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Autore: Little_Lotte    20/06/2015    10 recensioni
"Credevo che essere un Cavaliere di Athena fosse la cosa più complicata di questo mondo, ma mi sbagliavo: essere una persona normale, probabilmente lo è ancora di più."
[ In tempo di pace, anche i Cavalieri di Athena hanno tutto il diritto di vivere una "vita normale".
Fra amori incompresi, segreti e bugie,partenze improvvise e intramontabili amicizie, saranno in grado di vivere come semplici ragazzini? ]
Genere: Angst, Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai | Personaggi: Andromeda Shun, Cygnus Hyoga, Pegasus Seiya, Phoenix Ikki, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Ritorno a Casa'
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NOTE PRIMA DELLA LETTURA: Onde evitare confusione, vi anticipo che TUTTI gli eventi narrati in questo capitolo avvengono in contemporanea, nello stesso arco temporale. Buona lettura :)
 




I giorni trascorsero in fretta e Hyoga, finalmente rimessosi in sesto, diventò ben presto un membro ufficiale e di fondamentale importanza di quella splendida e chiassosa famiglia che lo aveva tanto premurosamente accolto.

Si sentì da subito parte integrante di quel delizioso quadretto, come se vi facesse parte praticamente da sempre, ed imparò in fretta a conoscere - e amare – ogni suo singolo membro: Dimitri non era così diverso da come gli era sembrato sin dal loro primo incontro, il suo entusiasmo era a dir poco contagioso e Hyoga non aveva potuto fare a meno di affezionarglisi profondamente, ritrovandosi a guardare a lui con gli stessi occhi adoranti di un fratello maggiore; Anja, oltre ad essere un'ottima padrona di casa, si rivelò soprattutto una donna vivace, dal carattere deciso ed impulsivo, a volte persino un po' troppo impetuoso (come dimostrarono più volte le sue continue “esplosioni” nei confronti dei propri familiari); Boris, infine, era un uomo calmo e pacato – forse troppo, pensava Hyoga, ma in un certo senso quel suo modo di fare così placido riusciva a trasmettergli un profondo senso di pace e sicurezza - , un padre premuroso e l'uomo perfetto per una donna tosta e frizzante come Anja.

I due erano una coppia decisamente passionale: trascorrevano buona parte del loro tempo a litigare, Anja non permetteva mai a Boris di avere l'ultima parola ed ogni loro discussione nasceva praticamente dal niente, ogni scusa era buona per mettersi a discutere e alzare la voce; tuttavia, era fin troppo chiaro quanto profondamente si amassero e quanto fossero importanti l'uno per l'altra, era sufficiente osservare il modo in cui si guardavano per capirlo.

Hyoga si ritrovò a pensare più di una volta a quanto sarebbe stato felice di incontrare, un giorno, qualcuno che lo guardasse nello stesso modo in cui erano soliti fare Anja e Boris.

L'atmosfera familiare era esattamente ciò di cui il ragazzo aveva bisogno per ritrovare le proprie energie; nonostante l'amnesia, Hyoga sentiva di avere del tutto recuperato le proprie forze e persino il suo stato d'animo, inizialmente così cupo e malinconico, era nettamente migliorato: il giovane si sentiva sereno, pretetto e al sicuro, lontano da qualunque forma di dubbio o preoccupazione.

Più di ogni altra cosa, si sentiva amato.

Una sensazione che mai prima di allora credeva di aver davvero sperimentato sulla propria pelle.

<< Allora, vi siete lavati le mani? La cena sta per essere servita! >>

Hyoga e Dimitri, già seduti ai rispettivi posti intorno alla tavola, scattarono sull'attenti e iniziarono a guardare Anja con espressione famelica, quasi fossero sul punto di saltarle addosso e divorare anche lei, assieme alla portata principale. La donna sorrise ampiamente e con fierezza, sembrava particolarmente fiera del piatto che aveva preparato.

<< Spero che abbiate fame! >> esclamò briosamente << Questi pirozhki*sono ancora caldi e non si mangeranno certo da soli! >>

Boris la fissò dubbiosamente, storcendo appena appena il naso.

<< Anja, te l'avevo detto che avevi steso troppa pasta. >> commentò << Ne sono usciti fuori troppi, non riusciremo mai a finirli tutti! >>

Anja lo guardò di traverso, rispondendo alla sua smorfia con un'altra, ancora più irritata.

<< Ne ho preparati apposta così tanti, sono per i ragazzi. >> gli rispose << Dimitri ha bisogno di crescere e Vlad non è ancora nel pieno delle sue forze, hanno bisogno di nutrimento! >>

<< Sì, ma in questo modo rischiamo di fargli venire un'indigestione. Per l'amor del cielo, Anja, non hai davvero il senso della misura! >>

<< E tu sì, invece? E' forse questo che volevi dire, Boris? Ci risiamo, ogni volta che decido di cucinare qualcosa di diverso, ecco che subito lui incomincia a... >>

Hyoga e Dimitri si scambiarono uno sguardo divertito, sogghignando sotto i baffi.

<< Andranno avanti ancora per molto, non è vero? >> domandò il più grande, osservando di sottecchi i due coniugi, in quel momento impegnati in un'accesissima discussione.

Dimitri fece spallucce: << Penso proprio di sì. Possiamo andare fuori a giocare, Vlad? Chissà quanto ci vorrà, prima che finiscano! >>

Hyoga si voltò in direzione di Anja e Boris, troppo impegnati a litigare fra di loro per accorgersi minimanente di quanto stava accadendo dall'altro capo della tavola. Il ragazzo sorrise divertito.

<< Massì, andiamo. >> rispose << Tanto non faranno caso alla nostra assenza per un bel po' di tempo. >>

Dimitri ridacchiò sornione e i due sgattaiolarono fuori dalla cucina, fino a raggiungere la veranda dove si sistemarono comodamente per guardare le stelle; la notte era fredda, ma fuori erano state ordinatamente disposte delle coperte di lana e così i due si avvolsero interamente in esse, accovacciandosi poi su di un piccolo dondolo di legno.

<< Accidenti, Vlad... Guarda quante stelle! >> trillò il piccolo con entusiamo, il nasetto all'insù per osservare il cielo ed i suoi astri con ammirazione << Sono così belle, hai visto? Chissà se anche loro hanno un nome, proprio come le persone. >>

Hyoga ridacchiò dolcemente.

<< Beh, direi proprio di sì. >> disse << Ognuna di quelle stelle ha un nome e non solo: la maggior parte di esse si riunisce assieme ad altre sue compagne per creare una costellazione, ossia una figura... Come una specie di disegno! >>

Dimitri lo guardò curiosamente: << Un disegno, dici? >>

<< Sì, esatto. >> confermò Hyoga << Aspetta, ti faccio vedere. Quella stella laggiù, ad esempio... >>

Con estrema delicatezza afferrò il braccio di Dimitri e lo puntò verso il cielo, in direzione Nord.

<< … E' l'Orsa Maggiore. Se la osservi attentamente, noterai che la figura ricorda proprio un orso inseguito da tre cacciatori, così come racconta il mito. >>

<< Il mito? >> Dimitri continuò a guardarlo confusamente, senza capire.

Hyoga annuì sorridente.

<< Sì, Dimitri... Il mito. Tutte le costellazioni traggono il proprio nome da un mito della cultura greca o latina, generalmente è proprio la dispozione delle loro stelle ad essere ricondotta ad esso, a causa della figura che ritraggono nel cielo. Lo stesso vale anche per le costellazioni zodiacali, quelle legate ai segni che ci accompagnano sin dal giorno della nostra nascita. >>

Dimitri ascoltava le parole di Hyoga con ammirazione, gli occhi fissi su di lui e spalancati in un'espressione di puro stupore e meraviglia.

<< Wow... E tu come fai a sapere tutte queste cose, Vlad? >> domandò.

Hyoga non rispose, fermandosi per qualche secondo a pensare.

Già... Come faceva a sapere tutte quelle cose?

Rispondere alle domande di Dimitri era stato un gesto piuttosto immediato, Hyoga non aveva neanche avuto bisogno di pensarci su; non aveva la più pallida idea di come fosse venuto a conoscenza di quelle informazioni, lui lo sapeva e basta, così come sapeva di essere vivo e di stare respirando.

Era davvero necessario preoccuparsi del “come”?

<< Ecco, io... Non ne sono sicuro. >> rispose Hyoga, in tono stranito << Immagino di averlo imparato da qualche parte prima di perdere la memoria, forse l'avrò letto in qualche libro! E' piuttosto difficile da dire, considerata la mia amnesia. >>

Dimitri annuì con fare comprensivo.

<< Sì, capisco. Però adesso voglio sapere altre cose sulle costernazioni, Vlad! Dai, raccontami qualcos'altro. >>

Hyoga rise di gusto.

<< Si dice costellazioni, Dimitri. >> lo corresse gentilmente.

<< Sì, beh... Quello che è. >> protesto il bambino << Per favore, Vlad... Voglio sapere! Per esempio... Cosa sono quelle stelle laggiu? >>

Indicò un secondo gruppo di stelle, situate dal lato opposto a quelle precedentemente individuate da Hyoga. Il ragazzo le fissò attentamente, prima di rispondere con certezza: << Quella è la Croce del Sud, ed è la più piccola di tutte le costellazioni che conosciamo oggi, nonostante sia molto famosa e anche incredbilmente luminosa. Dall'altra parte, invece, puoi vedere la sua costellazione antitetica: La Croce del Nord, detta anche Costellazione del Cigno. >>

Un intenso brivido percorse la sua schiena nel momento in cui le sue labbra pronunciarono quelle ultime parole.

Che cosa strana, pensò fra sé e sé.

Non si era mai sentito così strano e smarrito negli ultimi giorni, neppure a causa della propria amnesia; come era possibile che un semplice ammasso di stelle fosse in grado di mandarlo così profondamente in confusione? Il ragazzo scosse ripetutamente il capo, tentando di riportarsi con i piedi per terra.

Doveva essere parecchio stressato, su questo non vi era alcun dubbio.

<< Uhm... Non ha esattamente la forma di un cigno, secondo me. >> echeggiò il piccolo Dimitri, osservando la costellazione con aria un po' scettica << Quella laggiù invece come si chiama? >>

Hyoga scrutò con attenzione la costellazione da lui indicata.

<< Quella laggiù è la Costellazione della Lira, Dimitri, e la sua stella principale Vega è una delle più luminose della nostra galassia. >> rispose << E' molto bella, non trovi anche tu? >>

<< Sì, splende moltissimo. >> rilanciò il frugoletto, sempre più esaltato << Oh... E quella laggiù, invece? Che cosa rappresenta? >>

Hyoga si voltò nella direzione che Dimitri aveva appena segnalato e i suoi occhi si posarono di colpo su di una serie di stelle incredbilmente luminose, disposte l'una accanto all'altra come a voler formare una specie di lettera A.

D'improvviso, avvertì una violenta morsa al cuore e il fiato sembrò di colpo mozzarglisi in gola.

<< Quella laggiù... >> mormorò a mezza voce, quasi del tutto afono << … E' la Costellazione di Andromeda. Andromeda era una giovane principessa e secondo il mito sarebbe stata la dea greca Athena a collocare la sua immagine in mezzo alle stelle, al fianco del suo amato sposo e di sua madre, la regina Cassiopea. Sai, la leggenda racconta che un bel giorno la regina affermò con assoluta certezza di essere più belle di tutte le Nereidi messe insieme, un gruppo di Ninfe Marine famose in tutto il mondo per la loro bellezza. Il dio del Mare, Poseidone, accorse in loro difese e per punire la sfrontatezza della regina Cassiopea inviò un terribile mostro marinoa razziare le coste del territorio del re, Cefeo. Il sovrano allora si rivolse ad un Oracolo in cerca di una soluzione e questi gli rispose che il solo modo che avevano per scampare al pericolo era sacrificare al mostro marino la loro unica figlia, la principessa Andromeda. ** >>

<< Che cosa? Ma è terribile! >> esclamò Dimitri inorridito << Vuol dire che per salvare tutti quanto hanno fatto mangiare al mostro la principessa? >>

Hyoga ridacchiò dolcemente e scosse il capo.

<< No, per fortuna le cose non andarono così. Andromeda venne incatenata ad una roccia e offerta in sacrificio al dio Poseidone, ma il destino volle che in quel momento passasse di lì un valoroso eroe di nome Perseo, a cavallo di uno splendido cavallo alato; l'uomo rimase immediatamente stregato dalla bellezza e dalla tragica sorte della principessa, così decise di trarla in salvo e portarla via con sé, al sicuro da quell'orrendo mostro marino. Alla fine, naturalmente, Perseo lo uccise e la principessa Andromeda divenne la sua sposa, per questo le loro costellazioni si trovano così vicine nel cielo. >>

Dimitri lo fissò con aria sempre più ammirata, la bocca semiaperta in segno di stupore.

<< Wow, Vlad. >> mormorò quasi incredulo << Sai veramente tantissime cose su questa principessa. >>

Hyoga arrossì leggermente, senza neanche comprendere il perché.

<< Sì, beh... La sua è una storia così bella! >> farfugliò nervosamente << Il mito della principessa Andromeda è a dir poco affascinante e poi... Beh, trovo che la sua sia in assoluto la più bella fra tutte le costellazioni! Pensa che ai suoi confini vi è persino un'intera galassia che porta il suo nome... Lo sai che cosa significa questo? >>

Dimitri scosse il capo e Hyoga sospirò profondamente.

<< Neppure io, a dire il vero. >> ammise << Non so spiegarmi bene il perché, Dimitri, ma è come se quella costellazione mi stesse chiamando... Come se in qualche modo io fossi legato ad essa. E' strano, lo so, e non mi aspetto neanche che tu capisca. >>

Dimitri continuò a fissarlo con aria visibilmente perplessa.

<< Infatti non capisco. >> rispose con candida sincerità.

Hyoga gli sorrise dolcemente, poi sospirò per la seconda volta.

<< Non fa niente, piccoletto... Immagino che prima o poi tutto avrà un senso. >> disse infine << Anche se dovessero passare mesi e mesi, io sento che un bel giorno riuscirò finalmente a ricordare. >>

<< Beh, per adesso ti ricordi un sacco di cose sulle stelle e sulle loro storie. >> osservò allegramente Dimitri << E' già qualcosa, non credi? >>

Hyoga lo guardò con aria di riconoscenza, per poi arruffargli affettuosamente i capelli e facendolo ridacchiare di gusto.

<< Sì, credo proprio che tu abbia ragione. >> rilanciò con altrettanta contentezza << Chissà, magari sono molto più vicino alla meta di quanto io stesso non creda. >>

<< Dimitri! Vlad! Che cosa fate là fuori al freddo? Su, venite dentro: la cena è pronta. >>

Hyoga si alzò in piedi ed aiutò il piccoletto a fare altrettanto, rivolgendogli un ennesimo sguardo di complicità accompagnato da un rapido occhiolino.

<< Beh, direi che per stasera mamma e papà hanno smesso di litigare. >> commentò divertito << Su, piccola peste... Adesso andiamo a mangiare. >>

<< Hey, Vlad... Aspetta un attimo. >> Dimitri lo afferrò per un braccio e lo strattonò leggermente << Posso farti una domanda? >>

Hyoga lo guardò con curiosità e fece segno di sì con la testa; gli occhi di Dimitri lo fissavano con aria quasi implorante, come se avesse paura di ricevere una risposta negativa.

<< Mi prometti che mi porterai di nuovo qui in giardino a guardare le stelle? >>

Il sorriso sul volto di Hyoga si ampliò enormemenente: << Ma certo, piccoletto! Torneremo spesso a guardare le stelle, te lo prometto. Adesso però torniamo dentro, d'accordo? Non vogliamo certo fare arrabbiare tua mamma, credo che per oggi discutere con papà le sia bastato. >>

Dimitri annuì beatamente ed afferrò la mano di Hyoga, stringendola saldamente; i due rientrarono in casa ancora avvolti dalle coperte e prima di richiudersi la porta alle spalle, Hyoga si voltò un'ultima volta in direzione del cielo, soffermandosi per pochi istanti ad osservare quelle stelle.

Andromeda.” pensò fra sé e sé “ Non so perché, ma credo che tu possa essere la chiave che mi aiuterà a ritrovare me stesso.”

Poi, con un ennesimo sospirò, seguì il piccolo Dimitri dentro casa e raggiunse il resto della famiglia per la cena.

*

<< Va bene, Shiryu, adesso ci sono: ho appena finito di buttare già la lista delle cose da fare durante la festa, vuoi sentire? >>

Shiryu, seduto al tavolo del salotto insieme a Seiya, fissò intensamente il suo amico ed annuì in silenzio, senza mostrare troppo entusiasmo. Erano trascorsi diversi giorni dalla scomparsa di Hyoga e nonostante la tristezza collettiva, i cavalieri di Athena cercavano di vivere la propria vita come sempre, sforzandosi il più possibile di concentrarsi sulle cose belle e mettere da parte – per quanto potessero – il dolore della perdita dell'amico.

L'unica eccezione era rappresentata da Shun, il quale si rifiutava categoricamente di mettere piede fuori dalla propria stanza, se non per consumare i propri pasti; il giorno della commemorazione di Hyoga riuscì a malapena a proferire parola e una volta conclusasi la cerimonia fece nuovamente ritorno nella propria stanza, chiaramente intenzionato a restarvi in isolamento il più a lungo possibile.

Non permetteva a nessuno di avvicinarsi, ad eccezione di Ikki – e solo perché questi era troppo insistente e minaccioso da poter essere contrastato. Era un'immagine a dir poco insopportabile e l'unico modo che avevano gli altri cavalieri per non lasciarsi andare a loro volta era tenersi impegnati il più a lungo possibile, così come stavano facendo Seiya e Shiryu con la preparazione della festa di Capodanno.

<< Allora, ecco come avrei pensato di organizzare la serata. >> Seiya si schiarì la gola ed incominciò a leggere tutti i punti della sua lista, a cominciare dal primo << La festa avrà inizio alle otto in punto e nell'arco della prima mezz'ora ci dedicheremo ai saluti e all'accoglienza degli ospiti – sicuramente molti di loro arriveranno in ritardo, è la prassi. Dopo di ché ci siederemo a tavola e daremo il via alla cena, che potrebbe durare per almeno... Beh, immagino per parecchio tempo, considerato il quantitativo di roba che avremo da mangiare. >>

<< Fammi indovinare, Seiya. >> lo interruppe immediatamente Shiryu, guardandolo di traverso << Hai intenzione di cucinare per un intero battaglione? >>

<< Si tratta di un giorno di festa, Shiryu, il cibo è una delle attrazioni principali della serata! >> esclamò Seiya, con una certa ovvietà << Ho pensato ad un menù estremamente vario, con piatti tipici della cucina cinese e giapponese, ovviamente senza dimenticare un'abbondante dose di sushi e sashimi. Vedrai, ci sarà da leccarsi i baffi! >>

Shiryu sospirò profondamente: << Spero solo che il mio stomaco non esploda. >>

<< Oh, no... Non preoccuparti, avremo tutte le energie necessarie per quello che avverrà in seguito. >> gli rispose Seiya, con fare rassicurante – o almeno, quello voleva essere il suo intento << Dopo cena, ci dedicheremo ai giochi: ho comprato le racchette per lo hanetsuki, poi potremo far volare gli acquiloni (sempre che il vento lo permetta) e organizzare un bel torneo di koma, prima di giocare a backgammon. Poi abbiamo il fukuwarai, il karuta*** e... >>

<< … E poi arriveremo direttamente alla sera del primo gennaio. >> bofonchiò il Dragone, con aria sempre più spazientita e sconsolata << Vuoi fare troppe cose, Seiya, non riusciremo mai a portarle tutte a termine. >>

Seiya lo guardò malamente e fece una smorfia.

<< Beh, non dobbiamo per forza farle tutte. >> rilanciò << Io sto solo facendo delle proposte, i giochi li sceglieremo tutti assieme la sera della festa. Non mettermi i bastoni fra le ruote, Shiryu, so benissimo quello che sto facendo. >>

Shiryu sospirò nuovamente, abbozzando un leggero sorrisetto divertito.

<< E sia, mi hai convinto. >> cedette infine << Immagino che rimarremo svegli fino all'alba, per ammirare il primo sole**** del Nuovo Anno, dico bene? >>

<< Sì, ovviamente. >> confermò Seiya << E ognuno di noi dovrà scrivere su di un biglietto i propri desideri per il prossimo anno, che verranno conservati fino al prossimo Capodanno per scroprire quali di essi si sarà avverato. Oh, dimenticavo una cosa importantissima... Durante la festa si svolgerà una gara per il miglior costume. >>

Shiryu lo guardò confusamente: << Miglior costume? >>

<< Sì, ho deciso che sarà una festa in maschera. >> rispose Seiya, facendo spallucce << Avevo dimenticato di dirtelo? Beh, poco male... Hai ancora un sacco di tempo per pensare al tuo travestimento, io stesso non ho ancora scelto da cosa vestirmi. >>

Shiryu ridacchiò sotto i baffi.

<< Accidenti, Seiya... Certo che ne hai di idee per questa festa! >> esclamò allegramente << Non credevo che ci avresti messo così tanto impegno, in tutta onestà temevo che sarebbe stata una delle tue solite trovate campate in aria e che non saresti mai riuscito a concretizzarla. Confesso di essere molto ammirato e, allo stesso tempo, persino sorpreso. >>

Seiya, a quel punto, si lasciò sfuggire un rapido sospiro ed il suo volto s'incupì velocemente in una sorta di espressione malinconica.

<< Devo tenermi occupato, Shiryu. >> mormorò flebilmente << Devo fare di tutto per non pensare a Hyoga o a Shaina. Ultimamente ho avuto troppi pensieri negativi e questo è il solo modo che ho per tenerli alla larga, devo focalizzarmi sulle cose belle e piacevoli della vita! Solo così posso riuscire ad andare avanti, lo capisci? >>

Shiryu annuì comprensivo.

<< Sì, lo capisco. >> rispose << E condivido il tuo stato d'animo, per quanto mi riesca difficile dimenticare le cose brutte. Ancora non riesco ad accettare il fatto che Hyoga non sia più con noi e faccio parecchia fatica a comprendere il perché della scelta di Milady: per quale motivo non rimandare la festa e soffermarsi ad onorare un po' più a lungo il nostro compagno? In fin dei conti, avremo altre occasioni per festeggiare, adesso non mi sembra esattamente il momento più propizio e... >>

<< … Saori ha le sue buone ragioni, cavaliere. >> Seiya lo zittì bruscamente << Ti chiedo di non dubitare della nostra dea, neppure per lei è semplice dover dire addio al cavaliere del Cigno. Ritengo che abbia avuto un motivo più che valido per domandare che la festa non venisse spostata e credo che sia nostro dovere riporre in lei tutta la nostra fiducia, come abbiamo sempre fatto. Ti supplico, Dragone... Non voltarci le spalle e fidati di noi. >>

Shiryu, a quel punto, guardò il compagno con occhi colmi di sentita ammirazione e sorrise, per poi sospirare con fare insolitamente sollevato.

<< Non potrei mai voltarti le spalle, amico mio. >> dichiarò << Neppure di fronte a questa tua folle idee di travestirci tutti quanti per la festa di Capodanno. Sappi, comunque, che dovrai aiutarmi a scegliere un costume con i fiocchi, perché ho tutte le intenzioni di vincere il primo premio. >>

<< Oh, non se sarò io a soffiartelo da sotto il naso! >>

I due scoppiarono a ridere e continuarono a stuzzicarsi a lungo amichevolmente, mettendo per un attimo da parte tutti i ricordi spiacevoli e le preoccupazioni. Era bello pensare che, persino nei momenti di sconforto, avrebbero sempre potuto fare affidamento l'uno sull'altro.

Era bello sapere che niente al mondo avrebbe potuto scaldire la loro amicizia, neppure gli eventi più disperati.

Neppure l'amara consapevolezza e la rassegnazione che fosse ormai troppo tardi per ricominciare a vivere.

*

In quello stesso momento, mentre Hyoga era intento a mirare le stelle e Seiya e Shiryu si occupavano dell'organizzazione della festa, Shun si trovava come sempre in camera sua, rannicchiato sotto le coperte e abbracciato al proprio cuscino, le lacrime che scendevano copiosamente e senza sosta lungo le sue guance.

Un altro giorno senza Hyoga, un altro giorno di dolore.

Shun credeva di essere sul punto di impazzire: era riuscito a malapena a sopportare il giorno della funzione - trascorrendo praticamente tutto il tempo in silenzio, a piangere - e adesso non riusciva più ad affrontare la propria vita come un tempo.

Hyoga gli mancava da impazzire e a poco servivano le rassicurazioni dei suoi amici, le parole di conforto di Ikki, i continui tentativi di Saori di fargli credere che ben presto avrebbe smesso di soffrire.

Per Shun non erano altro che parole al vento.

Del resto, che cosa potevano saperne gli altri del suo dolore? Sì, il cavaliere si era ripromesso di smetterla di essere così ingiusto nei confronti dei compagni ( in fin dei conti anche loro avevano conosciuto il dolore della persita, ed in minima parte comprendevano davvero il suo stato d'animo ), eppure ancora non riusciva a confidarsi con nessuno di loro, preferendo al contrario il conforto silente della propria solitudine.

Stai diventando ridicolo, Shun... Davvero ridicolo.” si ammonì mentalmente, ancora raggomitolato su se stesso “ Che cosa direbbe di te Hyoga, se ti vedesse in questo momento? Non sarebbe certo felice di... Ah!

Shun ebbe un violento sussulto e si tirò su di scatto, il cuore che batteva all'impazzata; il ragazzo si portò una mano al petto e cercò di respirare regolarmente, guardandosi attorno con aria confusa.

No, impossibile.

Non poteva che trattarsi di un miraggio, di un'illusione! In fin dei conti era molto stanco, aveva addosso un ingente quantità di stress ed era plausibile che la sua mente avesse giocato lui un simile scherzo.

La mia mente sì... Ma il mio cuore?”

Shun sospirò profondamente, cercando di razionalizzare, e proprio in quel momento ecco che la sentì di nuovo: una sensazione di calore che lo attraversò da capo a piedi, facendolo sentire come se ogni stella del suo Cosmo stesse pulsando. Era una sensazione fin troppo familiare, Shun sapeva di averla già provata altre volte, e negli ultimi giorni aveva spesso temuto di non riuscire mai più ad avvertirla.

Lacrime di gioia iniziarono a rigargli il volto ed in un gesto spasmodico il cavaliere di Andromeda scattò fuori dalle coperte e si precipitò fuori dalla propria stanza, verso quella di suo fratello.

<< Niisan! Niisan, presto... Apri la porta! >>

Shun iniziò a battere con forza contro la porta della stanza, insistentemente e senza smettere di chiamare a grando voce il nome di Ikki.

<< Niisan, aprimi! >>

<< Sì, sì... Ho capito, aspetta un attimo. >>

Ikki aprì la porta con fare scocciato e rivolse a suo fratello uno sguardo sinistro.

<< Che diamine vuoi, Shun? Ero appena riuscito a chiudere... >>

Si bloccò di colpo, realizzando solo in quel momento chi si trovasse dinnanzi a lui.

<< Shun? >> farfugliò incredulo << Per tutti gli dei, Shun... Ti sei finalmente deciso ad uscire dalla stanza! E' meraviglioso, quasi non ci speravo più. >>

<< Niisan, ascoltami. >> lo interruppe Shun, cercando – invano - di attirare la sua attenzione << Devo dirti una cosa molto importante, io... >>

<< Era ora che ti riprendessu, in fondo non potevi cerco restare dentro a quella stanza per sempre. >>

<< Niisan, ti prego... >>

<< Adesso è molto importante non sprofondare di nuovo nella depressione, perché a quel punto potrebbe essere ancora più difficile venirne fuori. La cosa migliore da fare, a mio parere, sarebbe senza dubbio... >>

<< Accidenti, Niisan... Vuoi starmi a sentire, una buona volta? >>

Ikki si zittì di colpo e chinò il capo, quasi intimorito.

Detestava quando suo fratello alzava la voce, conosceva fin troppo bene il potere della sua Nebulosa e non si sarebbe mai sognato di sfidarlo, per nessuna ragione al mondo.

<< Va bene, Shun.. Scusami, non volevo certo interromperti. >> disse << Allora, che cosa c'è? Volevi forse dirmi qualcosa? >>

Shun si morse il labbro inferiore e serrò con forza i pugni, cercando di trattenere le lacrime il più possibile.

Non voleva scoppiare a piangere come un bambino – non davanti a suo fratello – anche se in quel momento gli sembrava l'unica cosa veramente sensata da fare.

<< Ikki, io... Si tratta del Cosmo di Hyoga. >> mormorò flebilmente << E' successa una cosa stranissima, io... >>

<< Shun, no... Non ricominciare, ti prego. >> lo zittì nuovamente Ikki, alzando gli occhi al cielo con fare esasperato << So che ti manca moltissimo e che non riesci ad accettare la sua morte, ma è arrivato il momento che tu vada avanti e... >>

<< … Io l'ho sentito, Ikki. Ho sentito il Cosmo di Hyoga. >>

Ikki restò a bocca aperta e non rispose, fissando semplicemente suo fratello con occhi colmi di stupore.

Shun sollevò lo sguardo e sospirò a pieni polmoni, per farsi coraggio prima di ripetere a chiare lettere: << Ne sono più che certo, Niisan: Hyoga è ancora vivo. >>


 






N.d.A: * I pirozhki sono un piatto tipico della cucina russa, simili a focaccine ripiene, e possono essere sia dolci che salata; nel secondo caso, sono generalmente farciti con purè di patate, funghi, cipolle, uova, carne oppure pesce.

** Questo è il VERO mito della principessa Andromeda. Scusate, ma da brava classicista quale sono, mi si accappona sempre la pelle nel sentire questo bellissimo mito storpiato ( non solo lui, purtroppo) dal signor Kurumada: Andromeda NON era una regina, non ha deciso di sua spontanea volontà di essere incatenata a quelle rocce e soprattutto NON è morta. Capisco che la rivisitazione si addica molto di più al Cosmo di Andromeda e al personaggio di Shun, ma non toccatemi la mitologia greca. u.u

*** Sono tutti giochi tipici del giappone e, soprattutto, che si svolgono durante il capodanno giapponese. Per maggiori delucidazioni, potete consultare questa pagina.

**** Altra tipica tradizione del capodanno giapponese è quella di ammirare il primo Sole dell'anno - questo perché esso riveste un ruolo di estrema importanza nella mitologia giapponese.  Per poter godere di questo spettacolo, i giapponesi si recano solitamente in posti come spiagge o montagne.

Ooook, dopo avervi infarcito per bene di annotazioni, ecco che finalmente mi appresto a concludere questo capitolo. :D
Molti di voi avevano capito che ci sarebbe stato un risvolto nella storia ed io ve ne ho dati addirittura due, uno da parte di Hyoga e l'altro da parte di Shun. Beh, che i loro Cosmi fossero legati lo avevamo già visto... E anche se il nostro Cignuzzo continua a non ricordare niente, nel profondo del suo cuore avverte che qualcosa sta lentamente cambiando. :)

Grazie come sempre per la lettura, alla settimana prossima! <3
  
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