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Autore: Baka_Empire    19/06/2015    1 recensioni
Sono passati ormai 5 mesi dal loro ritorno dal futuro.
5 mesi in cui hanno vissuto felicemente come amici e compagni di avventure.
5 mesi in cui le relazioni all’ interno della Famiglia sono cambiate diventando più solide e durature.
5 mesi per riprendersi dalle lotte intraprese contro Byakuran e i Millefiore.
5 mesi in cui erano consapevoli di aver cambiato il futuro proteggendo così tutte le persone a loro care.
Ma se Byakuran non fosse l' unico a voler distruggere la Famiglia Vongola?
Se ci fossero altri disposti a tutto per il potere assoluto?
Riuscirà la Famiglia del Decimo a sconfiggere questa oscura minaccia? Sapranno affrontarla?
(Questa storia si svolge dopo l’anime.
In questa storia Lambo e I-pin non sono bambini ma normali studenti di 1 media, nonostante questo manterranno lo stesso carattere che avevano nell’ anime)
Ho ripreso questa storia che avevo interrotto, adesso sono pronto per riprenderlo :)
Genere: Avventura, Azione, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo Personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Il ragazzo dopo aver fermato l’azione, che di certo sarebbe trasformata in uno spargimento di sangue, da parte dei suoi Guardiani rimase fermo in mezzo all’aula come se volesse richiamare a sé i propri pensieri.
Nel silenzio generale.
Visto che tutti attendevano con trepida attesa una sua decisone.
Un suo ordine.
Nessuno fiatava e nessuno voleva rompere quella strana bolla di silenzio creatosi perciò attendevano un suo movimento, ma non sapevano che il Vongola non guardava nessuno in particolare come se fosse un telespettatore esterno che guardava la sua serie tv preferita, fissava un punto imprecisato dalla finestra come se volesse volare fuori dalla finestra e andare via da tutti quei problemi che lo assalivano.
Voleva scappare da questi problemi.
Voleva andare via.
Scappare dalle sue responsabilità.
Voleva comportarsi come un ragazzo delle medie e divertirsi con i suoi amici.
Ma non poteva.
Non sarebbe scappato come faceva sempre, avrebbe affrontato tutto e tutti per proteggere i suoi amici, la sua Famiglia, e nessuno glielo avrebbe impedito.
Dopotutto, aveva imparato dal futuro che doveva essere più responsabile e non sarebbe stato da solo, aveva degli amici sinceri di cui si poteva fidare.
Tornando a sé decise di risolvere alla svelta questa conversazione inutile e dettata dalla gelosia, perché lo sapeva che tutta le offese, le critiche varie e la sceneggiata iniziale era dovuto alle sue emozioni rivolte contro di lui; aveva delle cose più importanti da fare piuttosto che pensare alle emozioni di un ragazzo che non gli era mai stato poi tanto simpatico.
Sempre con la stessa calma si rivolse alla persona che gli era di fronte, che nel frattempo, si era alzata per poter affrontare meglio i due Guardiani, siccome sembravano sul punto di scagliarsi contro, per via delle sue precedenti parole e erano avanzati minacciosi e con la rabbia ben impressi nei loro occhi per via delle sue offese.
Con un sospiro carico di stanchezza per quella situazione assurda disse – sai Mochida... – prendendosi una pausa guardò fuori dalla finestra vedendone il cielo azzurro sorrise, pensando amaramente di come la situazione stesse degenerando nonostante il bel tempo fuori dalla finestra, per poi ritornare serio - ... io so benissimo che tu mi odi.
Da come reagì, Tsuna sorrise brevemente vedendo chiaramente, grazie al suo istinto ereditato dai suoi predecessori Vongola, di come quella sua affermazione lo abbia al tempo scosso e stupito.
Mentre faceva questa sua considerazione, nessuno fiatò e nessuno disse niente, tranne i suoi Guardiani che si erano irrigiditi e avevano serrato la mascella per la rabbia e lo stupore per via di quell’affermazione, mentre Mochida a quelle parole rimase impassibile.
Per gli altri sembrava impassibile, infatti, non muoveva un muscolo ne cambiava espressione ma il giovane Boss vedeva chiaramente di come lo spadaccino fosse nervoso, forse non voleva che Kyoko lo odiasse per la considerazione detta, e di come cerca faticosamente di pensare a qualcosa da poter ribattere alla sua frase detta in modo così diretto e semplice al tempo stesso.
Con un leggero sorriso canzonatorio, continuò -Probabilmente ti chiederai come faccio a saperlo ma sta tranquillo non me l’ha detto nessun dei tuoi amici quindi non incolparli per niente, ma l’ho capito da me un giorno...
-Ipotizziamo che quello che tu stia dicendo sia vero, quando è successo, sono proprio curioso... – ma non riuscì a finire la frase che Tsuna disse – è stato un saluto, un semplice e quasi innocente saluto.
-Un saluto? - chiese incredulo.
-Già, me lo ricordo ancora, stavamo uscendo dalla scuola quando tu passasti per caso e Kyoko per gentilezza ti salutò.
Tu risposi al saluto ma prima di andartene mi guardasti, in modo tale da farmi capire quello che tu pensi di me. - lo disse con una tale sicurezza nella voce e nello sguardo che tutti i presenti che ascoltavano questa assurda conversazione non fecero altro che crederci.
-Lo sapevo, stai impazzendo – disse con finta apprensione e con un sorriso forzato– comunque non significa niente e scusa come ti stavo guardando?
Ignorandolo continuò vedendo chiaramente che fosse in difficoltà -Significa tutto invece, con quel semplice sguardo carico di risentimento e rabbia ho capito subito che tu oltre ad avercela ancora con me per aver perso la sfida che tu mi hai lanciato tanto tempo addietro, - lanciandogli un sorrisetto di derisione - ti senti invidioso della presenza di Kyoko nel mio gruppo oppure ti disturba il fatto che sta’ vicino a me?
A quella domande Mochida non seppe come rispondere mentre tutti attendevano una sua replica.
-Per me? – chiese Kyoko perplessa da quella affermazione, durante quello scambio di battute non aveva fatto altro che ascoltare ed era stupefatta dall’ affermazione da parte di Tsuna, non si era mai accorta che ci fosse una “faida” del genere tra i due ragazzi e questo per colpa sua!
Ma nessuno dei due sembrava considerarla impegnati come erano a studiarsi a vicenda nel vano tentativo di capire i pensieri dell’altro.
-Penso che tu sappia e capisca quello che ti ho detto e visto che tu non mi sopporti c’è una ragione in più per non dirti niente. -terminò, consapevole delle espressioni incredule dei suoi compagni di classe.
Fu chiaro a tutti a quel punto, a parte la diretta interessata, quale fosse il nocciolo di quella strana conversazione tra i due: stavano discutendo per le attenzioni di una ragazza! Che altri non era che Kyoko!
Quando arrivarono a questa conclusione molti erano stupefatti, altri increduli, altri ancora avevano già intuito da tempo questa cosa, ma tutti sia maschi che femmine furono d’accordo su una cosa: Sawada Tsunayoshi e Kensuke Mochida sembravano stessero marcando il territorio, notarono anche che l’unico consapevole era solo Mochida mentre Sawada sembrava solo più protettivo, più del solito.
Mentre i vari componenti della classe arrivavano ognuno a questa conclusione la conversazione dei due continuava lo stesso. 
-Ah sì? – disse Mochida anche se non credeva molto alle sue parole – ipotizziamo che quello che diciamo sia vero cosa ma cosa c’entra sul fatto che tu non puoi dirci cosa sia la Famiglia Vongola? – chiese nervoso e irritato a tutti quei giri di parole inutili e soprattutto ansioso di spostare la questione su un altro argomento visto che quello precedente si era fatto un po’ scottante per i suoi gusti.
-Non credo proprio che tu voglia sapere questa risposta, e immagino che tu sappia che non ti dirò niente. Arrivederci. – concluse la conversazione troncando così le repliche di chiunque.
-Aspetta Sawada io non ho ancora finito! – gli urlò dietro, ma quest’ultimo non si prese nemmeno la briga di rispondere visto che si era incamminato verso la porta senza degnarlo di un’ulteriore sguardo.
Cercando di fermarlo gli chiese quasi con ansia – se quello che mi dici è vero, perchè ti porti dietro Kyoko?
A questa domanda invece il Decimo Boss della Famiglia Vongola si fermò e svoltandosi affermò – capisco la tua preoccupazione e se fosse stato per me non avrebbe mai avuto mai conosciuto questo ma... Purtroppo è andata diversamente. Se è per farti sentire meglio la proteggerò anche a rischio della mia vita. -
A quelle parole Kyoko si sentì felice come non aveva mai provato prima e le pulsazioni del suo cuore presero a battere furiosamente nella sua cassa toracica per via della dolcezza e della sicurezza di quelle parole dette con uno sguardo così sicuro, conosceva quello sguardo lo aveva visto molto spesso nel futuro mentre combatteva o semplicemente sosteneva gli altri, sapeva che avrebbe mantenuto fedelmente quelle sue parole.
“Grazie Tsu-chan...” disse col pensiero, con un sorriso che man mano si allarga sul suo viso, e la sua felicità non accennava a diminuire per via delle parole dette dal moro “cosa mi stà succedendo? Perchè mi sento così felice a quelle parole?” si chiese perplessa da queste sue nuovi emozioni.
Intanto mentre pensava e cercava di capire queste sue nuove emozioni sentì, la replica del leader del club del kendo– no, non mi consola affatto non hai paura che Kyoko potrebbe farsi del male da quanto di quel poco che mi stai dicendo, e per inciso non si è capito nulla?
-Io non ti sto’ dicendo proprio niente, sei tu che prendi tutte queste supposizioni e io non ti ho dato nessuna conferma – ribattè il Vongola.
-Allora dammela te questa cazzo di conferma! – quasi urlò Mochida per la frustrazione di queste risposte troppo ambigue da riuscire a confonderlo.
Con un sospiro, sembrava stanco come se credesse fosse ovvio la sua risposta, il Vongola infatti disse con una voce decisamente stanca – Kyoko ha scelto questo e nonostante io sia riluttante che venga con noi è una sua scelta che io non posso fare altro che accettare visto che è la sua decisione e questo dovrebbe valere anche per te mio caro spadaccino.
-Umpf… Non mi hai risposto Sawada.
-Se non hai capito cosa ti volevo dire con questa frase allora lascia stare. – replicò quasi arrabbiato – ho altre cose da fare piuttosto che spiegarti l’abc delle parole.
Fece andare avanti Kyoko che nel frattempo si era avvicinata e la seguì a ruota vedendo che i suoi amici erano davanti all’ uscita pronti e impazienti di sapere il motivo di quella misteriosa chiamata ma anche ansiosi di lasciare la classe dove il clima era diventato troppo soffocante per i loro gusti.
Sembrava che sarebbero riusciti finalmente ad uscire da quella maledetta aula però…
Non riuscirono neanche a fare un passo perché il loro leader venne colpito da un pugno e per colpa di quel gesto subito alle spalle e all’ improvviso lo fece quasi cadere per terra ma all’ ultimo minuto riuscì a stare stranamente in piedi ma con si vedeva un rivolo di sangue scendere dalla sua bocca.
Era stato Mochida.
Lo stava guardando dall’ alto in basso ridendo dalla soddisfazione ancora con la mano destra alzata incurante delle possibili reazioni dei suoi amici inoltre dal suo sguardo non sembrava affatto pentito.
   
 
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