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Autore: Julia_Phantomhive    19/06/2015    0 recensioni
[A week of KageHina]
Sesto giorno 19/06/15 - Wander
Ogni sera Kageyama gira intorno a casa di Hinata.
Sembra perso, agitato, vaga senza un motivo o una meta, non guarda mai nella direzione della sua finestra, ben sapendo quale fosse, e non ha mai suonato al campanello, mai urlato il suo nome e nemmeno cercato di chiamarlo.
Il rosso pensa che allora non è lui che vuole incontrare, s'ingelosisce e litiga con il ragazzo. Perché è così sulle difensive? Che cosa gli nasconde? La settima sera, il piccoletto si stanca dell'insicurezza di Kageyama e lo affronta senza esitazione.
Genere: Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Shouyou Hinata, Tobio Kageyama
Note: Nonsense, OOC | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'A week of KageHina'
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Serate sospette
 
Titolo: Serate sospette
Autrice: Julia Phantomhive
Evento: A week of KageHina (indetto su Tumblr @aweekofkagehina)
Prompt scelto: Wander

Una sera, affacciandomi sulla finestra lo vedevo.
"Che cosa fa lì impalato?"
Quella era la prima sera di sette giorni consecutivi.

Ancora non sapevo cosa pensasse, ma dovevo capirlo dopo il terzo giorno.
"Perché mai dovrebbe girare in tarda sera da solo? Senza un valido motivo. Senza dirmi niente. E' poi quando cammina sembra indifeso e perso. Che cosa cerca quel Bakageyama..." mi riposavo e lo guardavo alzare una palla dopo l'altra a Tanaka-sempai e Tsukishima. "No. Non lo capisco proprio."
- C'è qualcosa che ti preoccupa, Hinata? - mi chiedeva Suga-sempai, unendosi a me a riposare - Hai tutte quelle rughe sulla fronte, sono rare le volte che ti vedo arrabbiato o preoccupato. Quali delle due? -
Non sapevo se dovevo rivelarglielo, ma Suga-sempai mi aveva sempre dato buoni consigli e poi era rassicurante e comprensivo, al contrario della persona in questione.
- Nulla di importante. -
- Hai litigato con Kageyama di nuovo? -
- Perché? -
- Perché lo fissi continuamente con quello sguardo truce. - ridacchiava come se non fosse nulla - Se non vi sbrigate a fare pace, Daichi si arrabbierà! E voi non volete che accada, vero? -
Mi rannicchiavo e tenevo strette le mie ginocchia al petto. - Non abbiamo litigato. E' solo che lui non mi dice nulla. -
Lo vedevo sorpreso. - Lo sai che Kageyama è un tipo riservato. -
Scuotevo impercettibilmente la testa. - Non è quello - serravo le labbra in un sorriso amaro - Ogni sera vaga davanti a casa mia, come se non sapesse dove sia casa mia e cercasse qualcos'altro... o qualcun altro. Come se aspettasse qualcuno di importante, ma non sono io. Me lo avrebbe detto. Ieri era la terza sera. La mattina dopo la prima volta quando gliel'ho accennato vagamente, faceva finta di nulla. Ieri mattina non ho chiesto nulla perché mi aspettavo che si facesse avanti lui, ma nulla. E stamattina neanche. - quando osservavo l'espressione di Suga-sempai mi sorprendevo. L'albino sorrideva.
"Kageyama si è confidato con lui e non con me-!"
Si alzava e mi incoreggiava a ricominciare l'allenamento. Provavo a dimenticare per il momento la questione e correvo verso Kageyama urlando di alzarmi la palla, come se nulla fosse successo.

Al quinto giorno gliel'avevo chiesto direttamente, ma Kageyama faceva ancora finta di nulla e per questo ci eravamo messi a discutere, finendo con una litigata furiosa. - Bakageyama, non avvicinarti più a me! -
- Idiota di un Hinata, se ti dico che non ne so niente, sarà così! -
- Non è vero, ti ho visto ogni sera da lunedì. Non mentirmi!! Lasciami in pace! - e me ne andavo, ma mi fermava prendendomi per il polso - Che cosa vuoi? Cerchi rogne? -
Schioccava la lingua e rivolgeva lo sguardo dall'altra parte, come se fosse impotente. Voleva mantenere il segreto ad ogni costo. Questo mi faceva capire molte cose.
Non potevo fidarmi di lui. Solo in campo mi potevo fidare di lui e delle sue abilità, ma fuori dal campo, dalla palestra e tutti quei posti che non riguardavano la pallavolo, non potevo più. Non ce la facevo a sopportare questa sfiducia da parte sua. Perché io invece dovevo?
"Invece di quell'espressione ferita e impotente, dimmi la verità. Kageyama." Dopo qualche secondo, mi lasciava andare e mi dirigevo in classe. "Non so cosa pensa e questo mi fa arrabbiare."

La mattina del settimo giorno, domenica, non avevamo gli allenamenti e per questo restavo a casa a giocare con Natsu. La giornata era passata in fretta e quando il sole era calato, vedevo Kageyama vagare di nuovo intorno per il quartiere.
- Cosa mi nascondi, Kageyama? - bisbigliavo accigliato tra me e me.
Natsu prorompeva in camera mia e urlava: - Che cosa fai fratellone? - si affacciava anche lei alla finestra e quando lo individuava, lo chiamava - C'è Tobio-nii-chan!! Toooobio!! -
Non si era accorto minimamente di noi. Forse non era veramente Kageyama... No. Era lui. Quello sguardo, quel fisico, quell'atteggiamento sempre arrabbiato con il mondo. Toccava a me chiamarlo: - Kageyaaaama-san. Pensavo di avertelo detto di lasciarmi in pace. - con tono monotono, questa volta si girava e mi guardava scioccato - Kageyaaaama-kun, che cosa ci fai qui? -
Mi accorgevo solo adesso che aveva una busta tra le mani. Tutto agitato, scappava.
E no. Ora mi aveva stufato. - Natsu, esco un attimo, non dirlo alla mamma. Torno subito. -
Lo raggiungevo e gli saltavo addosso.
Sapeva che ero io e mi aveva preso tra le sue braccia, così che non rischiassi di farmi male. La busta era caduta a terra, era piccoletta. Mi adagiava a terra e non mi guardava dritto negli occhi.
Gli prendevo le guancie e gliele pizzicavo, le allungavo e ci giocavo, costringendolo a rispondere ai miei dispetti. Perseverava, quando finalmente con una mano interrompeva il contatto violentemente e vuotava il sacco: - M-mi dispiace Hinata. -
- Per chi è quella? -
Gli tremava la voce: - Per te. - era così bassa che pensavo di aver sognato.
- Scusa? - l'attimo dopo, mi abbracciava - P-perché?! -
- Una settimana fa, volevo dartela, ma non ho avuto mai il coraggio. -
- Bakageyama!! Vagavi così per il quartiere per me? Hai passato tutte quelle sere solo per darmi quella busta? Non potevi darmela a scuola!! - scuoteva la testa ancora più rosso - Perché sembravi senza meta? Non sembrava che volessi me o volessi minimamente suonare il campanello di casa mia, quindi ero preoccupato per te! Hai passato tutte quelle sere come se fossi abbandonato a te stesso e io ero lì vicino che ti vedevo e non potevo fare niente perché pensavo che non ero io quello che cercavi! - tremava tanto e così ricambiavo l'abbraccio - Ho capito, Kageyama. Scusami se ho urlato. Ehi... ora posso avere questo regalo? -
Scioglieva l'abbraccio e raccoglieva la bustina. - Tieni. Se non ti piace puoi pure buttarli. -
- Non lo farei mai, Tobio. -
L'aprivo ed erano un paio di polsini neri. Sembravano normali, quando ne prendeva uno e lo rigirava dall'interno. Leggevo incredulo quelle parole:

 
Vagavo per il mondo per trovare qualcuno che mi capisse.
E poi ti ho incontrato, Shoyo. Grazie per essere il mio partner.

- Sei inaspettatamente un romanticone, Tobio. -
- Non dire sciocchezze, Shoyo. - nascondeva l'imbarazzo con una mano sul viso, ma non glielo permettevo e gli tiravo la maglietta. Prendendolo di sorpresa, lo baciavo - Così siamo pari. Grazie - rimanevamo abbracciati, innocentemente - Sarò sempre il tuo partner, se lo vorrai, quindi la prossima volta non ci mettere tanto per donarmi un regalo. Bakageyama -.
Ci scambiavamo un sorriso timido e annuiva più rosso che mai.

 
  
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