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Autore: giuliapeach    18/06/2015    0 recensioni
Mentre imprecavi in modo tenero e sommesso ti ho sorriso ancora, impercettibilmente. Ti ho mandato un impercettibile bacio. Ti ho sfiorato il braccio con un’impercettibile carezza. Tu non te ne sei accorto. Hai fatto mezzo giro su te stesso e te ne sei tornato da dove sei venuto.
Portandoti dietro un impercettibile sogno, in cui ho racchiuso tutta la mia giornata.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Scolastico
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Aspettami

 

 

 

 

Per qualche giorno non ti sei più fatto vedere.
Mi sono preoccupata. Pensavo ti fosse successo qualcosa. Un giorno ho fatto anche tardi a scuola per aspettarti, ma niente, non ti sei fatto vedere.

Avevo la sensazione che dovunque fossi avessi bisogno di aiuto, avessi bisogno di me. Non sono state mattine piacevoli. 

La tua assenza era palpabile. Sembrava tutto grigio.

Mi mancava il tuo odore che impregna l’aria e i miei pensieri. Mi mancava l’ombra delle tue spalle grandi sull’asfalto. Mi mancava la tua musica e il suono delle Vans che si muovono avanti e indietro davanti alla fermata.

L’altro giorno mio papà è tornato a casa da un viaggio di lavoro. Sembrava molto stanco e preoccupato per qualcosa.
Lui e mia madre si sono salutati appena. Ma poi ha visto sul tavolo la versione di latino. L’avevo messa lì apposta sperando che ci facesse caso. Ho preso 8 e mezzo. Non è il massimo, ma ce l’ho messo tutta. Mi ha sorriso e mi ha fatto i complimenti. 

Ero così felice che non riuscivo ad addormentarmi, avrei voluto tanto raccontartelo. 

Magari avrebbe fatto sorridere anche te.
Io non sono esattamente una studentessa brillante. Mi impegno molto, come una brava scolara, ma nel complesso sono nella media, un numero tra altri numeri. Mi prendo le mie soddisfazioni, ma a volte è un po’ snervante non sentirsi mai davvero eccezionali.

E’ triste avere così tanto da esprimere, ma dover ammettere di non avere nessun talento particolare. Se fossi eccezionale tu ti volteresti e mi sorrideresti. Qualcosa dei miei capelli lunghi e del mio viso ovale catturerebbe la tua attenzione e allora mi vedresti davvero.

Ieri pensavo che lo stessi facendo. Che mi stessi guardando. Di scatto, come se fossi stato punto da qualcosa, hai alzato lo sguardo e hai guardato nella mia direzione. 

Avevi un’aria preoccupata, leggermente accigliata.
Mi sono guardata intorno. Mi sono annusata dentro al giubbino. Non mi sembrava di emanare strani odori. Ma tu mi guardavi come se stessi andando a fuoco.
Ti sei avvicinato e ho iniziato a sudare freddo. Mi sentivo il cuore dentro le orecchie ed ero sicura che potessi sentirmi.

Poi ho capito. Fissavi il cartello appeso alla pensilina della fermata.
C’era scritto che la linea 11 aveva subito una deviazione a causa di una qualche maratona. Ti ho sentito esclamare fra te e te “Merda”.
La tua voce mi ha paralizzato il respiro. E ho sorriso da sola, di niente, come una sciocca. Perfino “Merda” tra le tue labbra ha un sapore dolce. Dovevo proprio avere un’aria stupida, paralizzata dentro a un sorriso che ti rivolgevo come un frutto fuori stagione acerbo e prematuro, ma così vero, che un po’ mi ha ferito il fatto che ancora una volta mi hai ignorata. Ma ti perdono. Non deve essere stato un periodo facile. L’amore quando se ne va lascia tutto in disordine, e non ci si riprende mai del tutto.
Devi essere rimasto a casa per una settimana. Ti immagino rintanato sotto le coperte o dentro a un sogno. 

Come sottofondo la vostra canzone, e forse il tuo pianto di rabbia, come uno schianto di tenerezza che non ti fa dormire. La delusione più amara al risveglio, quando ti dimentichi come si fa a respirare e ti ricordi di colpo di non avere un vero motivo per alzarti.

Ne ho passati anche io di momenti così. 

E forse sulla pelle ho ancora mille invisibili cicatrici che mai lasceranno la mia sagoma romantica.
Ma posso giurarti che passerà. E che amerai ancora. Anche se oggi ti sembra impossibile, anche se daresti del folle a chiunque ti intimasse di guardare avanti, passerà. E un giorno ricorderai solo le vacanze riuscite e ai baci inaspettati con una malinconia distaccata e dolce, simile al rimpianto, o alla nostalgia, ma svuotato dal dolore e ricco solo di quello che lei ti ha lasciato.

Dopo qualche secondo, hai corrugato la fronte. Eri adorabile con quel broncio, e so con certezza che il mio sorriso si è fatto più luminoso.

Hai dato un’occhiata al cellulare.
Mi è sembrato molto da te il fatto che non portassi l’orologio.

Io lo porto sempre, costantemente tirato in avanti di 15 minuti, per non arrivare mai tardi, per non dover mai fare aspettare nessuno. Sono convinta che il giorno in cui arriverò tardi, chiunque doveva aspettare se ne sarà andato. E’ una sensazione sciocca, come la maggior parte delle sensazioni, ma preferisco non tentare la fortuna.

Tu aspettami se puoi, fino al momento in cui troverò il coraggio. Aspettami ti prego, non svanire come tutti, come ogni cosa.
Di tanto in tanto penso, che se domani non ti ritrovassi qui, ti avrei preso. E la cosa mi terrorizza. Dovrei potrei venire a cercare quelle labbra perfette? Dove potrei ritrovare quelle mani piene di vita e di musica? 

Mentre imprecavi in modo tenero e sommesso ti ho sorriso ancora, impercettibilmente. Ti ho mandato un impercettibile bacio. Ti ho sfiorato il braccio con un’impercettibile carezza. Tu non te ne sei accorto. Hai fatto mezzo giro su te stesso e te ne sei tornato da dove sei venuto.

Portandoti dietro un impercettibile sogno, in cui ho racchiuso tutta la mia giornata.

 

 

   
 
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