What’s a Soul
Mate?
It’ like a best
friend but more.
It’s the one person in the world who knows you
better that anyone else.
That someone
who makes you better person. No, actually they don’t make you better person.
You do that by yourself because they inspire you. A soul mate is someone you carry with you
forever. It’s one person who knew you, accepted you and believed in you before
anyone else did or when no one else would.
And no matter
what happens, you’ll always love them and nothing could ever change that.
Mi sono seduta in giardino dopo che i
raggi del sole mi avevano tentato più volte entrando dalla finestra e colpendo
lo schermo del pc, naturalmente appena mi sono seduta
al tavolo in legno il sole era stato coperto dalle nuvole.
Nonostante le folate di vento, che a
intervalli regolari colpiscono la mia schiena nuda, il mio orgoglio mi spinge a
restare qui, seduta su questa sedia, anch’essa di legno, a fingere di studiare
o di almeno iniziare il mio progetto di fine semestre.
Susie sta giocando
seduta sull’erba con le sue bambole preferite, oggi ha deciso che all’asilo non
ci voleva andare e quando si impunta è impossibile dissuaderla, e oggi ha
deciso che doveva stare con me. La sua sorellona.
Ad ogni mio spostamento per la casa lei
mi segue, ho dovuto insistere parecchio per poter andare in bagno da sola e non
ci sono lo stesso riuscita, è rimasta seduta vicino alla vasca fingendo di
leggere il retro di un tubetto di shampoo. Le ho chiesto se era interessante e
lei ha annuito.
Suonano il campanello, Susie parte di corsa verso il cancelletto tenendo per mano
una delle sue bambole.
«Chi è?» chiede con la sua voce acuta e
allo stesso tempo schiacciando il pulsante per aprire il cancello. Lo sa che
deve aspettare la risposta. «Niaaaaaaaaall» urla
scappando nella mia direzione. Un ragazzo dai capelli biondi la rincorre per il
giardino.
«È inutile che scappi tanto ti prendo»
le dice abbassando il tono di voce. Susie si nasconde
dietro di me, tenendomi stretta per un braccio. Niall
finge di averla persa di vista e si guarda intorno, poi lentamente si avvicina
a me. «L’hai vista?». Io nego sorridendo, sento la presa di Susie
farsi più forte. «Eccola!» urla sollevandola in aria . Susie
ride e anche Niall. «Ti ho presa! Sei mia!».
«Niall mettimi
giù» cerca di dire Susie tra le risate.
«No, io e te staremo per sempre insieme.
Non ti lascerò mai e sai perché?». Susie annuisce con
forza. «Perché?».
«Perché sono la tua fidanzata!». Gli dà
un bacio sulla guancia e Niall sorride prima di
ricambiarle il bacio. «Però ora fammi scendere».
Niall la mette a
terra e lei corre dai suoi giocattoli, appoggio la testa sul palmo della mano e
sorrido compiaciuta dalla scenetta.
«Non è orario da asilo?» chiede
avvicinandosi a me. Annuisco. «Di poche parole oggi». Alzo le spalle, si china
e mi bacia all’angolo della bocca. «Che fai?».
«Fingo di studiare» rispondo
indicandogli le slide aperte. «Dovevi arrivare mezz’ora fa».
«Perdonami se sono arrivato ieri da un
tour mondiale e oggi non ho sentito la sveglia». Alza le mani in segno di
venia. «E i The Pretty Reckless
alle otto del mattino no. Enne O».
«Hai solo da tenere la finestra chiusa,
e comunque io mica mi sono lamentata delle tue urla alle tre di stamattina, in
mezzo alla strada, per avvisare che eri tornato a casa». Lo guardo dritto negli
occhi. «Mi hai fatto quasi venire un infarto».
«Figuriamoci se la principessina veniva
a salutarmi». Tiro fuori la lingua e gli mostro la mia peggiore smorfia. «Ah
giusto che se no veniva a me l’infarto vedendoti senza trucco».
«Brutto stronzo». Gli tiro un pugno sul
braccio.
«Il linguaggio! C’è Susie»
dice indicando la mia sorellina che non si era neanche lontanamente accorta di
noi.
«Vieni». Lo prendo per mano e ci spostiamo sul
dondolo. Appoggio la testa sulla sua spalla mentre ci dondoliamo. «Allora
qualche ragazza che ha lasciato un segno dentro di te l’hai incontrata?».
Scuote la testa negando. «Neanche una malattia venerea?» scoppio a ridere
mentre lui devia lo sguardo.
«Kaitlyn cos’è
un’anima gemella?» chiede Susie avvicinandosi a noi e
sedendosi a terra con le gambe al petto e guardandomi con il suo sguardo curioso. Brutto segno
quando si siede così vuol dire che non se ne andrà senza una risposta.
«Dove l’hai sentita dire?» ribatto
curiosa.
«A scuola. Allora cos’è?».
«È come un migliore amico ma di più. È
quella persona che ti conosce meglio di chiunque altro al mondo. Ti rende una
persona migliore». Risponde Niall vedendomi in
difficoltà. «No, in realtà non ti rende una persona migliore perché fai tutto
da sola, ma ti ispira a farlo. L’anima gemella è quella persona che sta con te
per sempre, che ti conosce e accetta, ma soprattutto ha creduto in te prima di
chiunque altro o quando nessuno lo faceva. E non importa cosa succede, l’amerai
per sempre e niente potrà mai cambiare questo».
«Papà è l’anima gemella di mamma?».
Sorrido annuendo. «Niall è la tua anima gemella? Con
lui ridi sempre». Arrossisco.
«Sì, lo è». Le sposto un ciuffo di
capelli rossi da davanti agli occhi.
«Allora perché non state insieme come
mamma e papà?».
«Perché alcune anime gemelle non sono
destinate a stare insieme in quel modo». Niall mi
prende la mano rispondendole. «È un po’ come te e Juice
che ti protegge la notte dai mostri, starete per sempre insieme ma hai anche
altri giochi».
«Capito, grazie». Si alza e corre
dov’era prima, la seguo con lo sguardo mentre dalla sedia prende Juice, la sua giraffa di peluche, e la stringe al petto. La
sua ingenuità mi fa sorridere, spero che gliene rimarrà anche una volta che
sarà grande.
«Sai a volte ci penso a come sarebbe
stare insieme». Mi stringe la mano che non ha mai lasciato. «E sarebbe davvero
troppo complicato».
«Fantastichi su di me?».
«Io fantastico sempre su di te» gli
rispondo toccandogli il naso con la punta delle dita. Lui si gira verso di me e
mi bacia sulle labbra. Mi erano mancate. «C’è Susie..»
dico staccandomi da lui.
«Lo so per questo ora staremo qui e mi
racconterai di questo fantastico nuovo ragazzo che hai conosciuto e di cui mi
hai parlato l’altra sera su Skype». Mi sistemo
appoggiandomi con la schiena allo schienale, lui si sdraia e appoggia la testa
sulle mie gambe. «Si chiama Daniel, giusto?».
«Sì, si chiama Daniel ha tre anni più di
noi e fa il barista al bar in piazzetta, sai quello in cui c’è sempre quella
puzza di fumo. Ha i capelli scuri come i suoi occhi, dio Niall
dovresti vederlo…» racconto sorridendo. «Siamo usciti
solo due volte: la prima a prenderci un gelato e la seconda una birra al pub al
fondo della via».
«Vi siete baciati?» chiede e io
arrossisco. «Voglio i dettagli! Tutti subito!». Mi copro gli occhi imbarazzata
«Mi sei mancata» sussurra chiudendo gli
occhi mentre io inizio a raccontare di Daniel e accarezzandogli i capelli, ma
dopo poche parole lui dorme già.
Dicono che sembri un angelo ed è vero.
***
Tuona.
Il cielo si è oscurato lentamente
privando ogni cosa della propria ombra.
Piove all’improvviso.
Le gocce d’acqua battono violentemente sui
vetri, le folate di vento spostano il vaso sul balcone, lo si sente strisciare.
Un altro tuono, questa volta è più forte ma non si vedono lampi.
Sbadiglio tenendo gli occhi chiusi, con
la mano cerco il lenzuolo, ho freddo, ma qualcuno mi precede e mi copre le
spalle nude.
«Mmmh mm». Niall mi accarezza il braccio in risposta a quel mio gemito
di ringraziamento. «Ho ancora freddo» sussurro trascinando le parole e
appoggiandomi con la schiena al suo petto. È rovente. «Sei caldo». Apro un
occhio e guarda la sveglia. «È l’una e ventitre del pomeriggio, quanto abbiamo
dormito?». Un altro tuono, Niall mi stringe tra le
sue braccia, sa che ho paura. «Cazzo».
«Bonjour
finesse» commenta sorpreso da quell’espressione così lontana dal mio modo di
parlare. «Ora passa» mi rassicura.
«Se non moriamo prima fulminati»
ribatto. «Oh se qualche tuono non ci rende sordi o il tetto della casa ci
crolla addosso». Mi volto per la prima volta verso di lui. «Sono tutte
possibilità reali».
«Allora cosa facciamo mentre aspettiamo
la morte?» chiede Niall appoggiandosi sul gomito.
«Dormiamo, mangiamo, parliamo o facciamo sesso?».
«Il fatto che tu sia nudo vicino a me
non basterà, non con un temporale in atto». Tuona. «Oddio». Stringo il braccio
di Niall. «Moriremo, leggo già i titolo “Niall Horan e ragazza
sconosciuta morti a causa della tempesta”».
«È solo un temporale…».
«Sarò ricordata come la ragazza
sconosciuta a casa di Niall Horan,
morirò senza un nome». Faccio una breve pausa. «Sono troppo giovane, non ho
ancora visitato l’Australia o giocato il giorno del mio compleanno a Las
Vegas».
«Kaitlyn forse
stai esagerando un pochino». Mi passa una mano tra i capelli scuri. «Non
moriremo e la gente sa che sei la mia migliore amica e sa anche il tuo nome».
Il mio respiro sembra essersi leggermente regolarizzato. «Senti non tuona più».
«È la quiete prima della tempesta, tra
poco si scatenerà il mondo» ribatto sicura delle mie parole. Tuona in
lontananza. «Ecco te l’avevo detto».
«Va bene hai ragione tu, anche se a me
sembra di vedere dei raggi di sole». Mi muovo sotto le lenzuola nervosa.
«Quindi parti..». Mi fermo per un istante, mi irrigidisco. Lo sa già… Avrei dovuto dirglielo
stasera.
«Sì». Una risposta che sembra più una
confessione, ne avevamo parlato molto di questa partenza ma non gli avevo mai
detto quale sarebbe stata la mia decisione finale.
«Quando torni?». Sorrido appoggiando la
testa nell’incavo del suo collo. «Cos’ho detto di divertente?» chiede
accarezzandomi i capelli.
«Tutti mi chiedono quando partirò, tu
sei l’unico che mi ha chiesto quando invece ritornerò». Gli tocco le labbra con
la punta del dito. « È una cosa dolce»
«Ma se è quello che mi chiedi sempre
tu». I tuoni sono spariti, anche la pioggia, solo qualche goccia batte ancora
sui vetri. Si sente solo il nostro respiro. «Di solito sono io quello che se ne
va, non so come ci si comporta in questi casi».
«Quando ti accompagno in aeroporto, dopo
che mi baci e abbassi la testa voltandoti, rimango ferma e ti seguo con lo
sguardo finché non superi la sicurezza e ti volti e mi sorridi facendomi un
cenno con la mano. In quel momento, e solo in quello, mi allontano, ma in
realtà mi sposto solo vicino alle vetrate e aspetto lì fino a quando non vedo
il tuo aereo partire. Non ti posso vedere da lì, ma mi piace pensare che tu in quel
momento stia guardando verso di me e allora ti sussurro un semplice buon viaggio e torno a casa.
Cerco di tenermi impegnata il più
possibile ma quando si avvicina l’orario del tuo atterraggio inizio a
controllare insistentemente il cellulare aspettando il tuo messaggio e solo una
volta arrivato mi tranquillizzo». Gli do un bacio sulla spalla. «Puoi prendere
spunto da questo».
«Davvero fai sempre così?». Annuisco
arrossendo. «Tu aspetti che il mio aereo decolli per dirmi buon viaggio? Anche se ritardiamo la partenza?» annuisco
nuovamente. «Tu mi guardi partire e io non lo sapevo» ripete incredulo.
«Scusa cosa pensavi facessi? Che mi
andassi a prendere un caffè?». Niall annuisce. «Mai
fatto e mai lo farò, e se ti annullassero il volo? O se cambiassi idea? Io devo
essere lì pronta».
«Lo sai che ti amo? E che d’ora in
avanti ogni volta che sarò su un aereo in fase di decollo mi volterò verso le
vetrate e ti sussurrerò torno presto
anche se non lo sentirai? E che quando partirai per andare a studiare in Australia
io ti guarderò partire e ti augurerò buon
viaggio? Lo sai?».
«Non ci sarai quando partirò» dico
deviando lo sguardo.
«Cosa?». Sapevo che avrebbe voluto
esserci, pensava di dovermelo dopo tutto le volte che io l’avevo accompagnato all’aeroporto per la partenza
dei vari tour.
«Sarai in America, e quando tornerai qui
io ormai sarò partita» preciso.
«Allora vuol dire che toccherà di nuovo
a te aspettarmi all’aeroporto e poi rivedermi partire, sai anche in Australia
arrivano gli aerei». Sul suo volto compare quel sorriso tenero che ti fa
dimenticare anche come ti chiami.
«Il tuo ottimismo da dove esce?» chiedo.
«Oh guarda è facile essere ottimisti di
fianco a te che prevedi catastrofi per ogni cosa, mi sembra strano che tu non
abbia mai accennato a incidenti aerei».
«PlaneFinder» sussurro alzando gli occhi al soffitto.
«Scusa?».
«Traccio il tuo aereo con PlaneFinder» dico
sorridendogli imbarazzata.
«Non ci posso credere» scoppia a ridere.
«Tracci il mio aereo?!». Ride come se fosse la battuta più divertente del
secolo, quando per me è esattamente il contrario.
«Scusa se mi preoccupo per te » ribatto
offesa.
«No, Kaitlyn è
la cosa più dolce che qualcuno possa fare. Io amo queste tue manie, amo che ti
prendi cura di me, io amo te e non potevo neanche lontanamente immaginare che
tu facessi tutto questo per me». Mi appoggia una mano dolcemente sul viso.
«Certo ho pensato migliaia di volte cosa facessi mentre io ero via, ma mai mi
era venuto in mente che tu… ». Mi bacia.
«Non ti è mai venuto in mente che ti
amo?». I suoi occhi brillano.
«Non fino a questo punto».
***
Il cielo è coperto
dalle nuvole, non si vedono stelle ma
solo lampioni accesi lungo la strada, gli hanno cambiato le lampadine ed ora
sono di un giallo troppo intenso rispetto al bianco di prima.
È una luce innaturale.
«Sei pazza a stare
fuori vestita così?». Addio al silenzio della sera. Seduta in giardino sulla
sdraio con le gambe rannicchiate al petto vedo Niall
correre verso di me.
«Non ho freddo». Niall si toglie la giacca e me l’appoggia sulle gambe nude.
«Ho detto che non ho freddo». La mia voce è tagliente, prendo la giacca e
gliela sbatto sul petto. «Lasciami sola». L’ennesimo nostro litigio stasera non
so se riuscirò a sopportarlo.
«Cos’è
successo?». Si siede in punta alla sdraio, mi accarezza le gambe. È dolce, lo è
sempre i giorni prima di partire. Sembra preoccupato.
«Che voglio stare sola»
ribatto distaccata.
«Sei seduta in giardino
con dodici gradi e indossi una felpa e dei pantaloncini, deve essere successo
qualcosa». Mi volto e gli nego lo sguardo.
«Ti ho visto». Niall ritrae la mano dalle mie gambe e la stringe a pugno
lungo il suo fianco, o almeno sembra alla luce. «Già “oh..”». Una folata di vento, mi stringo le gambe al
petto. Dovrei rientrare in casa, ma è come se fossi incollata a questa stupida
sdraio. Lui non dice nulla. «No, ma non provare neanche a giustificarti o
trovare una scusa eh..».
«Cosa vuoi che ti dica?
No, Kaitlyn non è come sembra». Appoggia la sua mano
calda sulla mia, il suo viso è vicino al mio.
«La mia migliore amica Niall, ti sei scopato la mia migliore amica!». Ritraggo la
mano e mi alzo in piedi allontanandomi da lui, il tutto in uno scatto veloce.
«Come hai potuto? Tra tutte la mia migliore amica». Credo di non aver mai
urlato così forte di solito la mia voce viene coperta dalla sua quando
litighiamo, ma questa volta non può dire nulla.
«Ero ubriaco e Lucy era
lì». Mi sbagliavo, ha detto le parole più sbagliate di tutte.
«Dio davvero è questa
la tua storia?». Rido. «Lo sapevo che mi tradivi, eppure pensavo che almeno
avrei avuto una bugia, una motivazione e invece mi sbatti in faccia così la più
stupida verità come se non ti importasse nulla di me. Avrei capito di più una
modella in tour, ma la mia migliore amica mentre io ero nell’altra stanza che
ti cercavo no».
«Io non ti tradisco… ma ti ho
sentito mentre parlavi di lui l’altro giorno». Lui ovvero Nathan.
«Lui, sì lui che
mi ha tenuto in piedi per più tempo di chiunque altro, lui che a distanza di
anni mi manca ancora. Lui che diceva le cose contrarie alle mie solo per
spingermi a battermi per i miei ideali. Eravamo persone opposte, non destinate
a stare insieme e il destino l’ha dimostrato bene, ma sì mi manca. Lui leggeva i miei occhi. E tu dopo nove anni
non capisci ancora quando sto male». Sto facendo avanti e indietro sul prato
bagnato. «Ecco perché parlavo di lui l’altro giorno. Perché io amo una persona
che dopo nove anni non capisce ancora quando sto male». Gli punto l’indice sul
petto incolpandolo di tutte quelle cose che ho represso in questi anni.
«Tu non mi ami».
«Oh si che ti amo Niall
Horan, ti amo come non ho mai fatto nella mia vita e
tu ora te ne andrai da questa casa, da questa città portandoti dietro anche
l’altra persona che tengo più al mondo». La mia voce viene rotta da un
singhiozzo. «Mi stai portando via tutto».
«Scusa» sussurra.
«Stai scherzando spero» dico alzandomi
in piedi e andandomene lasciandolo con lo sguardo fisso sul terreno bagnato.
«Non ho più nessuno».
***
Di fianco a me c’è una ragazza con i miei
stessi lineamenti del viso, gli stessi capelli corvini che cadono sulle spalle,
le stesse mani tese sui fianchi incapaci di allungarsi verso l’altra, siamo la
stessa persona ma allo stesso tempo siamo due persone diverse.
È solo un riflesso dello specchio, il mio
riflesso, ma non mi ci riconosco.
Le occhiaie violacee non erano mai state
così marcate, sul braccio sinistro un graffio di due giorni prima fatto con le
unghie coperto con del fondotinta, ma che nessuno avrebbe giudicato vedendolo.
Lo sapevano tutti quello che ci univa.
Sapevano tutti che lui stava correndo da
me.
Sapevano tutti che non sarei sopravvissuta
a lui.
Spengo la radio prima che la sigla delle
news orarie si concluda, non posso sopportare quelle parole un’altra volta.
«Kaitlyn noi
andiamo» dice mia madre dall’altra parte della porta dopo aver bussato.
Annuisco pur sapendo che lei non può vedermi. Loro mi precederanno, mi
lasceranno fare tutto con calma, e poi ci ritroveremo lì. Lì che ha un nome ma
non lo voglio pronunciare.
L’ho vista la sua Range
Rover, una macchina grande che sembra poter dominare qualunque strada, ma non è
stato così e ora è solo più metallo schiacciato macchiato di sangue. Un
kilometro orario di troppo è bastato in quella dannata curva bagnata. Un kilometro
orario.
Stava venendo da me.
Voleva che lo perdonassi perché io ero
la sua anima gemella.
Ti ho perdonato Niall,
ti ho perdonato il momento esatto in cui i tuoi occhi hanno incrociato i miei
nonostante pochi minuti prima eri con lei, perché io non posso vivere senza di
te, senza sapere che tornerai.
Splende il sole quando dovrebbe esserci
la tempesta, oggi il sole dovrebbe nascondersi dietro le fitte nuvole nere e l’aria
dovrebbe essere ghiacciata dal vento del nord, dovrebbe rispecchiare ciò che io
ho dentro. Invece c’è questo stupido sole.
È il mio ultimo sole.
Non chiedere come, ti dico solo
aspettami. Non lo faccio per te, ma per me.
Sapevamo entrambi che sarebbe successo
prima o poi, sapevi che era nei miei pensieri e più di tutti sapevi che eri tu
a tenermi in piedi anche dall’altra parte del mondo.
E forse è questo il modo in cui il fato
aveva previsto che saremmo stati insieme.
Arrivo.
Ci sono migliaia di modi per
stare insieme e qualunque modo è migliore della possibilità di stare da soli.
È una storia nata nel tempo, si
potrebbero dire molte cose successe prima e molte successe nel mentre o nel
dopo, ma la sua evoluzione necessitava solo di questi quattro slice of life.
Kaitlyn non fa
quello per fa per Niall, ma solo perché senza di lui
non può più nascondere tutto dietro ad un sorriso, non può tenere a freno il
buio.
Spero che a qualcuno di voi sia
piaciuta.
Grazie di avermi dedicato un po’
del vostro tempo
Becky