19/06/2015
0 recensionia, perchè la fa sentire libera.
Balla, perchè il mondo le sembra una gabbia.
Ama, perchè è quello che sai fare meglio, anche se ancora non lo sai.
Balla, perchè il mondo le sembra una gabbia.
Ama, perchè è quello che sai fare meglio, anche se ancora non lo sai.
Balla e ama.
Capitolo 3
Volevo prendere un po’ di aria, e invece me lo ritrovo anche in mezzo alla strada!
Per la rabbia, mi diressi in sala ballo, attaccai il telefono, sciolsi i capelli e iniziai a ballare.
Il ballo mi rilassa, mi fa stancare e scaricare la rabbia e la tensione.
Sulle note di Ghost-town di Madonna, ballai e appena la canzone finì, mi distesi a terra.
Il sudore cadeva dal mio volto, scendendo fino alla punta delle mie orecchie.
Il petto si alzava e si abbassava velocemente, segno dell’affanno e del ballo ritmato e veloce.
Come se stessi scappando da qualcuno, ma in realtà sto scappando dai miei pensieri.
Chiusi gli occhi per qualche minuto, cercando di mutare qualsiasi rumore, ma sentivo lo sguardo di qualcuno addosso, così appena aprii gli occhi vidi la testa di qualcuno osservarmi.
“Chi sei?” dissi alzandomi da terra, sistemandomi i capelli.
“Sono J-Hope, dei BTS” disse presentandosi.
“Era una domanda retorica” dissi prendendo il mio telefono dallo stereo.
“Ti ho visto ballare” disse sorridente.
“Vedo che avete tutti lo stesso vizio” dico irritata.
“Quale?”
“Spiare la gente” dissi a braccia conserte.
“Oh” disse dispiaciuto. Lo vidi con la coda dell’occhio aggiustarsi il cappuccio della giacca sui capelli, mani in tasca e sguardo fisso su di me.
“Mi alleni?” mi chiese di punto in bianco. Mi fermai e lo guardai.
“Come?” chiesi con le mani sui fianchi scoperti.
“Aiutami a migliorare nel ballo” mi disse dondolandosi sui piedi.
“Ma se sai ballare benissimo!”
“Non è vero” mi disse un po’ imbarazzato.
“Perché non chiedi ai tuoi compagni? C’è un ragazzo molto bravo tra di voi” dissi camminando verso la porta.
“Jungkook dici? Sono troppo timido per chiederlo, e poi mi imbarazzerei troppo” mi disse fiondandosi davanti alla porta e bloccandomi la via di uscita.
Sbuffai e lo guardai di nuovo: i suoi occhi mi supplicavano e il suo sorriso chiedeva un aiuto.
“E va bene” dissi alzando le mani al cielo.
“Nessuno deve saperlo però!” mi disse subito felice e sorridente.
“Vieni, iniziamo lo stretching” dissi avvicinandomi allo specchio.
Si tolse la giacca restando solo con la maglia nera che aveva addosso e i pantaloncini corti.
Iniziai a fargli riscaldare le spalle, le gambe, tutto il corpo insomma, per non avere poi dolori dopo.
“1, 2 e 3 via!” dissi iniziando a ballare la loro canzone. Il ragazzo non era male, il problema era che non credeva in sé.
“Balla da solo, libero” dissi appoggiandomi stremata allo specchio. Iniziò a muoversi, a ballare.
“Sei bravissimo, non vedo il bisogno del mio insegnamento” dissi sorseggiando l’acqua.
“Tra poco inizieremo di nuovo i live e dobbiamo essere perfetti” mi disse portandosi i capelli indietro.
“AH, il manager ha visto come ci alleni”
“Ecco da chi avete imparato a spiare” dissi sorridendogli.
“Vuole che tu ci segua sia nei live che quando dobbiamo allenarci” disse bevendo.
“Stai scherzando vero?” dissi più che sorpresa. Scosse la testa in un no.
“Non posso” dissi subito allontanandomi.
“Tanto verrà a parlarti il manager. Ci vediamo domani mattina” disse svignandosela.
Maledizione, ci mancava solo questa! Se volevo evitare Jimin, grazie a questo ora non posso! Speriamo bene.
“Jenny!”
“Oooooh! Ho capito Satana!” dissi verso mia madre mangiando una fetta biscottata e andando via da casa.
“Sei in ritardo” mi disse il manager fissandomi.
“Sì, lo so, lo so!” dissi togliendomi la giacca e rimanendo in pantaloncini e maglia.
“Perché continuate a guardarmi? Iniziate a ballare!” dissi verso i sette che continuavano a guardarmi. Jimin mentre continuava a ballare con gli altri, aveva sempre gli occhi su di me.
“J-Hope muovi quel bacino, maledizione!” dissi girando attorno a loro mentre ballavano.
“La maglia!” dissi per spronarli. Il passo era chiaro: alzare la maglia e continuare a ruotare il corpo, perché non lo capiscono?
“Fermi!” dissi stoppando la musica e fermandoli.
“Tu come ti chiami?” dissi verso un ragazzo dai capelli biondi.
“RapMonster” disse impaurito.
“Cosa non hai capito del passo? Non è poi così difficile! J-Hope fallo vedere” dissi.
Sapevo che Jimin che era al primo posto nella coreografia in quel punto, amava mettere in mostra il suo corpo, per questo l’ho fatto fare ad un altro.
Infatti mi guardò malissimo, ma chi se ne frega!
“OK! Meglio però” dissi indicandolo. Rimisi la canzone e ripartirono. Dopo quasi un’ora di ballo senza sosta, feci fare una pausa ai ragazzi.
“Scusa” mi sentii chiamare da dietro. Mi voltai e vidi un Jimin completamente bagnato.
“Che vuoi?” dissi dura.
“Dobbiamo continuare così?” mi chiese a braccia conserte, mostrando i suoi muscoli delle braccia.
“Ritorna da dove sei venuto” dissi voltandomi e vedendo il loro manager chiamarmi. Mi diressi verso di lui.
“Jenny, mia cara. Vedo che stai facendo un bel lavoro. Perché non vieni con noi? Nel senso, diventi una specie di tutor di ballo?” mi chiese sorridente, l’uomo
dagli occhi a mandorla un po’ troppo cicciotto.
“Non posso” dissi subito, voltandomi e ritornando nella sala.
“Ti prego, Jenny!” mi disse seguendomi. Mi fermai appena vidi i sette ragazzi guardarmi come se fossi la loro unica soluzione.
“Non guardatemi così” dissi con voce rotta. Jimin continuava a fissarmi intensamente, mentre si morse un labbro dalla troppa tensione in quella sala. Che sto per fare…
“Va bene! Contenti?” dissi verso di loro. Saltarono tutti dalla gioia venendomi ad abbracciarmi in gruppo, tranne Jimin che rimase distante da me guardandomi con un sorrisetto felice.
“Potete staccarvi? Grazie” dissi prima di soffocare. Sospirai appena tutti si staccarono da me, uscendo poi insieme al manager. Credevo di essere rimasta da sola ma appena mi voltai, mi ritrovai Jimin attaccato a me.
“Che fai? Togliti subito!” dissi portando le mani sul suo petto muscoloso e sudato.
“Per niente” disse prendendomi i fianchi e spingendoli contro di lui. Avevamo entrambi i muscoli contratti, come se stessimo per combattere.
“Non possiamo” dissi con un filo di voce, appena iniziò ad avvicinarsi al mio collo e a baciarlo lentamente e delicatamente. Gemetti spostando la testa
all’indietro. Questo ragazzo ha un brutto effetto su di me.
“Dio, Jimin!” dissi cercando di allontanarlo.
“Smettila di agitarti! Se ne sono andati tutti” mi disse salendo con il volto sul mio collo, portandosi difronte a me. Sorride. Lui sorride.
“Dovrei toglierti quel sorriso a suon di passi” dissi furiosa.
“Non ce la faresti. Il mio corpo è troppo per te” disse divertito.
“Certo. Il tuo…il mio no, vero? Mi stai attaccato peggio delle sanguisughe!” dissi cercando di staccarmi.
“Allora non hai capito” mi disse in tono sexy, spingendomi ancora di più contro il suo corpo. Dio mio, l’ammazzerò se continua così. Portò la sua mano sul mio sedere.
“Leva subito quella mano” dissi secca.
“Amo troppo il tuo lato b” disse mordendosi il labbro.
“La smetti?” dissi sconvolta. Riusciva a mandarmi in tilt solo mordendosi il labbro, miseriaccia!
“Di?” chiese beffardo.
“Stronzo” sibilai prima di buttarmi sulle sue labbra perfette.
ANGOLO SCRITTRICE: Gentee----- spero vi piaccia la storia! Mi avete scritto nel capitolo precedente di continuare ed eccolo il capitolo! Spero recensiate :D
Jimin
