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Autore: NostraD3mus    20/06/2015    1 recensioni
un piccolo Natu era assopito sulla sua testa in mezzo ai suoi capelli viola, sembrava molto comodo nel suo nido improvvisato
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Karen, Pino | Coppie: Ash/Misty
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Videogioco
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Dopo quella nottata con Pino rientrò a casa stanca, si addormentò col pensiero di lui, quei gesti, la sua gentilezza, erano indelebili, riviveva ogni secondo come un film con la moviola.
Il mattino seguente fu svegliata bruscamente, il suo Nav non smetteva di suonare, ancora mezzo addormentata riuscì a prenderlo –“Si, pronto..”- Rispose con voce flebile –“Scusa se ti ho svegliato, ma te sei l’unica persona che può aiutarmi”- Era Pino e sembrava parecchio preoccupato –“Ti prego vieni da me appena puoi, ho bisogno di qualcuno con cui parlare, sono a casa mia ”- Si sollevò dal materasso stando seduta –“Va bene, ora calmati, dammi tempo di vestirmi e corro subito da te va bene?”- Ci fu silenzio –“Ehi Pino, calmati è tutto a posto, arrivo appena posso! Fino ad allora rilassati chiaro?”- Era depresso e la sua voce ne era la prova tangibile –“Si…ti aspetto…grazie..”. 


In pensiero per lui saltò fuori dal letto, prese velocemente le prime cose che gli capitarono a tiro dall’armadio e filò sotto la doccia, mentre si lavava cercava di capire cosa potesse essere successo, tanto da renderlo così malinconico; finita la doccia non si asciugò neanche i capelli, si vesti direttamente e corse al piano di sotto, sopra l’elegante tavolo della sua cucina c’era una scatola di dolci, la prese e iniziò a mangiarne qualcuno mentre camminava, andò verso l’uscio, prese una giacca appesa li vicino nell’attaccapanni e chiuse la porta alle sue spalle.
Al di fuori c’era un sole estivo e cocente, la investì accecandola dato che non era sveglia da molto tempo, fece uscire Honchkrow dalla ball e rapidamente iniziarono a volare verso la casa di Pino. Abitava vicino alla Lega, nel percorso 26, vicino alle cascate Tohjo, aveva una bella casetta in legno in mezzo al verde, l’aveva scelta per stare in pace ed allenare i suoi pokemon, notò l’abitazione dall’alto e iniziò la discesa.
Pino era seduto sull’uscio di casa, era vestito in maniera poco elegante, ancora col pigiama addosso, di semplice stoffa bianca e una vestaglia scura che gli copriva il copro fino alle ginocchia, non si era neanche fatto la barba, doveva essere proprio sconvolto per farsi trovare in quello stato poco elegante, non era da lui, non avrebbe mai permesso di farsi vedere al naturale, teneva proprio tanto al suo aspetto sempre ben curato, si avvicinò sconcertata e quando gli fu di fronte notando che non dava segni di vita si inchinò per guardarlo meglio –“Pino, cosa è successo? Perché sei qui? E perché sei conciato così?”- Non ebbe risposta, era li inerme in silenzio che non si muoveva, mise una mano sulla sua spalla destra per provare a farlo parlare –“Hey, mi dici che ti prende? Stai bene almeno?”- Continuò a stare zitto, ma portò la sua mano sinistra su quella di Karen e sospirò, capì che era grave, si spinse più vicino a lui e lo abbracciò –“Parlami, magari posso aiutarti, sono qui per te”- Sussurrò al suo orecchio con dolcezza –“Non c’è rimedio per la mia stupidità, ho veramente toccato il fondo stavolta…”- Finalmente parlò, ma il suo tono era strozzato come se stesse per piangere, iniziò ad accarezzargli i capelli per consolarlo –“Non sei stupido, quasi a ogni cosa si può rimediare, fuorché alla morte, ora calmati e raccontami tutto”- Si strinse a lei e iniziò a piangere, non l’aveva mai visto così, l’unica cosa che poteva fare, era stargli vicino ed aiutarlo –“Farai piangere anche me, dimmi cosa posso fare per pur di non vederti ridotto così..”- Si staccò da lei, nessuna vergogna nel farsi vedere col volto rigato dalle lacrime –“Xatu, gli ho rovinato la vita, l’infermiera ha detto che non potrà più combattere”- Si mise le mani nei capelli disperandosi –“Ho fatto del male al mio migliore amico, per colpa del mio stupido egoismo! Questo non me lo posso perdonare lo capisci? Inseguire i miei sogni mi sta costando troppo caro”- Mise una mano sul suo volto provando ad asciugargli le lacrime –“Ma ieri ti avevano detto che poteva riprendersi, che con la giusta riabilitazione avrebbe volato di nuovo”- Pino si alzò di scatto e indicò l’ingresso di casa sua –“Volare, non lottare, va a vedere tu stessa come l’ho ridotto, sono una vergogna per la Lega, per me stesso, ho deluso anche Xatu, siamo cresciuti insieme , è stato il mio primo pokemon, non ha mai smesso di credere in me e guarda…guarda come l’ho ridotto…faccio schifo…”- Disse sconvolto portandosi una mano sul volto. 
Incuriosita entrò nell’abitazione, un piccolo corridoio separava l’entrata con un grande salone ben arredato, alle finestre c’erano delle lunghe tende viola legate ai lati con dei nastri dorati, un lungo divano angolare stava al centro della stanza, un tavolino di vetro era posto di fronte a esso, e nei lati della stanza due grandi librerie zeppe di conoscenza; andò oltre il salone e si ritrovò in un altro corridoio il quale portava a due differenti stanze da letto sui lati ,di fronte vi era il bagno, senza fare troppo rumore entrò nell’unica stanza con la porta aperta, non era molto arredata vi era solo un piccolo armadio di legno e un letto, il letto dove Xatu giaceva, probabilmente dormiva, con passo leggero si avvicinò per controllare le sue condizioni e ne rimase davvero scioccata, aveva il becco scheggiato sul lato destro, la lunga piuma rossa sul suo capo era stata recisa quasi totalmente, l’ala destra fasciata per bene con una stecca al suo interno per mantenerla in posizione corretta, ma la cosa che più di tutti la colpì era la sua zampa sinistra, non l’aveva più, gli era stata amputata, come fu possibile tale tragedia? Pino trattava i suoi pokemon con riguardo, cosa era andato storto questa volta? –“Dimmelo, dimmi che sono un pessimo allenatore, come potrò mai farmi perdonare per questo? Non merito neanche un briciolo di rispetto per aver permesso che tutto ciò accadesse..”- La voce di Pino stroncò il silenzio della stanza –“Non so cosa dire, sono veramente scioccata, hai sempre trattato i tuoi pokemon con amore, mi devi dire tutto!”- Abbassò lo sguardo –“Vieni in salone, non voglio disturbarlo oltre”- Lo seguì incuriosita ,ma anche molto triste per le condizioni di Xatu, lui si era seduto al centro del divano e mise i piedi sul tavolino, aveva un espressione davvero delusa , malinconica, continuava a mettersi le mani nei capelli sospirando, andò vicino a lui ,ma non volle sedersi, lo fissava con aria seria aspettando che gli raccontasse la versione dei fatti –“è successo due giorni fa, un allenatore fuori dal comune mi aveva impegnato in una sfida davvero dura, ha mandato in campo un Typhlosion dopo che ero riuscito a sconfiggere due dei suoi con Xatu, era stanco, potevo ritirarlo, mi ha preso alla sprovvista con Eruzione e lo ha colpito in pieno..fu ridotto male, ma ha voluto continuare, non…non dovevo dargli retta…”- Si interruppe singhiozzando –“Poi, poco prima che facesse psichico l’ha colpito nuovamente con eruzione, è caduto a terra..ho dovuto sospendere l’incontro per portarlo al centro pokemon in braccio”- Gli mostro le braccia all’altezza dei gomiti, aveva delle bruciature , la pelle gonfia e screpolata –“Questi sono i resti della lava, per questo ieri avevo la giacca, non volevo che tu lo notassi… non me lo hanno fatto vedere fino alla sera dell’indomani, per fortuna son riuscito ad andare dopo la nostra cena, ma… non ha ancora ripreso conoscenza da allora, da quell’attacco…”- Si sedette vicino a lui, con la mano sinistra toccò il suo volto, lo fece voltare delicatamente per guardarlo negli occhi, senza maschera, senza divisa, era il Pino senza veli, al suo stato naturale, con gli occhi lucidi e la pelle umida –“E’ capitato a tutti che una lotta sia finita male, quando combattiamo siamo ben coscienti dei rischi a cui sono esposti i nostri pokemon, loro lo sanno meglio di chiunque altro questo ,ma nonostante tutto credono in noi… quando si sveglierà gli dirai ciò che pensi, ti capirà, è rimasto con te fino ad oggi non smetterà di volerti bene per una lotta finita male! Pensa che è ancora vivo, questo dovrebbe bastarti..”- Dopo quelle parole prese la sua mano e la trascinò verso di lui per stringerla, appoggiò la sua testa contro quella di lei per strusciarsi col delicatezza come un gatto voglioso di coccole –“Sapevo che tu mi avresti motivato di nuovo, lo hai sempre fatto.. ho sempre contato su di te, non mi hai mai abbandonato nemmeno nelle situazioni peggiori, tu, mi comprendi dal profondo, spesso sono stato un vero stronzo, ma te eri sempre li per me ugualmente…”- La gioia dentro di Karen fu immensa nell’udire quegli elogi, fra le sue braccia come aveva desiderato da lungo tempo, il profumo del suo amato stretto a lei era come un sedativo, quel momento che avrebbe voluto durasse in eterno, persa nel suo amore come non mai –“Karen… ieri avrei voluto passare altro tempo con te, mi mancava stare insieme, sei l’unica persona in grado di darmi un briciolo di felicità, non vorrei mai perdere questo legame con te”- Tali parole la turbarono, forse era meglio non dirgli cosa provava, magari si sarebbe allontanato da lei e ciò sarebbe stato difficile da sopportare, si era meglio tacere.

Dopo lunghi, interminabili minuti di silenzi e abbracci, lui allontanò leggermente la sua testa da quella di Karen, con la sua tipica classe ed eleganza posò la mano destra sul volto di lei, non lo guardava, era turbata, sollevò leggermente quel viso bellissimo ornato dai lunghi capelli argentati, riuscì a guardarla negli occhi, si sentiva imbarazzata, ma contraccambiava il suo sguardo con dei lievi sorrisi, lentamente con dolcezza accarezzava il suo viso, ogni strusciare di quella mano sulla pelle la faceva sentire in estasi, il cuore stava per esploderle in petto, voleva trattenersi, la sua anima si stava ribellando, le sue mani corsero lungo i fianchi di Pino, arrivarono fino alle spalle , poi al collo, in quei brevi, ma intensi istanti lui si era avvicinato sempre più, a pochi centimetri dal suo volto –“Pino..io…”- Prima che potesse finire la frase toccò le sue labbra con la mano , quella che fino a poco tempo prima l’accarezzava come per farla tacere –“Lo so…”- Finita la frase la spostò per baciarla dolcemente, inutile dire che contraccambiò a sua volta, incredula per quello che stava accadendo ,era euforica, quei momenti di tristezza che fino a prima stava straziando Pino furono la chiave per entrare nel suo cuore.
Il bacio che fu da prima semplice e dolce , si trasformò rapidamente in qualcosa di più spinto, presi dalla passione su quel divano, stava sotto di lui, avvinghiata fra le sue braccia, in un mare di carezze assaggiando il suo magnifico sapore, non era solo elegante nei modi di fare, sapeva veramente come farla sentire nell’estasi più totale, la baciava sul collo e si strofinava sul suo volto, ad un certo punto si fermò un po’ ansimante ,la fissò –“Da molto tempo mi hai reso pazzo di te, ma eri sempre irraggiungibile, la con la tua immensa bellezza e forza, nemmeno quella volta al torneo per decidere l’ordine dei super quattro ti ho saputo resistere, una donna così forte e determinata..starti lontano mi rendeva triste, ora però non permetterò che accada di nuovo, ti amo e metterò tutto me stesso per te..”- Erano le parole più belle che avesse mai udito, perché a pronunciarle fu l’unico uomo che aveva amato nella sua vita , lo portò verso il suo petto per stringerlo con amore –“E io non ho mai desiderato altro che questo, solo il tuo amore”- Iniziò ad accarezzarlo sulla testa con delicatezza –“Starò con te, ti aiuterò con Xatu, d’altronde sei il mio sciocco preferito!”- Esclamò con tenerezza, le diede un ultimo piccolo bacio per poi alzarsi, allungò la mano verso di lei per aiutarla a sollevarsi, una volta in piedi si avvicinò alla sua fronte per baciarla –“Grazie di tutto, so che con te non ci sarà ostacolo insuperabile”- Tornarono insieme nella stanza di Xatu, ancora dormiva, si misero vicino a lui come farebbero due genitori col proprio figlio, non sembrava sofferente, ma loro avrebbero fatto qualunque cosa per farlo sentire ancora importante.


 
   
 
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