movimenti nelle vicinanze.

“ Dov’è finito quel baka?!” nascosta dall’oscurità della vegetazione, Karin fece correre lo sguardo sullo specchio trasparente di un lago poco distante su cui la luna rifletteva la propria luce e vide emergere una figura agile e veloce. Si muoveva nell’acqua con eleganza e i suoi capelli color dell’argento brillavano ancora più luminosi grazie al colore lattiginoso delle onde.

- Sei venuta a rompere le scatole?!- quel tono di sfida innervosì la ragazza che, tuttavia, cercò di mantenere un contegno per non svegliare i compagni assopiti poco lontano.

Uscì allo scoperto, mentre la figura del ragazzo si avvicinava senza il minimo rumore alla sponda del lago, venendole incontro.

- Non dovevi occuparti del primo turno di guardia?- Gli domandò con tono scocciato.

- Tanto non c’era nessuno nelle vicinanze, altrimenti non avresti dormito così profondamente.- Rispose lui con aria indifferente e, senza badare alla presenza della ragazza, uscì dall’acqua.

Karin distolse immediatamente lo sguardo, sentendo il calore salirle alla testa – Non hai un minimo di pudore!-

- Non ho nulla di cui vergognarmi.- Ribatté Suigetsu, rivestendosi e sorridendole sarcasticamente.

La ragazza si stupì nell’accorgersi che non riusciva ad immaginare il compagno senza quel ghignò perennemente stampato sulle labbra.

Si avvicinò alla sponda del lago e si abbassò ad osservare i riflessi sullo specchio d’acqua. Accanto alla sua immagine, vide comparire anche quella di Suigetsu, che le si sedette accanto.

Nuovamente percepì una sensazione di rossore in volto,e per l’ennesima volta, ringraziò l’oscurità della notte. Sapeva che il ragazzo si stava comportando così per spiazzarla, ciononostante non volle concedergli quel piacere e decise di fingersi indifferente.

Passò qualche minuto senza che la loro voce rompesse quel silenzio assoluto, ma alla fine fu sopraffatta dalla curiosità - Come fai ad ammazzare con quel sorriso sulle labbra?-

Suigetsu la osservò per qualche istante, prima di tornare a fissare il lago. Probabilmente neanche lui si era mai posto quella domanda - Forse perché so che esistono situazioni peggiori.-

- Cosa può esserci di peggio che uccidere?!- pur non essendosi mai trovata faccia a faccia con la morte, tanti gliel’ avevano descritta come qualcosa di terribile. Soprattutto per colui le cui mani si macchiavano di sangue indelebile.

- Essere ucciso.-

Quella risposta cadde nel vuoto, pesante come una scure. Sì, conosceva la morte, l’aveva scorta riflessa in molti sguardi ormai spenti, ma non aveva mai immaginato cosa si provasse a viverla in prima persona. Lei aveva sempre retto il coltello dalla parte del manico. Era nata assassina e non si era mai chiesta in quale modo sarebbe avvenuta la sua morte. Aveva solo imparato a non temerla. Ma non temere cosa, esattamente? Come si può avere paura di ciò che ci è sconosciuto? Forse è proprio questo che dovrebbe spaventare, ma non lei. Lei era un’assassina. Gli assassini non hanno timori.

La sua attenzione fu attirata da un suono proveniente dal lago. Spostò lo sguardo e vide un punto da cui le onde partivano per poi allargarsi in forme concentriche. Lo stesso punto in cui, poco prima, Suigetsu aveva lanciato un sasso, ed ora quella pietra insignificante andava a fondo, sempre più giù. Si vide prendere il posto di quel sasso e sprofondare nell’oscurità, senza poter risalire. La luce che si affievoliva fino a divenire buio. E non faceva più alcuna differenza tenere gli occhi aperti o urlare invocando aiuto.

Si disse che così doveva essere la morte. Fino a che non l’avesse sperimentata di persona, avrebbe continuato a raffigurarsela in quel modo. Come un sasso…che va a fondo…

- Com’è che questa sera sei così silenziosa?-

Nel voltarsi non vide più il compagno al proprio fianco, ma immediatamente si sentì spingere alle spalle e sentì il fresco impatto dell’acqua sulla pelle. Non si mosse. Fu trainata verso il basso da una forza a lei sconosciuta e superiore. Sentì di non potersi ribellare, e lentamente fu avvolta dall’oscurità.

Era un sasso…che andava a fondo…

Ma la luce della luna nuovamente l’avvolse. Tornò a respirare. Sentì che due braccia la stringevano alla vita, per evitare che fosse inghiottita nuovamente dalle acque.

- Razza di baka. Lo dovresti dire se non sai nuotare.- c’era qualcosa di nuovo in quella voce pungente. Forse una nota di preoccupazione. Celata con cura. Eppure evidente nella sua sincerità.

E lei era salva…

 

Karin si ritrovò sdraiata sulla riva acciottolata del laghetto. Una parte di lei aveva continuato a rimanere cosciente per tutto il tempo. Ciononostante, non si capacitava del perché il suo corpo, a contatto con l’acqua, avesse smesso di risponderle. Quasi le era sembrato di separarsi dalla propria forma concreta e di vedere se stessa scomparire nell’oscurità. Eppure, lei sapeva nuotare.

- Baka, per poco non mi facevi morire di infarto! Non si è mai visto un ninja che non riesce neanche a stare a galla!- Suigetsu le era seduto a fianco. Quella nota di preoccupazione era ancora percettibile, seppur mascherata da un tono di rimprovero e sorpresa.

Karin rimase in silenzio qualche istante a contemplare la figura del compagno. Era successo tutto così in fretta. In pochi minuti le si erano aperte dinnanzi porte di cui non aveva mai scorto la concretezza. Era stata superficiale. In tutto quel tempo aveva vissuto in mezzo a fatti ed emozioni che non l’avevano neanche sfiorata.

Solo quando incontrò nuovamente quello sguardo curioso ed un sorriso beffardo, si rese conto della realtà dei fatti – Tu hai tentato di uccidermi!- Si alzò di scatto per allontanarsi dal compagno.

- Non credevo fossi così stupida e grassa da andare a fondo!- Ribatté Suigetsu, recuperando la propria vena sarcastica.

- Ti faccio male sul serio!- Karin assestò un calcio al ragazzo e, naturalmente, esso non andò a segno.

- Volete che vi ammazzi tutti e due?-

Al suono di quella voce, entrambi rabbrividirono, per poi voltarsi lentamente ed essere fulminati da due occhi color del sangue.

- Non voglio aggiungere altro. Karin, fai il secondo turno di guardia.- e così dicendo, Sasuke scomparve nuovamente inghiottito dalla vegetazione.

- Non è giusto. Io non ho praticamente chiuso occhio.- sbuffò la ragazza.

- Non vorrai mica mettere in discussione la parola del capo?!- Suigetsu le poggiò una mano sulla spalla – Vedi di non addormentarti, baka. –

Si allontanò velocemente, prima che la ragazza potesse nuovamente tentare di colpirlo con un pugno, e scomparve anche lui tra gli alberi.

- Stronzo.- Sibilò la kunoichi tra i denti, prima di avvicinarsi ad un tronco e sedersi con la schiena poggiata contro la sua corteccia.

Rimase in silenzio ad osservare lo specchio d’acqua luminoso. I quesiti che per poco aveva allontanato dalla mente, tornarono ad assillarla. La morte…cos’era? Le si era avvicinata realmente, immersa in quel lago?

Si passò una mano tra i capelli ancora bagnati. Eppure, lei era lì. Respirava. Viveva.

La risposta giunse improvvisa.

Ecco cosa realmente aveva cercato a lungo, senza mai giungere ad alcuna conclusione.

Forse era stata proprio lei a voler sperimentare quella nuova sensazione. Per poter essere salvata  Ed era proprio la salvezza, ciò che desiderava ormai da tempo.

Qualcosa che da sempre le era mancato, perché nessuno si cura mai della salute di un’arma. Un’arma come lei.

Sorrise.

 

“Proprio da lui dovevo essere salvata?!”

FINE

Ringrazio anticipatamente tutti coloro che leggeranno o recensiranno! Inoltre mi congratulo con le altre partecipanti a questo concorso e ringrazio la giudice per i suoi consigli e attenzioni!
Alla prossima!

binky

  
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