Disclaimer:Non
conosco Jared Leto nè Shannon, Constance e gli altri
personaggi che popolano questa fiction. I fatti narrati non sono reali,
sono solo il frutto della mia fantasia e di tanto tempo a disposizione.
Questa storia è stata scritta senza alcuno scopo di lucro.
A/N: non
posso piu' assicurare un aggiornamento settimanale, quindi ci saranno
periodi in cui pubblicherò più capitoli altri in
cui non
pubblicherò nulla, ma la storia non
verrà lasciata
incompleta. promesso ;).
***= flashback
Sailing
The Waves of Past Navigando
le onde §
Capitolo X
~ ...Dumb kid, living a dream _ parte III
( ...Stupido ragazzo, che vive in un sogno) “Era vecchia e scolorita. Un bordo strappato, gli altri piegati o arricciati. Il soggetto un prato e due giovani pieni di speranze e sogni. Un sorriso timido e uno sicuro di sè, disinvolto. Due mani intrecciate in un tocco diventato solo un doloroso ricordo, fantasma di un calore mai più provato. Gli occhi rivolti l'uno all'altro colmi di promesse poi infrante. Parole d'inchiosto nero, ormai sbiadite dal tempo, lette e rilette accarezzandosi le labbra arrossate, piegate in un sereno sorriso verso il futuro traditore. Un felice pomeriggio primaverile immortalato per sempre. Una foto testimone di sentimenti persi nella nebbia di ore,minuti e secondi che è il passato. E' stato l'amore che ne traspariva a darmi la forza di cercare le risposte. " dicembre 2007 «La mamma se ne è andata?» Shannon entrò in cucina. I corti capelli ,divisi in disordinate ciocche castane, gli andavano in tutte le direzioni. Jared lo guardò e sorrise « si, voleva rimanere ma le ho detto che non era necessario..» posò la caffettiera e tirò fuori due cornetti caldi dal microonde «..e che doveva concentrarsi sulla linea di gioielli». Shannon annuì e si sedette al tavolo, stropicciandosi gli occhi cercò di portar via ogni traccia di sonno dal suo viso ,«Jay...» Jared si voltò di nuovo, quando l'altro non continuò prese la colazione e la mise davanti al fratello maggiore «lo so Shan». Allungando il braccio accorciò la breve distanza tra di loro e strinse la mano dell'altro. «ora vediamo di risolvere il problema ok?» . 21 novembre 1989 Shannon, a sua volta, non aveva perso d'occhio il fratello minore ed ora, seduto nel letto, lo guardava camminare avanti ed indietro per la stanza. Dal loro acceso scambio d'opinioni del giorno prima si erano parlati si e no solo per lo stretto indispensabile. «Hai intenzione di scavare una fossa nel pavimento?» disse esasperato ad un certo punto. Jared continuò per un pò prima di fermarsi davanti al suo letto, rimasero in silenzio a studiarsi e Jared titubante gli si avvicinò. Shannon ,sospirando, gli fece spazio..un chiaro invito a sedersi accanto a lui. «Cos'è che ti sta tormentando ?» gli chiese mentre l'altro si girava e rigirava allla ricerca di una posizione comoda « hai mai..» Jared si zittì un secondo insicuro su come verbalizzare i suoi sospetti «hai mai.. notato degli strani atteggiamenti tra i nonni e la mamma?» finalmente si sistemò sotto le coperte e poggiò la testa sulla spalla del fratello maggiore che, leggermente perplesso dalla domanda, rispose «ma...non saprei. in che senso?». Jared si morse il labbro nervoso «ad esempio che lei e il nonno non si parlano quasi mai direttamente e se lo fanno non si guardano negli occhi?». Shannon non rispose subito, in effetti si, l'aveva notato anche lui e da tanto tempo ormai , ma Jared era sempre stato troppo perso nel suo mondo dei sogni per far caso a certe cose. «..è
sempre stato così» Jared tirandosi su
con il
gomito lo guardò stupito «da sempre?»
Shannon sorridendo lo
invitò a rimettersi giù
e aggiunse «tu
forse eri troppo piccolo per ricordarlo ma c'è
stato un
periodo in cui la mamma e i nonni non si parlavano. Quando abbiamo
lasciato Bossier City ci siamo diretti ad
Oakton perchè
la nonna
aveva dei parenti. Siamo rimasti lì una settimana ricordi?
La
zia Margaret..» Jared corrugò la
fronte, il nome non gli era
nuovo, l'immagine di una signora abbastanza in sovrappeso e un caldo
sorriso gli venne mente «
Poi la mamma
una sera ha avuto una discussione molto accesa al telefono con Ruby
e
ce ne siamo andati. E' passato più di un anno prima che i
nonni
potessero rivederci..». Jared chiuse gli occhi
alla ricerca di quei
momenti nella sua memoria... «almeno parti domani mattina!» provò infine ma l'altra si limitò a scuotere la testa «e dare il tempo ai miei di arrivare? non se ne parla» tirò la chiusura lampo del borsone e ne aprì un altro dal quale estrasse due paia di jeans e due magliette. Prese in braccio Jared e iniziò a siflargli il pigiamino. Il bambino ,assonnato,si lasciò vestire dalla donna senza tante proteste. Nel frattempo Shannon aveva finito di raccogliere i pochi giocattoli in una busta di plastica azzurra e paziente aspettò il suo turno. Constance sapeva che Shannon sapeva vestirsi da solo ma capiva che in quel momento aveva bisogno di attenzioni e, prendendolo in braccio, lo aiutò ad infilarsi i jeans e la maglietta. Prendendo i due borsoni si avviò verso l'uscita, Margaret continuò a pregarla di ripensarci ormai sull'orlo delle lacrime. Constance l'abbracciò e la ringraziò ma non non le diede ascolto ,aprendo i portabagagli,sistemò i borsoni. La donna le disse di aspettare ed entrò in casa, quando riuscì portò con se un paio di cuscini e dei contentori di cibo con delle bottiglie d'acqua. Nel frattmepo i bambini si
erano sistemati nel sedile posteriore e, stanchi, si erano subito
addormentati. Margaret cercò di lasciarle anche dei soldi ma
Constance
rifiutò «grazie di tutto zia» le disse dandole un
ultimo abbraccio e,
salendo in macchina, iniziò la sua fuga dal passato. L'altro non potè trattenere un sorriso sollevato «lo so jay» poi, girandosi, in modo da poterlo guardare negli occhi gli chiese «... perchè hai lasciato il dormitorio?», sapeva che forse non era il momento giusto ma doveva saperlo. Qualcosa passò negli occhi di Jared paura? rabbia? incertezza? ma Shannon non riuscì ad indentificare cosa fosse e pensò di averlo immaginato «..ho cominicato a frequentare una persona» ripose. Shannon battè le palpebre sorpreso e sorridendo gli diede una giocosa pacca « chi è la fortunata?» Jared sentì mancargli l'aria e si tirò su a sedere «Jay...» Shannon guardò la sagoma del fratello minore, lo vide alzarsi e dirigersi verso il suo letto, «Jay.. chi è? » provò ad alzarsi ma si bloccò di colpo quando sentì la risposta dell'altro arrivare in un sibilo «è un uomo Shannon!». Shannon lo
guardò intontito chiedendosi se stesse
scherzando ma, vista la serietà sul suo volto,
capì che no,
Jared era serissimo. La portata di quella rivelazione lo
colpì con
tutta la sua forza e ,suo malgrado, non riuscì a dire nulla.
Guardò
l'altro infilarsi nel letto e dargli le spalle. Il discorso era chiuso.
22 novembre 1989
Quella
mattina Jared
spinse la robusta porta in legno ed entrò nella vecchia
camera
della madre. Ruby aveva insistito che tutto rimanesse come una
volta. Le tende erano aperte e il pallido sole invernale illuminava le
pareti rosa antico e la serie di bambole di porcellana
sugli scaffali. La madre gli raccontava raramente della sua
infanzia e adolescenza, tutto gli sembrava lontano, una stanza di un
estraneo. Si avvicinò alla semplice scrivania e
passò le
dita sui titoli dei libri The
Outsiders ,Mr.
and Mrs. Bo Jo
Jones, The
Catcher in the Rye... poi il suo sguardo si
posò su un
album.
Sedendosi lo aprì e sorrise, anche la madre amava disegnare. Sfogliò le pagine ingiallite dell'album e si soffermò sui vari schizzi a matita, poteva riconoscere il paesaggio dalla finestra, la nonna in giardino e poi una serie di ritratti dal passato di Constance. Rimase immobile per un attimo a fissare i chiaroscuri che immortalavano un volto molto familiare, titubante, guardò il piccolo specchio da trucco sulla sua destra. «Non ero brava come te ma me la cavicchiavo no?» Jared sussultò dallo spavento e guardò verso la porta. Constance era appoggiata allo stipite e sorrideva. Senza farsi notare cambiò pagina e ricambiò il sorriso «eri molto brava invece» la donna entrò nella stanza e si avvicinò alla finestra, scostando la tenda osservò il padre intento a sistemare le lampadine in giardino, a Jared questa volta non sfuggì il leggero cambiamento d'espressione «cosa c'è che non va Jay?». Jared posò l'album e sospirò sconsolato, o non sapeva nascondere i problemi lui o aveva per parenti degli Sharlock Holmes « .. l'Università non è come credevo..» optò per il problema più abbordabile. La donna, intuendo dove il figlio voleva andare a parare , lo interruppe « vuoi abbandonarla?». Non si preoccupò di nascondere la delusione sul suo volto, fin da quando era piccolo aveva saputo che Jared sarebbe diventato un artista e voleva che almeno lui cogliesse l'opportunità. « si..cioè.. vorrei cambiare indirizzo.Ci sono altre cose, altre sfide che vorrei affrontare» Jared sapeva che avrebbe deluso la madre ed era consapevole dei sogni che aveva per lui, ma il punto era proprio questo: di chi era il sogno che stava inseguendo? «e allora fallo!» Jared la guardò stupito ,Constance gli si avvicinò e chinandosi gli prese le mani ,come se avesse sentito i suoi pensieri continuò « io sono già orgogliosa di te Jared, voi siete i migliori figli che una madre possa desiderare... vi è stato già tolto tanto non privatevi anche dei sogni» Jared sorrise e, stringendola, baciò le mani intrecciate alle sue. ***20 agosto 1969 Il
ragazzo si
mise la testa tra le mani poi ,guardandola fisso negli occhi, le disse
«..e
chi mi dice che il bambino sia davvero mio?»
Constance con gli occhi pieni di lacrime scosse la testa
incredula, «c--come puoi
dirmi una cosa del genere?»
Tony
abbassò lo sguardo e alzandosi le si avvicinò
«mi dispace
piccola.. io non so più cosa sto dicendo»
la ragazza in un
primo momento non ricambiò l'abbraccio « scusami»
ripetè
il ragazzo stringendola forte «ho paura..»
rispose lei con un filo di
voce.
Il ragazzo rimase in silenzio poi baciandole la testa disse «anche io ..ma andrà tutto bene» la ragazza si lasciò andare nell'abbraccio incurante che si stesse sporcando il vestito di grasso «la prima cosa da fare è dirlo ai tuoi» Constance si irrigidiì ma il ragazzo continuò «tuo padre mi ucciderà..minimo». Entrambi rimasero in silenzio poi scoppiarono a ridere, non una risata serena, una risata stanca e incerta «siamo davvero nella merda piccola...» e dopo aver ripreso fiato aggiunse «scusa il francesismo» Constance guardò i suoi occhi azzurri e ridacchiò.Con lui vicino nulla sembrava impossibile. 22 novembre 1989 Constance
uscì dalla sua stanza e
Jared riaprì l'album. I suoi ricordi di Tony erano sbiaditi
e
confusi. Ricordava il volto del padre che chianadosi lo accarezzava e
gli diceva che sarebbe tornato presto. Lo ricordava nel
giardino a sistemare una delle loro biciclette, i capelli legati in un
codino e il sorriso quando lo prendeva in braccio. Ricordava anche i
litigi. Ricordava di guardare attraverso la fessura della porta la
madre seduta in cucina, avvolta nella sua vestaglia azzurra che al
buio,
piangendo, aspettava che l'uomo tornasse a casa, salvo poi
fare finta di essere a letto da ore quando
sentiva il furgone
parcheggiare.
Accarezzò
il volto disegnato e si chiese perchè. Aveva
passato la sua adolescenza a cercare di cancellare il ricordo di
quest'uomo eppure sapeva che per risolvere i suoi problemi aveva
bisogno di risposte. Risposte a domande che non aveva coraggio di
porgere. Spostò la sua attenzione di nuovo ai libri e si
soffermò su "Mr.
and Mrs. Bo Jo Jones" l'aveva letto per un compito a
scuola e
parlava di una coppia di teenager costretta a sposarsi
dopo che la ragazza rimane incinta. Ironia della sorte
pensò.
Lo prese e notò che all'interno del libro c'erano delle foto. Erano in bianco e nero e ritravano i suoi genitori. Constance e Tony sorridevano, stretti in un abbraccio su un prato fiorito. Girò la foto e notò che c'era un messaggio quasi totalmente sbiadito dal tempo, lo piegò per cercare di leggere il contenuto,alcune parole erano state rubate dal tempo. 'Sei tu la p..te migliore di me
stesso,
il limpido sp...hio dei miei occhi, il profon.... el cuore, il nutrimento, la fortuna, l’ogge...to di og..i ..ia speranza, il so.o cielo della mia terra, il paradiso cui aspiro.' T. B. ti amo ogni giorno di più. C'era stato
un tempo in cui si erano amati sul serio. Rigirò la foto e
fissò il volto di Tony «perchè ci hai
abbandonato?» sussurrò alla vecchia e
spiegazzata fotografia.
***7 ottobre 1969 Tony spostò la sedia
e fece accomodare Constance «non era necessario
andare a cena fuori»
disse la ragazza mentre l'altro prendeva posto difronte a lei. Il
ragazzo scosse la testa 'no' e sporgendosi posò la mano sul
pancione ricoperto dal semplice completo bianco della compagna.
«Come farai a pagarlo?» continuò
preoccupata la ragazza mentre si guardava intorno. Non era il Ritz ma
nemmeno un fast food.. in più Tony aveva prenotato un tavolo
abbastanza appartato che si affacciava sul giardino interno del
ristorante. «Non ti preoccupare» le disse sorridendo
prima di venire interrotto dalla cameriera.
Mangiarono parlando del futuro e della giornata appena trascorsa, Constance non riuscì a trattenere le lacrime quando una cameriera posò sul tavolo una piccola torta. I loro nomi scritti in cioccolato a decorare la candida distesa di panna. Era semplice eppure per la ragazza era la torta più bella che avesse mai visto in vita sua. Tony le si avvicinò «pensi che possa sentirmi?» le chiese indicando il pancione, Constance distolse lo sguardo dal dolce «..dicono di si » il ragazzo riguardò il pancione « ehi piccolo!» per un attimo non aggiunse altro, si limitò solo ad accarezzarlo poi parlò «..avresti dovuto vedere la mamma com'era bella oggi». Constance arrossì e nascose il volto contro il collo dell'altro «...smettila» bisbigliò intimidita, Tony le passò le mani tra i lunghi capelli biondi e disse dolcemente «la più bella sposa che un uomo possa desiderare...signora Bryant» circondandole il volto con le sue forti mani la baciò teneramente poi, rimanendo a pochi millimetri dalle sue labbra, le sussurrò «prometto che un giorno avrai il matrimonio dei tuoi sogni». La ragazza si strinse contro quello che da poche ore era suo marito e scosse la testa «ho avuto tutto quello che volevo» l'altro si limitò a guardarla prima di darle un altro bacio e tagliare la torta insieme. 22 novembre 1989 Jared si alzò, prendendo la foto e l'album uscì dalla stanza, era ora di fare qualche domanda. tbc
A/N:
--------------------------------------------------------------------------------------------------i. Jared dopo il diploma alla Emerson Preparatory School nel 1989 si è iscritto alla University of the Arts di philadelphia. ii. nel 1989 il ringraziamento (Thanksgiving Day) venne festeggiato il 23 novembre. iii. non ho la certezza assoluta che il nonno di Jared si chiami Edmond, mentre credo tutti voi sappiate chi sia nonna Ruby, se no... qui. iv. il messaggio dietro la fotografia è di William Shakespeare. ------------------------------
maddi, speriamo tu non sia l'unica xD |