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Autore: Moge_k0_02    19/06/2015    1 recensioni
E se.. Dopo quattro anni, una verità dimenticata tornasse a galla? Ib e Mary sono ormai uscite dalla galleria d'arte di Guertena lasciando Garry, che è morto in quel mondo parallelo per mano di Mary. Come reagiranno le due sorelline scoprendo la verità dopo tanto tempo?
Attenzione!! Rischio spoiler!!
Genere: Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Ib, Mary
Note: Raccolta, What if? | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
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 Non era passata un’ora che qualcuno bussò alla porta della stanza semivuota, scheletrica.
“A..Avanti!” Mary si sistemò i capelli da un lato e si mise seduta sul letto per sembrare più presentabile. Il medico con i baffoni e l’aria severa annunciò:”Signorina, ha una visita.”
Chi poteva essere? I nonni si erano trasferiti lontano da Tokyo, e come aveva già detto non aveva molti amici. “Bene, lo lasci entrare allora!” rispose.
“Bene.” Lui lasciò la stanza e richiuse la porta dietro di sé. Dopo qualche minuto la ragazza vide la maniglia girare su se stessa lentamente. Si sistemò ancora una volta, si sentiva agitata come non mai. Ecco, ora la porta era socchiusa. Dalla fessura fece capolino una testa bruna, con gli occhi verdi. “Sa…sazuke..! Che ci fai qui?” . Okay, era decisamente confusa ed imbarazzata.
“Ho sentito che ti eri sentita male, e.. sai, le voci corrono a scuola, così sono venuta chiederti come stavi.. Come stai..?” beh, neanche lui era il ritratto della spontaneità,a dirla tutta.
“B…bene! Ecco, no, cioè, non sarei in ospedale se stessi bene, no…? Ahaha..” Si portò una mano alla nuca, per nascondere il suo essere nervosa.
Lui la guardò, chiedendole: “Quindi… cos’è successo esattamente…?”
Nononononono. Non va bene. Ci vuole una bugia credibile. Pensa Mary, pensa!
“Ecco, ho avuto un giramento di testa e sono svenuta inciampando al tavolo e ho battuto il piede sul libro. Libro? Che libro? Non conosco nessun libro! Ahahaha buffo vero? Come mi è venuto? BOH.” Niente, il cervello sparava informazioni a caso. Non voleva proprio mentire, ma neanche dire la verità. QUELLO PROPRIO NO. E poi che cosa doveva digli? “Beh,sai, e che io in realtà sono un quadro, ma non lo sapevo prima, cioè non mi ricordavo, poi ho letto il libro e PAM! SORPRESA! SEI UN QUADRO MARY, E SEI PURE UN ASSASSINA DI DICIOTTENNI LOLICON! BRAVA MARY, BRAVISSIMA!! “
NO.
Decisamente no.
“Ahhh (??) Capisco (veramente no)”… che cos’è quella cosa sotto il tuo cuscino?”
“cos.. quale cosa?” Mary si girò. Una punta del libro sporgeva fuori dal nascondiglio provvisorio. “Ahh, no non  nuuulla, proprio niente.. ehehe”
“Mary, che c’è? Non ti fidi di me?” il ragazzo si fece improvvisamente serio.
“No, è che..” Diamine, ora cosa doveva fare??! Si sentiva come ad un bivio, una strada peggiore dell’altra.. ma cosa avrebbe dovuto fare?!?! Uffaaaa!
“Ah, e va bene! È.. è un diario di quando ero piccola, ma ci sono solo quattro scarabocchi!” improvvisò. Dopotutto, avrebbe potuto fargli vedere solo i disegni del tempo, facendogli credere che non ci fosse altro.
Mary cominciò a sfogliarli il diario davanti agli occhi. “Guarda” indicò “questa sono io a nove anni. E questa era la mia bambolina di pezza preferita! Non avevo molti amici, quindi era lei, con le altre bambole, a farmi compagnia…” una lacrima scese dal volto della ragazza per poi cadere sul disegno. Sazuke la guardò. “E.. tua sorella..? Ib, giusto?”
“Ah, sì, anche Ib, certo certo, intendevo, a parte lei…” Non Fare Errori, NON FARE ERRORI! Si ripeté nella mente. Gli sorrise per rassicurarlo e non far trasparire le sue emozioni. Lui voltò la pagina, ricambiando il sorriso. “Guarda qua! Questa sono io, con una rosa in mano e attorno a me bambole, quadri e manichini… Sai, da piccola avrei tanto voluto aprire una mia galleria d’arte… volevo essere un’artista, proprio come mio padre….” COSA STAI DICENDO STUPIDA?! “come mio padre…. AVREBBE VOLUTO! Già!”
Il viso del ragazzo si rabbuiò. Lei gli scostò i capelli dal viso. “Ehi, che succede? Ho detto qualcosa di sbagliato..? Sono così stupida!!!”
“No, non è colpa tua. Vedi ecco, da piccolo, in una galleria d’arte.. ecco, non so spiegartelo bene, ma  come se la mia infanzia fosse stata bloccata, hai presente… Quando smetti di avere un amico immaginario?”
Oh si che ce l’aveva presente, ne aveva avuti tantissimi, ma uno dopo l’altro l’abbandonavano, come aveva fatto Guertena quando era appena nata. Al ricordo le venne la pelle d’oca. “Continua” gli disse freddamente per non darlo a vedere.
“Sin da piccolo avevo un amico immaginario, più grande di me di ben sette anni! Per me c’era sempre, in ogni situazione, non mi lasciava mai sin da quando sono nato. Era come un fratello, a volte mi chiedo se non fosse reale, tanto me lo ricordo bene”
Mary si sedette sul letto con le gambe incrociate, per ascoltare la storia. Era sempre più curiosa e coinvolta.
“Poi un giorno, beh, andammo a visitare una galleria d’arte. Avevo undici anni, circa.”
I pensieri di Mary si fecero talmente evidenti che sembrò formarsi sulla sua testa una nuvoletta con su scritto: < ( 11+4=15)   =    (9+4=13)    =…….COINCIDENZE? IO NON CREDO. > Mary scosse la testa e agitò le braccia, per dirsi “Ma nononono cosa vado a pensare!”.
Il ragazzo continuò la storia, dopo aver lanciato un occhiata alla ragazza.
“Beh, dicevo: si allontanò un attimo per osservare le esposizioni, e non ritornò più. Non so, forse è perché ho visto qualche opera che mi ha reso più maturo, eppure, a dirla tutta, non mi sento maturo nemmeno adesso che ho quindici anni!” ci rise su, e Mary si aggiunse alla risata. Le faceva bene, in una situazione del genere. Poi i suoi calcoli mentali ripresero senza il suo permesso MERDA.
Mary smise di fare calcoli (DI NUOVO) e guardò il ragazzo con aria interrogativa, per poi rifilagli un sorriso falsissimo e teso.
“Bello, bello, ma… mi sapresti gentilmente dire il nome? Sai, per pura curiosità…”
“Gar” cominciò lui, interrotto dalla ragazza. “NONONO NON FA NIENTE HO CAMBIATO IDEA!”
Gli staccò la mano dalla bocca, come se non si fosse accorta di quello che aveva appena fatto, per poi chiedere mille volte scusa e farsi ripetere altrettante volte che non era un problema.
“Sai….” fece lei con la voce più malinconica e pentita che avesse “ripensandoci… vorrei davvero sapere il nome…” Lo guardò con i suoi grandi occhioni azzurri, così sinceri e pentiti.
“Okay, se è questo che vuoi…” fece un sospiro lungo per tranquillizzarsi.
“MARYYYYY! TI HO PORTATO DA MANGIARE!” Ib spalancò la porta con in testa un vassoio pieno di cornetti, dolci, e chi più ne ha più ne metta.
Sazuke non si accorse dell’entrata in scena della sorella e continuò a parlare.
“Beh, si chiamava Garry” sospirò, con sguardo triste e chino verso il pavimento.
“UH?”
Ib rimase per qualche motivo paralizzata sulla soglia, con solo un sopracciglio che faceva più volte su e giù, come una specie di tic isterico. Mary intanto spostava lo sguardo da una parte all’altra, agitata. Ib. Sazuke. Ib. Sazuke. L’una paralizzata con un vassoio in testa, l’altro che emanava un’aura viola e depressa.
Il vassoio di Ib cadde improvvisamente a terra, mentre lei rimase in quella posizione curiosa. Il ragazzo intanto continuava a parlare con la voce da chi non dorme da settimane ed emanare depressione per tutta la stanza: “Lo trovavo buffo, con quei capelli viola e quel parka blu con la pelliccia.” Mary gli gesticolava disperata di tacere, per evitare un collasso mentale ad Ib e TANTI, ma dico TANTI casini a lei.
“Parlava tanto, come le ragazze, era quello che oggi definirei un lolicon. Ah, che nostalgia…”
“TI STAI ZITTO, PER FAVORE?” la ragazza, disperata, lo prese e lo lanciò in corridoio con tutta la forza che aveva. Lui atterrò su una barella che cominciò a muoversi da sola, dopo il colpo subito. “Fiu, grazie a dio si dirige verso l’uscita.” Pensò.
Guardò alle sue spalle. La sorella era a terra, accasciata al muro, con dei piatti rotti attorno e la faccia paralizzata.
 “Ib? Che ti prende?”
La ragazza balzò in piedi e cominciò a lacrimare senza un apparente motivo. Non capiva, non ci stava capendo più niente! La sua mente era balzata a quattro anni prima.
Era con i suoi genitori, in una galleria d’arte. Lei chiedeva il permesso di girare da sola. Era tutto lì, in quel ricordo. Le luci che si spegnevano, la musica che interrompeva, i quadri che prendevano vita. Una sagoma nera, alta, che le faceva compagnia, ed in seguito un’altra più piccola e allegra. Quest’ultima la allontanava dalla prima, e si dividevano. Un segreto svelato. L’ombra femminile sdraiata al suolo e quella più alta che l’abbracciava. Poi il buio, degli scarabocchi. Una bambola, o un coniglietto di peluche, non ricordava bene. La sua rosa nelle mani del coniglio. Lui cedeva il fiore all’ombra della ragazza, che per cederlo indietro chiedeva in cambio quello dell’ombra del ragazzo. I petali blu sul pavimento, uno dopo l’altro, senza pietà. L’ombra alta che dormiva e l’altra sorridente. All’improvviso, al posto delle due sagome apparvero delle figure. Un ragazzo coi capelli viola, vestito di blu, con un sorriso sul volto. E poi lei.
Mary.
No, no, no, non poteva essere, non Può essere, NON PUO’! 
Un vortice avvolse tutti i ricordi, e la riportò nella stanza dove ora si trovava, spaesata.
Davanti a lei c’era un viso preoccupato, rigato di lacrime, con due occhi azzurri disperati. “IB! IB, SVEGLIATI, TI PREGO! Io… io… perdonami, non sono altro che un mostro! Ib, ti prego, resta con me! Sei tutto quello che ho!”
Ib si guardò attorno. Era di nuovo accasciata al suolo, con un mal di testa terribile. Si sollevò in piedi senza degnare di uno sguardo la sorell… no. Mary. Non era sua sorella, non era un’umana. La guardò, dall’alto in basso, con odio.
“Ib, per favore, possiamo ricominciare d’accapo! Non voglio più soffrire, guarda! Siamo qua fuori, insieme, come ti avevo promesso! Ib, siamo salve! Abbiamo una mamma, e un papà, guarda là fuori, c’è il sole, Ib! Tutto questo per noi! E’ ciò che ho sempre sognato, che volevamo vedere insieme!”
“No, Mary. Tu volevi uscire insieme a me, tu non avevi mai visto il sole. E IO, ho una mamma, ed un papà. Sono i MIEI genitori. Tu non sei nulla, non hai nulla. Sembri vera, ma sei un falso. Il tuo cuore è fabbricato, non dovresti provare emozioni umane. Sei un MOSTRO!”
Ib perse il controllo di sé stessa. Garry era morto, ed era per colpa sua. Solo colpa sua. Un misto di odio e dolore la pervase. Le lacrime sgorgavano dal suo viso come non mai, adesso. 
“G… gar…Garry…” urlò piangendo e scappando via.
 
Angolo autrice + avviso importante
Ho ricevuto avvisi secondo i quali Sazuke, con la “S” al posto della “Z”, è il nome di un personaggio di chissà quale anime di cui non ricordo il nome, e tra l’altro pare somigli alla mia descrizione.
Beh è PURAMENTE CASUALE .
Grazie per la comprensione.
Addio.
   
 
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