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Autore: 365feelings    18/06/2015    0 recensioni
Raccolta di drabble e flash fic spudoratamente a caso, scritte in occasione di diverse iniziativite (tra cui la PJShipWeeks e la Spring Shower indettte dal campmezzosangue). Troverete headcanons, missing moments, slice of life, ma soprattutto au. Solangelo e jasiper a volontà e altre cose belle tipo Chris/Clarisse. Lievi spoiler di The Hidden Oracle.
Genere: Commedia, Generale, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Clarisse La Rue, Jason/Piper, Nico/Will
Note: AU, Missing Moments, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Autrice: kuma_cla
Titolo: Notte bianca 18 + 
I Should Be At The JIB Drabble Weekend 
Coppia: Will/Nico, Jason/Piper
Rating: verde
Avvertimenti: post BoO, no spoiler, au, medieval au, flash fic
Prompt: eclissi; dichiarasi è più difficile di quanto sembra; medieval!au
Note: questo fandom sarà la mia rovina, me lo sento
  • per farla breve, mi sono ritrovata con un po' di storie scritte per varie iniziative che non sapevo dove mettere, così ho pensato e se creassi una raccolta solo per loro?
  • dato che mentre posticipavo questo momento le flash fic sono aumentate, i primi aggiornamenti saranno complessivi. I successivi però saranno un capitolo, una storia.
  • la prima solangelo è stata scritta per la Notte bianca 18, le storie invece altre per la I Should Be At The JIB Drabble Weekend indetta da We are out for prompt su fb.
  • per quanto riguarda la Jason/Piper: questa cosa poco storica e nemmeno troppo medioevale (si danno tutti del tu, piango) è ambientata durante l'anarchia inglese. Ho scelto un anno a caso tra il 1135 e il 1154, periodo durante il quale Matilde (figlia di Enrico I) e Stefano (nipote di Guglielmo il Conquistatore) si scontrano per il trono inglese. Davide I era lo zio di Matilde, suo alleato e re di Scozia. Ho avuto non pochi problemi con Piper perché è cherooke e l'America non è ancora stata scoperta. Ho pensato di renderla zingara, ma poi ho lasciato perdere perché non so nulla sulla loro cultura. Quindi mi sono aggrappata disperatamente al suo cognome e ho avuto un po' di fortuna. Il clan MacLean è uno dei più antichi clan scozzesi. La lingua strana che parla il coach è lo scozzese.

 

 
Eclissi

«Non credi di star esagerando?» domanda Nico, appoggiato allo stipite della porta, ma Will è troppo occupato a sistemare i sacchi a pelo che Travis e Connor gli hanno procurato (non sa a quale prezzo e non lo vuole nemmeno sapere) per prestare attenzione ad altro.«Come scusa?»
«Non credi di star esagerando?» ripete, alludendo allo stato della cabina e in generale al suo comportamento negli ultimi giorni «È solo un’eclissi e siamo al Campo».
«Solo un’eclissi!» esclama Will con una pila in mano e l’aria stralunata «Solo un’eclissi!»
«Sì» replica laconico Nico, che continua a non comprendere tutta quella agitazione. È piuttosto sicuro che l’oscuramento del sole sarà solo temporaneo e senza ripercussioni: il mondo non finirà l’indomani, per cui si chiede come Chirone abbia potuto approvare tutta quella follia. La Cabina 7 è diventata un bunker, ogni letto è stato fornito di un kit di sopravvivenza e a questo punto non si stupirebbe se scoprisse che Leo ha costruito da qualche parte una stanza anti panico.
«E dimmi, quante eclissi di sole hai vissuto come figlio di Apollo?» gli domanda il semidio biondo «Nessuna, esattamente!»
Alza un sopracciglio e sta per ribattere, ma nello stesso momento arriva Austin con uno scatolone di cibo e decide che quando è troppo è troppo, lui se ne tira fuori. I due sono troppo presi dall’organizzazione delle scorte (è l’ultima cosa che li ha sentiti dire e non ne vuole sapere altro) per accorgersi della sua assenza.
Mentre si allontana, Nico considera che Will Solace è definitivamente impazzito e la cosa non lo sorprende, in fondo ha sempre sospettato che non ci fosse del tutto con la testa. Ma non si aspettava che i suoi fratelli gli avrebbero dato retta.Sospira. Sono un covo di pazzi e lui ne sta frequentando il capo.



 
Dichiararsi è più difficile di quanto sembra

«Nico» richiama l’attenzione dell’altro e si schiarisce la voce «Ti devo dire una cosa».Ora, però, che il ragazzo per cui ha una colossale cotta lo sta guardando dritto negli occhi, Will perde tutto il coraggio racimolato. Ha caldo e la gola secca e gli tremano le gambe anche se è seduto. Dare voce ai propri sentimenti è più difficile di quanto sembra.
«Questo Big Mac è buonissimo» sfiata alla fine, allungando la mano verso il bicchiere, e salgono a tre le volte che, solo in quella sera, ha cercato di dichiararsi e non c’è riuscito – sette se si contano anche i tentativi del pomeriggio precedente e della settimana prima.
Se Michael fosse lì lo prenderebbe in giro. «Un figlio di Apollo che non riesce a dichiararsi?» gli direbbe «Nemmeno questo sai fare? Ma siamo sicuri di essere fratelli? Ti devo proprio insegnare tutto».
Nico annuisce e con un morso soddisfatto finisce il suo hamburger. Will invece sospira e si chiede perché non possa essere anche lui intraprendente come suo padre.

Si lasciano alle spalle il Mc Donald con le sue luci, i suoi rumori e l’odore di fritto parlando del corso di ceramica organizzato dalla Cabina 7. O meglio, Will parla. Lui si limita ad ascoltare, riflettendo sui goffi tentativi dell’altro di dichiararsi. Perché se ne è accorto, sarebbe stato veramente difficile non farlo.
Tra i due quello bravo con le parole è sempre stato Will e contava su di lui per superare l’imbarazzante momento del «Mi piaci, sono innamorato di te». Date, però, le tonalità di rosso che il figlio di Apollo raggiunge quando cerca di dirglielo, Nico capisce che può fare affidamento solo su se stesso.
Per cui si ferma, posa la mano sul braccio dell’altro per attirare la sua attenzione e senza dire nulla si sporge.È solo un bacio a fior di labbra, ma Nico si sente improvvisamente più leggero e il sorriso di Will è così radioso che potrebbe illuminare la notte.



 
Cavalieri senza memoria e dame coraggiose

Riprende i sensi nello stesso modo in cui si sveglierebbe da un brutto sogno: all'improvviso e con i muscoli tesi. Gli occhi sgranati nella penombra cercano di riconoscere il luogo in cui si trova, ma nulla ha significato per lui. Solo l'elsa della spada gli è familiare e si affretta a stringerla. L'ultima cosa che ricorda è, l'ultima cosa che ricorda è – per quanto si sforzi, nella sua memoria c'è il nulla. La sensazione di pericolo che lo ha ridestato dall'incoscienza, però, non lo lascia.
Esclude di trovarsi in prigione, dai continui scossoni deduce di essere in movimento, su un carro, e comunque non gli lascerebbero un'arma. Per lo stesso motivo esclude anche che lo stiano portando in cella.
Inciampando diverse volte in bauli e coperte, avanza a tentoni fino al lato opposto in cui si trova e cerca di aprire le ante di legno che chiudono il carro. Ci riesce e la luce lo investe all'improvviso, insieme all'aria fresca e all'odore del bosco.
Davanti a sé dei cavalli trainano un altro carro e il cocchiere, notandolo, tira le redini. Poco dopo anche il suo mezzo di trasporto si arresta e lui scende portando con sé la spada – l'unica cosa sicura in quella strana situazione che sembra diventare con il passare del tempo ancora più strana.
Si guarda attorno e conta due carri, una carrozza e almeno dieci persone, tutte armate anche se nessuna di loro indossa un'armatura. Non sembrano minacciose, ma non intende abbassare la guardia.
«Ti sei ripreso finalmente!» esclama un giovane dalla carnagione olivastra, vestito con abiti di buona fattura ma dismessi (sono bruciature quelle sulle maniche?). Sembra simpatico, parla la sua lingua anche se ha un forte accento spagnolo. Tuttavia non ha idea di chi sia e non riconosce nemmeno l'uomo basso e largo che lo guarda male borbottando tra sé e sé.
L'altro continua a parlare con tono gioviale, ma non lo ascolta: cerca nuovamente di trovare qualche ricordo, qualcosa, qualsiasi cosa, ma una fitta alla testa lo fa desistere.
«Chi sei?» gli chiede «Dove siamo?»
«Chi sei tu» replica il ragazzo e non ricevendo alcuna risposta si volta verso la carrozza.
«Il bell'addormentato si è svegliato e mi sa che ha sbattuto la testa molto forte».
Poco dopo uno degli sportelli si apre e scende una fanciulla avvolta in un mantello di tartan che li raggiunge, incurante del fango.
Anche se non indossa gioielli e il suo abito è semplice, da come i presenti la guardano capisce che è lei la persona più importante.
Non sa chi sia e non porta nessuno stemma, tuttavia sente di doverle mostrare rispetto.
«Mia Signora» la saluta. L'amnesia si è portata via tutto, tranne le buone maniere e, da come regge la spada, spera di non essersi dimenticato come si combatte – non che voglia farlo davvero.
«Va tutto bene» dice la ragazza con gentilezza «Ricordi qualcosa? In che anno siamo ad esempio».
«1143» risponde senza esitazione «Siamo in Inghilterra e il mio nome è...è...»
«Jason» lo aiuta lei.
«Ci conosciamo?» domanda e non sa perché, ma spera in una risposta affermativa che però non arriva.
«Sono Piper MacLean, sto raggiungendo le terre della mia famiglia nelle Highland. Due giorni fa ti abbiamo trovato svenuto in mezzo al sentiero. Eri ferito e ho chiesto a Leo e a Hedge di caricarti su uno dei carri. Abbiamo portato con noi anche il tuo cavallo. Tra le tue cose ho trovato un libro, in latino, sopra c'è un nome che credo sia il tuo».
Solo allora si rende conto di avere una benda che gli avvolge il capo. Ma cosa ci faceva incosciente in mezzo alla strada? Nulla di quello che la giovane gli ha detto ha senso per lui.
«Non ricordi nulla» dice Piper e non è una domanda. Guarda il giovane che la accompagna, mentre l'uomo esclama qualcosa di poco rassicurante in una lingua che non comprende, e poi ordina di rimettersi in marcia.
«Queste terre sono controllare dalla regina Maud» torna a rivolgersi a lui «Il nome ti dice nulla?»
«È la figlia di Enrico I che avanza false pretese sul trono inglese».
Non sa nulla di se stesso, ma ha piuttosto chiare le dinamiche politiche.
«Capirai quindi che non è prudente, per un cavaliere che porta le insegne di re Stefano, restare allo scoperto» continua lei, invitandolo a viaggiare nella sua carrozza.
Jason (se è veramente questo il suo nome) non ha molte alternative.
Può scegliere di riprendersi il cavallo e, se è fortunato, cavalcare per qualche giorno prima di imbattersi nei soldati della regina; a quel punto combatterebbe e morirebbe, senza nemmeno ricordarsi chi è. Gli sembra una fine molto stupida.
Oppure può accettare nuovamente l'aiuto di quella singolare dama e correre il rischio di essere riconosciuto dagli uomini di Davide I – e morire in ogni caso, ma almeno c'è la possibilità che nel frattempo sia riuscito a riacquistare la memoria.
«Ho sempre desiderato visitare la Scozia».
Piper sorride e non può fare a meno di trovarla bellissima (e anche coraggiosa).

«Ottima scelta» commenta Leo dandogli una pacca sulla spalla.



 
   
 
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