Me ne sono andato, lasciandoti lì a incantare la folla.

Me ne sono andato, perché non riuscivo più a respirare. Inspiravo a pieni polmoni, tentando di controllarmi, ma tremavo. Ho anche provato ad abbassare lo sguardo, come quella mattina, come il giorno prima. Come sempre. Ma non ha funzionato. Questa volta tirare fuori tutta la mia finta indifferenza avrebbe fatto soltanto male a te e a me.

Il corpo mi spingeva verso di te. Avrei dovuto seguirlo, come una persona normale. Avrei dovuto seguire il mio istinto. Volevo far adagiare il petto contro la tua schiena, inalare il tuo profumo. Quel profumo che appartiene solo a te. Quello che sento dentro casa nostra dopo aver fatto sesso. Mi incendia le narici e non se ne va più.

Avrei potuto fare tante cose, ma non ho fatto nulla. Sono solo scappato.

Eri troppo, stasera. Eri troppo per la folla ai tuoi piedi. Eri troppo per l'aria che ti circondava. Eri troppo perfino per me, che non mi sono mai abituato a te. Che non ne ho mai abbastanza di te.

Sarei solo stato d'intralcio a uno dei tuoi momenti di gloria. E amo vederti nel tuo ambiente. Amo quando ti lasci andare, senza vergogna, senza freni.

Quando sei lì lasci andare persino me. Ti scivolo addosso.

Ci sei tu, solo tu.

A volte vorrei essere tra la folla ai tuoi piedi e godermi la tua grandezza.

Vorrei essere uno dei tanti, a cui doni quel poco che ti è concesso di dare. E lo so che se solo tu potessi, mi prenderesti lì, davanti a tutti.

“Louis, io voglio far sapere al mondo che tu sei mio”.

Me lo ripeti sempre. Ogni giorno. Ogni notte.

Ma non voglio toglierti quella parte essenziale di te. Non voglio portarti via il tuo momento, la tua gloria. Sei lì, con le luci a farti da cornice e le urla da eco.

E sei bello, dannatamente bello.

Sei talmente bello che mi obbligo a non guardarti. E tu lo sai che lo farei. Guarderei te, sempre. Guarderei solo te.

E so che ora mi stai cercando. Prima abbasserai il microfono e avvicinerai l'auricolare al tuo orecchio, mentre sorridi distrattamente a qualcuno che pagherebbe oro per avere un briciolo della tua attenzione, quella che riservi solo a me. Non sentirai la mia voce. Poi riprenderai il microfono, e continuerai a cantare. Ma le tue spalle saranno un po' più basse, il tuo sorriso meno luminoso e i tuoi occhi pieni di ansia. Vorresti girarti, vorresti cercarmi. Chiederai aiuto al biondino con lo sguardo, ma lui è troppo preso dalla sua musica. Non te la prenderai con lui, perché tu comprendi tutti. Sai che quello è il suo di momento di gloria. Sai che non ascolterebbe nessuno, mentre tira fuori il meglio di sé.

Poi finalmente ti girerai e non mi troverai.

Ma amore, io sono qui. Sono qui proprio dietro di te. E ci sarò, sempre.

Aspetterai la fine del canzone, per venirmi a cercare o mandare qualcuno a farlo. So che senza di me, su quel palco, non saresti la persona che sei adesso.

Perché ci siamo sempre stati io a te. Dall'inizio. Da quando mi hai fatto vedere l'arrivo ancora prima di cominciare tutto. E forse saranno stati i tuoi ricci. Sarà stato il tuo sguardo da bambino che cercava in me una guida. Sarai stato tu, perfetto nella tua imperfezione.

Ma da quel giorno io da te non mi sono mai allontanato. Ti tengo la mano di nascosto e continuerei a farlo per tutta la vita, se fosse necessario.

Nascondo il mio sguardo quando incrocia il tuo, come ho sempre nascosto tutto.

Ma l'unica cosa che vorrei nascondere sei tu.

L'unica cosa che vorrei tenermi per me, è l'unica che concedo agli altri.

Tu sei una un concessione che faccio al mondo, perché non si perdano te. Tu regali sorrisi. Regali emozioni.

Ma solo a me regali te stesso.

Oggi non ce l'ho fatta, amore. Oggi non sono stato abbastanza forte da restarti accanto. Oggi sono scappato via da te.

Perché ti sei girato, nel mio momento di gloria, e mi hai sorriso.

Eri fiero di me, di ciò che ero diventato. Eri fiero perché le urla quella sera me le sono prese tutte io. Perché la folla faceva eco a me.

Ma loro non sanno che sei tu, sempre. Non sanno che prima di cantare quella canzone per loro, io l'ho cantata per te. Non sanno che sei dentro ad ogni nota, ad ogni strofa, ad ogni parola.

Non sanno che ci sei sempre stato solo tu.

Vorrei tenerti ancora un po' per me, celarti al mondo. Ma come pretendo di controllarmi quando ti giri verso di me e mi parli con gli occhi mentre canti? Come pretendo di controllarmi quando mi sveglio accanto a te, quando sono talmente carico da far esplodere l'intero universo?

E quella canzone ti apparteneva più delle altre. Non avevo voglia di cantarla, perché sarebbe stato rivelare un po' di noi.

Ma quando tu mi hai sorriso, non mi sono pentito di nulla.

E sono corso via, perché stavo di nuovo per riperdere il controllo. È quello che mi succede da sempre, da quando ho incontrato te.

Ti sento ridere, mentre sono seduto per terra tentando di regolarizzare il mio respiro. Decido di tornare da te, prima che tu venga a cercarmi.

Esco, ed ecco di nuovo le luci.

Eccoti di nuovo, che quando ti accorgi del mio ritorno mi abbagli con il tuo sorriso e abbassi lo sguardo. Perché io ritornerei da te, sempre.

E rieccoti, di nuovo carico di fronte a quella folla.

E rieccoti, nella tua immensità a sconvolgermi l'esistenza.

Ciao, ragazzi.

Eccomi qui, con una OS Larry.

Non so da dove sia venuta fuori. L'ho scritta in meno di un'ora, dopo aver visto Louis cantare No Control per la prima volta.

Ho deciso di pubblicarla e non so neanche io il perché.

L'ho scritta in attesa di aggiornare la long, “Larry's Anatomy”.

A presto.