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Autore: percyjacksonbluelove    18/06/2015    2 recensioni
Nico ha sempre avuto una cotta per Percy. Dalla prima volta in cui gli aveva sorriso e aveva incrociato i suoi occhi con quelli verde acqua del più grande.
Ecco perché un giorno decide stupidamente di baciarlo, decide di affrontare la sua più grande paura: l'amore.
Ma non aveva mai immaginato che l'altro non si sarebbe staccato.
Tra litigi, intrighi e ex psicopatici, i due ragazzi proveranno a stare insieme, ma sarà difficile quando sembrerà che tutti l'universo voglia mettersi contro di loro.
[DAL TESTO]
Non sapevo cosa fare, se rispondere o stare immobile: una piccola parte di me diceva “perché no” ma sull'altra torreggiava Annabeth. Io avevo una ragazza, eravamo insieme da anni e ero abbastanza certo di provare qualcosa per lei, nonostante gli ultimi periodi.
E allora perché non mi staccai? Avrei dovuto ma non lo feci.
Non volevo.
...........................................................
“Starò bene, questa volta sarà diverso” ripetei a me stesso, girando l'angolo, solo per vedere Percy che baciava Annabeth con un sorriso.
“Starò bene” pensai di nuovo, mentre una lacrima silenziosa e solitaria mi scendeva lungo la guancia.
Genere: Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Nico di Angelo, Percy Jackson, Percy/Nico
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Erano le cinque del mattino ed ero steso sul mio letto, fissando il soffitto. Avete presente quelle notti in cui siete veramente tanto stanchi, vi stendete ma non riuscite comunque a dormire? Quella era una di quelle. Forse era perché la mia testa era un casino di pensieri in quel periodo, fatto sta che stavo fissando il mio soffitto, conversando con me stesso come un idiota.

Annabeth quel giorno mi aveva fatto impazzire, sul serio: da quando la guerra era finita era sempre stata un po', come dire... un'isterica pazza ma oggi era stata peggio del solito. Aveva cominciato a urlarmi contro durante la lezione di tiro con l'arco: io le avevo solo fatto notare che stava sbagliando tecnica e lei ci aveva costruita un film sopra, dicendomi che aveva smesso di amarla e che da quando ero sparito era come se fossi un altro.

Le avrei voluto far notare che io ero caduto nel Tartaro per lei ma avevo preferito stare in silenzio e andarmene, piuttosto che farmi venire un esaurimento nervoso.

Non riuscendo a dormire, uscii dalla mia capanna e andai a passeggiare vicino al padiglione: nonostante adorassi che il Campo fosse sempre pieno di ragazzi, dovevo ammettere che stavo benissimo da solo, con solo il rumore del ronzio degli insetti.

Me ne stavo seduto appoggiato ad un albero, con gli occhi chiusi, quando sentii qualcuno dire il mio nome: -Percy?

Aprii gli occhi e vidi Nico, in piedi di fronte a me, mimetizzato con l'oscurità di quella notte: -Cosa ci fai qua?- chiesi.

-Cosa ci fai tu qua?- rispose lui, alzando un sopracciglio.

-Sai com'è, troppi pensieri.- mormorai.

Lui si sedette accanto a me: -So come ti senti. Anche se in realtà io sono sempre sveglio a quest'ora.- commentò.

-Per Ade ma tu dormi qualche volta?- esclamai.

-Sì ma il Campo diventa più bello quando non c'è nessuno e vedi il sole nascerti davanti.

-Nico come sei poetico alle cinque di mattina.- dissi, con un sorriso, sperando di strappargliene uno io.

Lui non cambiò espressione ma restò a fissare il cielo, che si colorava di rosso e rosa, come rimuginando sui suoi pensieri: -Cosa c'è?- gli chiesi, notando il suo sguardo perso.

-Niente, sono solo un po' stanco.- mormorò, strofinandosi gli occhi marroni.

Era più pallido e gracile rispetto agli altri giorni, ma riuscivo a vedere attraverso la sua maglietta nera il profilo dei suoi muscoli. Se penso al primo giorno in cui l'avevo visto, piccolo e fragile, che si nascondeva terrorizzato dietro a sua sorella, capisco quanto sia cambiato. Era cambiato anche di carattere: da quando Bianca era morta si era chiuso in sé stesso e non parlava praticamente con nessuno. Lo capivo, certo, ma mi dispiaceva per lui e avrei voluto sapere come aiutarlo.

-Perché mi stai fissando?- chiese. In effetti, lo stavo guardando da un po' troppo.

-No, non è niente. Dei, in questo momento avrei solo bisogno del cibo di mia madre...- mormorai.

-Perché, cos'ha di speciale?

-E' blu.- dissi, con un sospiro.

-Vieni con me, te li cucino io.- disse, alzandosi e pulendosi i jeans sgualciti.

-Tu non sai fare cibo blu.- esclamai, più a me stesso che a lui.

-Dieci dracme che ci riesco.

Mi porse la mano e io la strinsi: -Okay, però ricorda: non è blu, è più tendente al verde acqua.- precisai.

Lui alzò gli occhi al cielo e disse: -Come vuole lei principessina.

-Sarà meglio che faccia un bel lavoro, o se no le verrà tagliata la testa.- esclamai.

-Non si scherza su queste cose, Percy.- disse, accigliato.

-Scusa, io non...

-Ti sto prendendo in giro, muoviti Testa D'Alghe.- disse, scoppiando a ridere e cominciando

ad avviarsi verso la sua capanna.

Era da molto tempo che nessuno mi chiamava con quel soprannome e mi mancava: era diverso detto da lui, mi sentivo in modo diverso quando lo faceva Nico rispetto a quando lo usava la mia ragazza. Annabeth non lo faceva quasi più e quando ci provava non era lo stesso. Perché noi non eravamo più gli stessi o forse perché “noi” praticamente non esisteva quasi più.

 

Il mio stomaco brontolava con impazienza, mentre guardavo Nico che cucinava. Sembrava così concentrato, non lo avevo mai visto così: io ero steso sul suo divano morendo di fame, mentre lui era tutto indaffarato in cucina.

-Nico!- gridai, sbuffando.

-Perseus Jackson, ne abbiamo già parlato: non hai il permesso di lamentarti.- gridò l'altro di rimando. Potrei giurare sul fiume Stige che stava ridendo.

Maledicendomi per quella volta che avevo scommesso contro di lui che non sarebbe riuscito a farmi dei pancake blu, cercai di avvicinarmi da dietro per sbirciare ma lui fu più veloce di me e mi tirò della farina in faccia. Io urlai ma scoppiai a ridere e lui gridò: -Non si guarda, erano queste le regole. Vai a... giocare con l'acqua.- mi ordinò, tornando al suo lavoro.

Mi rifiutavo di andare a “giocare con l'acqua”, così andai a gironzolare per la sua capanna: essendosela costruita da solo, essa rispecchiava il suo carattere: il nero era dovunque e emanava una strana ed inquietante aria di morte. Considerano che era figlio di Ade aveva senso ma io mi sentivo un po' a disagio in una stanza che sembrava un cimitero.

Le uniche tre cose personali di quell'abitazione: una era una foto di lui e sua sorella Bianca, sorridenti, forse l'ultima volta in cui l'avevo visto sorridere; poi aveva un intero scaffale di sorprese di Happy Meal (non sto scherzando, c'era davvero) e uno pieno di CD.

-Cosa stai facendo?- urlò Nico.

-Niente.- risposi distrattamente, cominciando a rovistare tra i suoi dischi. I suoi gusti musicali passavano dall'heavy metal a un CD di Taylor Swift, nonostante lui non ammetterà mai di averlo. Ne tirai fuori uno degli Arctic Monkeys e lo misi nel lettore, facendo partire la prima traccia.

Have you got color in your cheeks?

Do you ever get that fear that you can't shift

the tide that sticks around like something in your teeth?

Are there some aces up your sleeve?

Have you no idea that you're in deep?

Cantando come un idiota, mi buttai sul letto (nero, che strano...) e chiusi gli occhi. Quando li riaprii, vidi Nico fissarmi appoggiato sullo stipite della porta: -E così, hai anche un'anima da cantante?- disse, sedendosi accanto a me.

-Non è una cosa sorprendente quanto scoprire che ti piace la musica country e mielosa.- dissi, con un sorriso.

Lui arrossì violentemente: -Non azzardarti a dirlo a qualcuno o sen...- provò a dire ma io scoppiai a ridere ancor prima che lui finisse la frase.

Il suo sguardo si incupì e lui si rabbuiò, così io sorrisi per tranquillizzarlo: -Calmo, non lo dirò a nessuno.- dissi, mentre il suo viso si rasserenava lentamente.

-Non sono mica il tipo che svela i segreti dei propri migliori amici.- borbottai.

Lui alzò un angolo della bocca ed io esclamai immediatamente, in tono teatrale: -O miei dei, è un sorriso quello che vedo sul volto di Nico Di Angelo?!

-No, sto solo ridendo della sua stupidità.- disse.

Io mi finsi offeso e lui mi diede un pugno sulla spalla: -Lo sai, dovresti sorridere più spesso, ti fa sembrare più carino.- dissi.

Nico abbassò lo sguardo e quando alzò lo sguardo, mi fisso negli occhi e si morse il labbro, come nervoso. Picchiettò con le dita sulla gamba, come un tic, come se avesse paura. Ma paura di cosa, c'eravamo solo io e lui e non capivo perché io avrei dovuto spaventarlo. Di colpo, strinse il pugno, come se avesse preso una decisione di colpo. Si avvicinò a me e posò le sue labbra sulle mie, con esitazione: erano gelide, come mi aspettavo, ma in qualche modo non mi dava fastidio. Forse avrebbe dovuto ma nonostante ciò non faccio nulla per fermarlo. Le sue mani soffici e fredde erano appoggiate sulla mia guancia, mentre mi baciava: non lo fece con forza, ma con delicatezza, come se fosse stato il suo primo bacio. Cosa che non escluderei visto quanto era bravo a relazionarsi con gli altri...

Non sapevo cosa fare, se rispondere o stare immobile: una piccola parte di me diceva “perché no” ma sull'altra torreggiava Annabeth. Io avevo una ragazza, eravamo insieme da anni e ero abbastanza certo di provare qualcosa per lei, nonostante gli ultimi periodi.

E allora perché non mi staccai? Avrei dovuto ma non lo feci.

Non volevo.

 

ANGOLOAUTRICE

Heyla:) spero che vi sia piaciuta questa slash, è in pratica la prima che scrivo perciò un po' di clemenza

Adoro la pernico*.* mi piace anche la jasico e la valdangelo, basta che ci sia Nico

Seriamente, io shipperei anche Nico e un broccolo

BTW se vi è piaciuta lasciate una recensione e se avete qualche correzione grammaticale fatemelo sapere!

LoveEmma

   
 
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